medea regia di Pier Paolo Pasolini Francia, Italia, Germania 1969
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medea (1969)

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locandina del film MEDEA

Titolo Originale: MEDEA

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiMaria Callas, Giuseppe Gentile, Massimo Girotti, Laurent Terzieff, Margaret Clementi, Paul Jabara, Gerard Weiss, Sergio Tramonti

Durata: h 1.49
NazionalitàFrancia, Italia, Germania 1969
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1969

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Trama del film Medea

Il giovane Giasone, con i suoi Argonauti muove alla volta del Colchide per recuperare il vello d'oro, che sarebbe in grado di rendere più forte e fertile chi la possiede; la maga Medea, affascinata da Giasone lo aiuta a rubare l'amuleto, e fugge con lui. Giasone sposa Medea ed hanno due figli, tuttavia poco dopo ripudia sua moglie per sposare la giovane Glauce, figlia del re di Corinto. La vendetta di Medea, folle di gelosia, sarà atroce.

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Voto Visitatori:   7,28 / 10 (18 voti)7,28Grafico
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Voti e commenti su Medea, 18 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Boromir  @  15/04/2022 00:42:36
   8 / 10
Grandioso adattamento della tragedia euripidea, enfatizzato nelle ossessioni pasoliniane (anarchia del potere e interesse etnografico) e asciugato di prolissità e spiccate licenze mitologiche, con una Maria Callas assolutamente perfetta come vendicativa protagonista. Dopo una prima (lenta) parte che con occhio quasi documentaristico presenta i personaggi e mette in scena i rituali pagani della Colchide, subentra la seconda più aderente alla materia di partenza: il comune denominatore è quello della tensione allucinatoria, che in un tripudio di violenza e colori sgargianti riesce davvero a portare indietro nel tempo, in un'epoca di misticismo e passioni sfrenate.

GianniArshavin  @  12/07/2016 11:54:24
   7½ / 10
La Medea di Pasolini è un'opera di difficile fruibilità e dai contenuti astrusi , un film che necessità di più visioni con la massima attenzione possibile.
Tratto dall'omonima opera, che il regista rispetta ma allo stesso tempo personalizza, il film ha come protagonista Maria Callas, magnifica nel ruolo principale.
La pellicola ha un ritmo lento e cadenzato , che riesce a imprimere al meglio i personaggi nella mente dello spettatore e a calarlo nell'atmosfera straniante e leggendaria della storia.
Durante la prima parte resteremo stupefatti dinanzi alla potenza visiva di questo lavoro , grazie ad un'ambientazione che sembra essere stata ricavata tornando indietro nel tempo e raggiungendo epoche remote. Tutta la prima parte è allucinante per impatto visivo ed estetico , davvero Pasolini riesce a portarci in un mondo ancestrale che segue regole diverse dal nostro.
La seconda parte segue più da vicino gli sviluppi della vicenda originale e per questo il ritmo sale leggermente e ai significati simbolici si aggiungono quelli più espliciti.
Medea è quindi un prodotto molto particolare ed ermetico , dai contenuti allegorici e metaforici di non semplice comprensione; parliamo di un prodotto indubbiamente pesante e forse non per tutti.
Ovviamente questo breve commento non è sufficiente per descrivere in maniera adeguata di un titolo come Medea , visivamente eccezionale e ostico concettualmente. Per apprezzarlo (o criticarlo) bisogna necessariamente vederlo.

Filman  @  31/05/2016 19:19:47
   6 / 10
Proponendo un qualcosa di già fatto, ma compiendo due passi indietro, Pier Paolo Pasolini ritorna sull'opera antica senza decostruire in senso stretto, ma personalizzando la narrazione, appunto, epica di MEDEA in una storia drammatica, quanto più introspettiva possibile e sicuramente demitizzata, che però ci mette troppo a presentare i punti di vero interesse per dare spazio ad avvenimenti costruiti con una mediocrità di cui il regista sin dai suoi inizi si è involontariamente cosparso il capo facendone un proprio stile indipendente su delle corde ruvide e sintetiche, che in questa pellicola non hanno forza artistica perché non dimostrano grandi guizzi di genio nel trasporre questo pezzo di mitologia in un lungometraggio cinematografico.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  15/02/2015 02:48:15
   8 / 10
Inizio davvero a temere che certi miei commenti vengano cancellati, forse perchè troppo brevi...
Medea è un grandissimo film. Lento certamente, ma possiede delle atmosfere incredibili. La scelta del sonoro, le inquadrature, tutto trasuda poesia, ma soprattutto mito.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  02/02/2013 16:49:48
   7½ / 10
Personale rivisitazione del mito di Medea. Pasolini mette da parte il "realismo storico" contrapponendo il barbarico mondo di Medea (una magnetica Callas) con quello urbano di Giasone che non riconosce il divino. E proprio la messa in discussione della religione (come autore della Storia) va di paripasso con il discorso più politico. L'uso delle scenografie aiuta a stilizzare la ricostruzione, presentando un mondo leggendario di arcaiche ma attuali contraddizioni.

Bello e difficile, a causa di una frammentazione narrativa. Ma anche per questo affascinante ed ermetico. A Pasolini si può rimproverare alcuni eccessi di schematismo, ma è ammirevole la forza visiva e il furore intellettuale.

bulldog  @  12/12/2012 14:55:16
   9½ / 10
Il Medea di Pasolini è un film straordinario ed ermetico, probabilmente la sua opera migliore.

Pasolini, nonostante un clima culturale ottuso(che purtoppo lo risucchiò spesso), riuscì, consapevolmente o no, a mostrare il passaggio dal mondo tradizionale (Medea) a quello moderno (Giasone).

Il finale tragico funge da allegoria all'inevitabile degrado dell'umanità.

L'impressione forte che emerge dopo la visione di Medea è come Pasolini fosse molto vicino al sacro più di quanto lui stesso ritenesse di essere.
La sensazione di un uomo che, di fronte alla società moderna, ne ha vissuto le contraddizioni in modo estremo.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  22/12/2011 23:10:44
   8 / 10
Questo è senz'altro il film più difficile ed ermetico di Pasolini; allo stesso tempo è anche quello più suggestivo ed espressivo.
Qui si portano alle estreme conseguenze le due caratteristiche estetiche già enunciate in "Edipo Re" e "Teorema", cioè la comunicazione affidata alla semplice immagine suggestiva e/o archetipica e l'uso della figura umana principalmente come simbolo e/o metafora dell'universale.
Si arriva così all'estremo di "Medea", dove si quasi completamente a meno della parola (è in pratica un film muto, quelle poche parole pesano come macigni da come sono piene di significati – solo nel finale il film diventa più "parlato"), la successione temporale e narrativa è condensata e quasi annullata (occorre conoscere già in partenza lo svolgimento dei fatti e dei personaggi coinvolti – questa conoscenza è essenziale e indispensabile, perché il film la presuppone come conosciuta), si elimina qualsiasi accidente personale (è semplicemente un succedersi di espressioni, di singoli momenti pregnanti per lo più statici e contemplativi) e drammatico dall'azione dei personaggi (alle uccisioni, alle brutalità e alle morti viene tolto qualsiasi pathos fisico, accentuando quello psicologico e simbolico).
"Medea" diventa così una rappresentazione archetipica del contrasto civiltà-barbarie, razionale-irrazionale, materiale-spirituale. Pasolini quindi deliberatamente decide di non essere fedele alla lettera del mito per esserne fedele nello spirito, estraendone il significato archetipico e universale e tralasciando le sottigliezze psicologiche e sentimentali.
La prima parte del film è tutta dedicata alla rappresentazione del lato barbarico – irrazionale. L'ambiente è quello del paesaggio selvaggio e "primitivo" della Colchide (in realtà la bellissima Cappadocia). Si inscenano sacrifici umani, antropofagia, riti atavici di ordine scamanico e animista in cui il popolo crede. Questa prima parte sembra un "mondo movie", anzi è forse il "mondo movie" più bello e perfetto mai realizzato. A differenza dei mondo movie generici, quello di Pasolini non punta a illustrare con dovizia tutte le truculenze e le stranezze per colpire lo spettatore, Pasolini trascura la superficie e punta al cuore del rito, rappresentandone lo spirito, il significato, l'essenza. Non di meno la rappresentazione è affascinante e impressionante, grazie soprattutto alla musica (un po' inquietante), alla scenografia (natura bellissima ed essenziale, luce naturale, vento, riprese in controsole) e ai costumi molto azzeccati e suggestivi nella loro fantasia.
La seconda parte si svolge nel microcosmo murato e chiuso della "civilizzata" Corinto (in realtà le mura di Aleppo e le splendide geometrie di Piazza dei Miracoli a Pisa). Un mondo che ha tolto ogni magia e spiritualità agli oggetti e alle azioni (a Corinto il Vello d'oro non ha più lo stesso "significato" che aveva nella Colchide) ma che tuttavia si sente debole e sulla difensiva nei confronti del potere del barbarico e dell'irrazionale.
Sul ruolo del divino-spirituale e sulla sua scomparsa e inutilità nel mondo "civile", verte poi tutta la parte che coinvolge il Centauro (che simboleggia un po' la Chiesa e/o l'intellettualità in genere).
Infine Medea che simboleggia la parte istintuale e irrazionale dell'animo umano, quella che "sente" e che alla fine prevale e vince sulla parte razione, calcolatrice e materiale simboleggiata da Giasone. Il finale ci dice che l'irrazionale ha comunque l'ultima parola nelle vicende umane; lo si può nascondere, reprimere, ma basta poco per farlo tornare fuori e farlo prevalere.
Tutte le sfumature psicologiche, le spiegazioni delle azioni, vengono tralasciate, rinunciando a una parte essenziale e importantissima del mito di Medea. Ma tant'è; a Pasolini questo lato non interessava.
Nonostante la difficoltà, l'ermetismo, la lentezza e la staticità (con il loro effetto soporifero in chi non entra nello spirito di ciò che vede), il film è bellissimo, sublime. Ha delle immagini che lasciano senza fiato dalla purezza ed espressività, inquadrature, espressioni, interazioni ambiente-persone perfette ed esemplari; insomma una fusione immagine-significato che ha la stessa potenza, lo stesso fascino, la stessa emozionante emotività di una poesia.
Ecco, Pasolini è forse uno dei più grandi poeti del cinema.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  18/02/2011 11:56:16
   8 / 10
Film teatro che si svolge su un palcoscenico ideale, quello che può dare il cinema con la dimensione fotografica. Scene di una verosimiglianza visiva straordianaria, ciò che il teatro con le sue scenografie di cartapesta non può dare...

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  01/06/2009 10:00:39
   7 / 10
Film complesso e a tratti pesante del grande Pier Paolo Pasolini.
Pasolini usa la storia di Medea per spiegare cosa avviene quando si ha uno scontro tra due civiltà, una materialista (Giasone) e l'altra di impronta più spirituale diciamo (Medea).
Il film risulta lento e complesso anche se tecnicamente molto buono. Un'ottima fotografia e i bei paesaggi rendono il tutto più godibile.
Nemmeno da discutere la divina Maria Callas.
Film non adatto a tutti.

Lory_noir  @  20/05/2009 21:06:33
   3 / 10
L'ho trovato insopportabile sia per vista che per udito, delusione visto che amo la tragedia euripidea!

drabin  @  23/03/2009 20:16:09
   7 / 10
Un'opera intellettuale raffinata ed innovativa. Una rilettura tanto fedele quanto radicale e metaforica: questo è Pasolini. C'è una continua traslitterazione dei personaggi e della storia. La scelta delle locations è fantastica: sono gli ambienti esterni a delineare l'animo travagliato e convulso di una grande Callas. Un film fortemente politico, forse il più politico di tutto il cinema di Pasolini, che cerca (e riesce) di coniugare sotterraneamente il passato con il presente (un po' come fa nello stesso anno Fellini con il suo "Satyricon"), legando il tempo ed imprigionandolo negli spazi angusti dell'anima e della natura umana, desolatamente destinata ad un tragico fato ineluttabile. Volutamente irritante (la macchina da presa, anche quando riprende un'inquadratura unica e fissa, non è mai ferma), ed onestamente molto faticoso nella visione e nella fruzione (sia a livello narrativo lineare che metaforico), dati i tempi lunghi, lentissimi e la quasi totale assenza di parlato nella prima parte (se si eccettua il volutamente verbosissimo inizio). Una visione ardua, ma edificante non poco.

paride_86  @  08/12/2008 02:03:57
   7 / 10
Pasolini affronta la famosa tragedia "Medea" con grazia ed eleganza pagana, girando un film dai costumi e dalle ambientazioni davvero meravigliose e suggestive (non a caso se n'è occupato Dante Ferretti!) ma piuttosto debole dal punto di vista narrativo della storia. Bellissima Maria Callas, che ha saputo donare al suo personaggio la giusta dose di sensualità e drammaticità.

DarkRareMirko  @  12/04/2008 02:28:12
   7 / 10
Pasolini torna sui temi a lui cari, e del resto presenti in tutta la sua cinematografia, come il passato utilizzato per criticare il presente.


Tema principale dell'opera è il rifiuto del diverso (rappresentato dalla maga) e il contrasto tra razionale ed irrazionale (rappresentati rispettivamente dalal civiltà da un lato e dalla magia dall'altro).


Rispetto ad altri suoi film caratterizzati da una struttura simile, come per esempio l'ottimo Edipo Re, questa volta però non tutto funziona.
La prima parte risulta essere difatti troppo lunga, prolissa e noiosa, anche se consente di potersi focalizzare sulal qualità dei costumi, davvero ottima.
Il tutto si risolleva qualitivamente a partire dalla parte centrale del film, e soprattutto grazie all'interpretazione di una Callas al suo meglio, davvero bravissima e splendida.
Ad ogni modo un buon film.


Consigliato ai fan del regista più che altro, si astengano mainstreamers.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/10/2007 18:10:11
   8½ / 10
Tutta la parte ambientata nella Colchide, la descrizione del mondo arcaico di Medea è una delle pagine più suggestive di tutta la filmografia di Pasolini. Sebbene i dialoghi siano ridotti al minimo, la forza delle immagini riescono ad essere più evocative di qualsiasi parola. Il mondo di Medea è una comunione perfetta tra l'uomo e la natura, mantiene una certa purezza, malgrado la sua violenza e la sua barbarie. A torto considerato un Pasolini minore, il film è una delle sue opere più affascinanti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  24/09/2007 17:27:39
   5 / 10
niente da fare...non l'ho proprio digerito!gia a meta' film non vedevo l'ora che finisse...non è riuscito a prendermi o ad emozionarmi come ha fatto per chi ha votato prima di me...
non si parla mai(questo non è un male)e quel poco che si dice è troppo ermetico per essere compreso...la musica è fastidiosa...
tecnicamente è molto buone sia come fotografia che come costumi...di quest'ultimi c'è una varieta incredibile e mi posso solo immaginare il lavoro fatto dai sarti!
mediocre...non riesco a dare di piu!

2 risposte al commento
Ultima risposta 18/03/2008 10.36.30
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quaker  @  18/09/2007 23:58:15
   9 / 10
Film consigliabile a tutti gli studenti della III liceo. Rivisto dopo tantissimi anni, a trenta anni dalla morte di Maria Callas e 31 anni da quella di P.P. Pasolini.
Lentezze necessarie per un'opera veramente complessa, forse non riuscitissima, ma, a tratti, stupenda: fotografia superba, geniale contrapposizione ed insieme accostamento dell'Anatolia rupestre e della piazza dei miracoli di Pisa. Coraggiosa la scelta delle musiche. Spendida Maria Callas.
Occorre fare molta attenzione alle parole iniziali del centauro che alleva Giasone: in esse è racchiusa la chiave che della tragedia di Euripide ci consegna Pasolini.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  16/04/2007 13:34:26
   7 / 10
Forse davvero Maria Callas è stata l'unica cosa che Pasolini avrebbe potuto amare: lo si evince dalle inquadrature di "Medea", dove la mitica Maria viene immortalata in diversi primi piani, che raffigurano i suoi bellissimi ed espressivi occhi (ma non solo gli occhi).
Di "Medea" ricordo poco, tranne una fotografia a dir poco straordinaria. Un film che deve non poco allo stile dell'acclamato "Edipo Re" e che a sua volta persegue simbologie e metafore astratte o filosofiche.
Film complesso, a tratti pesante, ma ricco di suggestioni visive

3 risposte al commento
Ultima risposta 14/07/2007 18.06.55
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dragonfly  @  24/09/2004 15:55:53
   8 / 10
Ottimo film, ma forse troppo ossessivo... Alla lunga riesce anche a stancare il grande Pasolini, che comunque fa un'ottimo lavoro di ricostruzione. Angosciante la scena iniziale col sacrificato. Si vede un Pasolini perfezionista, che si sforza per dare continuità al dramma, ma non sempre ci riesce. Comunque, da vedere.

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