Incapace di processare il lutto per la morte della figlia, il Detective Lukas (Cole Hauser), a pochi giorni dalla pensione, si lancia nella drammatica caccia ad un serial killer misterioso che uccide secondo un brutale rituale tribale: il Muti. Un viaggio che lo porterà anche a Roma, dove cercherà l'aiuto dell'ispettore Lavazzi. L'unico che però può aiutare Lukas è il Professor Mackles (Morgan Freeman), antropologo di origine africana che nasconde un inconfessabile segreto.
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Un brutto thriller,che dopo uno spunto iniziale interessante mette troppa carne sul fuoco finendo per annoiare e regalare un finale nel quale il numero di assurdità non si contano. Regia molto modesta e piatta,un montaggio scellerato ed una fotografia da serial TV affossano del tutto la pellicola. Neanche il cast nonostante i nomi di un certo livello riesce a salvare la situazione, con un Hauser che va avanti col pilota automatico,uno Stormare che si vede ben poco ed un Freeman che se la cava giusto con l'esperienza ma che oramai ( è il caso di dirlo) non ha più l'età per certi ruoli. Assolutamente evitabile.
Risente del taglio italiano come regia: purtroppo si vede . La parte americana è fatta meglio. L ambientazione di Roma è bella, Freeman prova a risollevare un thriller potenzialmente interessante tuttavia non la pellicola non sfonda fino in fondo. Particolare il mini colpo di scena finale
Un thriller brutto come la fame. Sostenuto da una regia piatta e da un ritmo incalzante quanto un bradipo affetto da paralisi, la storia dipana fra due continenti, in cui la parte americana è quella preponderante mentre quella italiana, dopo un inizio scoppiettante come un coma profondo diventa totalmente di contorno, ai limiti dell'irrilevanza. Capisco la co-produzione ma qui si esagera. Per il resto una prevedibilità e mancanza di idee da gogna in piazza pubblica. Attori come Freeman o Stormare ormai accettano anche di recitare l'elenco telefonico, se ci sono ancora.