nashville regia di Robert Altman USA 1975
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nashville (1975)

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locandina del film NASHVILLE

Titolo Originale: NASHVILLE

RegiaRobert Altman

InterpretiRobert Arkin, Barbara Baxley, Richard Baskin, Ned Beatty, Karen Black, Ronee Blackley, Keith Carradine, Geraldine Chaplin, Shelley Duvall, Henry Gibson, Scott Glenn, Lily Tomlin, Michael Murphy, Jeff Goldblum, Elliott Gould

Durata: h 2.45
NazionalitàUSA 1975
Generemusical
Al cinema nel Gennaio 1975

•  Altri film di Robert Altman

Trama del film Nashville

A Nashville si sta tenendo l'annuale festival della musica country. Star affermate e stelline in cerca di fama si affannano per trovare il successo o per non perderlo, mentre John Triplette, portaborse del candidato alla Casa Bianca Hal Phillip Walker, organizza un grande spettacolo in vista delle elezioni.

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Voto Visitatori:   8,89 / 10 (33 voti)8,89Grafico
Miglior canzone (I'm easy - Keith Carradine)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior canzone (I'm easy - Keith Carradine)
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior film straniero
Miglior canzone originale (I'm easy - Keith Carradine)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior canzone originale (I'm easy - Keith Carradine)
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Voti e commenti su Nashville, 33 opinioni inserite

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Jumpy  @  26/04/2023 20:29:49
   9 / 10
Restando sulla stessa linea (musicale...) mi è piaciuto di più Radio America e di Altman ritengo il film più rappresentativo America Oggi.
Di questo lavoro che, innegabilmente, risente degli anni (e ci mancherebbe... ha quasi mezzo secolo) e può risultare noioso per chi non è appassionato di musica e dalla trama sgangherata (credo volutamente, per trasmettere l'ebbrezza e la piacevole confusione dei festival), va riconosciuto il valore storico e l'impatto mediatico che ebbe all'epoca (per dire, per anni ho sentito in radio "I'm easy", solo da adolescente, solo dopo anni, l'ho associata all'autore e poi al film).
Personalmente trovo la visione gradevole anche adesso... ma il country mi piace :)

VincVega  @  16/01/2023 18:40:27
   9 / 10
Capolavoro di Robert Altman. Gli unici motivi per cui non mi sento di dare il massimo è che l'ambiente della musica country è un po' lontana dal nostro modo di essere e quindi più circoscritta alla società americana e per qualche momento troppo musicale nella parte centrale (avrei preferito più dialoghi che musica in quel frangente), ma sono piccolezze. Per il resto stiamo parlando di un dramma (e commedia) corale che descrive in modo eccellente gli Stati Uniti, l'ipocrisia e la decadenza di una nazione sotto l'occhio di un regista probabilmente al culmine del proprio talento, una stilettata ai valori dell'americano medio. Dialoghi memorabili, sequenze di grande impatto, cast di alto livello, musica di assoluto valore, Finale stupendo, difficile chiedere di più ad una pellicola simbolo della New Hollywood, che riesce a divertire ed emozionare allo stesso tempo.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  27/10/2020 19:42:03
   8½ / 10
Vedere questo film è come entrare in un tornado che funesta Nashville, capitale del Tennessee e della musica country, il cui festival è il setting vero e proprio. Ma c'è anche la politica, già disprezzata, nella memoria inconsolabile di JFK. Ed un numero di protagonisti in grado di disorientare ed affascinare, alternati a lunghi momenti musicali (eccezionale l'esecuzione da OsScar di Carradine e la Tomlin) che magari rallentano un po'il film ma che, dopotutto, ne restano l'anima. Un bellissimo ritratto dell'America già alla fine dei suoi sogni.

Oskarsson88  @  06/01/2017 10:54:03
   6 / 10
Mi spiace, sto film avrà fatto storia, ma è una minestrone lunghissimo di musica (anche bellina) ma con una trama sconnessa con due milioni di personaggi e vicende catapultate qua e là che mi hanno reso la visione ben poco piacevole. Gli dò la sufficienza per il valore storico e per le canzoni comunque molto orecchiabili.

DogDayAfternoon  @  17/08/2015 13:40:30
   5 / 10
Un film-documentario unico, tanto di cappello ad Altman per aver costruito un qualcosa di indefinibile a livello di genere di appartenenza. Molto originale appunto, ben costruito nella miriade di personaggi che trovano l'uno con l'altro un seppur minimo intreccio, però la fruibilità del film è davvero bassissima: le storie e i personaggi non mi hanno fatto provare assolutamente nessuna emozione, un senso di infinita pesantezza onnipresente. Credo che per capirlo bene ed apprezzarlo bisognerebbe aver vissuto il contesto che descrive, da "esterno" non mi ha suscitato nessuna curiosità o interesse.

Filman  @  28/03/2015 13:17:21
   10 / 10
Con la stessa effervescenza e genialità che lo portò nell'empireo dei maggiori esponenti della New Hollywood, Robert Altman firma NASHVILLE, suo ennesimo capolavoro costruito sulla base dello stesso decostruttivismo comico di "Mash" ma che decanta quel quid in più che sorvola sull'importanza dell'innovazione originaria, incrementandone la qualità della pellicola, evidenziando il postmodernismo della sua sceneggiatura, politicamente scorretta, estranea a qualunque regola di linearità narrativa e ricolma di umorismo sfacciato, come un carattere autoriale.
Il brillante affresco americano dipinto da Altman, tra musiche e colorazioni scenografiche che riconducono alla bandiera a stelle e strisce, trova in ogni elemento una satira alla società dei sogni e del successo, alimentati da un'ironia che sbeffeggia la borghesia americana e il suo lato più capitalista, oltre ad espiare il volto più democratico e antirepubblicano del regista, che trova in questa opera originale e straordinaria un'espressività intelligente e contemporanea.

Lucignolo90  @  10/06/2013 01:41:41
   10 / 10
Solo Robert Altman poteva elaborare un'opera inclassificabile in alcun genere e ricavarci uno dei migliori film del cinema americano anni 70; un capolavoro che prende la forma di finto documentario sulla musica ma che nei fatti è la storia di una ventina di personaggi in una solare cittadina del Sud, con la mente rivolta a un festival country e alla vigilia delle elezioni presidenziali.
La particolarità di Altman è come sia fenomenale nel sapersi giostrare con questo clamoroso numero di interpreti, riuscendo in ogni modo a caratterizzarli e rendere lo stesso il film scorrevole, non ci si annoia mai nonostante le 2 ore e 40 in buona parte inframezzati da brani musicali. Una particolarità tanto rimarcabile che persino oggi si parla di un film corale come "altmaniano".
Ma la cosa più importante (che non lo può far essere un documentario) è che i suoi film non sono mai "corpi senza anima", e dietro alle gran risate, all'atmosfera gioiosa tutta musica, vestiti con le paillettes e acconciature sgargianti, l'intento critico del regista è impietoso e approfondito e tocca molte corde: dall'insofferenza al mondo politico alla disperata ricerca della notorietà, dall'edonismo puro alla mercificazione del sesso. Una vera e propria perdita della speranza nei valori umani, che dietro a una pomposa facciata lasciano intravedere il vuoto etico e culturale di una nazione.
Tra le innumerevoli canzoni degne di nota troneggiano quella scritta e cantata da Keith Carradine "I'm Easy" vincitrice dell'oscar e "it dont't worried me" cantata da Barbara Harris nel finale.
Clamoroso a proposito il finale, che oltre a essere indimenticabile, oltre a far riecheggiare nelle menti dello spettatore la fine del presidente JFK sembra predire misfatti futuri nel mondo stesso della musica, quali l'omicidio di John Lennon.
Tutto questo rende non solo il film come probabilmente il capolavoro di Altman (assieme a America oggi) ma un film imprescindibile, di quelli che vanno visti senza se e senza ma.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  04/09/2012 22:39:17
   9 / 10
I grandi strappi della realtà disanimata non verranno mai ricuciti. Rispondono all'esigenza del disprezzo, l'unica forma di ribellione che conosciamo contro l'assurda contingenza degli eventi. Tutto ciò che accade agli altri riguarda loro soltanto, la disgrazia non lascia spazio né alla pietà meschina né ad un sano sgomento. Di fronte all'inevitabile per eccellenza, la morte, si preferisce inibire qualsiasi emozione. Succede da sempre certo, ma nel mondo unificato dalla radio e dalla televisione l'opportunità di partecipare ad ogni singolo avvenimento ci ha assuefatto e condotto verso un paradossale menefreghismo. Ci si drizza sui gomiti sconvolti di fronte alla cronaca del telegiornale, ma la disgrazia del vicino si consuma nel disinteresse. La condizione dell'umana inadeguatezza e il suo evolversi in indifferenza è ciò che Altman racconta. La fragile Barbara Jean viene uccisa sul palco ma tutti si ricompongono poco dopo sulle note di "It don't worry me". Haven Hamilton ammonisce: "State calmi, qui non siamo a Dallas, siamo a Nashville. Fate vedere di che pasta siamo fatti, non possono fare così qui. Coraggio, cantate!". Nashville, ovvero l'ennesimo paradiso della propaganda. La folla ovina ubbidisce, mentre la bandiera americana sventola sullo sfondo.
"Short cuts" nonostante la sua polifonia mi ha dato un'impressione di uniformità, "Nashville" mi si presenta come un mosaico. L'effetto complessivo è fondamentale, ma le demarcazioni fra i tasselli sono evidenti. Le brevi ma intense focalizzazioni sulle singole storie costituiscono il segno più commovente di un'opera tanto corale da risultare spesso difficile e opprimente. Commuove la vicenda di Mr. Green, colpito dalla morte della moglie. Ed è splendida la scena della canzone "I'm easy", che Tom dedica ad una delle donne presenti, o forse a nessuna. La macchina da presa indecisa salta da un volto femminile all'altro. Sono i due momenti più toccanti del film, quelli in cui la crudele ironia altmaniana ha deciso di trattenersi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  01/05/2012 12:26:51
   8½ / 10
Contro qualsiasi logica di mercato, Altman si conferma un maestro del cinema americano controcorrente con Nashville. Film di difficile collocazione, praticamente senza etichetta alcuna di genere: un musical/antimusical destrutturato nella trama singola per dare spazio ad una vicenda corale frammentata, grottesca, impazzita che fotografa con rara efficacia gli USA dell'epoca. E non solo, perché con l'ottimo finale il regista si permette di fare una profezia che anni dopo si è rivelata esatta: pensiamo all'assassinio di Lennon, ad esempio, cui Altman rispose ad un giornalista di non sentirsene responsabile ma di averne predetto le cause e modalità dell'assassino in cerca di celebrità. Verissimo.
Basterebbe solo la portata sociale e profetica a farne un buon film siamo su livelli di eccellenza; ma a stupire è la lunga durata di due ore e quaranta spalmata su eventi senza un solo protagonista, ma almeno una ventina. Con un tono grottesco che diventa sempre più cinico e disperato dietro le canzoni country (spesso patetiche). Senza approfondimenti psicologici di sorta.
Qui sta la magia di Nashville, cuore dell'America del Sud che Altman riprende con realismo e caustico cinismo; se non avete visto questa ferocia soffusa dietro l'ironia, dietro le canzoni e la felicità apparente di un popolo che crede che lo show debba andare avanti sempre e comunque, non avete capito nulla. E tutto il mondo è un pò Nashville, anche quarant'anni dopo e a continenti di distanza.

Lory_noir  @  01/08/2011 19:09:12
   4 / 10
Purtroppo a me non è piaciuto. Sono riuscito a stento a seguirlo sebbene apprezzi l'idea con cui è stato fatto e quel periodo storico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/06/2011 19:09:13
   10 / 10
La grandezza di un film come Nashville è nella sua capacità di andare nel cuore di una nazione e fotografare l'istantanea di un paese in piena crisi sociale e politica. Ancora più importante è scegliere quell'America profonda e rurale, lontana dalle grandi città, nell'essenza della sua radice musicale come il country. Vecchio e nuovo si incontrano e scontrano, le canzoni si susseguono esaltando valori a cui non credono neppure gli stessi cantanti. Crescono e maturano schegge impazzite che deflagreranno nel finale, mentre prende il sopravvento l'apparenza e il voler apparire a tutti i costi. E' un ritratto impietoso quello di Altman.
Uno dei film fondamentali di quel decennio e non solo e se devo scegliere il capolavoro del regista americano scelgo questo senza indugi proprio per la sua originalità.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  16/08/2010 23:59:48
   9½ / 10
Il film più significativo di Altman.
Il film più importante degli anni settanta.
il film che ha conquistato una nazione.
Il film dove trionfa la splendida musica country americana.
Il film in cui ogni persona ci si ritrova, in una forma o nell'altra.
Il film manifesto dell'america di quel tempo.

Assolutamente da visionare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  02/07/2010 18:57:31
   9½ / 10
Ciò che soprattutto mi ha colpito di Nashville (come anche in America oggi) è l'amarezza che lascia a fine visione, qualcosa di difficile a mandar giù, anche un po' annichilente, a dirla tutta.
Le vicende personali di ognuno sono un niente in confronto alla perfetta coralità del tutto, i piccoli drammi perdono d'ogni importanza e vengono fagocitati da un qualcosa di più grande che non ha volto, lo spezzettamento in tante piccole storie “piene” si traduce in uno svuotamento collettivo che già trent'anni fa le menti più sensibili riuscivano a cogliere (e rappresentare).
Ciò mi fa pensare che dobbiamo anteporre di un bel po' le origini della desolazione che oggi, sotto gli occhi di tutti, ha raggiunto ogni dove.
Finale a dir poco emblematico.

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Ultima risposta 05/07/2010 18.41.53
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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  31/03/2010 14:15:28
   9 / 10
Ho appena finito di vederlo e pur rendendomi conto che si tratta di un film con una visione spiccatamente americana(indirizzato dunque più agli americani che non agli europei, ma l'arte è universale, io sono di questo parere)si parla comunque di un capolavoro assoluto del cinema, definito - non a torto - da molti il più grande film americano degli anni '70. Più che il miglior film di quel decennio, sarebbe sensato definire Nashville il manifesto del cinema di quegli anni. E come tutte le grandi opere artistiche - cinematografiche e non - Nashville è un film che disseziona la trama, i personaggi, scompone la storia per poi mescolare il tutto con grande maestria. Insomma, chi non l'ha visto dovrebbe affrettarsi a vedere questo film!

wooden  @  27/03/2010 18:09:22
   9½ / 10
Il capolavoro americano dei 70s, apice di un genio assoluto ingiustamente misconosciuto dai più.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  06/12/2009 11:39:40
   9½ / 10
Il cinema-documento di Altman s’applica qui ad una intera collettività: figure che emergono da questo oceano variopinto di folla (Nashville), s’inabissano, poi riaffiorano. Facce diverse, eppure ognuna a suo modo riflesso d’uno stesso imbarazzo sociale. Da figura a figura, da personaggio a personaggio, da situazione a situazione, Altman ricerca, scruta, in qualche modo spia il suo, il loro disagio.
Piccole nevrosi, che da uno si ritrovano in quelle dell’altro, e in quelle dell’altro ancora, come onde procedono nell’oceano folla, fino a confluire in un'unica, d’una intera nazione.

Solo fintamente presentato come documentario sui generi musicali del luogo (non a caso è stata scelta Nashville, capitale della musica), il film è in verità un documentario su di una società in disarmo morale, dove soltanto a fare da voce accompagnatrice è la musica, splendidamente omaggiata come faccia dell’altra medaglia, quella delle ipocrisie, delle venialità, dello show business.
Dove è infondo la realtà che viene illustrata, nonostante ci appaia così straniante. Forse squallida, vuota, appena tediosa, ma nondimeno interessante.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  03/12/2009 10:24:41
   9½ / 10
Difficile per me commentare quello che è probabilmente il miglior film di Altman. Servirebbe un commento a struttura corale a tutti gli effetti, e qui sotto ce ne sono. Dissacrazione totale dell' America, in "Nashville" c' è tutto, dalla politica allo showbiz al biz in generale, miti, cultura, musica e problemi di ogni tipo. Nell' anno di "Barry Lyndon" e il Cu**** l' Oscar alla sceneggiatura se la meritava Robert Altman. Bel commento del *****.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  22/09/2009 23:02:38
   9½ / 10
Questo film mi ha affascinato fin dai primi fotogrammi. Eppure è un film che non ha nessuna caratteristica che potrebbe attirare lo spettatore cinematografico comune. Non ha un protagonista, non racconta una storia in maniera linerare, non c’è progressione drammatica o suspence. E’ tutta una serie di scene in montaggio alternato che raccontano banali episodi di vita di una serie di personaggi naturali e caratteristici allo stesso tempo. Se non c’è unità d’azione c’è comunque unità di luogo (la città di Nashville, nel sud degli USA) e anche temporale (i preparativi di un comizio politico).
Ciò che colpisce pure adesso a distanza di oltre 30 anni è la netta sensazione di realtà diretta, non filtrata, che emana fortissima dalle immagini.
Lo specchio è qualcosa di particolare che attira; non possiamo fare a meno di guardare e di meravigliarci della nostra immagine riflessa. Nashville possiede questo effetto. E’ come se avessimo davanti, invece dello schermo, uno specchio che riflette in continuazione realtà diverse, rinnovando ogni volta la nostra meraviglia e la nostra curiosità.
La rappresentazione diretta, non filtrata della realtà è stata una novità stilistica della Nouvelle Vague (A bout de souffle, 400 coups), applicata però a singole storie. Altman cerca invece ambiziosamente di rappresentare TUTTA la realtà nelle sue mille sfaccettature e nelle sue stridenti contraddizioni. Secondo la mia opinione ci riesce quasi perfettamente. Il continuo spezzettamento e l’effetto “specchio” creano distacco da parte dello spettatore e aiutano così a vedere in controluce i personaggi e giudicarli spassionatamente. Nonostante la varietà c’è una misura e possiamo così seguire agevolmente le varie vicende nel loro intrecciarsi. In genere i personaggi sono colti nella loro vita pubblica o in rapporto con altri. Il fine è quello di dare un quadro ben preciso di umanità americana anni ‘70. Qualcosa che rimarrà eternamente vivo.
Ne viene fuori infatti una testimonianza molto chiara di una nazione in crisi etica e civile, dove il vecchio sistema di valori non ha più la forza e il significato di una volta e dove nessun nuovo sistema è riuscito a prendere il sopravvento.
Nashville è sempre stato il simbolo dell’America più tradizionalista e conservatrice, legata ai valori fondanti di religione, patria e famiglia. Nella realtà del film si fa vedere che i vecchi valori sono ridotti ormai a delle formalità. La famiglie non sono così salde (la tentazione del tradimento è dietro l’angolo), i bianchi non hanno più l’esclusiva. Sotto sotto impera la sete di potere e denaro, l’ipocrisia e il sesso (lo spogliarello davanti a tanti “benpensanti”). Anche la politica è ridotta a una lotta fra interessi; non c’è più la visione complessiva che aveva Kennedy.
Il nuovo sono i giovani capelloni e anticonformisti, i quali però hanno solo una visione edonista e disinteressata della realtà e della propria vita. In generale tutta la società è rappresentata come inebetita dallo “spettacolo” e dal divertimento. Un attentato, un fatto civilmente grave è subito scordato e assorbito grazie al proseguimento dello spettacolo; del resto “it don’t worry me”, i fatti collettivi non interessano, conta il piacere personale.
La protagonista del film è però la musica (nella sua variante country). Nessuno come gli statunitensi a cavallo fra ’60 e ’70 sono riusciti a raccontare tramite la musica. Così bella, così naturale e spontanea, così affascinante, è un grande piacere dell’orecchio oltre a essere fondamentale per il significato del film.
Un’ultima cosa (e poi non rompo più): senza volerlo Altman è stato l’iniziatore di due colonne portanti del divertimento televisivo degli ultimi 30 anni. Con MASH ha fornito il modello per le sit-com demenziali, mentre con Nashville ha ispirato formalmente le telenovelas con tante vicende che s’intrecciano fra di loro. Del suo stile è stato preso solo il guscio mentre si è tralasciato il succo che è l’intelligente sguardo impietoso e approfondito sulla nostra problematica realtà.

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Ultima risposta 21/06/2010 08.27.18
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Developer  @  13/10/2008 17:22:08
   10 / 10
Il film di Altman che preferisco. Originale fin dai titoli di testa, splendido nel finale. You may say that I ain't free - but it don't worry me.

Peccato che non riesco a trovarlo in DVD!

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  02/03/2008 14:37:13
   9½ / 10
Devastante, paragonabile solo ad “America Oggi”.
Un’opera colossale che se anche in forma quasi documentaristica e anonima, entra nell’interiorità dei personaggi con cristallina sincerità.
Scolpiti nella loro tipologia ideale i musicisti di Nashville e coloro che gravitano loro intorno sono esenti da una responsabilità totalizzante da parte del regista/giudice.
Altman pare osservare come in realtà il potere sia solo formalmente in mano ai potenti e sceglie di spostare il punto di fuga della responsabilità di un impoverimento della coscienza valoriale verso “la folla”.
Prendere un evento musicale monumentale nei ’70 era forse il modo migliore per scavare nella sofferenza di una nazione, non a caso la prima canzone che ascoltiamo è il ribadire di un orgoglio ingiustificato che palesa la crisi piuttosto che nasconderla: “ma dobbiamo averne di qualità per aver durato 200 anni”. La musica come affabulazione generale è spregevole quanto normale per una società che è una storica creatrice di miti e sogni.
Ma la responsabilità è della “gang” (come lui la definiva) di presidenti o soprattutto di un popolo fondamentalmente poco colto che considera genii piccoli musicisti fagocitati dal sistema e relega i discorsi di un anonimo candidato politico (al quale poi affideranno la loro stessa vita) negli altoparlanti dei parcheggi?
Rimane che la devastante azione demistificatoria di Altman rappresenta uno dei livelli più alti a cui il Cinema sia mai arrivato.

The Monia 84  @  05/01/2008 11:18:53
   10 / 10
Il capolavoro di Altman.
Un film manifesto della società americana in un momento di sconforto e sbando totale. 27 canzoni protagoniste in uno dei più importanti film musicali della storia del cinema in una 5 giorni di grande e amaro spettacolo nella capitale del Tennessee.
Giustissimo l'Oscar per I'm Easy (eseguita da K. Carradine), interpreti memorabili.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/12/2007 00:48:33
   10 / 10
"Nashville", epopea o dissacrazione del Mito Americano? Entrambe le cose, probabilmente. In ogni caso, un film decisamente innovativo anche per i mezzi usati: emblematico il Carradine che esegue la famosissima "L'm easy" nello studio di registrazione fa pensare a un'antisegnano del videoclip.
Caustico e irriverente, prosopopea del kitsch centenario del country (sia quello nobile di Johnny Cash e Townes Van Zandt che quello atroce che si respira nelle bettole della città dei birraioli) il film è senza ombra di dubbio il capolavoro di Altman e uno dei tre o quattro capolavori assoluti del cinema degli anni settanta (ma non solo).
Il personaggio della cantante sgraziata che conclude l'esibizione con uno spogliarello (quanta amarezza my God) e il finale che segna il debutto accidentale e spaventoso di una nuova promessa in un bagno di folla che assiste al crollo delle proprie speranze rievoca indirettamente sia il famigerato concerto di Altamont degli Stones sia l'assassinio di Kennedy a Dallas... con quanto cinismo Altman riapre ferite che ancora oggi nessun americano ha mai rimosso...
Non a caso il tronfio proscenio di una campagna elettorale adombrata di lustrini e glamour, proprio come nei festival musicali più in voga, diventa rappresentazione di un Mito che mostra solo l'apparenza di sè, e forse il vuoto del suo senso etico artistico e culturale

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  23/09/2007 17:42:29
   9 / 10
UNO DEI FILM PIU' ORIGINALI E CAUSTICI CHE IO ABBIA MAI VISTO. ALTMAN SI SERVE DEL GENERE MUSICAL PER DIPINGERE UNA SOCIETA' ALLO SFACELO, FRAMMENTATA, PRIVA DI VALORI, IN CUI QUELLO CHE CONTA E' APPARIRE A TUTTI I COSTI. LA SCENA DELL'OMICIDIO IN PUBBLICO E' ELOQUENTE: "LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE".

Tony Ciccione90  @  30/07/2007 13:35:21
   8 / 10
Davvero un bel film,anche se guardandolo in lingua originale e con i sottotitoli si perde qualcosa. Divina la canzone di Keith Carradine!!!

Beefheart  @  29/03/2007 14:44:33
   7½ / 10
Universalmente riconosciuto come il miglior film del regista, propone tutte le peculiarità del suo stile che tanto l'hanno reso celebre ed amato. Commedia corale, dalle tinte socio-politiche, che parla in musica, con una marea di personaggi, alcuni dei quali famosi e nella parte di loro stessi, che incrociano le rispettive storie all'interno di un quadro narrativo generale, incentrato sull'evento dell'annuale festival di musica country in quel di Nashville, Tennessee, appunto. Ad aumentare la carne al fuoco giungono puntuali gli inquinamenti politici dovuti alla concomitante campagna elettorale per la corsa alla presidenza degli States. Tutti i personaggi del film sono, in qualche modo e misura, vittime del sistema esasperante e/o di loro stessi e, tutti assieme, danno vita ad un felliniano circo umano a cavallo tra il grottesco e l'assurdo, che porterà all'inevitabile finale, nel quale le esigenze politiche avranno il sopravvento su tutto, compresa l'umana compassione. Forse non propriamente facile e confidenziale vista la considerevole varietà di protagonisti e situazioni ma senza dubbio azzeccato e quindi meritevole.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/03/2007 17:39:54
   8 / 10
dopo aver letto la trama ero un po pessimista e invece mi devo ricredere e addirittura consigliare questo film a tutti coloro che non l'hanno visto e che,soprattutto,amano la musica!
ultimamente sto apprezzando questo regista e noto con piacere che questo viene indicato come il suo miglior film...io non lo metterei tra i miei preferiti,forse perche non tutte le storie secondo me sono azzeccate...ma pensavo di annoiarmi con tutta quella musica è invece risulta piacevole e molte canzoni sono riuscitissime,infatti ho trovato difficile capire quale fosse la canzone che avesse vinto l'oscar,tanto sono belle quasi tutte!
il finale poi è splendido con la gente che canta("non importa") dopo quello che è successo...e forse è proprio vero,non importa a nessuno!

p.s. devo criticare la versione sottotitolata in italiano che,in molte scene,manca completamente di sottotitoli!peccato!

3 risposte al commento
Ultima risposta 05/01/2008 11.51.12
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  28/12/2006 10:29:18
   10 / 10

Uno dei film centrali degli anni 70. "Nashville" è il film corale per antonomasia, immenso affresco di una generazione allo sbando, pessimista, senza uscita.
Diretto e montato magistralmente, racconta le storie di star affermate, cantanti stonate in cerca di successo , cantanti allo sbando, vecchie volpi del country, politici alla ricerca di voti, tradimenti, un anziano che perde sua moglie, un veterano e un attentatore. Tutto ruota intorno al festival della musica di Nashville, anche con comparse eccellenti (Julie Christie, Elliot Gould).

Memorabile la sequenza in cui Keith Carradine canta "I'm easy" .
Altman ritenterà l'affresco di una intera generazione negli anni '90 con "America Oggi", con la stessa formula.
Ho appena rivisto anche il bellissimo "America oggi", ma il più forte e il più impietoso rimane "Nashville". Solo "il lungo addio" è altrettanto centrale nella carriera del regista.

Rusty il Selvag  @  15/12/2006 12:34:12
   10 / 10
Grazie di cuore Robert

sempre "in direzione ostinata e contraria"

"EHI TU !

TAGLIATI QUEI CAPELLI NON SEI ADATTO PER NASHVILLE"

quaker  @  12/05/2006 00:27:39
   9½ / 10
Rivisto da poco, in versione originale sottotitolata. Bellissimo veramente, gran film corale; consigliatissimo a tutti. Attualissimo, non risente in negativo degli anni, non pochi, che si porta addosso, da vedere e da ascoltare con piacere. The show must go on. Splendida musica, capacità straordinaria di Altman (maestro del tocco leggero) di fondere documentario, denunzia e commedia, che diventa tragedia. Bellissimo e bravissimo Carradine, molto brava anche Geraldine Chaplin, indimenticabile il vecchio cantante country (che non so chi sia).

regista  @  02/03/2006 16:06:28
   10 / 10
bellissimo un robert altam stupendo c.a.p.o.l.a.v.o.r.o

Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  09/02/2006 16:39:27
   10 / 10
Momma and Daddy raised me with love and care
They sacrificed, so I could have a better share
They fed me and nursed me and sent me to school
Momma taught me how to sing, Daddy lived the Golden Rule
When I think of the children alone in play
Abandoned and wild like a fatherless child
I think of my Momma and how she could sing
Harmony with my Daddy, our laughter would ring.

Down the highway, on the beaches
Just as far as it may reach-es
I still hear Daddy singin' his ol' Army songs
We laugh and count horses as we drove along.
We were young then, we were together
We could bear floods and fire and bad weather
And now that I'm older, grown up on my own
I still love Momma and Daddy best, my Idaho home.
Momma grew up on the prairies of Kansas
She was tender and sweet.
The dust and tornadoes surround her
But they left her straight up on her feet.
My Daddy grew up on his own, more or less
His Momma died when he was just eleven.
He had seven sisters to raise him.
But he dreamed of his Momma in heaven.
His Daddy drank whiskey and had a sharp eye.
He sold chicken medicine farmers would buy.
Together they hunted the fields and the farms
When his daddy died, my Daddy rested in my Momma's arms.


Non è solo il più bel film di Altman, ma uno dei capolavori della storia del cinema. Il mix di commedia, dramma, patetico, problematiche sociali e musica è perfetto. Canzoni bellissime, attori perfetti, regia da manuale.
Da vedere e rivedere

edo88  @  29/12/2003 13:37:22
   8 / 10
bhè è vekkiotto come film,,,però ho scoperto di averlo in cassetta a casa e l'ho guardato...potrebbe essere da "9" ma c'è qualcosa di "vekkio" che non me gusta....

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/01/2004 08.28.06
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Rama  @  16/12/2003 18:46:44
   9 / 10
il vero capolavoro di altman! il primo e unico film che sottilina la perdita di centralità, la frammentazione della società degli anni '70. un capolavoro di regia e sceneggiatura, dove il vero protagonista diventa la musica. memorabile la scena finale sottolineata da quel particolare pezzo. c a p o l a v o r o

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