paranoid park regia di Gus Van Sant Francia, USA 2007
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paranoid park (2007)

 Trailer Trailer PARANOID PARK

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locandina del film PARANOID PARK

Titolo Originale: PARANOID PARK

RegiaGus Van Sant

InterpretiGabe Nevins, Dan Liu, Jake Miller, Taylor Momsen, Lauren Mc Kinney, Olivier Garnier, Scott Green

Durata: h 1.30
NazionalitàFrancia, USA 2007
Generethriller
Tratto dal libro "Paranoid Park" di Nelson Blake
Al cinema nel Dicembre 2007

•  Altri film di Gus Van Sant

Trama del film Paranoid park

Alex ha sedici anni e frequenta il liceo a Portland. Un giorno un amico lo invita ad andare con lui a Paranoid Park, luogo malfamato della città in cui si confrontano i più abili esperti in materia di skateboard. Una notte, proprio presso il parco, Alex uccide accidentalmente un agente. Decide di continuare la sua vita senza dire nulla a nessuno.

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Voto Visitatori:   6,47 / 10 (134 voti)6,47Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Paranoid park, 134 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Malvagio  @  15/06/2008 23:58:03
   3 / 10
Ma stiamo scherzando?? ormai ci si esalta a vedere un tizio adolescente ripreso che cammina da dietro per 3/4 del film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  01/06/2008 09:28:33
   7½ / 10
Gli amanti di Van Sant lo apprezzeranno di sicuro: per chi invece non ha mai visto un film del regista americano, "Paranoid park" è un film piuttosto difficile.
Lo stile è sempre lo stesso di Elephant e Last days: dei ragazzini allo sbando, qui Skaters, con il vuoto assoluto in testa, e senza alcuna possibilità di comunicazione con le persone delle generazioni precedenti, inseguite nel loro vagare dal regista con i soliti piani sequenza.

A conti fatti, comunque, mi è piaciuto di più dei precedenti. La costruzione è complessa, e le immagini degli skaters al parco, su cui il regista si sofferma spesso, sono molto suggestive.

Mi piacerebbe vedere anche "Gerry" che, vergognosamente, nessuno ha mai distribuito in Italia.

ingsissi  @  30/05/2008 19:16:57
   7½ / 10
Incredibile! Gente come Tony Howk spero si sia commossa vedendo i suoi cugini sketers sovra esposti, sfucati, rallentati, mentre si cimentano nelle loro evoluzioni.
La playlist non appartiene a nessuno dei loro Ipod. Poco hip hop, come la tradizione vorrebbe, ma musica classica, chitarrine e molta elettronica di tutto rispetto…Magicamente ingarbugliato, sospeso, evanescente, apatico. Da vedere senza pensarci troppo e soprattutto senza pensare che debba per forza esserci un un colpevole o un ammissione di colpa.

addicted  @  20/05/2008 15:53:58
   9 / 10
"Elephant" mi era piaciuto moltissimo, per la cadenza e lo stile. Questo "Paranoid Park" è ancora meglio. Si può davvero parlare di stile, quando si parla di Gus Van Sant, ricercato e sperimentale, tuttavia mai fine a se stesso.
Il racconto è algido e impassibile come il protagonista, ma alcuni momenti sono di una intensità estrema.
Davvero molto bello.

FABIO81SR  @  13/05/2008 22:23:47
   5½ / 10
film a tratti molto lento..non arriva alla sufficienza

Neptunes  @  04/05/2008 01:14:50
   6½ / 10
a tratti molto lento ... tutto sommato mi aspettavo è un film carino ... ma mi aspettavo molto di più

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  29/04/2008 12:37:29
   5½ / 10
Gus Van Sant torna a parlare di adolescenza, peccato che il risultato sia ben lontano da quello ottenuto con "Elephant".
Il regista riprende le problematiche ed i silenzi del sedicenne Alex nella sua città natale.
Il film risulta molto noioso e poco incisivo. Innanzitutto la storia è affrontata in maniera superficiale e nonostante gli sforzi l'incapacità recitativa del protagonista non permette di penetrare un mondo così problematico; inoltre le soluzioni scelte per "purificarsi" dai propri errori sono tra le scelte più banali che si potevano proporre.
Un film davvero deludente, dopo "Last Days" mi sarei aspettata un ritorno più convincente di Van Sant, regista che, a questo punto, mi sembra sopravvalutato.

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Ultima risposta 29/04/2008 15.37.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  24/04/2008 11:31:42
   8 / 10
Gus Van Sant continua la sua lucida analisi del mondo degli adolescenti.Utilizzando uno stile registico molto simile a quello ravvisabile negli ultimi lavori, il regista ci trascina nella vita del giovane skater Alex,un ragazzo come tanti per il quale però il destino ha in serbo un avvenimento che gli sconvolgerà la vita.
Van Sant pone immediatamente l’accento sulle mancanze del mondo adulto che inevitabilmente ricadono sui figli,l’incapacità di comunicare con questi diventa una barriera insuperabile al fine di imbastire un rapporto di fiducia reciproca.L’espiazione dell’ansia e del dolore causati dal suo atto tanto involontario quanto tragico quindi non troveranno naturale sfogo nell’ambito famigliare o al limite scolastico,ma troveranno asilo all'interno di un quaderno,interlocutore placebo,in grado di accogliere la disperazione e lo smarrimento di Alex.La trama è molto esile,ma riesce comunque a far passare le enormi distanze createsi tra mondo adulto e quello adolescenziale,la struttura narrativa è frammentaria ma ciò non rende affatto difficoltoso seguire lo svolgersi degli avvenimenti,ad impreziosire il tutto una colonna sonora ricercata ed azzeccata.Il livello recitativo non è eccelso,in particolar modo il protagonista pare non riuscire sempre ad esprimere i propri sentimenti affidandosi alla mimica facciale e in un film in cui i dialoghi sono piuttosto scarni questo è un difetto,mentre un po’ di autocompiacimento da parte di Van Sant nella messa in scena è indubbiamente ravvisabile.
Nel complesso però “Paranoid park” è un bel film,originale ed intenso e soprattutto capace di rappresentare il percorso di perdita e riacquisizione dei sogni da parte di un giovane,né migliore né peggiore di tanti altri,semplicemente non in grado di fidarsi di chi gli è vicino e questo forse è il vero ed unico dramma.

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Ultima risposta 03/10/2011 09.08.36
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marfsime  @  21/04/2008 14:33:51
   6 / 10
Merita la sufficienza..ma come è stato detto sembra che alla fine manchi qualcosa. Ottima fotografia ma come thriller è piuttosto lentino..molto più riflessivo e meno "americano"..si poteva fare di meglio..peccato.

Voto:6

Eraclito  @  20/04/2008 12:22:34
   4½ / 10
Sinceramente sconclusionato, sembra quasi incompleto. Inutile.

viagem  @  17/03/2008 22:14:20
   5½ / 10
La sensazione è quella di aver assistito ad un ottimo esercizio di stile, musica e fotografia suggeriscono, emozionano, ma...è come se mancasse totalmente la seconda gamba perchè questo film si reggesse in piedi. Occasione perduta.

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Ultima risposta 15/05/2008 17.39.36
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L_INKre@dibile  @  09/02/2008 17:30:31
   4 / 10
Mi sarò rin********to all'improvviso, ma l'ho trovato veramente palloso. La buona regia non evita il tracollo di un film (a mio parere) deludente.

bandafratelli  @  08/02/2008 19:08:33
   6½ / 10
Il film è ben fatto. La trama è curata e volutamente lieare quanto a narrazione dei fatti. Il regista ci offre uno spaccato generazionale, focalizzando l'occhio della macchina da presa solo sul protagonista teenager la cui vita è animata da una forte crisi che è anche generazionale. Innovativo per tecniche di ripresa il film Fa riflettere su certi temi della vita che ci circondonda meritando, a mio parere, la sufficenza piena.

Tiffano  @  08/02/2008 15:03:04
   7 / 10
Le inquadrature e le scelte tecniche valgono la visione.Molte sono state già usate,altre assolutamente nuove.Certo si è autocitato,ma credo l'abbia fatto "reiventandosi".
Non credo che Van Sant voglia in tutti i modi esser fuori dai canoni.
Qualcosa da ridire,forse,sul finale "un po' così",ma è questione di gusto e7o momenti.

Invia una mail all'autore del commento sarchia  @  07/02/2008 23:45:27
   4½ / 10
Ragazzi, ci sono andata a scatola chiusa, mi ci hanno portata senza dirmi la trama... (una delle mie amiche però non l'aveva proprio capita, tanto da affermare che sarebbe stato un film dell'orrore...DA PAURA...).
Fatto sta che già dai titoli di testa stavo pensando a quello che avrei fatto domani...cioè, dopo 20 minuti di titoli di testa...
Poi inizia il film e...wow, che inizio!!! Tutti giovini su degli skateboard ripresi con il movimento "mal di mare", che mi hanno fatto stare male e non per poco... Poi scene luuuungghissssimeee, esempio: un due ore e mezzo per percorrere un corridoio, sette ore di silenzio in un prato, due giorni per una doccia...
Va be', diciamo che quando si combinano bischerate è vero che tutto ciò che ci circonda rallenta e non siamo di tante parole... Ma cacchio...

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Ultima risposta 11/03/2008 09.23.06
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Simmetria84  @  18/01/2008 22:26:24
   5 / 10
non mi è piaciuto, gus van sant si autocita tecnicamente, e non produce nulla di nuovo visivamente.
La trama è già vista e lenta

Vincent_86  @  17/01/2008 02:33:08
   6½ / 10
Gus Van Sant conferma il suo stile personalissimo di fare cinema. Il film però non convince: c'è poco convolgimento emotivo e in alcuni casi i rallenty rischiano di annoiare. Anche la colonna sonora convince poco.

kinghomer  @  16/01/2008 19:11:27
   4 / 10
Mah.... !! Sono uscito dalla sala vuoto !!!
Se il senso che voleva dare era proprio questo allora merita il massimo dei voti! Cioè...... Mah! Io lo sconsiglio vivamente, poi... fate vobis

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Ultima risposta 18/01/2008 23.27.32
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eraser_ed  @  16/01/2008 00:45:00
   7 / 10
Questo film è effettivamente ambivalente nei giudizi da dare. Gus Van Sant prende un pezzo di realtà, quella di una generazione alienata,apatica, senza stimoli, contraddistinta dalla noia, dal disinteresse, da un presente anonimo, vivacchiato in una pista da skate. Tutto ciò è filtrato attraverso il giovane Alex e il suo tentativo di autocoscienza appagante, derivante dall'omicidio, che fornisce l'unica componente di trama rintracciabile nella pellicola.
Il film appare anonimo, povero di contenuti, sostanzialmente perchè la realtà che ci mostra è di per se una realtà anonima e povera di contenuti.
Non vi è indagine su cause o motivazioni, non vi sono pensieri rilevanti o dialoghi interessanti. Il regista non pone una lente di ingrandimento sulla vita di Alex, su ciò che effettivamente prova o pensa (la questione della famiglia in difficoltà mi sembra troppo semplicistica come risposta ad una problematica così ampia e molteplice, in quanto generazionale)
E' un film che non si fa domande, ne pone risposte, semplicemente illustra ciò che sta sotto gli occhi di noi tutti.
E forse è questo il suo merito principale. D'altronde è un film che va percepito nei contorni, piuttosto che razionalizzato ad una trama, che appare semplice e volutamente non sviluppata, secondo me.

suzuki71  @  14/01/2008 13:25:00
   7½ / 10
Alcune decine di ore nella vita di un adolescente della provincia americana che si ritrova a dover fare i conti con una circostanza più grossa di lui. Bella fotografia e ritmo ben tenuto, con un buon montaggio puzzle che pian piano chiarisce cronologicamente gli eventi. Molto efficaci e ben fatte le rappresentazioni del mondo dello skate, dove le sequenze dei ragazzi rimandano allo sforzo per cercare qualcosa di vero oltre la realtà e la non-vita di esistenze dimenticate. Anche questi ragazzi, perduti e "altri", interagiscono come tutti, con le stesse gelosie, amori, speranze, e il distacco è solo di impatto. Certo, paranoid PRK è il simbolo della nuova sfida, del nuovo mondo che fuggiamo perchè "troppo" per noi, ci fa paura. Il fatto però è, come detto già da altri: fino a che punto questo film, questa storia adolescenziale può interessare lo spettatore? Forse un po' di nicchia, manca il respiro e "l'universalità" propria dei grandi capolavori. Mezzo voto in più per premiare gli attori, quasi tutti non professionisti: notevole.

debaser  @  10/01/2008 18:48:09
   7½ / 10
Non certo all'altezza del miglior Van Sant ma comunque un più che discreto film. Ottima la fotografia di una Portland notturna grigiae degradata. Un po' insipido il finale.

Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  08/01/2008 18:42:08
   5 / 10
Il problema maggiore di questo film è che non si sa bene come giudicarlo, di fatto non è brutto ma è completamente anonimo, non di stile, ma di contenuti, o almeno di quei contenuti che vorrebbe rendere espliciti. Un pò è seccante vedere i problemi adolescenziali di questi giovanotti sbarbatelli, un pò non ce ne frega niente.

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Ultima risposta 10/01/2008 17.30.38
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gabbo  @  06/01/2008 15:04:24
   7 / 10
Molto lento, come nel solito di Van Sant

PAZZINI9  @  03/01/2008 18:50:44
   5½ / 10
Un film ordinario, troppo ordinario per un regista che vuole, quasi a tutti i costi, andare fuori le righe. Ci sono film sorretti solo dalla recitazione dei propri interpreti.....non è questo il caso.

iancurtis4now  @  03/01/2008 12:34:47
   4 / 10
Non sono riuscito a ricevere nulla da questo film al di là del disappunto per una trama un pò banale e scontata ( compreso inquadrature e tempi filmici)....che sia il canto del cigno della cinematografia americana? Ovvero Paranoid Hollywood?

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Ultima risposta 03/01/2008 17.50.55
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  02/01/2008 20:56:04
   6½ / 10
Gus Van Sant sembra voler riprendere il discorso intrapreso con l'ottimo "Elephant", in una sorta di ideale continuità sull'argomento del fankazzismo generazionale che porta alla tragedia. Ma con "Paranoid Park", pur riprendendo gli stessi ragazzi, con le stesse facce, abitudini, idiosincrasie e noie esistenziali degli adolescenti di "Elephant", GVS tenta di indagarne le forme di coscienza legate a un omicidio. Laddove in "Elephant" si progettava per noia una strage, qui il dramma giunge per caso. Un po' come abbiamo visto negli ultimi casi di delitti irrisolti qui da noi, la coscienza viene affidata ai diari e ai blog, nei quali però non si legge alcun segno di pentimento, rammarico o angoscia per il dramma che li vede coinvolti. Solo pura autoreferenzialità. E' quello che succede al protagonista Alex che tenta di riprendere a vivere la sua solita routine, delegando alla scrittura il bisogno della parola.
Anche la regia di GVS è una sorta di rimando a "Elephant", ma questa volta non riesce ad essere altrettanto efficace nella costruzione del delirio com'era successo per quel film.

tshiamo  @  02/01/2008 01:23:01
   6½ / 10
nessuno è pronto per paranoid park. ci si può fingere pronti. ed è il volto iperscrutabile d alex fissato dalla telecamera x granparte della pellicola a mostrare l'ermetismo di ki non comunica. di ki c prova, fa il numero del padre, ma lascia cadere il telefono; scrive la lettera e la brucia. le reazioni vere ke ha sono davanti al faccione del telegiornalista ke annuncia l'apertura dell'indagine; o qdo parla da solo al ritorno dall'omicidio. poi gli accade d tutto, non è il peggio d ki vive a paranoid park, per quanto la tua vita faccia skifo paragonata alla loro è bella (e lui è irresistibilmente attratto da quel posto, come la scoperta d un'appartenenza, ci va anke da solo), poi gli accade d tutto, scrivevo, divorzio genitori, fratellino sconvolto, omicidio, lascia la morosa. ma non sbotta mai. elenca puntigiloso gli ingredienti del panino. la maionese non l'ha presa x' gli fa skifo. le musike parlano, le immaigin, come sono prese. non il ragazzo attore. e lo spettatore non capisce. nessuno è pronto per paranoid park. però ci si può andare

rasta  @  27/12/2007 18:57:55
   6½ / 10
la sceneggiatura non è delle + brillanti; sono i dialoghi ed il montaggio ke reggono tutto il film. gli interpreti funzionano bene. si può vedere =]

benzo24  @  27/12/2007 03:03:36
   5 / 10
troppi vuoti in una sceneggiatura veramente debole. il film è debole se si confronta alle opere di larry clark o di harmony korine. anche la scelta delle canzoni di elliott smith è piuttosto scontata.

kingdrone  @  23/12/2007 10:18:50
   7 / 10
film piacevole, buono lo sviluppo del racconto frammentato e le musiche.
un pò eccessive alcune scelte stilistiche. il finale funziona

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  22/12/2007 00:41:55
   5 / 10
Fa piacere ritrovare le proprie certezze sempre lì, pronte ad attenderti col loro calore. Sì perchè uno magari potrebbe pensare che Gus Van Sant abbia sfornato un bel film generazionale, intenso e diretto, un bel pugno nello stomaco dello spettatore, ed invece si ritrova di fronte il solito boriosetto di sempre, tutto preso dal proprio ego autoreferenziale ed onanistico.
Assistiamo così non tanto alle vicende di Alex - un ragazzino passivo ed irritante - quanto ad una messa in scena furbetta orchestrata da Van Sant al solo scopo di dare sfoggio di una sensibilità che non possiede, servendosi di mezzi che non lo aiutano. Solo così si può spiegare la sconcertante ovvietà delle soluzioni stilistiche, con una regia inondata di ralenti probabilmente avanzati a mel gibson da apocalypto, roba che con un paio di ralenti in più il ragazzino sarebbe tornato indietro nel tempo.
Il comune senso del pudore imporrebbe poi di tacere degli indici di "profondità" della pellicola; per fortuna però il pudore l'ho venduto il mese scorso ad uno zingaro per 5 euro. Accade così che il ragazzino, per riprendersi dallo choc dell'

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER si faccia una metaforica doccia, quasi a lavarsi via la sporcizia del peccato.
Yum, originale, profondo, una cosa vista in fondo solo in altri 100-150mila film. Certo, mai così lunga; ma che ci volete fare, è che il ralenti con la doccia è la morte sua.
Evvabbe', Cannes s'è sperticata ed il Genio ringrazia sentitamente.
I miei cogli0ni un po' meno.

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Ultima risposta 26/12/2007 00.24.45
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onda  @  20/12/2007 23:06:56
   8 / 10
Un bel film sperimentale, con cui Van Sant tenta nuovamente di esplorare gli adolescenti. Qui si va al di là di Elephant, opera interessante, ma che si arenava negli stereotipi. Attraverso una narrazione discontinua, frammentaria e semionirica (a volte forse un pò compiaciuta), si instaura una corrispondenza con le sensazioni confuse di una psicologia acerba, afasica e tormentata al tempo stesso.
Allo stesso tempo, viene ben illustrata l'assenza di figure adulte importanti.
Il poliziotto costituisce l'unica parvenza di autorità (significativo che gli skater sembrino rappresentare una sorta di mondo a parte).

forzalube  @  19/12/2007 13:55:28
   8 / 10
Nella circostanza, sottoscrivo quasi interamente il commento di kowalsky, anche se il film è forse eccessivamente pessimista. Interessante la decostruzione temporale della vicenda ed altre scelte registiche/stilistiche, ho invece apprezzato poco gli inserti in Super8 ed un finale forse un po' troppo "tranchant".

Mavors84  @  18/12/2007 16:23:09
   4 / 10
non bello, anche se non paghi! (commento perfetto)

alcuni ragazzi hanno commentato con voti bassi (meno male), non capisco i voti alti... non c'è bisogno di proseliti è un film da dimenticare!
Cannes (come del resto venezia, berlino) attribuiscono premi mediante cabala.
film brutto, stupido, ottuso...

bravo bravo bravo... hai provato a citare Fellini, ma che bravo che sei!
nel prossimo film devi sparare più in alto, cita Antonioni! cog*ione!

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Ultima risposta 05/01/2008 12.54.17
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  18/12/2007 14:48:27
   8 / 10
Splendida ennesima prova regististica dell'indipendente Van Sant....se ce n'era ancora bisogno, dopo il capolavoro Elephant......movimenti di macchina magistrali,soundtrack a dir poco eccezionale,ancora il mondo adoloscenziale nell'america malfamata di Portland......c'è una persona che ha messo 2 e mezzo come voto....non è possibile,le opinioni altrui si rispettano ma non quando si cade nel ridicolo......da stravedere

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  17/12/2007 18:11:47
   8 / 10
Un segreto che non si può condividere,un ragazzo pieno di rimorsi.Una storia imprigionata nella testa di un adolescente senza via di uscita.Buon lavoro di Gus Van Sant.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  17/12/2007 14:08:34
   7½ / 10
In un mondo stanco e infinito dove si è persa anche la nozione di luce e buio e il passaggio dei giorni è solo un chiaroscuro accennato sui pendii di un ponte (titoli di testa), cosa accade alla giovinezza di un giovane?
Il pregio di Sant non è riferibile infatti alle capacità di sociologo (anzi in questo è negato), ma alle capacità di narratore: come non apprezzare la meravigliosa fotografia, le stupende sequenze al Paranoid Park, l'attenzione viva e coraggiosa a volti seminascosti nei cappucci delle felpe, l'immobilità dell'interiorità di Alex. Van Sant, in un mondo velocissimo e distratto, si ferma a guardare, anche i minimi dettagli. non perde i contatti col passato, anzi riesuma figura sociali simbolo degli anni 50-60 italiani, come Giulietta degli Spiriti e la Gradisca di Amarcord tramite lo strumento più potente del cinema, la musica (FANTASTICO NINO ROTA!!), utilizza comunque lo stile nuovo, si adegua ai tempi, è un film inevitabile nel 2007.
Immancabile la citazione all'Arancia Meccanica di Kubrick, sia nel nome che nella scena dell'omicidio in cui trionfa la nona di Beethoven. ma il personaggio è totalmente diverso e qui si scorge solo un omaggio al cinema e al suo ruolo di narratore sociale.
Comunque, Alex è un personaggio molto bello, coerente e integro nel suo trapasso da vita a cinema, se ne facessero di film così.

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Ultima risposta 18/12/2007 14.09.40
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  17/12/2007 11:12:18
   8 / 10
Un incubo rarefatto, filtrato attraverso gli occhi di un sedicenne e mostrato da una telecamera che non indaga, ma si immerge nell'avvolgente vuoto della mente del ragazzo che si riempie di forme, colori e suoni, e che ha la grossa pretesa di mostrare il nulla che è o appare.

Vegetable man  @  16/12/2007 15:04:14
   5 / 10
FIlm oltremodo pretestuoso. Le singolari scelte di Van Sant, volte ovviamente a farci gridare in ogni modo al capolavoro, questa volta sono particolarmente stonate. Infatti, non convince sin dal principio la scelta di un attore con un bel faccino per fare la parte del disadattato, così come l'insistenza sul suddetto faccino per due terzi del film. E' inespressive, anzi peggio, è ebete; e per di più fuori parte. Fatto sta che generare tedio nello spettatore sembra sia il solo modo che Van Sant ha trovato per esprimere l'alienazione di questo piccolo americano. Tuttavia, il film non manca di scelte azzeccate: i genitori fuori fuoco, la ripresa durante il film delle scene iniziali. Ma di fronte a queste, molte altre sono fuori luogo e davvero mal riuscite: la sequenza nella doccia, le odiose chiacchierate con la petulante amica che ce l'ha con la guerra in Iraq (ancora?? qualcosa di meno banale?).

La scelta delle musiche è forse la più infelice: il commento musicale agli insulsi filmini sugli skater sembra una canzone dei Sigur Ros ascoltata al contrario; il tema di Amarcord è orrendamente trapiantato dove capita, tanto per far vedere che LUI cita Fellini.

Insomma, se non è una stroncatura, poco ci manca. Anche quando, come in questo caso, il film sembra fatto sul soggetto senza passare dalla sceneggiatura, sarebbe quantomeno auspicabile che tale 'arte concettuale' sia realizzata a dovere. Non basta qualche invenzione registica inconsueta per fare un film interessante.

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Ultima risposta 22/12/2007 11.00.41
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  16/12/2007 02:47:05
   7½ / 10
Nel solco tracciato con "Elephant", Van Sant continua il suo viaggio in una generazione allo sbando, senza interessi e stimoli, ma soprattutto senza punti di riferimento. Ciò che emerge dalla "documentazione" del regista americano è un mondo adolescenziale costituito da soggetti isolati, incapaci di comunicare con gli altri: e non solo con i genitori, le cui figure "sfuocate" sono appena abbozzate, ma anche con i propri coetanei.
Molto suggestive ed efficaci alcune sequenze (come quella dello skater che percorre il tunnel). Non ho trovato molto appropriato, invece, l'uso dei temi musicali felliniani, che mal si intonavano con lo stile "scarno" della narrazione.
In ogni caso, si tratta di un'opera molto coraggiosa che ha il merito di denunciare una realtà cruda, purtroppo veritiera.

alfrar  @  15/12/2007 20:05:16
   5 / 10
Attribuire "capolavoro" a questo film mi sembra del tutto errato!
Tema incentrato sull'uccisione involontaria di un vigilante, da parte di un ragazzino! Per il resto nulla! Molti primi piani, momenti morti, dialoghi quasi inesistenti, finale che non è un finale!


P.s. Non date voti alti soltanto perchè dovete seguire il giudizio della giuria di cannes!

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Ultima risposta 16/12/2007 21.42.13
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phemt  @  12/12/2007 10:28:46
   7½ / 10
Dopo il non completamente convincente Last Days Van Sant torna a descrivere la gioventù moderna con un film particolare ma estremamente interessante e soprattutto continua il suo particolare percorso cinematografico tra lunghi piano sequenza, primi piani stretti, stile semi-documentaristico e una narrazione non lineare ma assolutamente intrigante…
Un film di introspezione sulle problematiche adolescenziali quasi “mascherato” da thriller e infarcito di ottime trovate (su tutte il litigio muto con la ragazza impreziosito dalla musica di Rota in sottofondo)…
Paranoid Park in un certo senso continua il discorso già intrapreso con Elephant (per quanto personalmente abbia leggermente preferito quest’ultimo) ed è un film come già detto particolare, certamente non adatto a tutti e dallo stile (non dai contenuti) quasi weird; chi ha apprezzato Elephant probabilmente apprezzerà anche Paranoid Park…

Invia una mail all'autore del commento nicko  @  11/12/2007 13:04:15
   8 / 10
Pellicola decisamente particolare e non adatta a tutti, sopratutto la regia è fuori del normale :troviamo bei dialoghi di 2-3 minuti alternati a lunghe scene senza battute con sottofondo musicale .Io personalmente l'ho trovato molto gradevole ,anche se il finale per me è stato un pò come un coito interrotto tanto per capirci. Per concludere ,il ragazzo protagonista non si è dimostrato molto espressivo ,anzi ...

Hartigan81  @  11/12/2007 09:33:29
   6½ / 10
mah...secondo me van sant non è normalissimo....tra questo e last days mi ha fatto capire questo...particolare forse troppo, eccede sempre nel cercare l'inquadratura d'artista, la scena particolare, molto belle quelle con dialoghi che non si sentono con la musica sotto...buona la colonna sonora ma film impicciatissimo...bravo il protagonista...secondo me è un film a cui dai 9 o 4....ma non riesco proprio a sbilanciarmi..

giumig  @  10/12/2007 16:20:17
   7 / 10
Un film particolare, non c'è che dire, soprattutto per una regia sobria ma pungente ed una fotografia grigia che fa da contorno a tutto il film. Anche l'attore protagonista, scovato su myspace, conferma la natura quasi sperimentale di questo Paranoyd Park. Alla fine il risultato è buono, si tratta di un trhiller psicologico dove il protagonista cerca di farsi coraggio e di autoconvincersi, nella usa solitudine, che non sia successo niente. Alcune parti possono risultare davvero troppo lente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  09/12/2007 18:18:52
   7½ / 10
Malessere e angoscia adolescienziale,uniti ad uno stile sperimentale e anarchico:questo e'il cinema di Van Sant,disagio interiore ripreso attraverso silenzi interminabili,lunghi piano sequenza e primi piani strettissimi.

Ambientazione scolastica modello Elephant,narrazione confusa,frammentaria e non lineare,forma piu'importante del contunuto,per un film personale,affascinante e dannatamente pessimista:Alex(ragazzo schiacciato da dubbi,pensieri e senzi di colpa)incarna alla perfezione quel mal di vivere tipico della sua generazione,con il tema dell'omicidio inquadrato solo e unicamente come causa scatenante.

Ottima la prova dell'esordiente Gabe Nevins nei panni del protagonista principale,buona la fotografia di Christopher Doyle e fantastico l'uso della colonna sonora sempre originale,accattivante e perfettamente funzionale.

giuliapra  @  09/12/2007 15:09:40
   7 / 10
film particolare, sicuramente può non piacere ma io l'ho trovato interessante, per come è costruito e per la singolare sceneggiatura

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  09/12/2007 13:02:33
   7 / 10
Non è mai facile fare un film sugli adolescenti.
Il termine stesso "adolescenza" comprende un periodo temporale della vita di ognuno caratterizzato da alcuni stati d'animo che possono essere comuni ma, in fin dei conti, all'interno della categoria "adolescenti", c'è una certa eterogeneità di persone dove ognuno vive questo fondamentale periodo in maniera spesso diversa.
E continuando a generalizzare, si possono trovare i cosidetti "skaters", i "*****tti", i "metallari", gli "emo", i "discotecari", più molte altre categorie più o meno ordinarie e più o meno s****te.

Inoltre, non si può negare che i ragazzini odierni siano diversi da quelli di 20-30 anni fà: spesso le persone più grandi non conoscono completamente quello che veramente passa nella testa di quelli di oggi (in un passaggio del film, viene suggerito al protagonista Alex di parlare con uno di cui si fidi e che lo capisca, ovvero un amico e non un genitore).

Gus van Sant quindi si cimenta con un lavoro difficile e ambizioso, su un sentiero battuto precedentemente anche dai film di Larry Clark (kids e Ken Park). Senza sconfinare troppo negli estremisti del sopracitato regista, Van Sant ritrae una tipologia di persone molto comune, non solo negli states ma anche qua in Europa. Per confermare questo, basta farsi un giro in città il fine settimana (provare a Roma in Piazza del Popolo) per vedere quanto il look alla "Avril Lavigne" sia diffuso.

Personalmente trovo riuscito questo film, in quanto il regista statunitense riesca a trasmettere, come scritto nel commento di Kowalski, la coscienza di questi ragazzi, dando un'idea allo spettatore su quello che per loro veramente conta e sulla loro apatia verso cose che in molti di noi avrebbero suscitato reazione ben diverse (la già citata scena della foto, l'arresto del compagno di scuola, il divorzio dei genitori, il rapporto con la fidanzata).

Tutto quello che agli inizi si possa pensare essere il tema trainante della pellicola, ovvero il giallo sul ritrovamento di un cadavere, in realtà è solo un pretesto per mostrare la generazione "paranoid park" ; visto da questa ottica, non c'è da stupirsi del finale del film.

Qualche punto in meno arriva dal punto di vista stilistico, in quanto se alcune sequenze sono davvero stupende (su tutte, quella della doccia di Alex), altre han dato anche a me l'idea che ogni tanto il regista si autocompiaccia troppo con un uso eccessivo del rallenty, abbassando ulteriormente il ritmo non incalzante del film.

In conclusione, un film da vedere senza aspettarsi troppa azione, colpi di scena e cose del genere, ma in uno stato d'animo pronto a conoscere i teenagers del nuovo millennio.

1 risposta al commento
Ultima risposta 09/12/2007 13.04.09
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lucasssss  @  09/12/2007 11:10:50
   2½ / 10
Non capisco i vostri commenti positivi a questa mattonata di film, ma li rispetto, non ho voluto dare 1 x non esagerare, ma meritava -5 ( ma -5 cmq non c'è).
Film, a mio avviso, lentissimo, inquadrature lunghissime ed inutili, trama semplice senza colpi di scena e poi la musica? a volte sembrava di stare al circo di Moira Orfei, fateci caso..... ma bada bene, il mio genere di film sono proprio i thriller psicologici, (vedi capolavori come sixth sence), ma credetemi queso film è veramente noioso, confermato anche dalle numerose persone andate via prima della fine dello spettacolo e dal vociferare a film finito dei restanti spettatori nella sala, quindi rimango ancora perplesso dai commenti positivi letti su questo forum.
Per concludere, evitare assolutamente il film, a meno che siete particolarmente stanchi, vi farete una sana e ricca dormita senza essere disturbati da suoni improvvisi perchè non ve ne sono, l'unica cosa e la musichetta di Moira che ogni tanto vi sveglierà...... ma è roba da poco, dormirete bene........................... L.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  09/12/2007 01:48:55
   5 / 10
Troppo citazionista, troppo autocompiaciuto, troppo noioso. Un ritratto (non vero) degli adolescenti. Ammetto cmq che non è proprio il genere di cinema che amo. Grande momento trash il litigio tra il protagonista e la sua ragazza con sottofondo la colonna sonora di Giulietta degli spiriti.

5 risposte al commento
Ultima risposta 22/12/2007 00.43.59
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/12/2007 23:13:10
   9 / 10
Per dirla con le parole di un noto critico "UN CAPOLAVORO". E ho detto tutto". Ma siccome non sono un critico ma un semplice spettatore, continuo a provare stizza e irritazione quando certi cineasti (e Van Sant non è il solo) vengono fastidiosamente maltrattati dal pubblico con una "semplice stroncatura" che a priori è come accade nei suoi film più recenti, un'atteggiamento passivo e apatico nei confronti del regista.
Avrei giusto pronto una "smentita" delle medie di f.scoop, a riguardo, ma non entro nella polemica

Credo che fondamentalmente esista una strana affinità tra Van Sant e Shyamalan, Payne e l'ultimo De Palma, ed è soprattutto la capacità, attraverso le immagini, di rendere lo spettatore "attivo" davanti a quello che vede: in Paranoid park tutto ciò che è omesso, diventerà per qualcuno tedioso smarrimento per altri (purtroppo non i più) una rara e intelligente capacità di interagire mentalmente sulla visione.

Girato in super-8 e 35 mm. a Portland, città natale di Van Sant, il film è la degna prosecuzione di Elephant, ma gli è superiore (e non di poco) perchè cattura analogicamente tutto ciò che lo sguardo voyeurista del precedente lasciava solo vagamente filtrare.
C'è tutto il grandioso respiro di un regista grandissimo, gli eventi costruiti a poco a poco, sequenze allucinate che annientano (la doccia cfr. ancora psyco ancora coscienza) o diventano una sorta di rito esorcista (Alex che brucia la lettera destinata a un'amico/a dove confessa che..).

"Paranoid park", questo è il punto, è il miglior film sulla Coscienza del XXI secolo, in quel baratro di consapevolezza smarrita dallo spleen adolescenziale, riemerso dopo un coup de foudre degno di Emile Zola o di Dostoevskji-
La sequenza dei ragazzi che letteralmente "ridono" guardando la foto di un cadavere fatto a pezzi fa raggelare il sangue più di qualsiasi altra cosa si possa vedere nel cinema di oggi,

La magnifica fotografia (memorabile quando Alex attraversa l'acquazzone in preda alla paura e all'orrore inconfessabile) , anche quando cattura oleograficamente i volti spensierati degli skateboarders nelle loro acrobatiche fughe dalla realtà, e l'ipnotico uso delle musiche (da Nino Rota a quel compianto outsider del pop che fu Elliott Smith) rendono il tutto apparentemente straniante, ma servono a sconfessare il DISAGIO vero dello spettatore.

Nondimeno, il dissociato Alex, nel suo Inferno privato, è pari alla fragilità di altri ragazzi, diversamente da quel mondo femminile che sembra contestare una consapevolezza maggiore degli "eventi": emblematico il mutismo del protagonista davanti a un'affettuosa richiesta del padre.

"Paranoid Park" è l'affresco più credibile di una generazione votata al nulla, inerme, incapace di dividere il bene dal male, indifesa e pericolosa.

C'è davvero tutto quello che il cinema di oggi ha il coraggio di mostrare, ma senza "comunicare" mai con chi lo guarda

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6 risposte al commento
Ultima risposta 17/12/2007 23.45.48
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento kubrickforever  @  07/12/2007 13:28:57
   7 / 10
Non male. Paranoid Park si presenta subito come un film di difficile comprensione, data la delicatezza del tema trattato. Sin dall'inizio si notano subito le particolarità dello schema registico adottato da Van Sant basato su inquadrature rallentate, continui rovesciamenti temporali e primi piani quasi maniacali. Onestamente, un film del genere può essere difficilmente digerito da chi non apprezza il regista americano. Di certo, un film sulle problematiche giovanili è importante, ma anche difficile da argomentare. Van Sant in tal senso cerca di entare il più possibile nella psicologia del protagonista e lo fa con indubbio fascino, senza dare un'importanza rilevante alla trama. Nell'espressione quasi monotona del protagonista si evince tutta la sofferenza che egli interiormente prova, mostrando una quasi totale apatia per il mondo e le problematiche che lo circondano, e non solo. Il protagonista si rifugia in un mondo immaginario dove gli skater fanno da protagonisti; questo mondo nella realtà è rappresentato proprio dal Paranoid Park.
In alcuni punti ho trovato quasi forzata, da parte del regista, la ricerca della particolarità, mostrando una totale disconnessione tra immagine e musica

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Non so se rivedrei un film del genere, dato che non amo molto questo regista, ma di sicuro ne consiglio almeno una visione.

kitano  @  04/12/2007 13:42:10
   6 / 10
ok a me van sant sta un pò sulla minchia:perchè in tutti i suoi film sul degrado e sul malessere giovanile(fin troppo patinatì e cool a dire la verità) deve sempre piazzarci i soliti ragazzini bellocci e *****tti a ricoprire i ruoli come se fosse molto realistico che tutti i poveri ragazzi disagiati delle nuove generazioni perse americane siano tutti belli perfetti cotonati cool e maledetti.da quel che ho visto in america gli incazzati i depressi e con tendenze suicide e omicide tra i ragazzi sono quelli che la moda e la società dell''immagine di oggi deride e respinge. questi film non rendono un caxxo e perdono di credibilità dal primo minuto.
van sant se vuoi fare film seri e duri sul disagio giovanile in america fallo seriamente altrimenti se sei frocio e ti tira l''uccello a farci vedere i bei ciuffetti biondi e i nasini perfetti non scassarci le palle.buona visione

4 risposte al commento
Ultima risposta 10/12/2007 11.35.04
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solitecose  @  27/10/2007 00:52:44
   6 / 10
che poi potrebbe essere anche un voto più alto... ma perchè gus van sant non si limita a scrivere lasciando ad altri la regia???

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Ultima risposta 30/11/2007 23.17.24
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