milk regia di Gus Van Sant USA 2008
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milk (2008)

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locandina del film MILK

Titolo Originale: MILK

RegiaGus Van Sant

InterpretiSean Penn, Emile Hirsch, James Franco, Josh Brolin, Diego Luna, Brandon Boyce, Kelvin Yu, Lucas Grabeel, Alison Pill, Victor Garber, Denis O'Hare, Howard Rosenman, Stephen Spinella, Peter Jason, Carol Ruth Silver

Durata: h 2.08
NazionalitàUSA 2008
Generebiografico
Al cinema nel Gennaio 2009

•  Altri film di Gus Van Sant

Trama del film Milk

Milk è il film biografico da tempo fortemente voluto da Gus Van Sant su Harvey Milk, politico statunitense ed attivista gay, che eletto consigliere comunale a San Francisco nel 1977 fu il primo politico apertamente omosessuale ad essere eletto ad un incarico pubblico negli Stati Uniti. Milk fu ucciso assieme al sindaco George Moscone il 27 novembre del 1978 dall'ex consigliere comunale Dan White, che aveva rassegnato le dimissioni pochi giorni prima, a seguito dell'entrata in vigore di una proposta di legge sui diritti dei gay a cui si era opposto. Ad interpretare Milk sarà Sean Penn, James Franco il suo compagno Scott Smith, Emile Hirsch un suo amico, mentre Josh Brolin interpreterà Dan White.

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Voto Visitatori:   7,60 / 10 (184 voti)7,60Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
Miglior attore protagonista (Sean Penn)Miglior sceneggiatura originale
VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR:
Miglior attore protagonista (Sean Penn), Miglior sceneggiatura originale
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Voti e commenti su Milk, 184 opinioni inserite

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WildHorse  @  02/05/2010 03:26:41
   8 / 10
Ottimo sotto tutti gli aspetti. Per chi non conosce la storia di Harvey Milk (io non la conoscevo), sarebbe da togliere lo spoiler nella presentazione di sopra, dove c'è scritto "trama del film Milk", perché si rovina il finale.
Comunque, rimango dell'idea che in quell'anno l'oscar come miglior attore lo meritava Mickey Rourke in the Wrestler.
Consigliato.

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Ultima risposta 05/07/2010 16.41.21
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Invia una mail all'autore del commento MissSunshine  @  20/11/2009 22:13:54
   8½ / 10
Certe parti mi hanno fatto venire i brividi...molto emozionante... Sean Penn veramente ma veramente bravo.

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Ultima risposta 12/01/2010 00.42.57
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pardossi  @  18/09/2009 18:57:27
   7½ / 10
Ormai se non fosse già noto questo film sigilla definitivamente l'enorme e incredibile bravura di questo eccellente attore, scontato l'oscar che indubbiamente merita.

Il film è molto bello e coinvolgente, anche se non conoscevo la storia di quest'uomo alla fine sembra un tuo amico perchè il regista sa trasmetterti tutta la sua personalità e i suoi timori, descrive molto bene l'aria di quei tempi e fa seguire la pellicola con molta attenzione senza mai annoiare, consigliato per vedere la faccia pulita e normale di uomini come tutti.

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Ultima risposta 19/09/2009 16.55.25
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Bathory  @  22/07/2009 20:51:34
   6½ / 10
Il giusto tributo ad un grandissimo uomo è stato fatto...ma il film è davvero poco coinvolgente, ed è un vero peccato perchè la storia di Harvey Milk aveva un grandissimo potenziale, ma Van Sant si limita a svolgere il compitino, senza osare, raccontando le vicende in maniera abbastanza piatta e lineare.

Sean Penn immenso, anche se l'oscar l'avrei dato a Mickey Rourke..

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Ultima risposta 18/09/2009 19.00.11
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  12/06/2009 12:35:36
   7 / 10
Buon film dell' abietto del Cinema Gus Van Sant. Sean Penn dimostra di avere versatilità e si riconferma il più bravo attore della Storia del Cinema. Biografia di Harvey Milk, con un lungo flashback al nastro registratore che, come avrebbe detto Billy Wilder in questo caso, non è solo la registrazione di un uomo, è la registrazione di un uomo che sa che perderà sangue. (cit. modificata). Josh Brolin assolutamente identico a Dan White. Coinvolgente.

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Ultima risposta 13/06/2009 22.50.44
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  03/04/2009 15:19:29
   7 / 10
Abbandonata l’analisi del preoccupante mondo adolescenziale,Gus Van Sant si butta a capofitto nella ricostruzione storica dell’ascesa politica di Harvey Milk,primo omosessuale dichiarato ad essere eletto negli States.
Passato da un totale anonimato,incarnato da un grigio lavoro impiegatizio,Milk nel giro di otto anni divenne uno dei personaggi maggiormente invisi alla fazione più bigotta ed ottusa dei politicanti di allora,quelli che appellandosi a ipocriti valori morali e cristiani misero sulla graticola il movimento gay rischiando di scatenare una caccia repressiva dalle proporzioni devastanti.
Van Sant lavora con trasporto,a sua volta noto omosessuale, cerca di rendere omaggio nel miglior modo possibile a colui che diede dignità e diritti ad una minoranza sino a quel punto derisa,perseguitata e costretta a vivere nell’ombra.Interessanti alcune scelte di regia,buono il montaggio alternato con svariate immagini di repertorio,molto suggestive ed efficaci.
Purtroppo però il film non mi ha convinto,l’ho trovato molto didascalico,a tratti incapace di trasmettere emozioni,privo di quel calore che dovrebbero sprigionare queste opere, a maggior ragione se supportate da grandi interpretazioni come quella di Sean Penn.
Ciò che Van Sant comunica è importante,la comunità gay può essere assimilata alle tante minoranze che si trovano a combattere quotidianamente contro la prevaricazione,lo sberleffo,l’umiliazione e la violenza scatenate dall’ignoranza e dalla paura del diverso.L’esortazione ad andare oltre le apparenze create ad hoc da tutti coloro i quali dal disprezzo traggono vantaggio passa con autorevolezza,ma la storia, troppo ancorata ad un resoconto cronologico, finisce con il raccontare molto l’uomo politico e poco quello privato,di certo degno di maggior attenzione.
”Milk” è un film interessante ma poco coinvolgente,Van Sant offre un bell’involucro che solo a tratti esprime quel potenziale che era lecito attendersi.

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Ultima risposta 08/04/2009 13.50.43
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benzo24  @  15/03/2009 18:23:18
   4½ / 10
due premi oscar!! ma scherziamo? ok sean penn è un bravo attore e non sfigura nemmeno in questo film, ma miglior attore mi sembra una esagerazione bella e buona (semmai josh brolin o diego luna ( lui si che andava candidato come miglior attore per mister lonely)come attori non protagonisti potevano giocarsi qualcosa.) miglior sceneggiatura originale? (questa è proprio incomprensibile) ma se ci troviamo divronte una sceneggiatura pasticciata dove l'unico personaggio affrontato in modo corretto è il protagonista (dove è la prospettiva psicologica degli altri personaggi?) e che altro non è che una sequenza degli avvenimenti, visti da un punto di vista unicamente gay.
il film in se poi è noioso, classico prodotto mainstream hollywoodiano, pieno di buonismo.

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Ultima risposta 15/03/2009 19.11.10
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TIGER FRANK  @  14/03/2009 12:32:49
   6½ / 10
Aldila' dell'importanza della tematica di cui sottoscrivo in pieno,il film non mi sembra un capolavoro.

Aldila' della recitazione di Scion che e' indubbiamente uno dei piu 'bravi attori contemporanei in circolazione non mi sembra che in questo film sia stato particolarmente al di sopra le righe rispetto i suoi ultimi ruoli.....men che meno cosi' folgorante da beccarsi un Oscar.
Forse perche' Van Sant non e' mai riuscito ad emozionarmi,forse perche' pur non piacendomi lo trovo piu' interessante nei suoi deliri,forse perche' mi sembrava che al tutto mancasse quel pizzico in piu' ....anche di carisma.
non sto a disquisire sull'impoirtanza che ha avuto quest'uomo sulla comunita' di San Francisco(citta' che amo in assoluto),diritti sul gay americani e non solo....ma e' un bel po' noiosetto questo Milk.

Poi mi chiedo se basti solo ammorbidire un po'la mimica per avere qualche chance in piu' per prendersi un oscar......neanche confronto il seppur bravissimo scion di questo "latte tiepido"con la superlativa performance di hillary swank in boys don't cry perche' non ci sono paragoni.

ah caro scion lo sai che noi donne ti adoriamo...
pero' visto che agli oscar hai ringraziato mezzo mondo potevi pure degnare di uno saluto anche quella pora donna che ti applaudiva commossa,la bravissima robin wright penn......tua moglie!!!
Ha rinunciato alla sua carriera pe sta co te e cresce i tuoi figli,con te sempre lontano da caaa per le tue missioni umaniatrie,ti sta dietro da una vita nonostante i tuoi alti e bassi e sicuramente ha pure l'acconciatura piu' difficle da pettina' in assoluto:le tue innumerevoli corna!!!!!
Ce piacevi un sacco a tutte quante ma adesso, tuttosommato,tua moglie non la invidiamo piu' cosi' tanto..............................te diro'!!!!!!!!

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Ultima risposta 16/03/2009 23.05.24
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Alex89  @  05/03/2009 23:59:34
   8½ / 10
Mi è piaciuto davvero molto...
Battuto alla corsa agli Oscar da The Millionaire ma nella mia classifica ''The Milk'' è davanti..
Ci trascina in questa storia vera..Dove Sean Penn interpreta con l'Oscar già in tasca..è magnifico..Inoltre tutto il contorno di attori è più che buono..
Storia interessante ed emozionante..Certo finale svelato già dall'inizo ma cmq lascia il segno..Un film che fa pensare..Anche se affronta più la vita personale di Milk che il ''resto''..
Cmq interessantissimo e consigliato per un vasto pubblico..

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Ultima risposta 06/03/2009 17.09.04
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BlackNight90  @  22/02/2009 20:57:41
   8 / 10
Un film dal grande respiro sociale e politico, ma per nulla un capolavoro. Uno dei suoi limiti è quello di basarsi completamente sull'immensa interpretazione di Penn, senza il quale difficilmente la grande forza morale di Harvey Milk sarebbero potute arrivare alla gente: è rassicurante la serenità, il continuo sorriso sulle labbra che Penn dà al suo personaggio. Di contro, la regia è anonima e a volte non m'ha convinto (leggasi split-screen), ed è strano perché Van Sant, essendo omosessuale e coinvolto in prima persona, avrebbe potuto dare un punto di vista diverso dalla solita biografia documentaristica, anche se devo dire che è realizzata molto bene, con l'aggiunta di filmati d'epoca interessanti, e di scene molto emozionanti.
Ottimo tutto il cast in generale, sorprendente Franco, anche se Brolin è stato molto più bravo nel film dei Coen che qui (e il suo personaggio, la sua psicologia non è spiegata a sufficienza). Dopo l'improponibile Elephant, Van Sant colpisce positivamente, e per fortuna non eccede in retorica. Ma tanto c'è Penn che risolve tutto (ma come avrà fatto a tornare eterosessuale?)
Un'ultima cosa: quest'anno ci sono stati molti buoni film, ma mi sembra che nessuno si possa definire un capolavoro assoluto, a differenza dell'anno scorso quando fu premiato Non è un paese per vecchi. Un vero peccato.

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Ultima risposta 23/02/2009 13.44.02
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cassandra2009  @  17/02/2009 15:56:17
   3 / 10
Gus Van Sant abbandona il suo brillante processo di sperimentazione e la sua genialità creativa per raccontare una storia tutto sommato incolore e priva di vero interesse. Mancano quelle immagini potenti a cui ci ha abituato nei suoi film precedenti, qui c'è solo una semplicità visiva che si accompagna a una storia abbastanza esile e priva di spessore narrativo. Impeccabile l'interpretazione di Sean Penn, meritata la sua nomination all'Oscar, l'unica nota positiva di un film che ha deluso tutte le mie aspettative.

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Ultima risposta 25/02/2009 00.19.47
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  17/02/2009 14:07:51
   6½ / 10
I biopic, si sa, soprattutto quando sono fortemente sentiti ideologicamente e moralmente, perdono spesso le caratteristiche narrative di una fiction vera e propria e si fanno più prossime a quelle documentaristiche. Non c'è dubbio che Van Sant ci abbia messo la passione politica nel realizzare questo film su Harvey Milk, attivista per i diritti degli omosessuali nell'America degli anni '70 combattuta tra spinte rivoluzionarie, forti aperture culturali e la reazione bigotta di tutta la galassia conservatrice ancora molto forte e potente.
Di Milk ne esce fuori un ritratto bello, appassionato, di sicuro molto veritiero, ma come operazione cinematografica resta piuttosto piatta e convenzionale. Come spesso succede in questi casi, "Milk" è un film necessario, ma non eccezionale.

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Ultima risposta 24/02/2009 11.22.50
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  17/02/2009 13:42:07
   6 / 10
Van Sant non mi è mai piaciuto particolarmente, nemmeno nei suoi film più riusciti, e devo dire che con questo "Milk" la mia posizione non cambia di una virgola, anzi, forse è peggiorata.

Il film si potrebbe benissimo dividere in due parti che inevitabilmente si intersecano fra loro: quella più descrittiva, dove vengono spiegate le fasi della guerra di Harvey Milk per difendere i diritti degli omosessuali, e quella in cui sono i sentimenti e i rapporti amorosi dello stesso Harvey a farla da padrona.
Per quanto riguarda la prima parte, essa è abbastanza anonima ma comunque piacevole, viene descritta una lotta per sdoganare quei limiti legislativi che al giorno d'oggi ormai sono stati del tutto superati: è una bella descrizione, forse un pò troppo distaccata, ma la pecca maggiore è che l'argomento ora come ora non può risultare di grande fascino visto che il problema è ormai morto e sepolto (almeno in tutti i paesi civilizzati) e non suscita l'interesse sperato.
Poi c'è la seconda parte, quella più difficile, dove si descrivono le scelte umane di un uomo in eterno conflitto con il mondo eterosessuale che lo circonda: è proprio questa la parte meno convincente, piena di clichè, di falsi perbenismi e di scene stucchevoli. A riguardo molto meglio il cinismo dell'Eastern Promises cronenberghiano o l'inaspettata critica agli omofobi di Mendes in "American Beauty".

Come diavolo si fa a proporci la parte in cui il povero disabile in carrozzella chiama Milk o la scena iniziale dell'incontro fra Penn e Franco? Di una retorica e di un cattivo gusto disarmante la prima, di una superficialità degna delle peggiori meretrici di un bordello thailandese la seconda.

La regia è buona, pochi virtuosismi ma tanta sostanza, che raggiunge il suo picco massimo nell'omicidio di Milk, assolutamenta fantastico, e aiutata anche da immagini di repertorio che spesso avvicinano il film al carattere documentaristico (ed in questo caso non può che essere un bene).
Peccato perchè Van Sant ci aveva proposto un film sull'argomento decisamente migliore sotto ogni punto di vista, "Belli e dannati", e questa sembra quasi un'occasione mancata.

Bravissimi Franco e Brolin, molto naturali e convincenti, mentre sono insopportabili Diego Luna

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER e il raccomandato di Penn, Emile Hirsch, spesso fuori dalle righe in maniera inspiegabile.
Incredibile l'interpretazione dello stesso Penn che però, proprio come accadde nell'ormai lontano 1996, in ambito Academy è un Dead Man Walking (anche se in questo caso solo di fatto, ma non di nome) confrontato alla sincerissima prova di Rourke.

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Ultima risposta 17/02/2009 21.01.24
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inferiore  @  15/02/2009 15:08:11
   10 / 10
''Mi chiamo Harvey Milk e sono qui per reclutarvi tutti!''
Il capolavoro di Gus Van Sant, che trovo uno dei migliori registi in circolazione.
''Milk'' racconta la storia di un uomo che partendo da niente è riuscito a dare un sintomo di speranza a migliaia e migliaia di persone. Trovo il film splendido, sin dall'inizio, coinvolge in un turbinio di emozioni e ti trasporta emotivamente. Non ho parole nel definire la prestazione di Sean Penn, perfetto, perfetto come Brolin, Franco e Hirsch. La pellicola risulta semplice e profonda, emozionante e forte nella sua struggente denuncia della realtà e condizione di vita di un movimento rifiutato da una società chiusa e nascosta dietro un moralismo sordo e disonesto.
Non riesco a spiegare quello che ho provato nel guardare questo film, la sceneggiatura è imbottita di dialoghi, umorismi vari che secondo mio modesto parere risultano semplicemente inappuntabili, magistrali.
Fotografia splendida nei paesaggi quasi sgranati per dare un tocco d'epoca alla pellicola. Il nuovo Gus Van Sant dona un film biografico, portato in scena per far conoscere al pubblico la figura di un uomo che è riuscito a sorpassare il conformismo della società americana nei confronti dell'omosessualità.
Alcune scene sono da brividi per il contenuto e per l'inquadrature, nel finale credo sia impossibile trattenere le lacrime.
Grazie Sean per la tua interpretazione, grazie Gus per aver portato sullo schermo la storia di quest'uomo, grazie Harvey per quello che hai fatto per gli omosessuali, anche se non è bastato ad abbattere le barriere fatte di pregiudizi. Grazie a tutti per aver contribuito a creare questo capolavoro.
''Senza la speranza, la vita non vale la pena di essere vissuta. Devi dare alla gente la speranza... gli devi dare la speranza.''

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Ultima risposta 17/02/2009 14.13.51
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pier(pa)  @  07/02/2009 13:33:06
   8 / 10
Milk è un film sociale, che potremmo volgarmente etichettare come "politico".
Gus Van Sant affronta un tema che è risultato e risulta ancora oggi spiacevole. D'altronde è l'antirazzismo in sé che risulta da sempre spiacevole. E allora Van Sant sceglie Sean Penn, e insieme danno vita ad un personaggio storico poco conosciuto, ma in fondo molto importante.
Penn si carica addosso l'energia, la voglia di riscatto, la rivolta storica di un uomo simbolo dell'emancipazione, in fondo simbolo dell'antirazzismo. Così ci troviamo di fronte un ometto un pò effemminato (lode a Van Sant e al suo coraggio di servirsi di uno stereotipo, FINALMENTE!), alla soglia dei quaranta, che si rimorchia in metropolitana i ragazzi più giovani, che in fondo non ha nulla di speciale e che rischia anche di risultare un pò triste. Milk (Sean Penn) non ha nessun progetto di vita, e quello che gli succede gli cade addosso, ricordando una certa, inquietante "gettatezza", che l'omino mediocre ha comunque, sempre la forza di affrontare. Forza che non è mai sua, che carica la speranza di milioni di persone, la speranza di sconfiggere la paura.
Penn è un personaggio sociale, neanche anticamente politico, ma modernamente vivo. Quello che fa non vive di lui, ma degli altri (Harvey Milk lo ribadirà consapevolmente più volte).
La forza del film, alla fine, è questa. Da una parte troviamo la gioia paradossale di chi è attaccato, discriminato, di chi è costretto a combattere per difendersi. Dall'altra la tristezza politica dell'ignoranza, di chi risponde, fondamentalmente, ad una fede. Milk non ce l'ha una fede. La sua posizione non vuole sopraffare l'altra, semplicemente si difende dalla sopraffazione. Se Van Sant mette da una parte la fede politica (neanche così convinta, e sottilmente corrotta), dall'altra non ne schiera una opposta. Per questo siamo semplicemente felici quando Harvey Milk vince la sua battaglia, perchè siamo convinti che la sua vittoria sussista senza che ci sia "lo sconfitto".

Il film è buono per tutti questi motivi. Che poi si possa discutere su Van Sant, sulla sceneggiatura forse approssimativa in certi casi, è altra cosa. E comunque l'Harvey Milk del film è uomo fondamentalmente "sociale", e il suo aspetto "civile" mi sembra affrontato in modo totalizzante. Una storia del genere non può che approssimare necessariamente il riferimento privato, gustosamente intimo. Anzi. Il sacrificio del privato, la sua trasfigurazione nella dimensione pubblica (vero privato di Milk) rende al meglio il personaggio di Sean Penn.

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Ultima risposta 08/02/2009 15.07.15
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  04/02/2009 10:54:32
   8 / 10
Non amo alla follia Van Sant ma devo ammettere che questo film è veramente bello, grande denuncia contro il bigottismo e l'ipocrisia.
Ottimo montaggio e la prova degli attori è impeccabile.... ma ovviamente Sean Penn non si batte...
I LOVE SCIONPENN!!!

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Ultima risposta 17/02/2009 15.31.10
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  03/02/2009 23:22:05
   7 / 10
Una grande storia di civiltà ma solo un buon film.
In casi come questo conviene sempre separare il contenuto dal contenitore, altrimenti tutte le belle storie, e con belle non intendo a lieto fine ma degne e meritevoli di essere raccontate, si trasformano automaticamente in grandi film. Non è sempre vero, anzi.
E' il caso di Milk ma anche di Malcolm X, che questo film mi ha ricordato, e di molti altri.
Da una parte è quindi sicuramente necessario, prima che importante, ricordare le figure dei paladini dei diritti civili che, seppur la minima intelligenza vorrebbe oggi dovuti, la realtà dei fatti mette ogni giorno in discussione.
Dall'altra il film in sè invece è del tutto convenzionale, a cominciare da una regia fredda e poco partecipe per arrivare ad una sceneggiatura che, pur discreta, presenta lacune e una scrittura abbastanza approssimativa.
Discorso a parte per la metamorfosi -il termine interpretazione è a dir poco riduttivo- di Penn, di gran lunga il miglior attore su piazza, una mimica e una gestualità incredibili. Applausi solo per lui.

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Ultima risposta 17/02/2009 18.56.38
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  02/02/2009 23:14:46
   8 / 10
Mi è parso un film soprattutto politico e molto americano nello spirito. Il protagonista del film è certamente Harvey Milk, ma tramite lui si vuole in qualche maniera celebrare l’esistenza e la forza di un movimento sociale-politico-etico quale quello degli omosessuali americani. Più in generale ci si inserisce nel filone dei film che celebrano gli individui che hanno dedicato la propria esistenza per una causa collettiva.
Milk è visto piu che altro in funzione del suo rapporto con il Movimento, è soprattutto il suo lato politico quello più indagato. Van Sant non si preoccupa più di tanto di sondare l’origine etica o psicologica di quello che fa Milk. Non gli interessa da dove provenga tutta questa forza interiore che spinge Milk a combattere per una causa. O meglio, secondo il regista non c’è bisogno di spiegare perché è diventato così: è una cosa logica e naturale, dovrebbe venire da sé a ogni discriminato la spinta a prendere coscienza e a lottare fino in fondo per la tutela dei propri diritti.
La tattica del regista e dello sceneggiatore è chiara: prima si fa un po’ conoscere in maniera generica il carattere di Milk per renderlo amabile e simpatico al pubblico; poi si descrive tratto tratto il suo percorso politico con tutte le lotte, le difficoltà, i successi, facendo immedesimare lo spettatore nel personaggio. Il ritmo del film segue questo percorso identificativo andando in maniera veloce, sincopata e concentrata. In questa maniera la lotta politica di Milk diventa proprietà dell’animo dello spettatore che assiste al film.
Tutto è risolto quindi nell’ottica celebrativa di un percorso di totale dedizione ad una causa. Questa dedizione ha però i suoi costi:

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sono costi dolorosi, ma la storia non si sofferma più di tanto su questi episodi; bastano solo a far vedere quanto sia costata interiormente a Milk la dedizione per la causa collettiva e in definitiva ciò serve a rendere ancora più forte e nobile la sua figura agli occhi dello spettatore. Anche i suoi non troppo limpidi maneggi politici sono in qualche modo “giustificati” visto che servono soprattutto alla causa. Qui forse una maggiore introspezione e un certo distacco dal personaggio (poterlo vedere controluce – da un altro punto di vista) ci sarebbe stato bene. La cosiddetta “freddezza” di Van Sant verso l’interiorità del personaggio non è un difetto stilistico ma qualcosa di voluto. A lui preme la parte pubblica e politica di Milk per farlo assurgere a ideale figura modello per tutti gli omosessuali e in una certa misura per tutta la società americana.
In qualche maniera il film più che celebrare gli omosessuali celebra gli Stati Uniti. In questa storia possiamo trovare lo spirito che muove un po’ l’intera società americana (soprattutto la parte democratica): delle idealità etiche poste a base del vivere civile (i soldi qui hanno un ruolo estremamente secondario – come ha potuto finanziare Milk la sue campagne elettorali?), un senso spiccato di comunità definita e unita, un leader carismatico, disinteressato e votato totalmente alla causa comune (in pratica il prototipo ideale del Presidente degli Stati Uniti).
Altro tratto tipicamente americano è quello di sentirsi parte di un gruppo (i gay, i neri, gli ispanici, i religiosi, ecc ...) e di cercare di stare sempre e comunque con questo gruppo, difendendolo a spada tratta. Non conta l’individuo generico universale ma il gruppo di appartenenza. La prima cosa che fa Milk è quella di “impadronirsi” di un quartiere e di renderlo omogeneo per poter vivere secondo proprie regole. In fondo se al posto degli omossessuali ci fossero stati i neri o gli ispanici come protagonisti del film, questo in sé non sarebbe cambiato. Lo spirito è quello di concretizzare la coscienza collettiva di un gruppo e di spronarlo a combattere per la propria esistenza e la propria affermazione, indicando come modello ideale una figura a suo modo eccezionale o fatta diventare tale.
Questo non vuole dire che una persona vale l’altra. Storicamente Milk può a pieno diritto entrare nell’albo umano delle persone che si sono date anima e corpo per permettere agli altri di vivere liberi e nel pieno godimento dei propri diritti. Qualcosa di cui non solo gli omosessuali, ma tutta l’umanità deve essere riconoscente. In effetti Van Sant non ha tutti i torti. Ce ne fossero di più di persone così.
“Mi chiamo xxxxx e voglio arruolarvi tutti”: chi di voi avrebbe il coraggio di pronunciare queste parole di fronte a centinaia o migliaia di persone?

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Ultima risposta 05/02/2009 08.45.06
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edo88  @  01/02/2009 22:21:43
   9 / 10
Milk è un film bellissimo, commovente senza ricercare la lacrima, e anche se Van Sant si sente di meno rispetto ad altre sue pellicole, la regia non è davvero da sottovalutare; il film inoltre è dotato di un cast meraviglioso e di una sceneggiatura perfetta che compensano quella che alcuni potrebbero definire una regia piatta (è semplicemente che prodotti del genere non necessitano di una regia che si faccia notare - è quasi un documentario).
Siamo di fronte ad una storia certo più commerciale rispetto a quella di Elephant o Paranoid Park, ma ciò non ne sminuisce la profondità e il carattere con cui è raccontata.
Si passa da momenti drammatici, di tensione (la scena più tesa è quella dell' "inseguimento" di Milk mentre cammina da solo per strada), ad altri più leggeri e spontanei in maniera perfetta, e alcune immagini sono fantastiche (Franco che nuota in piscina, alcune persone riflesse in un fischietto a terra, e ancora Franco immortalato in scatti in bianco e nero).
La sceneggiatura inoltre offre un interessantissimo - e altrettanto riuscito - intreccio che fa sì che la pellicola inizi con un telegiornale che ci racconta la fine del film, ma che non rovina assolutamente la nostra voglia di seguire la storia dell'ascesa di Harvey Milk, ma che anzi, più il tempo passa più aumenta.
Ottimi anche la colonna sonora (Danny Elfman, Van Sant e Milk formano un trio perfetto perché tutti e tre fanno lo stesso lavoro sottile nei loro campi) e il montaggio.
Per quanto riguarda il cast, oltre a Penn che è dannatamente perfetto e neanche ti accorgi del suo cambiamento (anzi pensi sia assolutamente naturale per lui comportarsi e muoversi nel modo che lo vediamo fare - meriterebbe infatti l'Oscar se non ci fosse Rourke quest'anno), sono strepitosi anche Brolin e Franco (la sua prova migliore!). Ma tutti gli altri comprimari, da Hirsch a Luna fino alla Pill sono degni di nota e avrebbero meritato un premio come cast ensemble (dannato Millionaire, che si premia a priori - mi riferisco ai premi SAG, degli e agli attori).

Che aspettate? Andate al cinema! Due ore? Neanche le sentirete.

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Ultima risposta 01/02/2009 22.27.08
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BillyWilder  @  01/02/2009 17:54:40
   6 / 10
Niente di speciale, mi aspettavo molto di più. Deludente

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/02/2009 22.29.42
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Poll  @  31/01/2009 20:43:17
   8 / 10
Grandissimo film, uno dei migliori della stagione. Sembra assurdo ma ancora nei primi anni 70 in Amarica l'omosessualità veniva considerata un qualcosa di diverso e perciò discriminativa. Il film ha però molteplici significati: la rinascita oltre i 40 anni, la voglia di cambiare il mondo, il servizio dei "diversi" e, perchè no, la realizzazione del sogno americano. Sean Penn da oscar (ma non ho visto ancora Rourke). Peccato solo quel finale alla "Gus Van Saint" con Penn che guarda la Tosca...

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  29/01/2009 23:45:07
   6½ / 10
Sono andato a guardare questo film soprattutto per tutte le nomination all'oscar che ha preso...e da questo punto di vista mi aspettavo di piu'!Mi sorprende che un regista bravo come Van sant abbia preso la nomination per un film che dirige in maniera "normale" rispetto a suoi lavori piu' riusciti...insomma il Van sant da candidare dovrebbe essere quello sperimentale...Comunque penso che l'unica statuetta a cui puo' ambire questo film è quella per il protagonista semplicemente superbo!
Di recente ho visto "changeling" e penso sia ingiusto che sia stato escluso per dare spazio a questo "milk" di Van sant...
Il film racconta la drammatica vita di questo personaggio controverso ma lo fa,a mio avviso,in maniera molto lineare senza guizzi degni di nota...Il personaggio dell'amante gay hippy è assolutamente ridicolo e troppo macchiettistico!
Mi aspettavo di piu'

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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  28/01/2009 14:19:21
   7 / 10
GVS ci racconta la battaglia di Milk per i diritti degli omosessuali e lo fa in modo pulito e onesto, non inciampa nel grottesco, neppure nel sentimentalismo forzato e ipocrita.
A tratti quasi documentaristico, rischia però di apparire freddo tanto si percepisce il deliberato distacco del regista. Raramente trapela la sua emozione, il regista si sforza di restare lucidamente lontano, forse, per sollecitare meglio la riflessione del pubblico. Soprattutto la prima parte risulta dispersiva, difficile entrare subito in sintonia, nella seconda invece si resta maggiormente coinvolti dalla storia fino ad arrivare ad un finale scontato ma commovente.
Tutto ruota intorno alla magnifica interpretazione di Sean Penn, capace di incarnarsi perfettamente in Harvey Milk, capace di conferire al fim la veridicità necessaria, bravissimo. Un po' meno Brolin, poco motivato dal e nel ruolo, il suo personaggio resta come sospeso, sarebbe stato necessario un maggiore approfondimento.
Nel complesso è un film interessante, ben costruito, le cui mancanze passano in secondo piano rispetto ad un tema, quello dei diritti, al quale è impossibile restare indifferenti.

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Titus  @  27/01/2009 13:37:26
   7 / 10
Buono il film, bravo Penn e giusta la battaglia per i diritti, nessuno deve giudicare i gusti sessuali di altri e discriminarli.

Da questo però a 'sta rottura di balle di Brokeback, Philadelphia, Transamerica, il vizietto, la mala educatiòn, quello con Pozzetto e Maastelloni, Maurice e chissà quanti altri di vera propaganda gay, gaypride, Platinette, Solange, Malgioglio, Busi, Paone, Cattaneo, Signorini, gullotta............e basta.....ehhhhhhhhh..........possibile che da un giusto riconoscimento di diritti si arrivi all'esibizione di qualcosa che proprio qualcosa da esibire non è...........?

La lobby gay di registi attori si sveglia, Van Sant è gay, gli vengono dedicati circoli in tutto il mondo....non si può educare e far crescere le nuove generazioni nè con l'intolleranza, nè col magnificare qualcosa di deviato, che ha pari diritti degli etero, certo, ma non dovrebbe essere di "moda" o buttato in faccia ad ogni angolo.

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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  26/01/2009 18:18:19
   7 / 10
vado controcorrente, ma questo nuovo di Van Sant non mi ha convinto pienamente. E' sempre un buon film e le performance degli attori sono straordinarie, anzi da sole valgono la visione, ma per quanto ci si possa commuovere e credere nella storia (vera) mi sembra tutto un pochino programmato, Van Sant non è riuscito a catturarmi del tutto. E' una classica storia americana, ma ogni tanto perde il filo. Bellissimo comunque il finale.

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Rand  @  26/01/2009 10:36:06
   9 / 10
Questo probabilmente fino ad ora è il miglior film di Gus Van Sant secondo meè anche un outsider nella cinquina dei possibili film da oscar.La regia è sobria ma geniale,attori perfetti tutti,ottime musiche,sceneggiatura,scenografie,costumi.
Qua se i menbri dell'accademy dimostrano di essere evoluti ci sarebbero tre oscar sicuri,film,regia e attore protagonista.
Una cosa mai successa per un film sui gay,neanche Broubeak Mountain ha sperato tanto.Un film da vedere per rapportarci con il bigottismo che dilaga anche da noi,per riflettere e non essere intolleranti

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anthony  @  25/01/2009 16:59:51
   9½ / 10
Via la smortezza di maniera e onanistica del vecchio Van Sant! Evviva!

Ecco Milk, il nuovo, fresco orizzonte liberale e libertario che narra superbamente delle gesta dell'attivista gay Harvey Milk.
Una magnifica pagina di storia e di conquista del diritto, una lotta libera e senza confini, senza meschino pudore o finto tornaconto destinatario Se Unicum; la speranza che non si eclissa con la fine ma che ripone tutta la sua forza nel futuro e nel dopo: quel dopo che forse, beffardamente, è arrivato troppo in anticipo...ma che, di certo, non si è lasciato cogliere freddo e poco riscaldato! La buona faccia di aver agito pubblicamente senza nascondersi e senza mezzi fini, ha garantito di fatto l'enorme successo della mobilitazione e, con una sola fine...in pratica l'inizio di tutto; l'inizio di una nuova era e l'inizio del viaggio da parte di una caratteristica normalissima della natura che, ad oggi, ha già macinato parecchi chilometri...ma che purtroppo non può che trovare, ancora troppo spesso, enormi tronchi sradicati lungo il suo sentiero;
...ma chissà!? forse senza persone come il signor Milk non sarebbe neanche stato possibile appiattire una semplice sterrata per il via!

Sceneggiatura perfetta, attori in stato di apoteosi recitativa (Sean Penn è stato unicamente e grandiosamente Harvey Milk in questa pellicola...), la ricostruzione della S.Francisco di fine anni'70 è commoventemente strepitosa, la fotografia non sfigura certamente e...benedetto il Cielo!, era ora che Gus Van Sant dirigesse un film che trovasse veramente significato nei pressi di quell' Arte chiamata Cinema. Questo è cinema signori miei!
...e che cinema!!

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  24/01/2009 03:23:00
   8 / 10
Convincente lavoro di Van Sant che ha il gran merito di far conoscere ai più (compreso il sottoscritto) l'avvincente storia di Harvey Milk, attraverso una buona regia mai sopra le righe (fattore positivo o negativo che sia).
Probabilmente una pellicola che non passerà alla storia; rimarrà invece impressa la straordinaria performance di Sean Penn, probabilmente la migliore della sua carriera.

Prima di questo lavoro avrei dato l'Oscar ad occhi chiusi a Randy "the ram", ora non ne sono più tanto sicuro. In attesa di vedere Benjamin Button.

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Ultima risposta 24/01/2009 13.52.08
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Invia una mail all'autore del commento logical  @  24/01/2009 01:35:51
   7 / 10
Da mesi il cinema latita o affonda nel qualunquismo borghese internazionale, poi, di colpo, prima W. di Oliver Stone e poi Milk, due film 'ritardati', postdatati e con una sinistra affinità.
Io amo la propaganda, la capacità di concentrare l'attenzione sempre e solo su di un aspetto, quello migliore, quello destinato a vincere; entrambi plaudono a degli eroi, Stone agiograficamente negativo, van Sant agiograficamente positivo. Storie americane e quindi universali, come i miti greci probabilmente. Ma Gus Van Sant aveva il dono dell'astrazione, la capacità di stare indietro un passo dalla realtà e sapeva raccontare storie sapendo divagare, fermarsi, raccogliere vari desideri sparsi.
Questo film ha un soggetto che lo irrigidisce, lo preoccupa, lo priva di quella morbosità visionaria che gli ha permesso di filmare il niente della testa di Kurt Kobain o le ansie di uno skater in un parco giochi. Sente il peso della storia, ne perde l'ironia, il dramma, il trasporto, il sesso, deve solo e sempre raccontare. E' come una lunga telefonata di un amico che si è lasciato col fidanzato e che si deve sfogare e parlare e non farti perdere nemmeno un particolare del suo dolore. Noi lo amiamo e diciamo sì con la testa, sì con la bocca e nel frattempo pensiamo a quando sarà ancora innamorato e vorrà fare un film su un marinaio che guarda il mare o sui recordmen del cubo di Rubik e le loro mani veloci o qualunque altra cosa che gli liberi la testa e che ci lasci anche respirare.
Il tributo a Milk e alla sua luminosa impresa è fatto, ora Gus sei libero.

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Ultima risposta 27/01/2009 00.26.23
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  23/01/2009 22:32:10
   9 / 10
Diciamolo, Van Sant ha fatto un lavoro eccellente, realizzando un film che ci ricorda che - dopotutto - la questione "politica" (per quanto privata o ufficiale che sia) riguarda tutti noi (forse fanno "politica" anche gli apatici vitelloni dell'ultima ora, o quelli che piangono per giorni solo perchè Kakà - non me ne vogliano i tifosi - stava per dirci addio).
Quello che stupisce gli ammiratori del regista è proprio questo (inedito ma non troppo) taglio "classico", questo lirismo finalmente liberato dall'astrazione emotiva dei suoi film più recenti, un film asciutto e quasi del tutto liberato dai simbolismi formali o dalle elucubrazioni esistenziali tipiche del suo stile.
Ma il film non è un biopic come tutti gli altri, tutt'altro, ma un grande affresco liberale sulla militanza o sulla necessità ("Io so cosa vuol dire vivere in quella vita, nella menzogna...") di credere nelle proprie idee e difenderle.
E' davvero interessante che la storia di Milk finisca per assottigliarsi - suo malgrado - al marasma di coercizione e cinismo che rappresenta la scena politica in generale (v. epilogo).
E, per quanto odioso e meschino, il personaggio di White è un "bel" personaggio, capace di mostrare apertamente tutti i suoi interessi privati, o l'incapacità di essere leale con se stesso (anche con se stesso) fino in fondo per questo.
Sean Penn è inarrivabile, un attore superlativo: anima questo personaggio "ingenuamente radicale" (forse un pochetto agiografato) e ne assume i tic, le paure, l'orgoglio e il coraggio.
Van Sant è riuscito comunque a reggere meravigliosamente lo script, perfettamente in bilico tra militanza e affresco sociale.
E' l'incontro ideale tra Malcom x, Jfk e Stonewall

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Ultima risposta 01/02/2009 22.23.52
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Invia una mail all'autore del commento Clint Eastwood  @  23/01/2009 18:05:20
   7 / 10
Buon film e non so se vale la pena di vederlo.
Non ho ancora capito le 8 nomination agli oscar, questo è un film banale che parla dei diritti degli omossessuali (che per non essere sola include anche le minoranze anziani, asiatici, africani, ecc.) negli anni '70 in San Francisco.
Meglio Brokeback Mountain che questo filmetto.
Nel film è presente una dose di omossessualità inaccettabile che supera i limiti - ridicolo (Gus Van Sant si è lasciato andare troppo).
Sean Penn ci regala ancora per una volta un'intepretazione unica.
Molto bravo è meritata la nomination per Josh Brolin.
Sceneggiatura debole.
Denuncia i diritti degli omossessuali e delle altre minoranze (anziani, africani, asiatici, ecc.) del tempo con l'ascesa al potere come consigliere comunale/distrettuale di Harvey Milk, ma è poco; troppo incentrato sulle campagne elettorali una perdita di tempo insomma.
Un film che non lo rivedrei di sicuro e a dire la verità mi aspettavo qualcosa in più visto la fila delle nomination agli oscar (dò 7 per Sean Penn che dimostra ancora una volta di essere un attore versatile e molto capace nel suo mestiere).

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Ultima risposta 26/01/2009 18.56.07
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