m. butterfly regia di David Cronenberg Canada, USA 1993
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m. butterfly (1993)

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locandina del film M. BUTTERFLY

Titolo Originale: M. BUTTERFLY

RegiaDavid Cronenberg

InterpretiJeremy Irons, John Lone, Barbara Sukowa, Ian Richardson

Durata: h 1.50
NazionalitàCanada, USA 1993
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1993

•  Altri film di David Cronenberg

Trama del film M. butterfly

Siamo nel 1964. René Gallimard, diplomatico francese in Cina, si innamora di Song, una diva dell'Opera di Pechino, che ne approfitta per carpirgli segreti militari. Rispedito in Francia, la incontra di nuovo e, credendo di salvare il figlio che si convince di aver avuto da lei, le passa documenti top secret...

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Voto Visitatori:   8,15 / 10 (40 voti)8,15Grafico
Voto Recensore:   9,50 / 10  9,50
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Voti e commenti su M. butterfly, 40 opinioni inserite

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Thorondir  @  09/05/2022 12:00:43
   8 / 10
Nella Cina degli anni Sessanta nasce un amore apparentemente improbabile tra l'uomo bianco borghese (francese) e la donna intellettuale cinese. Ne nasce un rapporto inevitabilmente complesso, che deve essere celato e che ben presto di intreccerà con i rispettivi ruoli nello spionaggio per i propri paesi. Cronenberg rende questa storia con una regia sinuosa, dove si ricordano alcuni splendidi primi piani (anche se imho c'è un montaggio a volte un po' troppo brusco) e in cui amore e mistero si legano e si toccano continuamente, fino ad esplodere in tutte le loro contraddizioni nell'ultima mezz'ora del film. Il finale, quella messa in scena allegorica della disillusione, della non comprensione dell'altro (ma anche di se stessi), così perfettamente resa da un grande Jeremy Irons, resta in testa per un bel po'.

Filman  @  14/09/2021 23:11:14
   8½ / 10
David Cronenberg ha dimostrato di poter passare da un cinema disturbante per i sensi ad un film top nel genere romantico, e questa è senza ombra di dubbio una delle doti più innate che un regista possa avere.
M. BUTTERFLY è un film delicato, che parla dell'amore al di là della carne o per meglio dire della mente che controlla e manipola la carne, all'interno di un conflitto tra Oriente e Occidente di carattere storico-politico dal quale traspaiono le divergenze social-culturali e che pesca nuovamente dal cinema classico per ottenere un approccio spionistico.
Moderno tematicamente, anche visionario per certi versi, ma soprattutto forte nei sentimenti ed elegante nella forma.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  26/07/2018 19:29:11
   8½ / 10
Un gigantesco Jeremy Irons porta su schermo le perversioni di un Cronenberg che ogni volta riesce a riproporre la sua maggiori ossessioni (la trasformazione fisica/psichica e il doppione/alter ego) in una diversa variante.
Quello di "M. Butterfly" è probabilmente il Cronenberg più raffinato di sempre in grado di creare un'opera fatta di lirismo, casta sessualità, amore, disperazione, ambiguità e distruzione di ogni certezza.

Romi  @  10/06/2018 10:58:06
   10 / 10
Bellissimo film di Cronenberg, meno visionario rispetto agli altri suoi film. Ma non perde di vista il tema a lui caro "la trasformazione dell'identita'". Per me il suo piu' bel film.

DarkRareMirko  @  26/05/2014 01:34:50
   10 / 10
Probabilmente il miglior Cronenberg di sempre, ancora più di Cosmopolis; ammaliante, mai una sbavatura, tutto perfetto, con scenografie, musiche, tematiche perfette.

Magistrali Irons e Chen, finale incredibile, fotografia ai massimi livelli.

Impossibile distogliere lo sguardo dalla tv; mai l'ambiguità sessuale e la trasformazione fisica sono state trattate in modo più professionale di questo.

Qualche incongruenza, ma si è comunque proiettati in un mondo a parte, raffinatissimo ed elegante.

10 e lode.

cosmocar  @  12/04/2013 11:38:20
   10 / 10
capolavoro di Cronenberg con un grandissimo Jeremy Irons

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  06/02/2013 20:11:26
   8½ / 10
Un melodramma d'ambiguità sessuale. Solo David Cronenberg poteva riadattare la Madama Butterfly di Puccini, unendolo con le sue tematiche di attrazione/repulsione per il sesso. Aggirando qualsiasi considerazione sull'omosessualità, ma andando bene oltre e raccontano l'illusione di un'amore.

Una tragedia di corpi e di desiderio. Unico nel suo genere e uno dei migliori film del grande regista canadese.

Intesa magnetica tra Jeremy Irons e John Lone

vieste84  @  04/01/2013 18:52:26
   8½ / 10
Altro gran filmone di Cronenberg che nella mia personale scala di valori arriva dietro solo al capolavoro "la mosca". Jeremy Irons davvero ben calato nella parte (ahah) cosi come pure la bella Song(ahah). Il film procede bene, mezzo punto in più per i bei discorsi, per aver saputo rappresentare bene pure gli stati d'animo di Reneè. Fin qui un film guardabile ma poi arriva il colpo di scena e quell'incredibile finale che chiudono il cerchio che ci fa capire cosa avesse voluto trasmetterci Cronenberg con questa storia d'amore che forse tra le più strane, complicate e assurde della storia del cinema. Forse per riuscire nella riuscita della pellicola ci è stata qualche forzatura(sottolineata pure durante il processo) ma poco importa, soprattutto soprattutto quando il risultato è questo. E' un film di cronenberg e si vede, geniale, malato assurdo come solo lui sa raccontare, una vera storia d'amore a tratti poetica e innocua ma allo stesso tempo scioccante e decadente. Va assolutamente visto, sia per alcuni momenti di vera poesia e sopattutto per il finale eccelso da applausi da vedere e rivedere.....Sconsigliato ai fan delle commediole d'amore e di blockbuster come Titanic

Volevo chiudere con un pensieto personale, avrei voluto vedere la faccia di Irons quando il regista gli ha proposto il ruolo e la sceneggiatura di questo film alquanto insolito. Dopo la performance di inseparabili di sicuro il povero attore avrà pensato:"ma guarda che mi tocca fare, questo è proprio matto" ahahah

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  09/09/2012 01:36:32
   9 / 10
Del problema di amare qualcuno che non esiste.

Cronenberg usa tutta la sua maestria nel creare uno dei film più melodrammaticamente ambigui della storia del cinema. Irons supera se stesso, affidando ai suoi occhi la disperazione di una perdita che va oltre anche alla morte stessa. Un film che in una manciata di minuti racconta milioni di cose. Una lezione di cinema a dir poco epocale.

Guy Picciotto  @  17/04/2012 15:37:30
   9½ / 10
Se dovessi scegliere un solo film di Cron da portare su un isola deserta alla fine lascerei da parte tutte le derive ballardiane anche se gustosissime e porterei con me il suo film più umano, M.Butterfly.
Il film è un viaggio nell'ideale d'amore, il più illusorio possibile, ovvero il più totalizzante, il più vero ovvero quello più illogico, ed autodistruttore.
Forse il film più conflittuale mai fatto: teatro vs cinema, specchio vs sguardo, occidente vs oriente, corpo vs spazio, realtà vs finzione, un conflitto annunciato perfino dal titolo col significante M. , è il punto dopo la M che falsa il sesso ed impone la maschera, del resto chi è la controparte di un transessuale?

gemellino86  @  26/11/2011 16:34:59
   10 / 10
Uno dei grandi capolavori del maestro. La storia colpisce profondamente lo spettatore e gli attori danno tutti il meglio di sè. Da notare un bravissimo Irons. Un film da vedere e rivedere. W Cronenberg!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  09/10/2011 11:09:29
   9 / 10
Uno dei film di Cronenberg da me più amati.
Si può dire dia inizio a una seconda fase della sua carriera, in cui, a parte "Existenz" che fa il verso (con più modesti risultati) a "Videodrome", le trame diventano più classiche, e in cui, cominciando a sganciarsi dal legame al genere fantastico (in cui aveva già dato tutto), l'autore approfondisce i suoi temi prediletti agganciandoli esplicitamente alla psiche.

Il fascino di "M Butterfly", con la sua ipnotica colonna musicale, promana dallo scarto tra la trama melò di un amore estremo sin dall'inizio oggetto d'inganno, da un lato, e l'evidenza del macroscopico errore di Gallimard, che anche allo spettatore che non conoscesse la trama sarebbe quasi subito evidente. Questo scarto è determinante per "congelare" il film e impedire un coinvolgimento emotivo che non è quanto cerca Cronenberg (regista sempre molto cerebrale): ma insieme sospende una vertigine sul personaggio di Gallimard, cui veniamo posti in una prossimità tale da comprenderne i sentimenti. Al punto che egli ci apparire distinto, e in certa misura "più avanti", rispetto al mediocre ambiente che lo circonda all'ambasciata. La sua fine sarà segnata, coerentemente, dalla più totale solitudine di colui che ha compreso sulla sua pelle e a proprie spese una verità che ai più resta ignota.

Ma ciò per cui amo particolarmente "M Butterfly" è il suo essere una ammaliante allegoria di come tutte le nostre certezze possano essere illusione. Il film suggerisce che potremmo tutti essere dei Gallimard, più "fortunati" di lui solamente perché non saremmo costretti, un giorno, a fronteggiare l'inanità di ciò che eravamo convinti costituisse la verità cui avevamo dedicato tutta la nostra vita.
La distanza fra civiltà appare incolmabile come quella fra gli individui. Il sogno romantico di annullare questa distanza è intessuto di convincimenti errati ed ingenui, così come errato ed ingenuo è il libretto rosso di Mao in mano agli studenti del maggio francese nel '68, impugnato proprio mentre in Cina Mao mandava ai lavori forzati artisti ed intellettuali.

La sessualità gioca un ruolo fondamentale nella poetica di Cronenberg, ed è straordinario come, qui, il madornale equivoco stia a sottolineare in modo difficilmente più grande quanto la sessualità sia una questione di psiche.

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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  07/10/2011 23:04:28
   9½ / 10
Una delle vette più alte nel cinema di Cronenberg e momento di passaggio verso le grandi opere della maturità artistica.
"M. Butterfly", oltre ad essere uno dei melodrammi più struggenti e straordinari della storia, rappresenta anche la metamorfosi più estrema nella filmografia del regista: "Ho amato un illusione. Sono un uomo che ha amato una donna creata da un uomo" dice Gallimard alla 'sua' Liling Song, ammettendo un'idealizzazione amorosa fondata sulla sua iniziale misoginia occidentale e costretta a scontrarsi con la fugacità del reale e con l'inganno della finzione.
Impossibile non essere travolti da una sceneggiatura tanto meravigliosa, da una ricostruzione scenica tanto raffinata e dall'eccezionale prova dei due protagonisti (Irons e Lone da applausi, impressionanti, sensazionali). Il finale è tra le cose emotivamente più forti che io abbia mai vissuto, splendidamente straziante, Puccini ne sarebbe fiero.
Generalmente snobbato (secondo me per via di un colpo di scena tanto atteso quanto ininfluente rispetto alla grandezza psicologica di tutto il resto), merita in realtà un posto d'onore nella cinematografia del regista e degli anni '90.

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kako  @  07/10/2011 21:58:02
   7 / 10
un Cronenberg abbastanza diverso dal solito, che crea un'opera melodrammatica e struggente. Direi tentativo più che promosso, grazie anche alle interpretazioni di Irons e dell'attore che interpreta madama butterfly e a un intensissimo finale

Bartebly  @  09/08/2011 22:14:11
   10 / 10
Un Cronenberg meravigliosamente poetico e immancabilmente complesso. Finale da antologia. C'è tutto Cronenberg in questo film, è c'è tutto nonostante non vi siano elementi stilisticamente crononberghiani, o apparentemente cronenberghiani, e qui infatti risiedi la sua grandezza. In questa sua evoluzione-maturità che non tradisce le sue e le nostre ossessioni.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  08/05/2011 23:19:39
   9 / 10
"Perchè all'opera di Pechino i ruoli femminili sono interpretati dagli uomini? [...] E' perchè qui solo l'uomo stabilisce come si dovrebbe comportare una donna."

Straziante racconto di due culture che si incontrano e duellano, si mescolano, si rincorrono, si invadono. E di un amore illusorio che non può che sfociare in un finale da pelle d'oca. Meraviglioso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  28/10/2010 11:51:52
   9 / 10
Tratto dalla pièce teatrale di David Henry Hwang "M. Butterfly" è il primo film di Cronenberg che porta il regista girare in diversi paesi: Francia, Cina, Ungheria. Ambientato nel 1964, in prossimità della guerra in Vietnam. Renè Gallimard (Irons) lavora per l'ambasciata francese in Cina e pare essere l'uomo giusto per scoprire le intenzioni occidentali.
M. Butterfly è un film che ha come sfondo la guerra e lo spionaggio e come dramma principale l'incontro e la passione tra due persone. Cronenberg filma la sensualità di un bacio e l'amarezza di un litigio in maniera perfetta. La parte finale, quella ambienta in Francia e soprattutto ambientata in un tribunale è quella più dura per Renè ma anche di vera rivelazione. Un film sulle conseguenze di un'ossessione, con due protagonisti strepitosi.
Il regista non rinuncia ai suoi temi più cari come quello del doppio.
Stupendo.

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Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  17/09/2010 23:53:19
   9½ / 10
Quasi perfetto. Un film impressionante che racconta una storia incredibile e che mostra come la realtà possa venir piegata, distorta e distrutta dai sentimenti e dalla debolezza. E con questo intendo anche la realtà della propria identità (vedi l'epilogo). Un Cronenberg che, di nuovo, ci mostra come il mondo non sia alla portata dell'uomo.
Ispirato a una storia vera, è però tratto dall'opera teatrale.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  15/05/2010 22:51:17
   9 / 10
Film che gioca con quei luoghi comuni occidentali spesso associati ad un mondo, quello orientale, che molto, troppo spesso si ha la presunzione di comprendere a pieno. Ed è così che Gallimard, in una sorta di pena del contrappasso, perderà la propria identità nell'estremo atto di deformare la realtà che lo circonda.

"Nonostante tutto, sei ancora la mia Butterfly..."

Bellissimo.

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BrundleFly  @  03/12/2009 09:40:52
   7 / 10
Il film che ha meno di Cronenberg in assoluto. Non ho letto il libro quindi non so quanto il regista sia stato fedele. Resta il fatto che il film offre sì un'ottima interpretazione degli attori, bellissime ambientazioni, le bellissime musiche di Howard Shore e una storia accattivante e che, in un certo senso,riesce a prenderti; ma secondo me è stata portata avanti male e con un sacco di situazioni inverosimili.


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andreacinico  @  26/11/2009 17:36:20
   8 / 10
Pellicola leggermente anomala per Cronenberg che per l’occasione tralascia le mutazioni della carne, appena accennate in una mini-sequenza, per dedicarsi agli stravolgimenti dei sentimenti e al dolore che essi apportano, pur mantenendo le atmosfere stranianti e le musiche in linea col suo tipico stile. Questa volta il cambiamento del corpo avviene a livello di identità cioè il protagonista si crea una “maschera” teatrale mutando nella donna amata e desiderata.
Opera che per evidenti ragioni tralascia la verosimiglianza (probabilmente anche per mantenere lo script della pièce teatrale da cui è tratto nella cui struttura viene quasi ribaltato il ruolo di Madama Butterfly di Giacomo Puccini – M. come Mister Butterfly?) per giungere alla sfera emotiva tramite immagini e situazioni “sospese” tra sogno (incubo?) e realtà. Il tutto rappresentato in maniera pacata e sottilmente allegorica; come se fosse la messa in scena della sublimazione, in senso psicologico, da una sfera sessuale, appena accennata, ad un amore idealizzato.

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Inoltre da questo lungometraggio traspare l’atteggiamento degli orientali nei confronti delle donne; in tal senso paradigmatica risulta la frase detta da Song (che vuole essere anche da traccia per gli sviluppi del film) in cui riferisce che, in Cina, le donne a teatro sono interpretate da uomini perché solo loro possono decidere come può muoversi una donna e quindi come si deve comportare, dando quasi l’idea che sia l’uomo a plasmare l’entità femminile. Similmente a ciò che succede nella pellicola: “Sono solo un uomo che amava una donna creata da un uomo” e di riflesso nel protagonista che si innamora di un essere che esiste solo nella sua mente.
Insomma un’opera intensa ed affascinante che sviscera bene i concetti di doppio ed ambiguità tanto cari all’autore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/08/2009 17:09:00
   8 / 10
E' un film molto particolare dove Cronenberg usa l'accento melodrammatico più che in ogni altro film mai fatto. un film fatto di inganni di ribaltamento continuo dei ruoli in cui la realtà viene distorta e completamente mutata dal desiderio del protagonista di quell'ideale di donna perfetta. Uno stato mentale che non lascia trasparire, ambiguamente, se il protagonista è consapevole o meno di ciò che gli sta accadendo. Un film affascinante che anticipa per certi versi le tematiche più estreme di Spider.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  25/07/2009 17:32:18
   9 / 10
Cronenberg al 100mila%, personalmente, già che mi sto appassionando alla cultura orientale, vedere questo film è stata una vera cuccagna. "M. Butterfly" è forse la pellicola che mostra in anticipo la maturazione artistica del nuovo millennio cronenberghiano, senza tralasciare le vecchie tematiche. Impossibile non pensare alla Mosca del decennio precedente. Il rapporto Uomo/Donna, l' amore irrazionale, la funzione decisiva di un figlio, e soprattutto la trasformazione del corpo, reale o irreale che sia, l' Irons è, in perfetto stile del regista, vittima delle proprie illusioni e ossessioni. Ma non è il regista, è lo spettatore che si avvicina e prova, con la propria esperienza, quello che l' arte di Cronenberg cerca di dire dagli anni '70. Altro che attori fuori parte, stilisticamente così così; siamo di fronte a un capolavoro fotografico, ad una interpretazione di John Lone straordinaria (non sapevo nulla del dramma da cui è tratto il film, e ho avuto dubbi - o forse ho voluto averli - fino alla fine, oh così!), e ad un grandissimo Jeremy Irons, davvero bravissimo nelle piccole cose. Banale citarla, oramai, ma l' ultima sequenza vale almeno la visione del film anche da parte di chi ha la puzza sotto il naso per quest' opera magnifica.

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Ultima risposta 09/08/2011 22.08.24
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Alexein  @  25/04/2009 00:53:48
   7 / 10
Stavolta Cronenberg incarna il mutamento e l'ossessione non attraverso effetti speciali e sequenze oniriche ma interamente sulla bravura degli attori ed alla sua macchina da presa formando un affresco struggente sull'amore e le sue trappole.
Sceneggiatura sicuramente meno mirabolante rispetto ai suoi film precedenti, mi aspettavo qualcosa di più sulle atmosfere e gli ambienti cinesi, ma la storia in se compensa tutto, nuda e cruda.

paride_86  @  02/03/2009 01:49:19
   7 / 10
Cronenberg, dopo le fantasie visionarie de "Il Pasto Nudo", sceglie un melodramma orientale che si mescola inesorabilmente con l'opera da cui prende il titolo.
Il film è realizzato in maniera parecchio inverosimile:

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Nonostante l'ambientazione cinese potesse permettere al regista delle scenografie suggestive, Cronenberg ha realizzato una storia alquanto piatta, anche dal punto di vista visivo.
Di conseguenza poteva puntare sul versante drammatico, ma il film è piuttosto smorzato.
Insomma, non si può dire certo che "M. Butterfly" sia brutto, anche perché gli attori sono stati molto bravi, ma non mi ha coinvolto più di tanto.

phemt  @  13/11/2008 10:17:18
   8 / 10
Cinque anni dopo Inseparabili Cronenberg e Irons tornano a lavorare insieme per un altro dramma intenso e di grande livello…

Un film sulle illusioni della mente e sul trasformismo, è inutile stare a farsi domande e considerazioni su come e sul perché Renè non si renda conto di quella che è la reale situazione… Quello che vive non è altro che un imbroglio mentale più suo che della spia Song, un auto inganno che Renè fa a se stesso… E’ infatti lampante anche allo spettatore che la sua Madame Butterfly sia un uomo, ma Renè non è uno spettatore come noi, lui non osserva la storia da un punto di vista esterno come facciamo noi, lui è nella storia ed ha quindi una visuale differente dalla nostra, una visuale che si auto impone e che mantiene fino al discorso rivelatore all’interno del furgone…
Una Madame Butterfly più femminile avrebbe dato sì al film un colpo di scena sorprendente ma avrebbe fatto perdere alla pellicola parte della profondità che la contraddistingue…

Sceneggiatura perfetta, regia come sempre ottima, colonna sonora naturalmente di impatto, Irons è bravissimo (anche se personalmente l’ho preferito in Inseparabili), il finale è di un intensità sconvolgente!

Max78  @  24/09/2008 16:44:45
   8 / 10
Seth Brundle = La Mosca
René Gallimard = M.Butterfly

Che siano mutazioni genetiche o metamorfosi interiori Cronenberg è il + abile
trasmormista cinematografico.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  01/02/2008 14:25:30
   8½ / 10
Cronenberg è un regista che non finirà mai di stupirmi.
Per una buona ora il film sembra distante anni luce dalla sua filmografia ma nell'ultima mezz'ora, attraverso una crescendo di colpi di scena e suggestioni, ritorna nei suoi "canonici" binari realizzando uno delle sue opere più sottovalutate.

Definire questo M.Butterfly è impresa ardua: assieme e Dead ringers è forse il lavoro del regista canadese che più ricorda una tragedia "classica", improntata appunto sull'omonima opera con i temi cari a Cronenberg evidenziati anche nell'esaustiva recensione che consiglio caldamente di leggere dopo la visione del film.

Per quanto rigurda i dubbi sollevati da alcuni commenti, non credo che Renè (interpretato da un Jeremy Irons che sembra tirar fuori il meglio di sè con questo regista) non si sia accorto di quello che stava succedendo: o meglio, il suo inconscio sapeva ma la sua ragione si rifiutava di accettarlo anche di fronte all'evidenza (basta ricordarsi il momento che lui infila le mani sotto i vestiti di butterfly).

Sta proprio qui la magia del film: la mente manipolata che non accetta la realtà, 100 % Cronenberg.
Solo nella scena del furgone appare tutto chiaro, ed è ormai troppo tardi.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  02/09/2007 00:49:13
   7½ / 10
a parte il fatto ke è assurdo ke rene non si accorga ke song sia 1 uomo il film è davvero molto bello, a tratti noioso ma con 1 finale davvero molto intenso.
perfetto jeremy irons ,ankora 1 volta calato alla perfezione nel personaggio.
l'unika pekka è ke ancora adesso mi kiedo come sia possibile ke rene abbia creduto ke quello fosse realmente suo figlio se in tt quegli anni non aveva mai avuto rapporti sessuali con song,....
mistero.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  27/05/2007 02:09:19
   9 / 10
Che dire, grande film. Il duo Cronenberg - Irons ancora una volta si ripete in un'opera veramente splendida.
A tratti delicata, proprio come lo è la cultura orientale, a tratti violenta, feroce e fosca, come spesso sa essere Cronenberg.

La cultura orientale è rappresentata in tutto il suo fascino, in tutto il suo essere enigmatica e difficilmente completamente comprensibile da un occidentale. Un film che spazza via i preconcetti e gli stereotipi classici della cultura cinese, il cui contrasto con quella occidentale è espresso con forza.
La grande muraglia come non solo elemento di divisione ma come fusione, come elemento di contiguità tra due colture, unione possibile solo una volta sgombrati dal pregiudizio.

Ma ad un tratto Cronenberg ci induce a ritenere che tutto è falso. Falsa l'amicizia, falso l'amore, falso il desiderio di uscire da quel guscio che è la nostra cultura, falso è il desiderio di fondersi con un'altra realtà, l'unico desiderio è l'egoistico tentativo di indurre il tutto a qualcosa che conosciamo, una realtà che c'è il più possibile vicina.
L'unica cosa vera è la disperazione, il dolore, l'angoscia: è qui che Cronenberg emerge. La falsità dell'amore e la realtà del dolore.
Ma le sequenze finali ci mostrano il reale pensiero del regista: l'amore non è falsità perchè diventa vero nel momento stesso della nostra sofferenza. Non possiamo soffrire per qualcosa d'irreale, e il dolore dovuto all'amore dimostra la sua esistenza.

Un film molto ben realizzato, sia a livello di regia che scenografie. Colpisce il climax ascendente della trama sempre più coinvolgente e torbida fino al magnifico finale. La prova di Ions è ottima, vermente bravo anzi bravissimo. Intensa la sua interpretazione
Le musiche sono stupende.

3 risposte al commento
Ultima risposta 01/02/2008 23.26.29
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  10/03/2007 12:36:01
   7½ / 10
un Cronemberg al meglio della forma sforna una delle sue storie allucinanti...l'inizio sembra dei piu classici dove si racconta una semplice ma torbida storia d'amore...poi quando escono le carte in tavola il film prende una piega che non ti aspetti fino ad arrivare al bellissimo finale!
film che mi ha dato modo di conoscere anche la bellissima composizione "m.butterfly"!
poi volevo capire meglio una cosa...

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  02/10/2006 22:14:38
   8½ / 10
un film sull'illusione, l'idealizzazione, l'(auto)inganno.
cronenberg in una veste di primo acchito inusuale. è un film abbastanza a se stante fra le sue pellicole, ma a mio parere solo una visione più pacata e poetica dell'ambiguità motore di ogni suo lavoro. il finale è davvero da pelle d'oca.

aiemmdv  @  13/04/2006 20:10:22
   9 / 10
Cronenberg abbandona il genere horror per dedicarsi ad un film drammatico dal grande spessore ideologico.Il protagonista,affascinato dalla cultura cinese, si innammora di una ragazza orientale .La sua preconoscenza dell'oriente si rivelera' pero' un qualcosa di semplicemente artificioso e ormai inesistente.Il prtagonista ,da persona sicura e piena di sè,diventa nel corso della pellicola sempre piu' fragile fino ad avere una completa perdita della propria identità.

Crimson  @  23/03/2006 15:51:20
   8 / 10
Un film che lascia spazio a numerose riflessioni, mediante l'ambiguità che regna dall'inizio alla fine. Ambiguità non solo per quanto riguarda l'approccio sessuale, ma anche di intenzioni, di parole, di sentimenti.
La storia d'amore tra i due protagonisti è molto ma molto più complessa dal punto di vista relazionale piuttosto che nelle azioni. Renè è vittima dell'illusione e dell'autoinganno. Idealizza una realtà che nel concreto è del tutto diversa. E questo errore di natura addirittura esistenziale è troppo grave, ma giudicabile? non sò. Non riesco a ritenerlo uno stupido, un completo idiota ma una vittima di un meccanismo psicologico troppo irrazionale dal poter essere condannato. Chiunque spesso senza rendersene conto, almeno inizialmente, reputa la realtà in modo diverso da quella che è, vittima della propria idealizzazione. Egli cade preda dei suoi sentimenti; è facile pensare durante il film "ma come è possibile che non se ne accorga?" ma credo che uno dei messaggi di fondo sia proprio questo: ossia che spesso da fuori è fin troppo semplice osservare delle situazioni ma quando le viviamo in prima persona è tutto diverso. L'amore che Renè prova non è "normale", chiunque ad esempio desidererebbe vedere nuda la persona amata. Ma lui è così, prova una riverenza esagerata, assurda. Ed è l'inganno di Song o il suo autoinganno a compromettere la sua carriera e a distorcere radicalmente le sue opinioni in merito alla cultura cinese, alle relazioni diplomatiche e culturali? è un interrogativo coinvolgente, al quale è difficile rispondere. Sicuramente entrambi i fattori hanno un ruolo determinante, ma fino a che punto è difficile stabilirlo.
La scena in assoluto più bella è quella finale, assolutamente incredibile.

sweetyy  @  23/03/2006 15:45:55
   6 / 10
Potevano prendere una Butterfly che sembrasse davvero una donna...comunque il finale mi è piaciuto tantissimo!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR frine  @  25/11/2005 03:12:21
   8 / 10
Mai sottovalutare i popoli del cosiddetto 'terzo mondo'. Specie se si tratta del popolo cinese, forte di una cultura millenaria.
La bella Song è una Mata Hari cinese, avvezza all'inganno e alla menzogna, ma fedele alla patria e al regime. Controllata da una funzionaria comunista brutta e trasandata, Song risponde, impeccabilmente: "Faccio del mio meglio".
E il diplomatico occidentale, presuntuoso e vagamente razzista, ci casca. Ci casca oltre i limiti del credibile. Ma diciamo la verità: cose simili sono successe a molti, magari con conseguenze meno gravi.
L'irrisione nei confronti della stupidità maschile è feroce e lacerante. Ma c'è una contropartita, non si sa se consolatoria o ancora più frustrante: la femme fatale, astuta e ingannatrice, è in realtà un maschio.
Forse c'è ancora una via di scampo per il cinico e intrigante travestito. Ma non ce n'è nessuna per il diplomatico occidentale idiota.
John Lone si conferma come il più strepitoso attore orientale/occidentalizzato , capace di adeguarsi mirabilmente ai ruoli più diversi. E Jeremy Irons? Convincente, ma in un ruolo che certo non lo dipinge come un mostro di intelligenza. E non è la prima né l'unica volta. Comunque, Cronenberg sa sempre scegliere bene i suoi attori, e ancora una volta realizza un film originale e graffiante, che non suscita molta simpatia ma almeno fa riflettere.


Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  21/11/2005 10:32:37
   9 / 10
Dopo Dead ringers, la coppia Cronenberg/Irons firma un altro capolavoro... la trama del film è di per se improponibile ... ma cronenberg come al solito riesce nel miracolo di renderla credibile... almeno due le scene memorabili... quella dentro il furgone e quella finale...

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