non lasciarmi regia di Mark Romanek USA, Gran Bretagna 2010
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non lasciarmi (2010)

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locandina del film NON LASCIARMI

Titolo Originale: NEVER LET ME GO

RegiaMark Romanek

InterpretiCarey Mulligan, Andrew Garfield, Keira Knightley, Sally Hawkins, Charlotte Rampling, Andrea Riseborough, Nathalie Richard, Domnhall Gleeson, Charlie Rowe, Izzy Meikle-Small, Ella Purnell, Kate Bowes Renna, Hannah Sharp, Christina Carrafiell, Oliver Parson

Durata: h 1.43
NazionalitàUSA, Gran Bretagna 2010
Generedrammatico
Tratto dal libro "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro
Al cinema nel Marzo 2011

•  Altri film di Mark Romanek

Trama del film Non lasciarmi

Tommy e Ruth vivono in un mondo e in un tempo che ci sembrano familiari, ma che in realtà non sono vicini a nulla che conosciamo. Trascorrono la loro infanzia ad Hailsham, un apparente idilliaco collegio inglese. Quando lasciano il rifugio della scuola e una terribile verità del loro destino si rivela a loro, devono anche confrontarsi con i profondi sentimenti di amore, gelosia e tradimento che minacciano di separarli.

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Voto Visitatori:   7,08 / 10 (126 voti)7,08Grafico
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Voti e commenti su Non lasciarmi, 126 opinioni inserite

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BrundleFly  @  27/09/2014 11:51:59
   6 / 10
Punto di forza del film: l'atmosfera, davvero cupa e deprimente.
Punti deboli: uno sviluppo, secondo me, troppo piatto (non c'è mai un crescendo, ma ci si sofferma solo sul triangolo amoroso) e alcuni buchi di sceneggiatura che lasciano aperti troppi interrogativi.
Magari chi ha letto il romanzo può aiutarea far chiarezza:

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Ultima risposta 29/09/2014 13.17.51
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goodwolf  @  28/05/2012 11:51:22
   4½ / 10
Non capivo...Pensavo che il problema fosse mio: ho guardato il film in lingua originale e pensavo di aver perso qualche particolare nei dialoghi. Al termine del film guardo i commenti su filmscoop e mi accorgo, invece, di aver capito benissimo!
Ma stiamo scherzando? Ma le reazioni umane? L'istinto di conservazione? L'aspetto più naturale del comportamento umano in questo film è letteralmente buttato nel cesso. Il film si può riassumere così: "Scusi, dopodomani la dovremmo uccidere, potrebbe venire da noi?". "Si, certo, verrò volentieri. A dopodomani!"
Peccato, perchè la prima parte è davvero notevole, poi entrano in scena la Knightey (che come diceva qualcuno, recita alla stessa maniera in tutti i film) e il ragazzo (ma che attore è?), e tutto comincia ad andare a rotoli. E io che pensavo che lo svoglimento di The island fosse discutibile..
Evitatelo.

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Ultima risposta 14/08/2013 18.12.29
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JohnRambo  @  10/08/2011 14:57:33
   2 / 10
Uno dei film più agghiaccianti che abbia mai visto. Il regista e lo sceneggiatore dovrebbero essere come minimo internati, per aver partorito una storia così incredibilmente allucinante.
L'idea è basata sull'esistenza di "ospedali" dove vengono "coltivati" ragazzi e ragazze, rastrellati dai bassifondi, destinandoli ad un unico scopo: la donazione dei propri organi a favore di qualcun altro.
In tutto il film non si percepisce un solo sentimento, un anelito, un'aspirazione, un desiderio. Non c'è allegria, non c'è tristezza. Solo una generale indifferenza, da tutte le parti, sia da parte delle "vittime" sia dai potenziali "carnefici", come se la loro sorte sia addirittura ovvia.
Il film si dipana con lentezza, senza far capire subito l'antefatto, risultando così molto pesante, accompagnato inoltre da una colonna sonora ossessiva.
Se proprio dovete vedere un film "d'essai", allora tanto vale vedersi un'altra "bufala", "A serious man", che almeno qualche sorrisino lo strappa ogni tanto.

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Ultima risposta 21/08/2011 15.51.22
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outsider  @  11/07/2011 10:30:29
   4½ / 10
Allora, il mio commento sarà al "film" e non alla volontà interiore del regista, che, evidentemente, era buona.
Il lavoro filmico è una palla, pesante, doloroso, triste, a tratti inutile, drammaturgico, tragico, odioso perché duro da digerire.
Charlotte e Keira non possono far nulla, se non accrescere lo stupore ed il dolore dato dal compenetrarsi in una storia simile.
Unica cosa che si salva, la fotografia. Lentezza stancante, inquadrature troppo prive di dinamicità, musica da flebo.
Esasperante poi la piattezza della storia nel suo svolgersi da "ispira suicidio".
Un fatto assurdo e inconcepibile, che alcuni non hanno esitato a definire thriller... ma dove(?) per la frase-rivelazione deia direttrice, alla fine di 1 ora e 32 che vi darà solo sonno e profonda elucubrante tristezza, in quanto non riuscirete a trovare i veri motivi per cui un regista doveva masochisticamente cacciarsi in un'impresa simile.
Naturalmente non si può dare 1 a questo film. Insomma, si capisce che dietro c'è gente valida con un'idea forse solo troppo balorda per apparirci un dubbio...il fatto dell'anima....
Ma spero che non vorrete mai vedere il film per decodificare il mio messaggio.
Chi mi leggesse avendolo visto capirebbe, chi non lo avesse visto sappia che va incontro a una tortura.
A chi lo applaudisse dico "boh!"
De gustibus!

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Ultima risposta 11/07/2011 21.15.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  10/07/2011 23:02:46
   8½ / 10
ATTENZIONE. Il commento contiene spoiler.
Film di algida, raggelante, bellezza.
Non riscalda il cuore ma tende così a raffreddarlo che ogni piccola emozione regalata divampa con ancor maggior intensità.
"Non lasciarmi" è un film quasi unico nel suo genere, capace di trattare tematiche importantissime in una maniera mai vista in precedenza. Certo il merito va al grande talento di Ishiguro (l'autore del romanzo) ma anche la trasposizione filmica di Romanek è straordinaria.
Distopia sì, ma distopia assolutamente sui generis. Non si parla di un' indesiderabile futuro possibile, ma di vicende (non)accadute nel passato. Se da un lato tale scelta ci mette sin dall'inizio in una condizione di irrealtà, dall'altro rende ancor più coinvolgente e "fastidiosa" la vicenda, perchè riguarda noi, la nostra generazione, il nostro passato prossimo e il nostro presente.

"Bisogna sempre fare la domanda giusta" dice Woo-jin ad Oh Dae-soo. "La domanda giusta non è perchè ti ho imprigionato, ma perchè ti ho lasciato andare".

La domanda giusta, già. In "Non lasciarmi" è inutile chiedersi perchè i ragazzi non scappino, perchè nessuno si ribelli, perchè non ci sia nemmeno una voce dal coro, perchè tengano così "rapprese" le proprie emozioni.

La domanda giusta è: "di cosa parla Non Lasciarmi?".
E così ci accorgeremo che accanto alla miriade di tematiche forti, come il senso della vita e dell'amore, il cinismo umano e la ricerca delle emozioni, c'è un altro tema, minore, ma decisivo, quello dell' Educazione, l'educazione così "totale", continua e psicologicamente devastante (chiamarla plagio?) che porta i ragazzini di Hailsham a credere soltanto quello che altri vogliono fargli credere. Per questi ragazzi la fuga è inconcepibile, il sottrarsi al proprio ruolo "sacrificale" neanche preso in considerazione. L'unico mondo conosciuto, fisico e no, è quello che gli è stato creato intorno. Non ci sono soltanto le recinzioni oltre le quali non si può andare ( "protette" da terribili leggende come in The Village) ma tante piccole recinzioni mentali per quei ragazzi. Capendo questo tante domande avranno le proprie risposte.

Il modo freddo, apparentemente "piatto" con il quale viene narrata la vicenda è in perfetto connubio con la materia trattata, quasi che alla regia ci fosse proprio uno dei ragazzi di Hailsham. Come in Lourdes, credo che non poteva esser stata fatta scelta migliore.
Per restare alla filmografia presente c'è un pò del già citato The Village, un pò di Moon (il cinismo del programma di sfruttamento dei cloni), di Repo Men ( il miglioramento scientifico della vita degli uomini a scapito dell'uomo stesso), di Apri gli Occhi (l'illusione di una vita che in realtà non è tale) e di Dogtooth (riguardo il plagio di cui sopra).
Romanek si prende tutta la meglio gioventù del cinema britannico e la porta in una pellicola nella quale l'eccellenza di recitazione, specie quella di sottrazione, è assolutamente basilare. Su tutti una meravigliosa Mulligan, con quel viso che trasmette al tempo dolcezza e malinconia, un'attrice che farà la fortuna di parecchi cineasti. La scena in cui lei e Garfield sono seduti sul divano di casa Madame sarà forse recuperata tra 20 anni per ricordare gli esordi di una coppia di attori straordinaria. Quasi non parlano, ma il loro piano d'ascolto è di un livello assolutamente sublime.

Tornando al film, è il meraviglioso monologo finale a svelarci del tutto l'anima della pellicola e a darci il maggior insegnamento.
Tutte le vite hanno una scadenza, più o meno lunga, più o meno conosciuta, più o meno segnata.
Kathy ce lo dice, non conta tanto il "quanto abbiamo vissuto?", ma il "come abbiamo vissuto?".
La domanda giusta, ricordate?
Il tempo è relativo, quel che conta è come questo tempo viene speso. I pochi momenti passati insieme, immersi in un amore di cui neanche loro conoscono probabilmente il significato, un amore vero, naturale, che non ha le nostre convenzioni e derive (quelle che un pò noi stessi, un pò la società in cui viviamo ci portano a vivere), un amore puro come solo quello che un uomo e una donna fuori dal mondo e dal tempo possono provare, forse, quel sentimento ha reso la loro vita lunga abbastanza per renderli felici.
Con un unico rimorso però, quello che Kathy (come fa con tutte le proprie emozioni e pensieri) non esplicita chiaramente: se non fosse fuggita sarebbero stati anni, e non soltanto giorni, meravigliosi
"Non lasciarmi", avrebbe potuto dire al tempo Kathy a Tommy.
"Non lasciarmi", avrebbe potuto dire al tempo Tommy a Kathy.
E sarebbero stati insieme vivendo al massimo una vita innaturale, una vita che l'Uomo per il proprio progresso e cinismo aveva creato per loro.
Lo stesso Uomo, quell'uomo che sperimenta a scapito di suoi simili, se non si fossero lasciati loro lo avrebbero sbeffeggiato ancora di più. Tenetevi i votri 100 anni, tenetevi i tumori debellati, tenetevi la scienza, tenetevi il cinico progresso. Noi, teniamo le nostre mani intrecciate tra loro.

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Ultima risposta 13/08/2011 10.43.35
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jb333  @  02/06/2011 08:32:07
   7½ / 10
il film e veramente ottimo! bravi gli attori, ottime scene, dialogi insomma un bel film! l'unico problema e che alla fine ti restano troppe domande irrisolte,che rovinano un tantino il film.. cmq da vedere!

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Ultima risposta 24/09/2011 17.42.14
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  11/05/2011 11:02:37
   7½ / 10
Tre vite,tre ragazzi che intrecciano i loro percorsi esistenziali sin dall'infanzia,momento in cui Ruth,Kathy e Tommy,allievi del college di Hailsham, cominciano a instaurare un profondo legame avviato a durare negli anni.
Dall'omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro un'asfissiante riflessione sul destino dell'uomo,qui simboleggiato dalle vite di tre cloni,pezzi di ricambio umani per gente ammalata che così potrà alimentare l'illusione di poter ripudiare quel momento di completamento,come definito dai protagonisti,atto finale di qualsiasi essere vivente.
Le implicazioni morali indugiano sullo sfondo,la denuncia non è assente ma il film si polarizza sull'evoluzione del vincolo creatosi tra i ragazzi andando a toccare corde che confluendo nel melodramma riescono ad affrontare e trattare con delicatezza il tema dell'inevitabile caducità.
L'apatica rassegnazione dei protagonisti è quella dell'uomo dinnanzi all'ineluttabile,almeno fin quando la loro rigorosa formazione non viene messa in discussione dall'amore.La speranza di avere più tempo,cercare di sopravvivere al suo scorrere sempre troppo spietato,trattenerlo senza che scivoli dalle mani nel tentativo di trasformare i rimpianti in una realtà appagante fa detonare tutta l'umanità dei protagonisti,non più serbatoi genetici,ma persone a tutti gli effetti,desiderose di legittimare la loro troppo breve esistenza.
Dialoghi di lancinante malinconia colgono un'intimità angosciata da una consapevolezza che diventa monito utopico,dover evitare il rimpianto in un lasso più breve rispetto la media di una vita "normale" assume peso impellente,anche se,come lasciano intendere i dubbi di Kathy,probabilmente non vi è differenza alcuna,la felicità è fugace e il rammarico fa parte dell'essere.
Mark Romanek si affida ad una splendida fotografia dai colori soffocati mentre dissotterra l'anima dei suoi protagonisti,riportandoli a una condizione antropica volutamente ignorata da un mondo che non vuole tornare a fare i conti con malattie terminali o degenerative.
Il film patisce una certa frammentarietà narrativa,esibisce una freddezza che induce una laboriosa empatia con i protagonisti,lascia le implicazioni più scottanti a un'interpretazione personale, ma arde di passione nella fase finale quando i ragazzi raggiungono la piena consapevolezza tentando disperatamente di conquistare una possibilità, transitoria quanto si vuole,ma tremendamente umana.

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Ultima risposta 12/05/2011 19.16.55
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kenpegawillzac  @  06/05/2011 20:37:18
   1 / 10
Se fossi un critico non darei un voto cosi basso l'ammetto.
Ma cavolo....non sono un critico.
Nessuno mi paga per scrivere il mio giudizio da giornalista.
E questo film mi ha fatto veramente schifo.
Il mio 1 è un grido che dice: STATENE ALLA LARGA DA QUESTO FILM
Per il resto sono d'accordo da tutto quello scritto da barone rosso qualche commento più in giù!
Ps: e per fortuna che non lo visto al cinema...mi sarei sparato altrimenti!!!!

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Ultima risposta 18/06/2014 18.14.43
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danko  @  05/05/2011 22:51:28
   4½ / 10
pesantissimo,visto in 2 riprese.inspiegabile come possano accettare cosi di buon occhio il loro destino.sconsigliato

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Ultima risposta 29/05/2011 23.22.24
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xtrinix  @  03/05/2011 17:24:10
   5½ / 10
Non mi è piaciuto.. nè la trama, nè la maniera di raccontarla e descriverla. Nonostante la trama struggente non mi ha fatto commuovere..non so, mi ha lasciato qualcosa di amaro in bocca..

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Ultima risposta 03/05/2011 17.27.31
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  02/05/2011 20:18:24
   8 / 10
Attenzione, è tutto uni spoiler qui sotto.

Con un film dallo stile asciuttissimo e distaccato, scivoliamo lentamente in un universo distopico apparentemente non dissimile da quello in cui viviamo, ma nel quale il significato dell'essere umani è profondamente diverso, eppure con la sensazione che l'esistenza di "pezzi di ricambio" per umani più fortunati non sia un concetto così distante dalla realtà che viviamo.
Il fatto che "Non lasciarmi" sia ambientato in un mondo del tutto paragonabile a quello reale è ciò che mi ha maggiormente colpita nel film: seguiamo la vita dei bambini come fossero reali, la loro presa di coscienza è ineluttabile e con lo stesso stato d'animo di rassegnazione entriamo nelle loro vite a perdere, che hanno una data di scadenza come tutte quante, con l'unica differenza che le "povere creature" sanno come e quando moriranno.
Sconvolgente è che il loro desiderio più grande non sia di spezzare le catene e scappare cercando di vivere una vita vera, ma semplicemente di procrastinare per qualche anno la loro vita, o per meglio dire la loro esistenza in vita, dimostrando di amare davvero qualcuno, naturalmente qualcuno dei loro simili, poiché il resto del mondo è loro precluso da vincoli psicologici che vanno ben oltre il braccialetto elettronico cui sono collegati.
Non stupisce che nel film si accenni al fatto che le "scuole" successive a Hailsham siano semplicemente degli allevamenti di cloni: la medicina progredisce, e con essa la standardizzazione della cura. Non stupirebbe perciò che i cloni successivi a quelli che impariamo a conoscere fossero ancora più rassegnati, quasi regrediti mentre le cure per gli altri diventano più sofisticate ed efficaci.
Romanek lascia fuori dall'inquadratura il resto del mondo, coinvolgendoci nella piccola storia di tre dei ragazzi, una storia quasi banale, fatta di amori infantili, gelosie e ingenue speranze. Il suo sguardo focalizzato rende ancora più profondo il baratro che separa l'umanità dai suoi pezzi di ricambio.
A suo modo un film sconvolgente, pur nell'apparente piattezza della narrazione, e i bambini sono davvero struggenti.

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Ultima risposta 05/07/2011 12.44.36
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franky83  @  01/05/2011 17:11:50
   4 / 10
Sono stato ingannato dalla bella media e da alcuni commenti entusiastici....salvatevi voi che non lo avete visto,investite 2 ore diversamente! Storia ridicola

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Ultima risposta 10/05/2011 18.00.21
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barone_rosso  @  26/04/2011 22:03:34
   4 / 10
Resistendo alla forte sonnolenza che provoca questo film, sono riuscito a vederlo fino alla fine, nonostante la sala non aiutasse con il continuo sbadigliare dei vicini.

- Il film è confezionato egregiamente, sotto l'aspetto tecnico, attori bravissimi, fotografia e tutto il resto, niente da dire.

- La trama è ricilatissima, il riferimento ovvio è The Island. Alcuni dicono che non c'entra nulla, invece alla base sono il perfetto clone l'una dell'altra, con la differenza che mentre The Island è un film di fantascienza e come tale punta su effetti speciali, esplosioni e inseguimenti, Non Lasciarmi ricalca lo stesso identico tema da un punto di vista puramente drammatico. Ma questo in sè non sarebbe un problema, ci sono tanti film che ricalcano trame già viste e riviste portando pero' a ottimi risultati.

- La trama, anche se riciclata, NON STA IN PIEDI. C'è poco da fare, o si sono "dimenticati" di informare lo spettatore con un po' di elementi necessari, altrimenti non spiega perchè questi ragazzi vivano come delle amebe prive di libero arbitrio e dediti all'autocommiserazione. The Island non puntava certo sull'aspetto psicologico, ma è molto piu' credibile che in un caso simile vinca l'istinto di autoconservazione dell'uomo piuttosto che l'introspezione e i sentimenti. Tanto più che i giovani in questione sono intelligenti, acculturati e in contatto col mondo esterno. Eppure vivono il loro destino in modo assolutamente naturale, come se fossero in un mondo parallelo staccato da quello reale. Questo volevano dire gli autori? Se è così, forse era meglio dare qualche elemento in più piuttosto che lasciare quest'impressione di buco narrativo. L'urlo finale del ragazzo serve ben a poco visto tutto il resto, anzi stona addirittura nella trama surreale.



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Ultima risposta 24/09/2011 18.27.24
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Bertasa  @  26/04/2011 01:05:48
   9 / 10
Normalmente non sono una ragazza che piange come una fontana davanti ai film ma questa volta...
Questo film è davvero pesante.
Bellissimo e coinvolgente.

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Ultima risposta 26/04/2011 14.40.05
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Invia una mail all'autore del commento Aletheprince  @  25/04/2011 16:14:06
   5 / 10
Dietro ad un lavoro superbo di fotografia e di sceneggiatura - eleganti, raffinate, delicate - si cela una storia ambiziosa, che non può non evocare messaggi morali e sociali di fortissimo impatto emotivo.
Eppure, è proprio dal punto di vista delle emozioni che il film pecca, con quel suo ritmo stanco e poco coinvolgente, con quelle recitazioni piatte ed incolori, con quella resa troppo superficiale e frettolosa (.... pur nella monotona lentezza della pellicola!) di quell'incredibile senso di rassegnazione e di "silenzioso rispetto del precetto di vita", che pervade l'intero film.
Non si comprende perchè i protagonisti, durante le stanche scene cadenzate lungo lo scorrere della pellicola, rimangano quasi del tutto inermi e sottomessi ....

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERdinanzi all'incedere inevitabile degli eventi.
Simile pecca è la ragione principale per cui lo spettatore non rimanga del tutto coinvolto, non riuscendo ad appagare la propria voglia di "sapere di più" di quella storia, di conoscere meglio le dinamiche che si celano dietro al collegio, di acquisire maggiori nozioni sui caratteri dei protagonisti, anch'essi poco approfonditi, anche per quanto riguarda l'intreccio amoroso che si snoda lungo la narrazione.
De gustibus!
ma personalmente preferisco il "blockbuster" luccicoso The Island! ... il che è tutto dire!

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Ultima risposta 25/04/2011 22.58.43
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Laisa  @  23/04/2011 02:34:30
   5 / 10
angosciante, poco originale, e di una crudeltà gratuita, inversamente proporzionale alla sua verosimiglianza...

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Ultima risposta 25/04/2011 12.36.57
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  16/04/2011 20:10:37
   8½ / 10
Un film che pur arrivando molto in ritardo, entra prepotentemente a pieno merito nell'ottima, e sottolineo ottima, stagione cinematografica fin qui vissuta.

Il tema della pellicola si presta molto a riflessioni ingombranti, prima fra tutte quella dell'uomo trasformato in risorsa per la sua razza. Una sorta di scenario apocalittico dove alcuni vengono cresciuti come bestie d'allevamento e dove altri comprano " pezzi di ricambio " come se il corpo umano fosse l'equivalente di una station wagon un pò datata.

Leggo commenti che attaccano la poca originalità del testo, ma per come vedo io il cinema, trovo molto difficile non riuscire a farsi convolgere da una storia del genere, narrata e interpretata in maniera pressochè perfetta, con momenti tanto struggenti quanto ben calibrati e riusciti. Basta una sequenza -l'urlo di Tommy verso la fine - a sintetizzare quel mix di rabbia e sgomento trascinante che accompagna lo spettatore davanti tutta la visione del film.

Attuale e non meno politico del capolavoro di Orwell, Never let me go è un bell'esempio di fantascienza intelligente e minimalista, l'unica ancora possibile dopo l'abuso della tecnologia da blockbuster, carico di un gusto retrò fuori dal comune, asettico come non succedeva dai tempi di Gattaca. E se a farla da padrone sono i temi e le domande poste dal romanzo di Ishiguro, nella versione cinematografica va sottolineata la grandissima prova dei tre protagonisti, meravigliosi in egual misura, ma soprattutto capaci di sintetizzare al meglio un malessere interiore carico di mille sfaccettature.

E'un film dal quale si esce completamente a pezzi. Mi ha ricordato tantissime cose, da Blede Runner a Cronenbergh passando per Dick. 8.1/2 ma probabilmente rivedendolo potrei dare anche di più.

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Ultima risposta 23/04/2011 16.45.48
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  11/04/2011 13:15:22
   5 / 10
Mark Romanek confeziona un film tecnicamente ineccepibile, buone interpretazioni, belle musiche, bel montaggio e bella fotografia; ciò che più mi ha lasciata perplessa è la patina di film d'autore che avvolge un prodotto dalla trama oggettivamente non troppo originale per la cinematografia. Inoltre questo impatto emotivo così forte non sono riuscita ad avvertirlo; tutto mi è sembrato troppo costruito, troppo melenso, troppo didascalico, troppo lontano dallo spettatore o almeno da me. Il film risulta noioso e la durata, in questo particolare caso, mi è parsa eccessiva.

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Ultima risposta 14/04/2011 23.51.22
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Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  08/04/2011 01:04:20
   4 / 10
Francamente mi è piaciuto poco. Non lo metto in discussione sotto il profilo tecnico, poiché la fotografia, le interpretazioni e le musiche erano tutte di alto livello. quello che metto in discussione è la storia narrata e un malcelato autocompiacimento autoriale mascherato da analisi sociologica e umana. Il film è desolante dall'inizio alla fine e vuol spacciare per originale una tematica già affrontata dal cinema in molteplici occasioni anche risalenti nel tempo. Il messaggio che vuol dare alla fine o è pacchiano:


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oppure mi è oscuro.
La progressione narrativa simile a quella del roman d'apprentissage è vacua, scarsamente introspettiva, già vista e sostanzialmente noiosa.
La rassegnazione ed il senso di inesorabilità che trasmette l'intera vicenda non sono supportati da nessun elemento che li renda credibili ed accettabili.
Ignoro la forza e l'impianto narrativo del romanzo da cui il film è tratto, ma la trama resta di una banalità sconcertante.
inoltre quello che può funzionare in letteratura (una trama banale in mano ad un autore brillante può comunque produrre un capolavoro) raramente funziona in cinematografia.
La stessa tematica è stata affrontata da altri autori in modo più soft, con progressioni narrative avvincenti e coinvolgenti per il pubblico, pur ponendo (sempre che qualcuno voglia porsele) le medesime domande. Le due pellicole di riferimento che vengono in mente (le più eclatanti, ma non le sole) sono Coma Profondo e The Island (di cui tematicamente siamo ai limiti del clone... appunto).
In sostanza ci si trova di fronte ad un esercizio di stile (scarso) che ha sfruttato la popolarità di un romanzo.
Noia mascherata da poesia.

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Ultima risposta 03/08/2011 13.46.38
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Clint Eastwood  @  07/04/2011 22:32:22
   4 / 10
Stasera ti senti forma più del solito e vorresti uscire a spassartela come viene. Casualmente il cinema vicino proietta Chira Naitl' e non NEVER LET ME GO, qualcosa di tosto visti i nomi. Chiami un paio dei tuoi migliori amici intenditori o meno di cinema, quei amici con cui basta una mezza parola per capirsi e scatenare improvvise grasse risate. Niente bimbette, il gioco funzionerà anche senza. Ti fai subito l'idea che vai a vedere un film piuttosto serio ma niente pretese, anzi una specie di sorpresa. Ti fai ingannare dalla bella locandina, compri il biglietto, qualche birra fresca nello zaino, entri in sala, ti accomodi nella più densa mischia di gente e aspetti che inizi. Le luci si spengono, la gente smette di parlare, silenzio. Passano i primi cinque minuti e ancora non riesci a inquadrare bene la situazione con gli amici ti guardano storto come se ti dicessero "ma che roba è ? hai detto che era ... ". Il tempo passa e lentamente subentra la noia, guardi l'orologio e sospiri. La sedia stranamente diventa scomoda, tu ti senti di mèrda. Il film non ti convince, troppo melenso o magari scontato o chissà cos'altro e proprio quando dici basta abbiam capito ecco che vedi il personaggio di Garfield che dice "leggimilo ancora" così dolce da farsi perdonare un'omicidio premeditato disteso sul letto con gli occhioni dell'omonimo personaggio da cartone animato. La sua espressione è qualcosa che non hai mai visto prima, recita finge o ti prende per il cùlo e non fai in tempo a girarti per dire la tua al compare vicino lo vedi che quello non riesce a respirare, ha gli occhi chiusi, la bocca coperta dalla mano e la faccia imbalsamata in lacrime. Ha fatto prima dello starosta. Una questione di attimi, processi neuropsicologici e ti ritrovi nella stessa situazione. In sala regna il silenzio assoluto perché i protagonisti parlano a sillabe con intermittenze da immettere intere poesie di Eminescu in mezzo e il pubblico più della metà vecchi addormentati e ragazze immobili a fissare e commuoversi ad ogni smorfia sullo schermo ipnotizzati da questa specie di favola. Perdi il controllo su te stesso, i continui cenni e gesti fatti per corrispondenza con gli amici non fanno che peggiorare la situazione, allora decidi di uscire a darti una rinfrescata. Rientri in tutta calma ma è quasi impossibile, Garfield è come se ti volesse punire, da una parte ti fa scompisciare dalle risate dall'altra però ti invita a soffrire in silenzio e non disturbare il sonno comune. Dopo un po' la situazione diventa stabile. La storia sta per diventare triste e tu non sei proprio un essere insensibile quindi ritrovi la pace con qualche leggero sobbalzo. Finisce il film, non c'hai capito niente e neppure t'interessa perché non c'è da capire molto Bay ha già detto abbastanza sul tema pur deviando e alla ricerca dello spettacolo. Ti avvolge uno strano senso di tristezza ma non per come appunto finisce (considerazione inutile), ma perché sai che questi momenti non capitano spesso di divertirsi e ridere a crepapelle nelle circostanze date con un film che è tutt'altro ma non una commedia.

Quindi cercate di farvi una sorpresa, una sana risata in compagnia non fa che bene.

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Invia una mail all'autore del commento kossarr  @  05/04/2011 03:58:30
   9 / 10
La trama è senz' altro originale per quanto inverosimile.
Detto questo le atmosfere, le musiche e le interpretazioni degli attori sono di altissimo livello.
Suscita commozione, amarezza e rabbia.
Davvero una bella sorpresa.
Lo consiglio a tutti.
Magnifico!

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  03/04/2011 21:03:51
   5 / 10
Una volta tanto -e con soddisfazione- vado controcorrente rispetto alla critica. Se devo essere sincero non penso riuscirei a dare una valutazione del tutto oggettiva a questo film, che trovo non molto definibile. Quel che mi rimane, tuttavia, è un...nulla. Premetto di essere un amante del drammatico, e apprezzo i bei momenti d'intensità, tuttavia in questo specifico caso non ho provato nessuna emozione, zero coinvolgimento, insomma un encefalogramma piatto, giusto per rimanere in tema.
Parlo a voi, popolani! Voi capisaldi della semplicità, dei clichè e del commerciale:
evitate questo polpettone, se potete!!

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Ultima risposta 06/04/2011 21.11.23
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Weamar  @  03/04/2011 02:30:34
   8 / 10
Quando uscì "Non Lasciarmi", un romanzo dello scrittore nippo-britannico Kazuo Ishiguro, lo comprai senza pensarci due volte e lo lessi alla svelta. A quasi quattro anni, ne esce fuori un film che visto poche ore.
E mi è rimasta la stessa sensazione addosso; perché in altre parole, io saprei descrivervi le emozioni che questo film ti suscita. Talmente tanto delicato che ti sfiora continuamente, con grazie e delicatezza. E' un amore che si evince in ogni fotogramma e che si evolve in perfetta sincronia con i paesaggi (meravigliosi, oserei aggiungere).
Un cammino lento, mai banale, che svolge alla perfezione il martirio interiore di un'ottima Mullingan. Una prospettiva, insomma, che è vista non anormale (come potrebbe apparire, invece, allo spettatore) ma come quotidiana, abitudinaria.
Dove anche un piccolo oggetto, rotto e vecchio, precede il finale. Te lo scoprono velo dopo velo, senza nessun mistero. Uno schiaffo morale alla società, sempre pronta a schiacciare il più debole per ricostituirsi e vivere la sua vita. Uno schiaffo morale all'amore che sebbene ciclico, non è in grado di distruggere un destino segnato dall'uomo.

E' questo ciò che rappresa il film di Romanek e sicuramente migliore del libro. E va metabolizzata, come cosa. Magari canticchiando proprio quella canzone: *Kiss me, never … never … never let me go!*

PS Un encomio alla prima parte che, sebbene poco sfruttata, è una bellezza per gli occhi.

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albio1985  @  31/03/2011 23:26:10
   5½ / 10
La storia di fondo è davvero buona,peccato che il film a mio parere è massacrato da un ritmo costantemente pari allo zero. Il risultato finale,purtroppo,è un qualcosa che si avvicina più ad un "polpettone" che ad un film da ricordare. Il finale convince,è davvero bello,ma non basta a tenere in piedi il resto

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aladar  @  28/03/2011 23:48:55
   6 / 10
un film per pochissimi, bravi gli attori, bella la fotografia, la regia, tutto quello che volete, ma il film è noioso, non dice nulla di nuovo anzi l'ho anche trovato poco credibile (e infatti non sono l'unico qui a chiedersi perchè questi non fuggono dal loro destino). In realtà avrei dato anche 5 ma non volevo scatenare una rivolta da parte di chi ha dato 9 o 10 a questo film. Sono andato a vederlo venerdi all'ultimo spettacolo e in tutta la sala eravamo in sei. Ripeto: un film per pochissimi.

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Ultima risposta 31/03/2011 23.31.02
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  28/03/2011 16:41:35
   8½ / 10
Una svolta nella scienza medica, risalente al 1952, da' la possibilità ai dottori di sanare malattie incurabili. La conseguenza di tale conquista ci viene descritta da un racconto a ritroso condotto dalla 28-enne Kathy H. (la talentuosa, "blindata" e perfetta Carey Mulligan). Badante da un paio di lustri di pazienti un po' speciali, ragazzi che cedono "qualcosa" in cambio della compagnia e del suo sostegno morale, Kathy ripensa ai tempi della frequentazione del college di Hailsham e ai compagni Tommy D. (un viscerale Andrew Garfield) e Ruth (un'impulsiva e sofferente Keira Knightley). Rivede i disastri che Tommy combinava con lo sport e il disegno, i recinti insuperabili della scuola, la rigidità comportamentale dei docenti, il controllo di una situazione che solo adesso appare ostinata e soggiogante.

Una repressione che passava anche attraverso una finta moneta, con la quale poter comprare qualcosa di virtuale o semplicemente inutile. L'illusione "regalata" ai ragazzi si traduceva in oggetti mezzi rotti: bambole senza braccia, ceramiche frantumate, audiocassette ingiallite, delle quali una molto romantica inneggiante al sentimento più nobile. I giovani studenti, però, erano fasciati da ben altre strette: quei braccialetti elettronici, apparati futuristici distintivi, che stonavano con l'ambiente rurale e semplice dove conducevano le loro esistenze; imitazioni simboliche disumane di un domani che potrebbe essere il presente di Kathy, e forse anche il nostro.

Gli educatori di Hailsham, interessati a una vita che potesse spingersi oltre ogni limite, reclamavano non a caso la robustezza fisica dei loro allievi, aiutandoli con l'assunzione di verdure e negando loro le sigarette. La conservazione siffatta nascondeva qualcosa: gli scolari non erano altro che duplicati generati senza padre ne' madre, incalzati da una copertura medica quasi ossessiva che si compie quando gli stessi vengono messi a far parte di un feroce gioco cannibalesco. I "doni della morte" sono salvifici eppure sempre e soltanto, per forza di cose, temporanei. Chi salverà chi? Chi, tra le due etnie ormai distinte (donatori e riceventi), vivrà meglio e più compiutamente?

L'esplosione di un sentimento, ricchissimo di sfumature, probabilmente non previsto e così fantasticamente esorbitante da distruggere qualsiasi limite, rischia di minare gli esperimenti. L'Amore non riesce a fingere, nemmeno nelle piccole rappresentazioni teatrali volute dalla docente più sincera. Ma il destino è rigoroso, e cerca di abituare al grigio il DNA dei tre protagonisti, uno dei quali vittima di un erotismo manipolato e schematizzato dalla lettura di riviste pornografiche. Il fato si appoggia sugli sguardi di compatimento delle persone più grandi, che già conoscono il terribile avvenire di quegli esseri innocenti i quali si scoprono arenati, come barche su una spiaggia a due passi dal mare.

Nel suo pre-sentimento allarmistico e cupo, Romanek attinge dal romanzo di Ishiguro e dirige con singolare gradevolezza, componendo quadri a ogni scena, fissando la MdP in angoli inusuali e rendendo la forma del film così aperta che la nostra curiosità non può far altro che crescere, attendendo sempre un episodio illuminante e rivelatorio. Partendo da un terzetto d'attori eccezionali, a cui si aggiunge Charlotte Rampling (artista leggendaria e messaggera di un'Arte che non può redimere), l'estroso regista rende mirabile l'idea del trascorrere del tempo, attraverso stacchi morbidi che poi si manifestano improvvisi e brucianti nell'animo dello spettatore. Peccato per l'ultima parte, forse un po' troppo decifrata, che corre il rischio di circostanziare un'opera per definizione inafferrabile.

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Ultima risposta 30/03/2011 15.23.01
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WongKarWai  @  28/03/2011 13:08:57
   9 / 10
Un film che mi ha toccato profondamente. Sia per i temi trattati, che sento molto vicini, sia per la regia delicata, essenziale, poetica, sia per la fotografia sublime. Quello che ci viene mostrato è un mondo distopico (ambientato nel passato, cosa senz'altro inusuale) ma la parte fantascientifica del film è solo uno strumento, un contorno per parlare di temi più alti. Dal tema della sperimentazione scientifica e dei limiti che dobbiamo darle (cosa sarebbe successo dopo i successi medici se non avessimo arginato il progresso con l'etica?), al tema della vacuità e brevità della vita, sublimata solo dall'amore, dall'arte, dalla natura. La visione è sicuramente pessimistica: siamo tutti già predestinati alla morte che non possiamo che accettare come un qualcosa di ineluttabile (ecco perchè i ragazzi non cercano di ribellarsi e di scappare); ma esiste anche un destino positivo: la persona da amare, la persona della tua vita, l'amore che, così come la creatività, non può essere fermato in alcun modo. Concordo con chi ha detto che sembra un film di malick, con la narrazione fuori campo e i momenti riflessivo-poetici.

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Ultima risposta 30/03/2011 15.28.51
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shock12  @  28/03/2011 11:30:49
   6 / 10
Il mio voto è dato da una media tra 2 considerazioni:

_8 voto dato alla profondità delle interpretazioni dei protagonisti e al coinvoglimento emotivo che riescono a trasmettere allo spettatore.

_4 il soggetto non è per niente originale. il film "the island" tratta, sicuramente in toni differenti, lo stesso tema.

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Ultima risposta 01/04/2011 01.41.31
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  28/03/2011 01:52:53
   9 / 10
Dicono che il limite del film (rispetto al libro - che non conoscevo, e adesso desidero terribilmente leggere) stia in fase di sceneggiatura: la riduzione avrebbe sacrificato eccessivamente la prima parte dedicata al college, svelato troppo da subito, e semplificato altri passaggi.
Non so.
So che questo film è magnifico, a partire da quanto dice e da "quando" lo dice, riguardo alla distopia che racconta. Le allusioni (e le illusioni), le ellissi narrative, la RAREFAZIONE, soprattutto, amplificano l'intensità, mantenendola quasi sempre altissima.

Particolarmente difficile dire a parole quanto la pellicola trasmette. Va a toccare corde profonde: e lo fa con una delicatezza, una capacità estetica, per cui oserei scomodare il termine "sublime"...
Quanto dura l'amore? Quale tempo è necessario a un amore per esprimere di un'esistenza la sua compiutezza? Quanto può durare un'istante?
Un urlo disperato - la consapevolezza umana dell'essere "finiti" nel momento in cui si percepisce l'infinitezza di quel che si sente, e si vuole essere.
E ancora: l'uomo che avvilisce nella propria coazione a ripetere, nella serialità di cui è autore, con le architetture come con le vite.
La società e le sue regole; l'accettazione (supina e inevitabile) del proprio destino: da parte di tutti. Nessuna fuga ha senso, è possibile, perché si fugge alla condizione umana, né da quella esistenziale, né da quella sociale.
Siamo stati educati in un modo, in quel modo siamo cresciuti, con tutte le nostre certezze e con le nostre insicurezze. Dove si potrebbe fuggire, dove?, se non esiste per noi altro orizzonte che quello segnato?
E' forte il pessimismo sociale di questa pellicola (in una società "perfetta" non è più possibile neppure immaginarla, una rivoluzione): come è struggentemente indomito il suo anelito nella possibilità che sia l'amore a riscattarci.
E questo anelito, questa disillusione e insieme questa speranza, sono molto malickiane.
Sì: sembra un film di Malick: con quell'interrogare continuamente la luce ed il vento. ...Inquadrature che fanno vivere i paesaggi. Su tutto si posa la grazia di uno sguardo incantato, e ne escono nobilitati anche i paesaggi più tristi (il mare d'inverno), anche gli orizzonti più squallidi (le geometrie seriali dell'architettura).

Si emerge dalla visione emotivamente scossi. Turbati e commossi, rattristati ma non depressi. C'è qualcosa che risplende, in "Non lasciarmi": qualcosa che assomiglia alla luce morente di un tramonto. Talmente splendida da sopravvivere al momento in cui il sole si spegnerà, oltre l'orizzonte.

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Ultima risposta 12/07/2011 18.16.41
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  27/03/2011 03:34:56
   8½ / 10
In una stagione cinematografica costellata di ottimi film (dal Cigno nero di Anorofsky al Grinta dei Coen, da I ragazzi stanno bene al miracoloso Un gelido inverno, dal sottovalutato e tecnicamente superbo Il discorso del Re a Rabbit Hole) e, al contrario, da deplorevoli commedie all'italiana (sembra che Vanzina e Parenti abbiano raggiunto quest'anno il vertice, in negativo, della loro pochezza) arriva "Non lasciarmi" a stabilire lo zenith emotivo di questi anni terribili.
Un film che - lo confesso - devo analizzare da più angolazioni, perchè è fortissima la dipendenza dell'"anima" (se ce n'è una, è chiaro che sarei di fatto idoneo a diventare ehm veicolo scientifico come i protagonisti di questa storia) rispetto alla (pur alta) capacità registica di raccontare il soggetto.
Perchè ammetto di aver provato qualcosa di emotivamente forte, tanto forte da non essere mai riuscito ad espellerlo nel mio ritorno a casa (il cinema a due ore di strada). Non posso liberarmi dalla sorte di questi ragazzi, e quasi assumendo un "contatto universale" verso tutti coloro che muoiono giovani per le ragioni più tristi e disparate. Non posso soffocare il grido Munchiano di Tommy, davanti a quest'inarrestabile arma di ricatto e terrore, dove poi l'elusivo richiamo del titolo, più che a Kafka, mi rimanda al ribaltamento dei codici di Orfeo di Cocteau, con gli amanti condannati (guardacaso) alla morte per essersi innamorati.
Ora, "Non lasciarmi" (lascio il referente letterario a chi lo conosce, per timore di affrontarlo da vicino, forse) è "solo" un altro film, un film bellissimo e straziante, sul tema del passaggio alla vita, o meglio ancora sul senso (laico o agnostico) della nostra esistenza.
Gli interpreti, giovani e "belli" per la loro illusoria dimensione di "eternità" sono strepitosi, e si calano perfettamente nelle spire di un destino che lo spettatore avverte come "fastidiosamente remissivo e rassegnato". Il mondo neutrale invade una cosiddetta libertà che sfoggia i parametri inquietanti di una fine imminente.
Si affianca al cast una C. Rampling gelida e sinistra come non mai, quasi il prototipo di un mondo adulto (vecchio o semplicemente "cresciuto") reietto e brutale.
Il film esprime in realtà più stati d'animo che condizioni, e la trama è spesso offuscata da un codice - un pò metaforico - incapace di spiegare compiutamente l'immunità generale di questo eccidio morale e sociale.
E probabilmente lo fa con un occhio a Peter Weir e l'altro al filone giovanile più in voga (la saga Twilight, per quanto strano possa sembrare).
Con "Non lasciarmi" il cinema d'iniziazione celebra la sconfitta primordiale della giovinezza, la sua resa, l'indefinito veto di crescere.
In questa giostra temporale i protagonisti di questa storia allucinante sono in realtà comparse temporanee, codici senza nome, identità sepolte davanti alle esistenze universali, alla longevità imperante di un mondo. Sordo e indifferente

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Ultima risposta 04/05/2011 11.17.02
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debaser  @  27/02/2011 18:51:25
   6½ / 10
Sicuramente un film diverso e raffinato anche se la trama è tutt'altro che originale,in questo film si apre un dibattico etico e filosofico al quale però non si danno né risposte né spiegazioni. Troppo labile la trama al limite dell'inverosimile

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Non un capolavoro ma sicuramente si lascia vedere senza problemi anche se talvolta appare un po' lento.

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Ultima risposta 23/03/2011 18.24.47
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goophex  @  12/02/2011 00:48:44
   6½ / 10
Un tema del quale il cinema ha abusato fin troppo negli ultimi anni viene trattato in un modo del tutto nuovo e profondo. Questo è il principale pregio di questo film. Il voto è riferito solo a quello perchè se dovessi giudicarlo per la sceneggiatura e per lo svolgimento devo dire che non potrei dare oltre il 5.
Ci sono alcuni aspetti che rimangono inspiegati così come i comportamenti dei personaggi

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Un film tutto sommato positivo ma che per diventare più che buono avrebbe necessitato di maggiori cure e accortezze fondamentali per dar credibilità alla storia.

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Ultima risposta 27/03/2011 03.38.45
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