miracolo a le havre regia di Aki Kaurismaki Germania, Francia, Finlandia 2011
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miracolo a le havre (2011)

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locandina del film MIRACOLO A LE HAVRE

Titolo Originale: LE HAVRE

RegiaAki Kaurismaki

InterpretiAndré Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Elina Salo, Evelyne Didi, Quoc Dung Nguyen

Durata: h 1.33
NazionalitàGermania, Francia, Finlandia 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2011

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Trama del film Miracolo a le havre

Marcel Marx, un ex scrittore rinomato e bohemien, volontariamente si trasferisce in esilio nella città portuale di Le Havre, dove la sua professione onorevole, ma non redditizia, di lustrascarpe, gli dona la sensazione di essere più vicino alla gente. Mantiene viva la sua ambizione letteraria e conduce una vita soddisfacente nel triangolo formato dal pub dell'angolo, il suo lavoro e sua moglie Arletty, quando il destino mette improvvisamente nella sua vita un bambino immigrato proveniente dall'Africa nera.

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Voto Visitatori:   6,96 / 10 (53 voti)6,96Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Miracolo a le havre, 53 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

tonysoprano  @  21/07/2013 18:43:00
   4 / 10
Peccato, ci sarebbe realmente bisogno di una ben fatta favola moderna in questo buio periodo
Ma il regista non ci riesce

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/07/2013 20.28.22
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  22/11/2012 16:43:53
   7½ / 10
Una storia dal sapore di fiaba antica, film dolcissimo. Consolante assaporarselo in questo tempo così negativo e nichilista.

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/11/2012 20.17.13
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  19/12/2011 19:18:59
   8½ / 10
Là dove Crialese urlava e si agitava per puntare il dito contro i cattivoni razzisti Kaurismaki sceglie la strada delle immagini, dei volti e delle poche parole, e il film non può che giovarne.

Sensibilità e maturità artistica in una storia semplice e piena di speranza.

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Ultima risposta 28/12/2011 19.24.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  17/12/2011 12:00:38
   8½ / 10
Aki Kaurismaki ci ha oramai abituato a veri e propri colpi d'ala cinematografici, ogni pellicola è qualcosa che si avvicina di molto al capolavoro non per la regia o per le prove di recitazione, ma semplicemente per la visione del mondo e della società; la valorizzazione di coloro che consideriamo, a torto, reietti e che, invece, nel pensiero del cineasta, costituiscono l'unica speranza per raggiungere un mondo fatto di minori diseguaglianze, lontano dallo sfrenato consumismo che oramai ci accomuna tutti, fa davvero pensare alle parole di Pasolini: "non esiste più alcuna differenza a livello culturale tra operai e borghesi, ma solo economica", ebbene, il film di kaurismaki ci fa pensare, invece, che qualcosa di diverso, lontano dai cellulari, dalle auto di lusso, esista ancora ed incredibilmente sono la parte sana della società. Chapeaux!

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/12/2011 17.35.40
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  10/12/2011 00:41:28
   8 / 10
Un film semplice, come tutti quelli di Aki.
Penso che pochi registi possano narrare una storia del genere, ma non perché Kaurismaki sia in sé un genio, quanto perché il fiabesco gli si ritaglia molto bene addosso.
Film semplice, dicevo. Ma anche no. Basti pensare alla prima scena. Le favole di Kaurismaki sono solo formalmente semplici. I cliché del genere (come giustamente osservato dalla pierina) ci sono, e si armonizzano efficacemente con la tipica fissità della mdp del regista finlandese.
La presenza di Leaud è l'equivalente di Cenerentola che si perde nel bosco di Cappuccetto Rosso. L'eroe di Truffaut è l'anti-eroe di Kaurismaki. Ma noi questo cattivo non riusciamo a odiarlo. Non è come il lupo cattivo. In questo è l'umanità del Cinema di Kaurismaki. Che le sue favole sono incredibilmente, sconcertantemente umane. Quindi il Miracolo diventa una routine che si accetta senza troppi urrà e festeggiamenti. Si festeggia con le Ore Migliori di cui parlava Giovanni Giudici. "Preparo da mangiare".
"Il problema del nostro mestiere è che nessuno ci ama".

2 risposte al commento
Ultima risposta 10/12/2011 14.04.40
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h.chinaski  @  10/12/2011 00:02:23
   7 / 10
io non è che lo sopporti tanto sto kaurismaki a dei ritmi tutti suoi...cmq bello anche se la sottotrama del bimbo di colore (sebbene importante per l'inreccio) mi sembra un pò forzata. Fortissimo il cantante rock roberto

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Ultima risposta 10/12/2011 10.43.56
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  09/12/2011 16:35:51
   8½ / 10
(Spoiler presenti)
Curioso che Kaurimaski ci racconti la città dell'infanzia di Monet tramite impressioni, brevi indugi su figure macchiettistiche e su scorci ambientali. Le Havre, cui s'addice alla perfezione la formula fiabesca "un paese lontano lontano", è il luogo ideale per una vicenda che, sebbene attualissima, sembra avulsa da un vero contesto temporale (particolari magari futili, come le frequenti focalizzazioni sulle banconote in euro, tengono a galla nella mente dello spettatore il legame con la realtà presente).
Il rimbalzo continuo fra ciò che è e ciò che sembra è in effetti la cifra più sorprendente del film. Il cliché in tal senso ha un ruolo straordinario. Parole e azioni dei personaggi sembrano confarsi a determinati stereotipi, finché qualcosa non smonta la nostra convinzione o, addirittura, la riconferma con enfasi sconcertante.
Il messaggio stesso della pellicola è in linea con l'ambiguità di fondo. In apparenza la storia è pervasa da un ottimismo esasperato. L'antagonismo del denunciatore, il dramma di Idrisse in sé, l'inettitudine di Marcel, non riescono ad intaccare l'idillio. Ma l'utopia come la distopia si basa su un principio, se non di irrealtà, di eccezionalità. La solidarietà degli abitanti, l'omertà in positivo dell'ispettore, la guarigione della moglie del protagonista, sono miracoli. E si sa, i miracoli accadono solo in qualche quartiere.

7 risposte al commento
Ultima risposta 17/12/2011 18.26.29
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