nomadland regia di Chloé Zhao USA 2020
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nomadland (2020)

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locandina del film NOMADLAND

Titolo Originale: NOMADLAND

RegiaChloé Zhao

InterpretiFrances McDormand, Linda May, David Strathairn, Charlene Swankie

Durata: h 1.48
NazionalitàUSA 2020
Generedrammatico
Tratto dal libro "Nomadland. Un racconto d'inchiesta" di Jessica Bruder
Al cinema nell'Aprile 2021

•  Altri film di Chloé Zhao

Trama del film Nomadland

Fern, una donna sulla sessantina, ha perso tutto a causa della Grande Recessione. Comincia allora a muoversi per tutto l'Ovest americano, vivendo come una nomade a bordo del suo furgone.

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Voto Visitatori:   7,00 / 10 (30 voti)7,00Grafico
Miglior filmMiglior regista (Chloé Zhao)Miglior attrice protagonista (Frances McDormand)
VINCITORE DI 3 PREMI OSCAR:
Miglior film, Miglior regista (Chloé Zhao), Miglior attrice protagonista (Frances McDormand)
Miglior film drammaticoMiglior regia (Chloé Zhao)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film drammatico, Miglior regia (Chloé Zhao)
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Voti e commenti su Nomadland, 30 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Cinder  @  10/03/2024 21:13:16
   10 / 10
Oscar meritato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  28/08/2022 16:27:41
   7½ / 10
Non lo considero un capolavoro, ma riesce nell'intento di lasciare un messaggio sulla precarietà della vita. Regia di qualità e particolare attenzione alla luce, molte scene sono state girate durante l'ora dorata o al tramonto. Impeccabile Frances McDormand.

Thorondir  @  25/03/2022 23:35:22
   7½ / 10
Nomadland è un film furbo, ottimamente celato nell'autorialità della sua regista (che qui prosegue sulla falsariga stilistica e emozionale del precedente The rider): l'utilizzo delle musiche, una certa ricerca visiva, il tentativo perenne di "normalizzare" la protagonista attraverso il ritorno ad una vita "normale", una chiara esca gettata allo spettatore. Eppure, nonostante questo approccio un po' furbesco (e comunque gestito in modo molto garbato), Nomadland parla degli ultimi d'America in un film inserito nel grande circuito della distribuzione come pochissimi altri titoli degli ultimi anni. Ci mette di fronte (e ancor più gli statunitensi, per cui il film è pensato) a storie di lutto, difficoltà economica, di "nomadi" per scelta di vita e di "nomadi" per costrizione economica, di vite spezzate, infrante, andate e difficilmente ricostruite. E lo fa con una sguardo documentaristico (si veda il reiterato utilizzo della camera a mano a tallonare i personaggi e i loro volti) che restituisce uno dei tanti volti (nuovamente) degli Usa che si fa fatica a raccontare.

Goldust  @  02/03/2022 14:56:04
   7½ / 10
Storia di ultimi ed emarginati, di lavoratori rimasti a piedi, di esseri umani puniti dalle scelte di vita, di outsiders fieri di andare controcorrente: nel lavoro pluripremiato della Zhao c'è tutto un micromondo molto spesso sotterraneo al quale nessuno presta mai attenzione e che è invece pieno di vitalità e voglia di sperare, pur nelle difficoltà di tutti i giorni. Attraverso la magistrale prova della solita McDormand, le scenografie naturali dei grandi spazi d'America, il tema del viaggio e le inevitabili difficoltà del cammino, la regista mette in campo una riflessione esistenziale su di un modo di vivere che non può non toccare nel profondo proprio perchè asciutta e priva di orpelli sentimentali o melensi. Il ritmo lento, a tratti lentissimo non è per una volta un limite bensì un pregio poiché utile ad incastonare ancora meglio il racconto nei reali ritmi di un'esistenza senza troppe scadenze né impellenze.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  14/01/2022 18:08:29
   5½ / 10
Forse per un film multipremiato come questo le mie aspettative erano troppo alte ma il lavoro della nuova arrivata a Hollywood Chloé Zhao non mi ha convinto e soprattutto mi ha riportato ad un altro film che rispetto a questo ho amato..."Una storia vera" di Lynch...che non ha vinto nulla si puo' dire...

La visione su questo mondo di nomadi non mi ha coinvolto minimamente, quello che resta è la solita convincente prova della McDormand e poco piu'.

Boromir  @  12/01/2022 21:14:34
   6 / 10
Chloé Zhao si addentra nel mondo degli houseless, di chi è costretto a concentrare la propria vita in spazi piccoli e grandi insieme (i van con cui spostarsi, le vastità selvagge degli Stati Uniti), e segue l'epopea in assolo di Frances McDormand attraverso mille difficoltà, condivisione di attimi di felicità (per citare Into the Wild), contatto con la natura e conti con il passato. E forse proprio questo è il problema più grande del film: se Zhao avesse dato più spazio alla coralità del contesto, anziché sorvolarne superficialmente bellezze e dissidenze, forse il risultato finale avrebbe giovato di non poco. Così, invece, siamo davanti a un film solo ben confezionato (anche se a lungo andare l'eccesso di primi piani e campi lunghi, in stile documentaristico, stanca non poco), con una grande prova d'attrice e qualche spunto di riflessione di innegabile interesse. E nulla più.

xymox  @  26/12/2021 17:01:42
   9 / 10
un poesia, non ho altro da aggiungere

Oskarsson88  @  29/10/2021 16:06:33
   6½ / 10
Brava l'attrice e trasmette bene un certo modo di vivere. Però non è molto frizzante e un po' stanca.

ValeGo  @  27/08/2021 20:55:26
   7 / 10
Molto malinconico e riflessivo. Quasi un documentario.

Invia una mail all'autore del commento palla78  @  12/08/2021 13:28:18
   6 / 10
Pensavo che avrei visto un film sui disagi della crisi del 2008, che poi avrebbe portato molte persone alla vita da nomadi. Nella realtà la regista ci propone una protagonista sì colpita dalla crisi, ma con un problema personale che va oltre. Come hanno scritto altri precedentemente, lei fugge dalla realtà che non vuole affrontare. Come in In To The WILD di Sean Penn, nonostante incontri persone che le vogliono bene, non può fare a meno di andarsene. Peccato. Oltretutto la regista si ferma troppo sui primi piani e sui (bellissimi) paesaggi, rendendo il ritmo molto lento. Sintomatico il fatto che ognuno di loro fugga da qualcosa (drammi di ogni genere), ma non dalla crisi....

Mauro@Lanari  @  02/06/2021 23:33:32
   4½ / 10
"Zhao cade negl'ormai soliti limiti del suo cinema: una scrittura fragile e la difficoltà di sviscerare davvero il tema che s'è scelto" (Alessandro Aniballi). "Nomadland" non è un film sulle persone che sono senza casa e senza lavoro fisso né per scelta né per non scelta. Fern abita dentr'un van poiché imprigionata da un trauma col quale non riesce a convivere se non in una fuga perenne. Questioni troppo privat'e personali per assurgere a rappresentazione della transitorietà/precarietà dell'esistenza, fra cartoline paesaggistiche d'una natura tanto maestosa quant'indifferente al destino degl'esseri viventi e nello sradicamento metafisico d'una mancanza di senso che rende ogni decisione equivalente. Infatti lei continua a scegliere: la condizione nomadica nel e del deserto, distaccata da paesini e comunità a favore di ghost towns, solitudine e isolamento, abbandonando a se stessa qualunque tipologia di cane. "Nomadland è come Fern, [che] sembra celebrare i sentimenti [...] d'una sana protesta [...] e d'un'ineccepibile autonomia di pensiero," mentre [...] è antipatic'al limite dell'anaffettività asociale, autoritaria ed egoista (Pier Maria Bocchi).

Mauro Lanari

benzo24  @  02/06/2021 14:22:32
   1 / 10
Nomadland è un film che cerca di raccontare, mentendo, la grande crisi che investì gli Usa e lasciò milioni di persone senza lavoro e soprattutto senza casa. Rendendoli nomadi.
Il film però non punta mai verso il grande colpevole, il mercato selvaggio e speculatore delle banche sugli immobili ma bensì punta il dito verso la povera gente rea di fuggire da amori, lutti, malattie, responsabilità.
Niente di più falso ovviamente.
Il film ha ben poco da mostrare nella sua vacuità, indugia nei falò notturni ma si percepisce chiaramente che il fantasma di Tom Joad è lontano così come quello di John Ford

antoeboli  @  28/05/2021 17:01:27
   8 / 10
Difficile descrivere un film come Nomadland,perchè vedendolo una prima volta si ha quella sensazione di pellicola ricca di emozioni,ma allo stesso tempo vuota di trama.
Perchè la storia è tutta in una donna che gira il suolo americano come una delle tante nomadi,tra incontri con nuove persone e qualche lavoretto spicciolo che le permetta di andare avanti.
Ma la sua estrema cura nella regia,gli sfondi da cartolina e una Francis Mcdormand che si conferma attrice poliedrica,da tre manifesti dove interpretava una madre decisa a ottenere la sua verità,a una nomade che non riesce a dimenticare il suo passato e volerne sfuggire ad ogni costo,tanto da dimenticare cosa sia una vita sotto un tetto.
consigliato anche se ritengo non sia una pellicola adatta alla maggior parte dei gusti.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  22/05/2021 23:37:07
   8 / 10
Un'ottima Frances McDormand dà volto a tutti gli emarginati d'America, i nomadi creati dal capitalismo selvaggio, costretti a girare di Stato in Stato, di città in città, a vendere la loro misera forza lavoro in cambio di qualche soldo con cui vivere, in un van, un camper, una roulotte.
Chloé Zhao confeziona un film sul nomadismo che va dal peregrinare per i deserti americani fino all'impossibilità di una stanzialità affettiva, perché chi viaggia diviene il viaggio, riscoprendosi straniero a sé stesso.

marimito  @  12/05/2021 13:17:41
   9 / 10
La poesia scorre lungo lo schermo. Ferm è una donna irrequieta, che non è mai stata dentro i cliché, vedova da poco, con dentro la determinazione di una donna indipendente. Intorno alla sua figura si consumano giornate in cui quella che può sembrare una vita precaria, diventa simbolo di una libertà che ha come confine solo se stessi. Un film che ci insegna che la pienezza e bellezza della vita non possono essere rinchiuse in luoghi angusti

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  05/05/2021 17:50:11
   6 / 10
Mhmmm non mi ha convinto: questa sorta di ibrido finzione/docuemntario credo non renda giustizia alla delicatissima tematica trattata, perché lascia lo spettatore (o perlomeno me) in bilico tra due linguaggi distinti ma sfruttandoli male: un documentario sulla stessa tematica sarebbe stato potentissimo come le storie che racconta, così come lo sarebbe stato un film con una sceneggiatura ben definita (magari di Taylor Sheridan). Così invece si passano quasi 2 ore a guardare un'attrice magnifica muoversi tra paesaggi desolati e splendidi tramonti, interagendo con un'umanità che prova a sopravvivere in un mondo che la rifiuta, ma senza essere veramente una di loro. Ecco, io non sono riuscito per tutto il tempo della visione a togliermi questo pensiero di dosso: Frances McDormand è un'attrice magnifica, e proprio grazie a questo è una privilegiata milionaria, moglie di uno dei migliori registi contemporanei. In che modo il suo calarsi nelle vite dei nomadi, per quanto in modo pazzesco e credibile, può realmente colpire lo spettatore? Io ero percorso piuttosto da una sensazione di straniamento, perché sapevo che tutte le persone che entravano ed uscivano dal film poi sarebbero tornate alla loro vita fatta di strada e battaglie per il quotidiano, mentre la McDormand (ed anche David Strathairn, se è per questo) si sarebbero poi dati una ripulita e sarebbero tornati alle loro (più che meritate) vite da milionari bianchi privilegiati.

E insomma non sono riuscito proprio a godermelo, né a farmelo piacere, né ad empatizzare con le storie narrate come avrei fatto con un documentario puro (per dire, mi ha colpito molto di più Hotel Coolgardie sulla vita dei minatori nei paraggi di Perth, Australia).

Intendiamoci, non è un brutto film: un film con Frances McDormand non lo è mai e lei è magnifica (mi sa che l'ho già detto), ma lascia tanti interrogtivi, forse troppi.

Mi fa poi piacere che Chloe Zhao abbia vinto un oscar come miglior regista, è senz'altro capace e coraggiosa ed ogni nuovo sprone verso l'apertura alle donne di un mondo asserragliato su posizioni maschiliste è sempre un'ottima cosa; ma bisogna anche ammettere che la regia in questo film non è niente di che, si limita ad inquadrare tramonti e deserto e ad indugiare sul volto della McDormand che fa tutto il lavoro.

Insomma che dire: anche questo Nomadland è venuto e passato col suo carico di speranze disattese. Aspettiamo fiduciosi il prossimo film evento.

11 risposte al commento
Ultima risposta 08/06/2021 13.56.10
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Manticora  @  04/05/2021 17:43:25
   8 / 10
Un ottimo film, anche se mi aspettavo qualcosa di più. Sarà anche l'aspettativa data da una regista che ha conquistato un tris di tutto rispetto ( regia, film e attrice protagonista) agli Oscar. Senza dimenticare il leone d'oro a Venezia a settembre 2020. Purtroppo il film al di là del ritmo soffre un pò dello stile didascalico della Zhao che inevitabilmente costruisce quasi tutte le situazioni affrontate da Fern in maniera a tratti prevedibile. Nonostante questo è certamente uno dei pochi film della stagione passata che ha qualcosa da dire. Anche se la Zhao è poco coraggiosa in determinate scelte, per esempio la protagonista lavora per Amazon e non c'è nessun giudizio implicito per quanto riguarda la corporation. Certo il fatto che il film sia stato finanziato dalla Disney ha un suo peso, ovviamente anche in chiave del fatto che la regista di origine cinese si sia giocata la sua prossima regia nel nuovo cinecomic Marvel GLI ETERNI. Totalmente diverso da questo, alla fine è un film sui nomadi degli states, costretti a vivere on the road perchè non possono permettersi una casa. Buon cast, Frances McDormand vince FINALMENTE l'oscar che meritava da mooolto tempo. Una sorpresa anche l'interpretazione di David Stratairn, nei panni di Dave. Certo rispetto al potere sovversivo e di lotta di classe che l'anno scorso ha portato avanti Parasite Nomadland inevitabilmente SCOLORISCE. Spero solo che Chloè Zhao non sia un fuoco di paglia, sarebbe un peccato.

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Ultima risposta 06/05/2021 00.46.14
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7219415  @  03/05/2021 18:07:12
   7 / 10
Wilding  @  02/05/2021 10:48:22
   6 / 10
C'è tanta Poesia e tanto amore per la Vita in questo film (quasi un docu-film in realtà), ma ci si annoia anche parecchio tra una splendida fotografia e l'altra.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  01/05/2021 18:02:06
   7 / 10
L'America in un anno difficile non rischia e dà l'Oscar a un film semplice e coeso , dalle tematiche sociali forti ma appena accennate (forse per non appesantire la sceneggiatura con discorsi politici che hanno portato la protagonista alle scelte che ha fatto ).
Ampio respiro ad una bella fotografia fatta di spazi aperti che fanno emozionare e regalano un senso di libertà e di ribellione alla società moderna,sceneggiatura semplice e intuibile ,poco coraggiosa, soprattutto nella seconda parte gira un pò su se stessa e per quanto sia brava la McDormand qualche sbadiglio scappa.

AMERICANFREE  @  30/04/2021 22:36:55
   7½ / 10
Davvero un bel film, molto toccante e riflessivo. Bravissima la protagonista, oscar meritato. Bellissima la fotografia e la regia perfetta. Condivido la media del sito

topsecret  @  20/04/2021 14:30:07
   7½ / 10
Un film inevitabilmente malinconico, visti gli argomenti trattati, ma al tempo stesso dotato di grande vitalità, a fronte di una componente emotiva ben definita che rimane quasi come un marchio distintivo di quelle vite solitarie, nomadi, ma intimamente normali.
Buonissima, come sempre, la prova della McDormand, una regia pulita e una fotografia essenziale che immortala degnamente ambienti e atmosfere, dialoghi privi di banalità e un ritmo narrativo ragionato che permette una visione attenta ed evocativa.

EddieVedder70  @  12/04/2021 22:34:14
   7½ / 10
Dopo un inizio che tendeva al docufilm (noiosello), ho iniziato a viaggiare con Frances McDormand ritrovandomi in mood da "La Sottile Linea Rossa", tra paesaggi mozzafiato perfettamente fotografati accompagnati da delicate musiche di Einaudi e un senso di solitudine e pace. Una sorta di cartolina in movimento, a cadenzare il viaggio della protagonista.
Non è un film che riesce a toccare le mie corde, io non ho mai digerito nemmeno un approntamento militar. Ok il viaggio on the road, ma solo con la consapevolezza di poter tornare al mio accogliente focolare.
Quindi lo spirito, che anima la splendida e, sempre perfettamente nel ruolo, F. McDormand è quanto di più lontano da me; eppure la sua onestà, la sua coerenza, la sua capacità di empatizzare con chiunque, proprio come una novella mamma di Alex Supertramp ("Into the Wild") mi ha fatto amare il suo personaggio.
Film di paesaggi e dialoghi, di filosofia (che non condivido) e di realtà. Una realtà che sembra sfuggire alla ragione e alle dinamiche che ci costringono al consumo.
Molto poetico. Un ben film, non proprio adatto a me.

TheLegend  @  12/02/2021 16:49:04
   7 / 10
Film che ho apprezzato per i messaggi che vuole trasmettere ma mi sarei aspettato più emozione.

marcogiannelli  @  07/02/2021 22:14:33
   7 / 10
Film che piace e piacerà ma che non mi ha particolarmente colpito.
Gli riconosco due grossi pregi: l'interpretazione di Frances McDormand e una regia ispiratissima che più che ricercare delle inquadrature dinamiche ricerca delle inquadrature statiche, ma di una incredibile fotografia, grazie ai paesaggi che stati come l'Arizona ci offrono.
Per il resto siamo di fronte ad un road movie antinarrativo ma al contrario molto riflessivo.
Riuscito l'utilizzo di attori "presi dalla strada" cit.
A mio avviso manca il coraggio di criticare (come a quanto pare faceva il libro) l'America getta nella miseria e nella disperazione, nel post crisi del 2008, una serie di famiglie e di persone.
Chloe Zhao è pronta a fare incetta di premi.

VincVega  @  20/01/2021 20:44:55
   6 / 10
Pellicola che mescola docufilm e finzione, "Nomadland" ritrae uno spaccato di vita di gente senza più una casa (lo aveva fatto in piccola parte anche Sean Penn in "Into The Wild"). Un film che talvolta può emozionare, però mi è sembrato ruffiano, realizzato per piacere alla critica e per portarlo ai festival di mezzo mondo (infatti i critici lo hanno innalzato a capolavoro). "Nomadland" non colpisce quanto dovrebbe, a mio avviso Chloé Zhao aveva le carte in regola per portare a livelli più alti, invece mi sembra che il materiale scivoli un po' via e la regista ha dei demeriti in tutto ciò. Anche la McDormand, per quanto sempre brava, l'ho preferita in altri ruoli. "Nomadland" merita la sufficienza per l'idea, ma non di più a causa di una realizzazione a mio avviso non pienamente riuscita.

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Ultima risposta 06/05/2021 21.15.22
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Jumpy  @  20/01/2021 13:20:19
   7½ / 10
Non c'è una vera e propria trama, chi si aspetta un film "classico" strutturato, con un inizio uno sviluppo ed una fine ben delineati, probabilmente resterà deluso.
E' più che altro tra il docufilm ed il roadmovie.
Ci sono i panorami mozzafiato della sterminata provincia americana, che colpiscono dai primi minuti. C'è poi tutta la precarietà degli USA post crisi del 2008 (le cui conseguenze si ripercuotono ancora oggi).
Precarietà del lavoro, degli affetti, della vita, tra momenti di sconforto, malinconia, tristezza, fino alla consapevolezza ed all'accettazione.
Fino alla scelta di vivere consapevolmente questa precarietà...

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federicoM  @  10/01/2021 20:46:42
   7½ / 10
Nomadland è un road-movie che offre un sacco di spunti di riflessione: dall'evoluzione dell'economia dominata dai big tech alla precarietà nella vita che ci trasforma tutti in nomadi, fino al tema del passato e della memoria,l'unica cosa che perdura e che influenza anche il presente ed il futuro. Forse dove perde un pò di equilibrio è quando inserisce i personaggi interpretati dai nomadi, nomadi anche nella vita reale, ma è dove anche raggiunge le punte poetiche più alte.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/10/2020 23:16:25
   8 / 10
La crisi finanziaria del 2008 e le sue conseguenze in questo peregrinare attraverso i grandi spazi americani. Gente come la sua stessa protagonista (una sempre brava McDormand) che è stata estirpata dalle sue stesse radici e dai suoi affetti, ma che gradualmente sceglie in maniera consapevole di non avere più queste radici. E' un punto di osservazione diverso che tramite lo sguardo di Fenn ci apre un intero mondo, dove il denaro serve per sopravvivere, si riutilizzano materiali ed utensili, si usa il baratto. A metà fra finzione e documentario, Nomadland è un occhio su questo mondo, dove solo la McDormand e Strahaim sono gli unici attori professionisti. Commuove ma non si lascia andare a retorica e sentimentalismi. Un mondo che scorre in parallelo alle nostre vite.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/09/2020 01:33:53
   7½ / 10
In verità, sarebbe legittimo estrapolare due voti diversi, un 6 e un 8. Leone d'oro da Sundance Festival, dove incombe una fastidiosa sensazione di malessere purgato, magari a dirci - sull'onda Libertaria degli hippie degli anni 60" - che l'essenza della Felicità sta nella Privazione, nelle piccole cose conquistate quotidianamente, in quell'Anarchia morale e personale che vede i Leader degli homeless diventare Tiziano Terzani, e la gente amarsi reciprocamente, senza un filo di rabbia di desistenza di Conflitto con la Vita.
E in questo contesto il film coinvolge emotivamente, tanto da volerlo rivedere presto. Il film è un docu-drama che strizza l'occhio al vecchio cinema-verità, ed è credibile pensare che sia il Volto Vero dell'America, o quello che amiamo pensare. Sembra un film di Martin Ritt, di Sarafian. Personaggi fantastici facili da amare, squarci mozzafiato, intervalli di Evergreen e blues. Potenzialmente stupendo, ma così disarmante da incutere sospetti. Sembra voglia "sorvegliare" o modificarne la sofferenza. Una Comune o una vaga, celata matrice da Setta Religiosa? Stilisticamente è un colpo d'Ala, con i riferimenti ai Pionieri Americani, anche se risulta improbabile un simile paragone etico, forse solo umano?! Così gli occhi di Frances McDormand, che reclama anche la sua libertà affettiva, sembrano chiedere agli spettatori, indo troppo plebiscitario, di condividere con Lei.

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