omicron (1963)

Fantascienza-politica, questo è il generale con cui definire l'opera di Gregoretti. Allo stesso tempo simpatico e originale ma anche con una chiara, evidente critica al sistema capitalista nel periodo del boom economico. Al di fuori di ogni genere. Bella sorpresa!!

Simpatico mix di fantascienza e comicità che diviene una sorta di satira a sfondo socio-politico. Genere raro nel cinema italiano. Davvero carino.

La trama e i temi svolti (al netto delle ingenuita' e del basso costo del film, siamo in Italia negli anni 60, non a Hollywood, ricordiamocelo), meritano certo una menzione. In particolare, il protagonista, adesso operaio nella fabbrica di calandroni giroscopici (?), serve a parlare della condizione operaia di quegli anni. Un film, adesso sconosciuto ai piu', ma che sicuramente vale.

Piccolo gioiello della fantascienza italiana che agisce sullo sfondo sociale della prima metà degli anni 60 con i problemi della classe operaia ancora non usciti allo scoperto (dopotutto c'era il boom economico e si stava tutti bene, si diceva). Gregoretti con molta acutezza utilizza l'espediente fantascientifico per saggiare l'umore del presente, la deriva consumistica di un paese in maniera semplice e diretta. Ottima l'interpretazione di Salvatori dalla mimica facciale a volte esilarante e staccandosi dalle parti di belloccio del cinema italiano a cui era abituato. Da recuperare.

Come già detto per " L'ultimo uomo della terra" un altro grade esempio di fantascienza targata italia. Una pellicola questa che risulta tagliente e sottile ma decisa e preziosa che narra di eventi di fantasia che si intersecano con elementi reali della nostra società. Meglio la prima parte che la seconda.

Buon film in bilico tra fantascienza e psudocommedia, che si sorregge molto sulle spallone di Salvatori, qui estremamente bravo nel recitare.

Forse un pò troppo pretestuoso l'elemento fantascientifico però, atto proprio a giustificare tutte le critiche (comunque giuste imho)che il regista destina alla borghesia e al sistema economico capitalista.
Molto d'effetto a tal proposito l'ultimissima scena del film.

Solo l'aver una coscienza e il provare amore salvano dall'omologazione socioeconomica.
Ricordatevelo.

Gran bel film, tra l'altro ben diretto.
Lo consiglio.

Uno dei più originali film italiani di sempre, e purtroppo sconosciuto ai più... dunque prendete uno script che rilegge una tematica sociale con la fantascienza (l'alieno che si incarna in un operaio), un regista misantropo (filmografia assai scarna) ma capace come Gregoretti, e un ex-bullo del cinema italiano come Renato Salvatori, ed ecco il risultato: un rarissimo, e per questo prezioso, esempio di cinema di fantascienza italiana, sull'onda del boom economico e sulle difficoltà della classe operaia che (non) va ancora in Paradiso. Da recuperare e vedere ad ogni costo