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Suscita curiosità naturale perché è uno di quei rari film in cui un autore straniero si è soffermato su parte della storia d'Italia, nello specifico di Napoli. Schroeter, morto da poco e in vita amico di Fassbinder, un pò ricalca gli stilemi del nuovo cinema tedesco ma il risultato di questo melodramma alla fine è si un film interessante e con bei spunti, ma anche poco omogeneo e di conseguenza non del tutto riuscito nel voler raccontare (soprattutto politicamente) la storia di due famiglie proletarie napoletane. La rappresentazione del napoletano medio è a tratti caricaturale ed eccessiva nelle grida da tragedia greca delle donne, ma non da fastidio e non si ricalca troppo su questo punto. Il punto è che fin troppi temi (politici, sociali, familiari) vorrebbero essere trattati ma in due ore e dieci tutto questo non è possibile. Attori bravi, uso delle musiche napoletane che inizialmente di inserisce in un meccanismo perfetto anche se poi non viene usato come all'inizio successivamente. Praticamente continuo l'uso del dialetto, sono avvertiti i pochi che vorrebbero cimentarsi alla visione: anche se il tutto è comprensibile. Attori decenti, spesso caratteristi troppo poco naturali per essere credibili, bravissima Ida Di Benedetto in un piccolo ruolo ma che lascia il segno nel suo piccolo.