ossessione regia di Luchino Visconti Italia 1943
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ossessione (1943)

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locandina del film OSSESSIONE

Titolo Originale: OSSESSIONE

RegiaLuchino Visconti

InterpretiClara Calamai, Massimo Girotti, Dhia Cristiani, Elio Marcuzzo, Juan de Landa

Durata: h 2.20
NazionalitàItalia 1943
Generedrammatico
Tratto dal libro "Il postino suona sempre due volte" di James M. Cain
Al cinema nel Settembre 1943

•  Altri film di Luchino Visconti

Trama del film Ossessione

Un giovane vagabondo, Gino, si ferma con il suo camion presso un casolare il cui proprietario, Giuseppe Bragana gestisce uno spaccio assieme a sua moglie Giovanna. Gino viene ospitato da Giuseppe, e poco dopo diventa l'amante di sua moglie; ma quando le chiede di fuggire con lui, Giovanna si rifiuta perchè non vuole fare la vita da nomade...

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Voto Visitatori:   8,20 / 10 (37 voti)8,20Grafico
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Voti e commenti su Ossessione, 37 opinioni inserite

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Italo Disco  @  30/03/2024 17:38:16
   9 / 10
Opera febbricitante dal forte fascino erotico tratta da un noto romanzo di James Cain, ma di romanzesco c'è poco, sembra più un resoconto di una storia vera per quanto i sentimenti deflagrino in maniera tangibile e le mosse dei personaggi siano autentiche. Il rapporto fra Giovanna e Gino è passionale ma emerge la forza manipolatrice della ragazza sull'effeminato vagabondo, che preso dall'istinto prenderà spesso la strada sbagliata. Un insieme molto fosco che sa parlare di sesso senza mostrare chissà che cosa, di relazioni insofferenti fra giovani (cinici) e vecchi (il severo ma ingenuo marito di Giovanna, il sospettoso capo della polizia) e di amicizia come nel caso dello Spagnolo, amico appiccicoso che ritorna ad infestare la mente di Gino. Sorprendente l'unico effetto speciale. Ottima la scelta di Ferrara e Ancona come luoghi dell'azione. In alcuni istanti non compattissimo ma sicuramente eccezionale. Attenzione alla copia integrale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  02/07/2020 20:25:31
   8½ / 10
Uno dei più celebri film di Visconti, nonché per certi versi precursore del neorealismo. Sicuramente da vedere già solo per la sua importanza storica. Per il resto, pur essendo uno dei lungometraggi fondamentali della storia del cinema italiano, lo stesso Visconti ha in seguito fatto persino di meglio. Qui l'intreccio si basa sul celebre romanzo "Il postino suona sempre due volte", trasposto nell'Italia di quei tempi con vari messaggi di critica non troppo velati. Da un punto di vista tecnico ho avuto l'impressione che (pur non essendoci punti particolarmente critici) Visconti abbia cercato meno la "perfezione" formale che lo ha contraddistinto in seguito (non è un difetto, semplicemente "Ossessione" ha uno stile per certi versi differente dai successivi).

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  25/04/2020 19:10:56
   8 / 10
Film d'esordio di Luchino Visconti è uno dei primi esempi di neorealismo del cinema italiano.
Tratto dal famoso romanzo " il postino suona sempre due volte" di Cain e sceneggiato da Visconti con Puccini, Moravia, De Santis ed Alicata vede come protagonisti gli ottimi Clara Calamai e Massimo Girotti.
Il film per problemi di diritti fu distribuito in America solo nel 1976 dopo la morte di Visconti ed in Italia nel 1943 ebbe problemi durante la Repubblica di Salò. Le pellicole furono distrutte, ma per fortuna il regista riuscì a salvare un negativo che corrisponde oggi alla copia esistente

Wilding  @  09/04/2017 22:39:04
   7 / 10
Diretto così così, interpreti mediocri... ma siamo agli esordi del grande regista e nel 1943!!

NickGatsby  @  06/01/2016 11:37:32
   7½ / 10
Prima volta che approcciavo ad un film cosi "datato" e avevo un po' il timore di trovarlo estremamente noioso data le evidenti differenze di scelte registiche e non. Invece mi ha piacevolmente sorpreso. La trama e il modo in cui viene sviluppata sono davvero azzeccate e mi ha fatto appassionare fino al bell'epilogo. Non sono un critico cinematografico e quindi non giudico il film in base al fatto se sia neorealista o meno, lo giudico per quello che vedo e mi ha davvero soddisfatto.
OLD SCHOOL.

Goldust  @  05/03/2014 11:47:17
   5 / 10
Film d'esordio di Visconti che ha assunto negli anni un'importanza capitale nella produzione cinematografica italiana perchè fa da spartiacque tra il cinema fino ad allora inteso, quello cosiddetto dei telefoni bianchi, a quello neorealista che si svilupperà negli anni a venire.
Se quindi il "peso" storico della pellicola è incontestabile, al pari dell'abilità tecnica con cui è realizzato( campi lunghi, ampie carrellate, le soggettive ), la critica la rivolgo allo sviluppo della trama, chè è sì parecchio pessimista ma soprattutto lenta e sfilacciata. Insomma due ore e venti di passioni tutt'altro che bollenti, con un protagonista monoespressivo ( la Calamai invece è brava ) ed un finale telefonato. Se consideriamo che è un film invecchiato pure male, con sommo dispiacere il voto che merita è 5.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  10/04/2013 19:37:02
   9 / 10
Recuperando il verismo di Verga e avvicinandosi al realismo di Renoir e al suo entourage affiliato al partito comunista, crea il mix per innescare il filone di opposizione al regime e di rappresentare la cronaca del reale.
A dire il vero per l'esordio progettava di adattare per lo schermo una novella di Verga, ma il permesso gli venne negato dalle autorità fasciste (avverrà così 5 anni dopo con "La Terra Trema"), qui ottiene il lasciapassare per 'Ossessione' salvo poi essere tolto dalla circolazione a seguito delle reazioni scandalizzate delle autorità fasciste e della Chiesa. Del romanzo di Cain, non avendone ottenuto i diritti, resta solo il canovaccio essenziale, non ancora 100% neorealista ma uno step senza il quale probabilmente non sarebbe arrivato o non sarebbe giunto con gli stessi propositi.
Ma è già un film saturo di 'realismo' nel rispecchiare la realtà, Visconti gira in esterni allontanandosi dagli interni delle commedie dei telefoni bianchi, il corpo visto come desiderio sessuale, l'adulterio (motivo per cui la Chiesa porrà il veto), l'uomo che si lascia dominare dalle emozioni (in rotta col regime fascista che prediligeva stoicismo, controllo totale della mente sul corpo) e chiaramente mostra la miseria lontana dal lusso su celluloide con la quale il regime voleva dipingere il paese, il personaggio controverso dello spagnolo (poi alimentato dalla drammatica fine di Elio Marcuzzo) in bilico tra politica e omosessualità.

vieste84  @  15/09/2012 09:43:44
   7½ / 10
Esordio alla regia di Visconti che ci propone un film drammaticissimo e ben raccontato. Purtroppo avevo già visto "Il postino suona sempre due volte" con jack Nicholson e mi sono reso conto che è la stessa storia, il che mi ha fatto rovinare la sorpresa visto che ero a conoscenza del finale drammatico. A parte Nicholson, è nettamente superiore il film girato quasi 40 anni prima da Visconti, grande interpretazione di Girotti(il patriota a cui vengono rubati i soldi in Senso), bella e grande pure la Calamai che rivedremo diversi anni più tardi nei panni dell'assassina omicida in profondo rosso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  24/12/2011 16:37:44
   8 / 10
Un film importantissimo storicamente, fondamentale nella storia del cinema italiano.
è l'esordio stupefacente di Luchino Visconti, che sembra già alla sua prima regia cinematografica un esperto navigato, e inoltre gira un film così ardito e a suo modo sperimentale sotto il fascismo, che non a caso creò vari problemi alla pellicola. Fortunatamente Visconti ne nascose una copia altrimenti sarebbe stata una perdita inestimabile, quando decisero di bruciarla.

è la storia di un'ossessione, appunto, e l'impossibilità di fuggire dal peccato. I protagonisti sono rappresentati coraggiosamente come privi di scrupoli e dalla dubbia morale proprio perché persi nell'amore e la passione che nutrono l'uno per l'altro. Un film che se fosse stato girato oggi avrebbe mostrato ben più degli espliciti sguardi vogliosi dei suoi personaggi (uomini e donne), eppure Visconti riesce anche a inserirvi sottotesti di omosessualità e antifascismo. Eccezionale il carisma di Girotti, nulla da invidiare ai vecchi divi americani, e anche la Calamai.
Il finale rimette le cose a posto, con crudeltà e cinismo. è un vortice senza uscita quello in cui si vanno ad inserire i personaggi di questa storia.
Avrei personalmente gradito che durasse di meno, ma bisogna pur dire che la noia non sopraggiunge quasi mai ed è attualissimo. Forse perché non ha in sé alcuno stralcio di banalità o ruffianeria, ma è diretto così come doveva essere. Che sia stato girato nella situazione che tutti sappiamo è un miracolo.

edmond90  @  08/10/2011 20:01:16
   8 / 10
Fondamentale esordio di Visconti,vero e proprio spartiacque del cinema italiano.
I motivi sono già stati ampiamente sviscerati negli ottimi interventi degli utenti che mi hanno preceduto e mi sembra inutile ripeterli per l'ennesima volta.
Dal canto mio non posso che sottolineare l'incredibile maturità espressiva di Luchino,già completamente padrone del mezzo cinematografico.
Non vado oltre l '8 perchè la parte centrale secondo me contiene qualche lungaggine di troppo e non è all'altezza nè del finale,nè soprattutto della strepitosa mezz'ora inziale.Il regista dimostrerà ampiamente di sapersi gestire meglio nei capolavori successivi,ma per essere un esordio il risultato è già notevolissimo.
Alla riuscita contribuiscono molto i due interpreti con la loro sensualità,spesso davvero prorompente.

isaber  @  24/08/2011 14:18:37
   7½ / 10
Il film merita di essere visto perchè è stato considerato come l'iniziatore del filone neorealista, perchè per primo rompe la tradizione del cinema fascista. Al di là di questo, rimane un film un po' pesante e eccessivamente verboso, lento e con alcune scene e dialoghi che funzionano poco.

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Peccato che la Magnani, a cui avevano offerto il ruolo di Giovanna, non abbia potuto accettare perchè era incinta. Il film avrebbe sicuramente guadagnato qualche punto in più con la sua interpretazione.

Mothbat  @  23/11/2010 00:51:48
   4 / 10
Innovativo dal punto di vista registico. Un film che è diventato intoccabile grazie alla parola Neorealismo. Sarà pure il primo film neorealista, parola inventata dalla critica, ma io l'ho trovato solo un polpettone insipido ed estremamente datato. Questa meravigliosa corrente sarebbe comunque nata successivamente grazie a De Sica.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  22/11/2010 23:32:52
   9 / 10
Un film epocale: va assolutamente riscoperto per attribuirgli il valore che merita.
NB: è il PRIMO vero film del c.d. "NEOREALISMO" italiano.
Quella che è la prima grande svolta del cinema mondiale (e solo un'altra ve n'è stata di analoga influenza, la nouvelle vague francese) non nasce con "Roma città aperta", ma nasce qui, in questa produzione ambientata nella Bassa Padana.

Clamorosamente girato in epoca fascista, esce tra mille difficoltà di censura nel 1943, un anno terribile della Storia italiana.
Di una modernità sconcertante, è tratto da "Il postino suona sempre due volte" e respira a pieni polmoni aria fresca internazionale.
La trama avrebbe scandalizzato ancora negli anni '70 quando da noi faceva scandalo "Ultimo tango a Parigi".
A fare la differenza è la sapienza con cui è diretto da Visconti, che sa farne un'opera assai significativa sia nei suoi risvolti sociali, sia in quelli esistenziali.

Massimo Girotti - che possedeva il carisma di un divo del cinema - è assolutamente strepitoso.

pinhead88  @  30/04/2010 20:19:27
   6½ / 10
Per quanto mi riguarda riesco a salvare solo il lato fotografico-decadentista dato dalle sole atmosfere spoglie,che ritraggono perfettamente quella che fu l'Italia esteticamente e interiormente povera sia durante che nel dopoguerra.a quanto pare furono proprio queste ambientazioni ritraenti l'Italia amara di un tempo a dare vita a quello che oggi chiamiamo Neorealismo.il resto possiamo dirlo è una storia convenzionale annacquata da una durata eccessiva e per di più anche presa da un romanzo.

fiesta  @  21/01/2010 00:52:13
   6 / 10
il contenuto è fiacco.
il concetto di ossessione,suggerito dal titolo,manca completamente,sia per la poca enfasi di Massimo Girotti(l'ho trovato tanto bello quanto scialbo),sia per l'incapacità di rappresentarla significativamente. mi ha dato l'idea di un film che,libero in parte dai vincoli del regime, cerca soprattutto di fare scalpore,esagerando con il numero di concetti proposti e rendendolo per questo eccessivamente eterogeneo.
i dialoghi poi non ne parliamo (quando si mettono gino e lo spagnolo insieme...mmm...dialoghi di per se vuotissimi accompagnati da una recitazione semi amatoriale)
le riprese sono bellissime,tanti gli spunti e le novità.
in definitiva posso dire che apprezzo la voglia,scontata,di mostrare la sua libertà intellettuale,però in questo modo il film sembra più una tentativo di rivalsa verso il regime che un'opera cinematografica.

DarkRareMirko  @  10/01/2010 19:50:21
   10 / 10
Capolavoro del neorelismo italiano, adattamento del romanzo Il postino suona sempre due volte, fatto anche cinematograficamente, per esempio, da Rafelson col suo amato Jack Nicholson.

E' un capolavoro "imperfetto", lento, dalle atmosfere tetre e spoglie (che lo fanno sembrare delgi anni 20 invece che farlo appartenere al 1943), dalla trama e dello sviluppo della stessa un pò prevedibile, ma ad ogni modo anche queste piccole imperfezione permettono a questo lungometraggio di essere il grande e contraddistinto capolavoro che è.

Senza speranza alcuna in nessuno dei 140 minuti dai quali esso è composto, può contare su dei grandissimi attori e su una direzione registica impareggiabile.

Visconti perfezionerà via via l'aspetto tecnico dei suoi film man mano che gli anni passeranno, raggiungendo il culmine della qualità nella messa in scena con Senso e con La caduta degli Dei, altri due veri capolavori.

Ma come opera prima comunque siamo a livelli celestiali.

FurFante9  @  19/10/2009 17:58:37
   7½ / 10
come sotto:

Uno dei più grandi registi del cinema italiano!
Una tecnica sopraffina con la quale racconta una storia piena di passione e sentimenti contrastanti gli uni con gli altri! Un melodramma intenso
Ps: studiato nei minimi particolari all'uni

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/10/2009 17:48:57
   9 / 10
Indubbiamente Ossessione è un film anomalo per il cinema italiano di quel periodo, dominato dai cosidetti "telefoni bianchi" di regime. Un'ambientazione totalmente diversa, bassa pianura padana, teatro di una vicenda torbida, amor fou, decontestualizzata però da qualsiasi riferimento politico diretto. Indirettamente però la denuncia ai valori sociali propri del fascismo ci sono e si vedono: l'attacco alla tipica famiglia piccolo borghese impersonata dalla figura di Bragana, il marito più anziano di Giovanna e l'impossibilità per gli amanti di raggiungere le proprie aspirazioni. Inoltre due intepreti memorabili come Girotti e la Calamai capaci di esprimere un erotismo nella loro pura fisicità piuttosto spinto considerati i tempi e una fotografia eccellente sono il corollario per uno dei film più importanti del cinema italiano.

quaker  @  29/03/2009 23:48:00
   9 / 10
Luchino Visconti è un regista aristocratico. Ha grande finezza psicologica, vastissima cultura, e si è formato in uno dei periodi d'oro del cinema (quello della Francia della fine degli anni '30).
Eppure questo film è (forse) l'unica vera anticipazione del neorealismo, pur con tutto il peso della personalità di Visconti (che, in un certo senso, con Rocco e i suoi fratelli chiude quella stagione).
Clara Calamai è stupenda, anche se oggi la sua recitazione appare (almeno a me) datata; mentre Massimo Girotti (che pure ha un ruolo più difficile) mi è sembrato più abile nel tratteggiare le sfumature della personalità del suo personaggio, ed anche più "moderno", scabro e non melò.
Il film (visto oggi per la prima volta) merita davvero; amo, in generale, i vecchi film in b/n anche se alcuni si sono rivelati deludenti. Non certamento questo, che è davvero eccellente, sia per intensità, che per ricchezza espressiva: tra l'altro Visconti (forse in modo un po' ancora accademico) è bravissimo nell'uso dei piani sequenza, nel primo piano, insomma nell'uso della mdp: degno allievo di Jean Renoir...

Invia una mail all'autore del commento wega  @  28/03/2009 14:02:48
   9 / 10
Eccellente esordio di Luchino Visconti che dimostra di aver appreso la migliore lezione da Jean Renoir con un film che è per l' 80% di quest' ultimo. E' vero che tutto parte dal tentativo di fuggire dalla povertà, ma come il regista francese, Visconti lascia perdere ben presto il punto di vista esterno della Bassa Padana per concentrarsi per oltre due ore esclusivamente sui suoi protagonisti e sulle loro pulsioni e ossessioni appunto, tanto che il film assumerà i connotati pure del noir. Trovo indispensabile la strettissima correlazione (non solo scenografica) tra i personaggi e l' ambiente circostante, altrimenti ne esce fuori una tragedia melò d' ambientazione neorealista, quindi dal mio punto di vista "Ossessione" fatico a metterlo tra i film neorealisti al 100% ("Rocco e i suoi fratelli" ben che meno), ma piuttosto un proseguio decisivo della precursione di questo genere da parte del realismo poetico francese. Poi mi sbaglierò e pazienza. Straordinaria comunque la regia, funzionale - nei bellissimi giochi di ombre e luci - all' anima e alle complicate psicologie dei protagonisti, nel virtuosismo alla ricerca di un' estetica in contrapposizione alle impostazioni fasciste di allora, all' amore per i personaggi che sembrano usciti dalla penna di un Prèvert.

paride_86  @  12/10/2008 02:49:32
   9 / 10
Un esordio stupendo e coinvolgente per Luchino Visconti. Clara Calamai e Massimo Girotti interpreti perfetti. L'unica cosa che non mi è piaciuta è l'uso della musica, per il resto si tratta di un capolavoro imperdibile.

Dan of the KOB  @  13/03/2008 22:37:42
   8 / 10
Un esordio folgorante per uno dei più grandi registi del cinema italiano e non solo!
Una tecnica sopraffina con la quale racconta una storia piena di passione e sentimenti contrastanti gli uni con gli altri! Un melodramma intenso e recitato in modo stupendo dagli interpreti!
Questo sì che è Cinema!

The Monia 84  @  17/02/2008 18:09:04
   9 / 10
Un film rivoluzionario nel panorama del cinema italiano, per stile e contenuti. Melodramma, noir e impegno sociale si mescolano alla pefezione in un'opera di grande vigore e intensita' con una lucidita' di regia da parte di un esordiente, predestinato ad una grande carriera, veramente notevole. Ritratto spietato della passione amorosa con uno splendido, anche fisicamente, Massimo Girotti.

Mister  @  15/01/2008 17:37:37
   8½ / 10
Un film violento e appassionato manifesto del neorealismo

dgarofalo  @  09/12/2007 09:47:14
   8½ / 10
primo grande capolavoro dell'epoca neorelista con debutto allla regia di LUCHINO VISCONTI
da vedere

Dick  @  30/09/2007 19:05:34
   8½ / 10
Coinvolgente melodramma con dei personaggi ben caratterizzati ed un bell' uso dei paesaggi che è considerato un pò il capostipite di un certo tipo di cinema perchè all' epoca seppe rompere con lo stile dell' epoca più in voga sia dal punto di vista della trama che da quello visivo mostrando una certa realtà italiana.

1emozionedapoco  @  02/09/2007 13:03:58
   9 / 10
stupendo, bellissimo il modo in cui Visconti costruisce il film: la storia è divisa simmetricamente nelle premesse e nelle conseguenze dell'omicidio, che non si vede tra l'altro.
Il regista sposta le atmosfere del realismo poetico francese sul Po e la contrapposizione tra gli ambienti scuri, chiusi, torbidi, soffocanti e le belle immagini all'aperto chiare e nitide riescono a dare una magia al film che è spettacolare.

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Ultima risposta 10/10/2007 20.46.44
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  22/07/2007 13:55:06
   9 / 10
Proprio quando lo sguardo della Calamai si posa su Girotti che parla con una prostituta, con la telecamera che la accompagna e la segue alle spalle e allarga la visuale dal punto di vista della protagonista, a quello del regista fino ad un punto di vista univoco, quello della realtà che viene mostrata in tutto il suo squallore, nel modo più inaspettato, quando viene colta senza posa e senza dignità, in cui l'unica bellezza presente è quella della verità, ecco, in quel momento nasce il periodo cinematografico italiano che più ha influenzato il cinema per sempre: il neorealismo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  27/06/2007 13:04:46
   8 / 10
Esordio di Visconti tratto dal romanzo "Il postino suona sempre due volte" di James Cain. Il film è un esordio che dimostra incredibile maestria nell'utilizzare la macchina da presa ed ampi riferimenti culturali non solo alla letteratura ma anche al cinema soprattutto francese.
Un film sensuale, privo di giudizi e ricercato nella caratterizzazione dei personaggi. Un eccellente interpretazione di Massimo Girotti ed un film che ha dato nuova vita a Clara Calamai.

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Ultima risposta 28/06/2007 20.39.40
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frangipani79  @  22/04/2007 11:39:30
   9½ / 10
Un assoluto capolavoro del cinema neorealista, ancora ad opera di Luchino Visconti. Un dramma della povertà e dell'amore ritratto in una cornice semplice e nostalgica della campagna ferrarese, così attuale e amaro allo stesso tempo. Girotti e Calamai splendidamente ritratti, bellissimi entrambi, una Katharine Hepburn di Scandalo a Philadelphia e un Marlon Brando di Fronte del Porto o Un Tram... quasi dieci anni prima.
Ispirato al romanzo di James Mallahan Cain "Il postino suona sempre due volte", precedente addirittura alla versione con Lana Turner e ovviamente a quello con la Lange, è un capolavoro di semplicità e bellezza espressiva. La continuità dei dialoghi è sorprendente e non esistono buchi. Nell' 81 con Nicholson e la Lange dovettero sopperire alla qualità un po' scarsetta del film con una dose di simil-erotismo rispetto a quella più "bacchettona" del 46, ma qui non c'è nulla di tutto questo. La maestrìa di Visconti passa sopra a qualunque scorciatoia.
Spero che presto restaurino questa pietra miliare del cinema italiano che chiunque ami il cinema deve vedere assolutamente.

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Ultima risposta 30/09/2007 20.10.03
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  07/02/2007 14:30:07
   9 / 10
stupendo film esordio alla regia di Luchino Visconti tratto da "il postino suona sempre due volte".
eccellente lo sviluppo della trama in crescendo di un talentuoso regista promettente e di un bravo Massimo Girotti attore che cede l'interpretazione più al corpo che al volto anticipando lo stile di Brando e compagnia dell'actor's studio. allucinata, ma convincente Claramai e bravi anche gli altri.
un capolavoro del neorealismo estremamente affascinante e acuto osservatore dell'animo umano. questo film è un documento sui rapporti fra uomo e donna in una visione estremamente pessimistica (vedi il finale) in cui la passione amorosa porta a pazzie da parte di entrambi, ma sopraggiunge l'ossessione che stravolge il ritmo quotidiano fino a sfociare in rimedi come l'alcol. una degenerazione continua che può essere fermata solo da un evento come la nascita di un bambino. sembra che Visconti, con la figura dell'artista gay, voglia dare un'unica vera via d'uscita al disperato gino e questo è indicativo a segnare la presenza del dichiarato omosessuale regista in questa figura.
in questo film si vede tutta la potenza del bianco e nero con un eccezionale uso della fotografia e un particolare linguaggio tipico di Luchino nel dare una visione metaforica agli ambienti.

Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  07/01/2007 12:43:06
   9 / 10
Esordio per Visconti che aveva fatto esperienza con Renoir in Francia e di cui si trovano tracce indelebili, ma si trova anche l'esordio vero e proprio del neorealismo italiano. Da Cain con sceneggiatura dello stesso Visconti, di De Santis, Puccini, Alicata, Pietrangeli,Grieco e Rosario Assunto; fotografia che rimane dii Aldo Tonti; un cast tecnico che è la base del nostro cinema futuro. Una scelta di ambientazione che si sposa bene con il racconto (che ebbe altre 4 versioni tutte ragguardevoli e diverse, caso più unico che raro!) nella bassa padana. L'attrice doveva essere la Magnani, ma siccome era incinta fu sostituita dalla Calamai; certo il paragone è impossibile, dato le tipologie diverse delle due attrici, noi abbiamo il risultato che non possiamo scindere dalla espressività allucinata della Calamai.In più abbiamo Massimo Girotti di una fisicità unica e che anticipa di non poco l'apparizione di Brando in Un Tram che si Chiama Desiderio. Girotti per sua ammissione dice che i rapporti con Visconti non furono facili (ebbe altre 2 esperienze con lui), ma noi vediamo il risultato che è unico, e per un attore che non aveva il famoso metodo, diciamo che Visconti ha saputo trarre quello che voleva. Un'atmosfera cupa e di delitto che non pagherà, in linea con il romanzo, ma assolutamanete in

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Ultima risposta 30/09/2007 20.09.45
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/12/2006 14:52:13
   8½ / 10
Ossessione lo si può tranquillamente guardare anche oggi. Sinceramente a me è piaciuto e soprattutto sono rimasto colpito dall’interpretazione superlativa di Massimo Girotti. Riusciva a rappresentare con grande efficacia e naturalezza il giovane sicuro del potere della sua bellezza e spavalderia, e il dolce innamorato travagliato dalla forza del sentimento. Qui Luchino Visconti dimostra grande maestria del mettere in giusto risalto il ruolo di Gino, nelle sue sfaccettature.
Nel tema segue un po’ la moda dei film degli anni Quaranta, con storie intense e morbose. La novità – vista l’epoca fascista in cui uscì il film – sta nell’anticonformismo dei personaggi e dell’ambiente descritto. Qui non siamo in mezzo a velluti e broccati con gente raffinata, siamo nella polverosa e afosa Bassa Ferrarese. I protagonisti sono piccoli borghesi mediocri o annoiati, l’”eroe” è un vagabondo ai margini della società. In scena poi entra il tradimento coniugale e l’assassinio: insomma ce n’è abbastanza per disegnare un quadro sociale non proprio idilliaco. Infatti molti gerarchi fascisti storsero la bocca all’uscita di questo film. Alla fine naturalmente l’ordine viene ristabilito, ma la figura di Gino il vagabondo risalta comunque su tutte e non viene minimamente sminuita.
Nel film c’è un velatissimo accenno all’omosessualità nell’episodio del girovago artista e anche una riabilitazione morale delle donne indipendenti, con il sacrificio della propria reputazione da parte della giovane ballerina.
Interessante è il ritratto dell’Italia degli anni ’40. Che impressione vedere le città invase da tante biciclette, gente a piedi tranquilla, carrozzine a forma di cigno che vendono gelati … Soprattutto quando qualcuno aveva un incidente stradale subito si fermava un sacco di gente per prestare aiuto, e poi se qualcuno gridava in città si radunava tanta gente per vedere se c’era bisogno di intervenire.
La solidarietà della vecchia Italia mi sa che è andata persa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  22/12/2006 11:09:00
   7½ / 10
ho sicuramente fatto l'errore di guardare prima il remake e forse questo penalizza un po il mio voto...sicuramente rispetto a quello con nicolson qui manca tutta quella parte burocratica in aula che è sicuramente meglio...
e poi non ci dimentichiamo che siamo nel 43'...grande valore aggiunto a questa pellicola...
bellissimo

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Ultima risposta 30/09/2007 22.38.31
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  30/07/2006 14:05:51
   9 / 10
Dovendo commentare questo film, ovvero lo spartiacque tra l'ingessato cinema fascista (o comunque di regime) e la nascita del neorealismo italiano, mi preme sottolineare prima di tutto il diverso approccio usato da Visconti - rispetto, che so, a un Palermi - per descrivere la seduzione femminile. Non a caso Clara Calamai, spesso utilizzata come una tra le tante icone del cinema di regime, assume qui un'erotismo piccato ma molto meno agiografico e stilizzato. C'è una forte matrice ideologica nel raccontare la bellezza dei corpi senza enfatizzare la loro forza sociale e interiore.
Visconti racconta - ispirato dall'originale di Cain e forse da Steinbeck - un mondo proletario e contadino che mostra la sua nudità seduttiva anche se coperto da quattro stracci.
Ancora oggi, è un film di grandissimo lirismo, con un Girotti colto nel culmine della sua bellezza e gioventu' (ehm, "giovinezza" in tempi non propriamente democratici sarebbe frainteso), ovviamente filmato da Visconti con una modernità stilistica e fotografica fuori dal comune.
Così, se in "ossessione" si colgono quei segni di novità che successivamente almeno in certi casi diventano opere d'arte edificanti e didattiche, c'è un certo sottile sadismo nel tratteggiare quella generazione di "umili" portandoli a confrontarsi e identificarsi con i loro peccati, le stesse colpe e i delitti che l'ideologia marxista vorrebbe voler far cadere esclusivamente su "altri".

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/09/2007 20.05.50
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Epicuro  @  13/06/2006 15:00:55
   9½ / 10
Uno dei migliori film neoralisti!

Gruppo REDAZIONE maremare  @  05/12/2004 01:02:55
   9 / 10
'Il postino suona sempre due volte' in versione neorealista.
Nettamente superiore a quello con Nicholson-Lange.

2 risposte al commento
Ultima risposta 30/07/2006 13.54.28
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