masters of horror 2: rumori e tenebre regia di Brad Anderson USA 2006
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masters of horror 2: rumori e tenebre (2006)

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locandina del film MASTERS OF HORROR 2: RUMORI E TENEBRE

Titolo Originale: MASTERS OF HORROR 2: SOUNDS LIKE

RegiaBrad Anderson

InterpretiChris Bauer, Michael Daingerfield, Richard Kahan

Durata: h 0.58
NazionalitàUSA 2006
Generehorror
Al cinema nel Novembre 2006

•  Altri film di Brad Anderson

Trama del film Masters of horror 2: rumori e tenebre

La storia di Larry Pearce, un uomo con un super-udito eccezionale e che, dopo la morte del figlio, sentendo sempre più suoni fastidiosi, dovrà scegliere una via violenta per far smettere questa situazione che lo tormenta.

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Voti e commenti su Masters of horror 2: rumori e tenebre, 44 opinioni inserite

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BlueBlaster  @  04/12/2017 17:50:17
   5½ / 10
Per me questo episodio si lascia guardare ma non è nulla di che...
Il soggetto è abbastanza originale ma il film non ha quel ritmo o quei colpi di scena che portano ad una visione soddisfacente ossia lo si guarda in modo abbastanza passivo nonostante la storia drammatica ben messa in scena dal protagonista.

Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  23/10/2016 05:13:57
   6½ / 10
"Sounds Like" narra l'assurda vicenda di un padre che viene a consocenza da parte del medico curante di non aver saputo gestire in tempo la malattia del figlio che oramai morto ha lasciato solo un immenso vuoto in lui. Il rimorso , invece di corrodere la sua coscienza , dà vita ad un super udito che tormenta il protagonista e che se inizialmente crea qualche sintomatico , ma ancor controllabile disagio nel posto di lavoro, con l'avanzare del film sfocia in una vera ossessione che avrà esiti fatali . Un vero noir dove il vissuto intimo di Larry Pearce polarizza tutta la visione ; interessante la metafora a specchio tra i suoni assillanti che provengono dall'esterno e il rumorosissimo senso di colpa che gradualmente diventa sempre più intenso. Il soggetto di questo MOH lo rende uno dei più originali della serie e quindi la sufficienza è garantita, ma non più di questa perché il grande problema è l'assenza di ritmo che si percepisce già dai primi minuti : il mutismo del protagonista e il viaggio introspettivo nella sua psicologia sono certamente stimolanti , ma certo non appassionano. E' tutto un po' monotono, e Sounds Like rimane chiuso nel suo intellettualismo. Ottimo il finale.

Oskarsson88  @  17/08/2015 02:50:45
   7 / 10
Buono finalmente un altro di questi Masters of Horror, soprattutto se e come dev'essere viene letto nella chiave della pazzia sempre crescente del protagonista, che non ha in realtà un super udito, ma che è semplicemente sempre più distrutto per la perdita del figlio. Interessante, originale e ben sviluppato.

alex94  @  10/07/2015 10:52:22
   6 / 10
Episodio sufficiente della seconda stagione dei "Masters of horror" caratterizzato da una buona idea di fondo ma penalizzato da uno sviluppo purtroppo tutt'altro che esaltante,poco coinvolgente e quasi del tutto privo di tensione.
Non mancano comunque alcune scene abbastanza riuscite ed inquietanti.
Uno dei pochi episodi sufficiente della seconda stagione,da vedere.

Jolly Roger  @  04/02/2015 01:27:59
   7½ / 10
-----Spoileroso e ammazzafilm-------
Dunque. E' rarissimo che mi sia trovato nella situazione di vedere un film e poi di non sapere che voto dargli. Di essere così indeciso da riguardarmelo una seconda volta il giorno successivo.
Ebbene, alla prima impressione non mi aveva detto un granché: una storia interessante e ben fatta, ma allo stesso tempo molto semplice, quasi banale, che, ad un primo giudizio, sfiorava forse la sufficienza, ma non di più.
Eppure mi era rimasto quel nonsoché che mi ha spinto a rivedere l'inizio…e poi a riguardarmelo tutto. Mai fatta cosa più positiva!
Ad una seconda visione, il mediometraggio mi ha mostrato tutta la sua bellezza: un'estrema cura quasi maiacale, un'attenzione e una sensibilità per i particolari che raramente ho visto in prodotti di questo tipo e sfiora la genialità.

Larry è un uomo ferito, distrutto, spezzato in due dalla tragedia di aver perduto il figlio piccolo. Egli non ha metabolizzato il dolore, non lo ha né fronteggiato né tantomeno superato: si è semplicemente chiuso in sé stesso.
Chiuso, come chiusa deve restare per sempre la porta della cameretta del bambino. Chiusa, come se rappresentasse la porta della memoria (meritevole metafora del film), che cela tutti quei dolorosi ricordi che non si ha la forza di affrontare.
Egli ha chiuso questa porta ed è fuggito dalla cruda realtà, creando una barriera fra sé ed il mondo circostante che lo rende impenetrabile agli altri - ma che a sua volta rende lui impermeabile a qualsiasi empatia e scambio emotivo con le persone che lo circondano. La sua sociopatia è totale, la sua dissociazione inizia con la schizofrenia (egli immagina di sentire gli altri che gli parlano dietro, che dicono cose offensive su di lui) prosegue nell'insensibilità e nell'indifferente cinismo ("oggi ho licenziato una dipendente…senza un motivo, perché lo volevo") e si scatena nel delirio omicida.
Larry ha chiuso questa porta ed è uscito, cercando un altrove, un fantomatico silenzio che non può esistere, perché il rumore che lui sente non è quello esterno, quello prodotto dalle cose…ma quello interiore.

Possibile che tutti trovino la chiave di questo cortometraggio nel fatto che lui ha un udito super sviluppato?
No.
Non è così.
La chiave di Sounds like non è l'udito, né il rumore…è il SENSO DI COLPA.
C'è una frase - che forse ad una prima occhiata passa inosservata - ma che è determinante nello scatenare il senso di colpa di Larry. Quando lui avvicina l'orecchio la petto del figlioletto e si accorge che qualcosa non va nel di lui battito cardiaco...e poi lo porta all'ospedale per fare gli esami…il dottore, dopo i risultati, avvisa i genitori che purtroppo la patologia cardiaca del figlio non ha rimedio, possono solo alleviargli il dolore…
ecco la determinante frase pronunciata dal dottore, che letteralmente lo spezza: "se lo avessimo saputo prima, magari un anno fa o due, avremmo potuto salvarlo, ma ora non possiamo fare più niente".
Questa frase lo uccide. Uccide il Larry che era stato fino a quel momento, da lì in poi egli diventerà un'ombra, prima di sentimenti. Emblematica è l'inquadratura del suo sguardo in quel momento, che si fissa, immobile, sull'orologio del dottore, quasi a fermare il tempo, creando una spaccatura tra il prima ed il dopo…
Proprio Lui, Larry, che di professione usa l'udito per ascoltare il buon esito delle telefonate dei dipendenti di un call center. Proprio lui, non può perdonarsi di non aver saputo usare quell'udito che tanto positivamente sfrutta sul lavoro, per fare una cosa ben più importante: salvare suo figlio, quando ancora non era tutto perduto. Accorgersi prima della sua malattia.
Egli non regge a questo dramma e da quel momento, ogni rumore per lui diventa insopportabile…persino i rumori degli strumenti che tengono in vita artificialmente suo figlio. "Fermatevi, basta!" esclama Larry rivolto a questi strumenti, incapace di reggere emotivamente una tale situazione di impotenza di fronte al lento spegnersi del figlioletto. Ma non è il rumore che essi fanno il vero problema.
Il vero problema sta nel fatto che lui non riesce più a reggere questa situazione, cioè vedere suo figlio in fin di vita, per una colpa che lui attribuisce a se stesso.

Ma gli strumenti si fermano per davvero…e suo figlio muore…

No, il super-udito non c'entra con il dramma terribile che consuma l'anima di Larry.
Egli sente esattamente quello che sentono tutti ed esattamente come lo sentiamo tutti, ma i suoni che ci circondano diventano per lui un bailamme infernale, rumori insopportabili che, come spilli aguzzi che passano per le orecchie, gli perforano il cervello.
La dimostrazione di ciò, è che il suo estremo fastidio per i rumori non si manifesta mai a caso, ma soltanto nelle scene in cui riaffiorano, nella sua mente, i ricordi della tragedia. Ma questa percezione dei rumori cala decisamente – fin quasi a sfiorare la sordità!! – proprio nei momenti in cui egli è in grado di rimuovere completamente il trauma.
Emblematica, ad esempio, la scena del ristornante: sua moglie gli rivela che la moglie del vicino è incinta ed è proprio a causa di quella rivelazione che il suo dolore riaffiora, sotto forma di una cocente invidia nei confronti dell'amico vicino di casa – ed è proprio in quel momento che i rumori del ristorante diventano insopportabili (i piatti, le persone che sbattono il cucchiaino contro la tazzina del caffè e masticano voracemente le cibarie – come demoni che mangiano gli innocenti, incuranti del dolore interiore di chi non può far nulla per impedire ciò). E' in quel preciso istante che i rumori iniziano a spaccargli i timpani.
È anche, ad esempio, il rumore insopportabile che Larry ode provenire dalla stanza di suo figlio, quando sua moglie vi si reca.
Proprio quella stanza che dovrebbe sempre restare chiusa, come una tomba sacra.
Oppure il rumore del pallone di basket, quando il suo vicino (quello che aspetta un figlio) gioca in giardino. Larry avverte i rimbalzi del pallone come fossero cannonate che rimbombano in casa sua, esattamente come nella sua anima rimbombano i ricordi, l'amarezza per il figlio perduto e l'invidia per il vicino neo papà.
Ma le scene geniali non si fermano qui. Ad esempio, la scena in cui la moglie gli confida che sente di aspettare un altro figlio.
Esattamente un secondo dopo, il volto di Larry viene deformato da uno squillo penetrante, che gli perfora l'anima: ma è solo un semplice squillo? O forse è il senso di colpa verso il figlio morto, per il fatto che qualcuno – il nascituro in grembo della moglie – pretenderebbe, suo malgrado peraltro, di sostituire il figlioletto morto?
Larry non vuole il nuovo figlio. Non vuole altri figli, come se il fatto di avere un secondo figlio fosse un oltraggio al figlioletto morto – il cui posto, nascosto ed imprigionato nel suo cuore, nessun altro bimbo può osare reclamare.
La scena che segue è cucita a regola d'arte alla precedente: un rumore che proviene dal muro gli fracassa i timpani. Lui spacca il muro e scopre l'origine del rumore: sono cuccioli di un topo.
Larry li ucciderà a martellate, esattamente come la sua mente, emotivamente, sta massacrando il figlio nel grembo della moglie.
Non a caso, è proprio questo deviato moto amoroso verso il figlio morto che porta Lerry a compiere un gesto agghiacciante: soffocare la moglie nel sonno, perché ossessionato dal rumore provocato dallo sbattere dei suoi occhi contro le palpebre. Questo è un movimento tipico che le persone fanno inconsciamente mentre sono nella fase R.E.M del sonno, ovvero, in parole povere, mentre SOGNANO. E lei, come lei stessa ha rivelato in una precedente scena, fa sempre lo stesso sogno, in cui si vede annunciare la nuova maternità e gioisce di ciò.
La verità cruda è che lui uccide la moglie perché lei sogna il secondo figlio.
Non è per niente il rumore assordante delle palpebre della moglie che stordisce Larry, ma è la semplice ed umana circostanza che lei sogni una nuova vita, sia per il nascituro e per loro, in grado – nella mente distorta e ormai compromessa di lui – di recare offesa alla memoria del precedente figlio defunto.
Ulteriore prova dell'insussistenza di alcun super – udito, sta nel fatto che Larry – dopo aver ucciso la moglie e quindi restituito onore alla memoria del figlio, si appacifica con se stesso e non sente più alcun rumore forte, anzi, sente tutto in modo ovattato e dolce: sorride, ascoltando la musica di violino trasmessa dall'autoradio mentre si reca a lavoro come se nulla fosse. Sorride, quando vede la mosca nel piatto alla mensa, senza essere affatto disturbato dallo sbattere delle sue ali. Sorride, come un grosso bambino, quando la commessa della mensa lo rimprovera per la seconda volta chiedendogli di pagare : "Ah, scusi …eh eh eh…non l'ho sentita. NON L'HO SENTITA, eh eh".
Agghiacciante la frase che Larry pronuncia subito dopo, accanto alla tomba del figlio: "tu mi hai capito, lo so".
Dico agghiacciante, per il significato che questa frase realmente sottende, ovvero: "io so che tu capisci, figlio mio, perché ho dovuto uccidere la mamma. L'ho fatto perché lei voleva sostituirti con un altro".
Quello appena citato è uno dei rari momenti in cui egli sente i suoni in maniera normale. Ma non è l'unico: in tutti i momenti in cui il suo senso di colpa si assopisce e lui si avvicina al figlio, egli smette di avere ogni disturbo legato ai rumori: sente il Silenzio.
Ad esempio, la scena in cui invita il giovane dipendente per mangiare insieme al parco, vicino al laghetto dove i bambini giocano con le barchette. Lui ama quel posto, perché lì si recava per giocare col figlioletto; la sua anima, in quel luogo, si abbandona: egli vede, nel ragazzo giovane e sensibile, quello che suo figlio avrebbe potuto diventare da grande (aveva notato la sensibilità del ragazzo ascoltando una sua telefonata ad una cliente vedova, in cui egli la rincuorava dicendole che lo spirito di suo marito le era sempre vicino: un pensiero che restituisce una via d'uscita fuori dal logorio interiore che prova Larry, che cerca costantemente un varco nel silenzio per ricongiungersi allo spirito del figlio). Azzeccatissima in tal senso la scena in cui egli, volgendosi verso il ragazzo, non vede costui, ma vede suo figlio piccolo…e continua a parlare, lo invita ad una gita in barca, lontano dalla terraferma, dove non ci sono rumori, si respira il silenzio e si gode la pace.

Ma gli incubi non si possono fermare e la calma è solo un'illusione temporanea. Perché non si può fuggire dalla realtà.
Non vi è alcun luogo, per un'anima tormentata, in cui si possa udire la pace, il nulla, il silenzio assoluto: gli spiriti del senso di colpa continueranno a urlare stridulamente come spettri.
Infatti c'è qualcosa che continua a infastidire la testa martoriata di Larry.
Un rumore strano. Un rumore, come di vermi che mangiano carne.
Non serve colmare l'intercapedine tra la porta della camera matrimoniale ed il pavimento con degli stracci, perché quel rumore continua a perforagli la testa da dentro, come un trapano.
Al lavoro, come ogni giorno, ascolta le conversazioni dei dipendenti…ma le voci gli sembrano rumori di vermi.
Il capo lo chiama al telefono, lui risponde…ma sente solo vermi.
Il capo lo ferma in corridoio e gli urla contro, ma dalla sua bocca non escono rimproveri, ma rumore di vermi.
Fugge in auto, ma dall'autoradio esce rumore di vermi.
Si getta sulla tomba del figlio e sviene. Ma si risveglia, per colpa del rumore dei vermi.
In questo frangente, il suo delirio è ormai in fase terminale: non è più solo auditivo, ma diventa visivo: infila le mani nel terreno, estrae una manciata di vermi, che non sono reali, ma nient'altro un'allucinazione.
Fugge a casa, ormai fuori di senno.
Anche lì senti i vermi.
Ma una volta arrivato, finalmente realizza cos'è questo fantomatico rumore di vermi: è il senso di colpa per un'azione che ha rimosso: l'uccisione della moglie.
"Stai zitta, altrimenti ti sentiranno, smettila!"
Sono le ultime parole di un uomo ormai squilibrato, che in un ultimo sprazzo di lucidità, straziato dal dolore, urlerà piangendo, con la foto del figlio tra le mani:
"Voglio che torni, ti prego torna da me!"

Brad Anderson si conferma geniale, nel saper mostrare in modo perfetto, direi scientifico o freudiano, cosa prova un essere umano in una fase di declino emotivo che sta precipitando in una spirale a vortice, osservando la caduta da dentro ovvero con i suoi stessi occhi, seguendolo verso il baratro. E' un regista con una struttura, con una visione che sa scavare in profondità dell'animo umano come solo certi scrittori di fine ottocento sapevano fare – dovrebbe rimanere sempre su questi registri, perché quando esce da essi per dedicarsi ad un horror di stampo più classico…..fallisce, peraltro clamorosamente (vedi Vanishing on 7th Steet).
Larry di "Sounds like" è il Trevor Reznik de "l'Uomo senza Sonno". Entrambi hanno rimosso un trauma terribile, ma in entrambi il trauma riaffiora, come un estremo rigurgito proveniente dalle profondità dell'IO, che si manifesta attraverso disturbi psico-fisici: nel primo, come insopportabilità dei rumori, che fanno riaffiorare il senso di colpa. Nel secondo, come incapacità di dormire, di chiudere gli occhi ed abbandonarsi alla serenità del sonno per l'incapacità di affrontare, in tale stato di maggior debolezza rispetto alla veglia, le proprio colpe rimosse.
Un IO che resta vigile, anche quando pretendiamo di chiudere gli occhi di fronte alla nera realtà.
Un IO che vive nel nostro profondo e non ha occhi, ma che osserva tutto.
Un IO che sembra privo della nostra razionalità e della nostra logica, ma che, per quanto ci sforziamo, non riusciamo mai ad ingannare.
Un IO che solo apparentemente resta in silenzio, ma che in realtà può fare così tanto baccano da sconquassare la nostra ragione e portarla al delirio.

Chissà perché, poi, ho scritto praticamente un poema megalitico su un mediometraggio di 50 minuti.
Sarò forse malato di mente pure io.

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/10/2016 10.33.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR carsit  @  11/09/2013 19:53:24
   6 / 10
Apro questa nuova serie con la visione di rumori e tenebre.
Ottima veramente l'idea , come hanno detto vari utenti.
Purtroppo non ho riscontrato una medesima realizzazione su pellicola, rendendo forse leggermente ripetitiva la condizione del tormentato protagonista.
Qualche trovata registica l'ho apprezzata :
- l'elettrocardiogramma che smette di suonare e corrisponde con la pace dei sensi del protagonista ( a sua insaputa ).
- la scena del risolino nella camera del bambino deceduto
Ripeto, il film poggia su basi solide e molto suggestive.
Purtroppo la puntata viene deprivata di qualunque connotazione orrorifica, riducendo la vicenda ad un thriller "sonoro" che non riesce a mostrare suspance o tensione.
Il finale non aggiunge proprio nulla a tutta la vicenda.
Mezza delusione, ma alla sufficienza ci arriva.

3 risposte al commento
Ultima risposta 12/09/2013 14.04.42
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leonida94  @  04/09/2013 12:11:40
   5 / 10
Esempio lampante di una ottima idea non coadiuvata da un'ottima realizzazione.
Il film è più che un horror è un thriller psicologico che alla lunga stanca e non impressiona.
Buona l'interpretazione di Bauer e ottime alcune trovate registiche per un film che non fornisce nessuna dose di suspance o di angoscia.
Poteva essere fatto molto meglio, ma premio l'idea.

CyberDave  @  10/05/2013 23:25:24
   4 / 10
Un viaggio nella mente delirante di un uomo che, dopo la perdita del figlio, inizia ad avere un super udito che gli condiziona l'esistenza fino a portarlo alla pazzia.
Non un horror ma un thriller psicologico che però tende ad annoiare e ad essere ripetitivo.
Non mi è piaciuto per niente e non mi ha suscitato nessun interesse, solo noia e speranza che finisse, il finale scontato chiude un episodio davvero mal riuscito.

James_Ford89  @  18/09/2012 05:42:54
   8 / 10
Davvero piacevole questo MOH. Anderson ci sa veramente fare.
Un continuo crescendo di follia, in un uomo che definire disperato, sarebbe riduttivo. Inevitabile il finale. Buon prodotto!

Neurotico  @  12/06/2012 18:11:30
   9 / 10
Ipnotico ed inquietante, angoscioso e disturbante senza mai mostrare sangue (se non nel finale). Gioiello di grande valore dal regista del capolavoro Session 9, con il quale questo episodio ha in comune il tema ovvero la follia che deflagra nella mente di una persona normale a causa di un episodio tragico e che genera una violenza feroce. Finale catartico. Bellissimo.

Invia una mail all'autore del commento Gondrano  @  12/05/2012 11:38:19
   6½ / 10
Poco horror ma gradevole ed originale.
Un'oretta spesa discretamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  04/03/2012 13:44:34
   4½ / 10
Innanzitutto questo non è propriamente un film horror ma è più una sorta di thriller psicologico.
Comunque sia l'idea di base è anche buona, peccato che per quasi tutta la durata di questo episodio non succede assolutamente niente di interessante e il risultato finale è decisamente noioso. Peccato perchè come già detto l'idea era una di quelle buone.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  10/01/2012 11:59:15
   7 / 10
Carino e originale. Svetta tra i vari Masters of horror.

chem84  @  13/10/2011 15:34:46
   7 / 10
Un Masters of horror poco horror se vogliamo, ma decisamente interessante.
Inevitabile ed assai efficace il finale.
Bravo Anderson.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  16/05/2011 12:06:49
   7 / 10
Molto ben fatto quest'episodio di Masters of Horror, sicuramente tra i migliori di entrambe le stagioni. Brad Anderson dimostra di saperci fare. Atipico, ma riuscito.

Stunter  @  25/02/2011 21:26:48
   6½ / 10
Non mi è dispiaciuto , è ben fatto . E' un pochino lento nello svolgersi , ma comunque vale la pena di attendere la parte finale che l'ho trovata assai folle :)
La scena finale riesce a sortire il suo giusto effetto , poche le scene da film horror ... ma comunque un 6,5 lo merita tutto .

Mothbat  @  18/11/2010 14:11:05
   7 / 10
Uno dei più curiosi della serie.

somberlain  @  07/11/2010 17:56:55
   8½ / 10
Brad Anderson è un regista che gli appassionati di thriller psicologici devono assolutamente conoscere.
Dopo Session 9 e L'Uomo Senza Sonno, dirige qui un mediometraggio assolutamente impeccabile, che narra il delirio paranoico di un uomo in seguito alla morte del proprio figlio, trasmettendo in modo sublime le sensazioni, l'angoscia, la follia del protagonista.
Un MOH poco horror, ma comunque decisamente superbo, sotto tutti i punti di vista.

BrundleFly  @  02/10/2010 17:31:49
   7½ / 10
Un episodio molto psicologico e poco horror. Un viaggio nella disperazione di un uomo che ha appena perduto il figlio e che deve convivere con il suo "superudito" che lo porterà piano piano alla pazzia.
Si vede che dietro alla mdp c'è un regista esperto in thriller di questo tipo come Brad Anderson ("L'uomo senza sonno").

John Carpenter  @  06/08/2010 14:55:28
   7½ / 10
Fin'ora è uno dei migliori della seconda serie. Non è affatto horror, ma un dramma psicologico che mescola follia, allucinazione e deliri onirici. Certe scene danno proprio alla nausea, quindi penso che il regista Brad Anderson sia riuscito nel suo intento. Da vedere.

John.

Invia una mail all'autore del commento Aletheprince  @  25/07/2010 22:37:25
   7 / 10
angoscia, stress psicologico, disperazione emotiva e follia: quest'episodio, rinnovando, in modo monotono e pedante, momenti di lavoro e fasi della giornata ripetitivi, stereotipati, banali, li eleva tutti in un crescendo di incontrollabile demenza schizofrenica, dove il protagonista, vittima del proprio intimo dolore, sublimando le proprie capacità uditive ai limiti dello shock folgorante e dell'incontrollabile fastidio sonoro, perde il lume della ragione, vinto dalla propria finitudine e dai propri tarli psichiatrici.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  27/04/2010 15:17:37
   7 / 10
Carino MoH di Brad Anderson, la trama è un pò diversa dalle altre, anche il modo in cui è raccontata la vicenda, vale a dire con dei ritmi abbastanza bassi. Si ha un pò di "tensione" anche nel finale (che però ho poco capito).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/02/2010 22:12:45
   7½ / 10
Di quelli che ho visto finora è il master più atipico, poco horror allo stato puro ma in compenso l'ottima interpretazione di Chris Bauer rende in maniera eccellente lo stato d'inquietudine del protagonista di fronte al senso di colpa per la morte del figlio. L'unica pecca forse è la durata canonica dei masters che rende un po' ripetitiva la seconda parte dell'episodio, sennò saremo stati di fronte ad un piccolo gioiello.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  19/02/2010 22:51:20
   7 / 10
Anderson si conferma come un regista dalle qualità notevoli,specie nella realistica profondità psicologica con cui i suoi protagonisti vengono tratteggiati,con le loro ossessioni.
Peccato per una storia troppo spesso non all'altezza,specie i primi 20 minuti di una piattezza assoluta. D'altra parte buonissimo e fondamentale il sonoro. Come nel sorprendente L'uomo senza sonno,Anderson riesce ad angosciare senza mostrare quasi mai niente di così particolarmente violento.
Bravissimo l'attore protagonista che si cala nella parte a perfezione.
Non male,una storia un pò più originale e magari sarebbe venuto fuori qualcosa di ancora più notevole.

USELESS  @  11/12/2009 06:42:15
   5 / 10
Noiosetto e senza "suspence" a tratti diventa perfino ridicolo, il finale poi è una boiata!

LEMING  @  09/12/2009 08:43:37
   7½ / 10
Sono convinto che questo Anderson sia un regista notevole, e seppur questo sia un mediometroggio, riesce ad infondere un'angoscia infinita faccendoci immedesimare con lo stress schizoide del protagonista fino ad un finale perfetto. Uno dei migliori episodi della serie.

Ciaby  @  30/08/2009 21:54:30
   8½ / 10
Finalmente un "MAsters Of Horror" della seconda serie veramente notevole. Mi riguarda molto da vicino, anche perchè sono uno che non sopporta i rumori: le bocche che mangiano, le urla...

Per questo mi sono ritrovato molto nel disagio del protagonista e nella sua angoscia, ritrovandomi completamente anche nel doloroso, geniale e poetico finale.

Bello! Bello! Bello!

DarkRareMirko  @  24/08/2009 23:04:25
   9½ / 10
Se la gioca quasi a parimerito con he Black Cat di Gordon per la Palma di miglior episodio della serie 2 dei Masters of horror.

La mano di Anderson, autore della perla Session 9, si sente eccome e, anche se inizialmente pare di trovarsi di fronte ai soliti drammi pseudofamiliarlavorativi, il tutto è portato avanti magistralmente e reso interessante da ottime scene ed ottimi protagonsti.

Finale criptico, da vedere.

GodzillaZ  @  21/05/2009 13:54:19
   7½ / 10
Tra i più bei masters che ho visto.
Idea originale e rappresentata in modo superbo grazie al protagonista (Chris Bauer) e ad un montaggio perfetto. Le situazioni di disagio sono rese alla grande sul posto di lavoro, poi al ristorante, a casa...OVUNQUE!
Non c' è violenza ma l' orrore è ben presente.

simone p  @  26/04/2009 10:26:42
   6½ / 10
Idea semplice e originale anche se il film nello svolgimento diventa un po' ripetitivo e le idee vanno scemando.

marfsime  @  23/04/2009 19:45:58
   8 / 10
Molto molto bello..secondo me uno dei migliori della seconda serie dei MOH..magari non sarà un argomento innovativo ma il film è girato bene e trasmette tutta l'angoscia del protagonista.

hellknight2  @  17/04/2009 14:31:31
   7 / 10
Brad Anderson in "session 9" e "l'uomo senza sonno" aveva dimostrato una certa abilità che riconferma in questo episodio della serie MOH. Un film decisamente drammatico e coinvolgente. Però non lo definirei un horror.

statididiso  @  06/04/2009 04:23:46
   10 / 10
questo è il mio film (che, tra l'altro, Anderson confeziona alla perfezione)... io ho un udito molto sviluppato (contrariamente alla vista) e cerco di evitare tutte le situazioni caotiche... tanto per dire, quando mi trovo in un ristorante affollato - scena del film - riesco a distinguere più le voci che provengono dagli altri tavoli che quelle del mio... poi la mia ragazza (che è sempre la stessa di quando commentai 'Cannibal holocaust') proprio non sopporta i rumori: si mette i tappi per studiare, dormire, etc. insomma, tutto questo per dire che è la quotidianità che mette più paura (un discorso analogo a quello fatto a suo tempo per 'The Lift' di Dick Maas)... mi dispiace dover scalzare subito il film di Hooper, ma per me questo 'Sounds like' è, per il momento, il miglior MOH2 (se non qualcosina di più)... L

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  26/03/2009 21:17:56
   4½ / 10
Mi dispiace molto andare contro corrente, ma a me questo MOH non mi è piaciuto per niente, alla fine che cosa c'è di horror? quasi niente, magari in alcuni tratti e un pò inquietante, ma per il resto non c'è praticamente altro, più che altro lo definirei un drammatico.
Insomma, già la trama non mi ispirava per niente, ma avendo la possibilita di vederlo io c'ho provato, ma il risultato non è stato soddisfacente, eppure vi assicuro che l'ho visto due volte per vedere se potevo anche cambiare idea, ma purtroppo niente l'ho trovato solo una noia pazzesca, subito sembra prendere una strada anche giusta, ma poi si lascia praticamente andare verso il nulla, e purtroppo mi ha stufato e pesato abbastanza, pessimi anche gli effetti sonori.
Ma, non c'è molto altro da dire, l'unica cosa di positivo e l'interpretazione degli attori che mi sono piaciuti un mondo, ma per il resto e un vuoto completo.

4 risposte al commento
Ultima risposta 06/04/2009 02.36.34
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  04/03/2009 14:45:51
   6½ / 10
Fino d'ora lo ritengo il migliore della seconda serie...malgrado non sia proprio una storia horror mi ha appassionato molto piu' che in quelli tutti a base di sesso e sangue!
Qui,clamorosamente,non si vede nemmeno una tetta!
Prevedibile,comunque,come andra' a finire

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  02/03/2009 15:02:05
   6 / 10
Il 6 ci sta ma non di più. Oltre al fatto che di horror c’è ben poco, di interessante c’è solo quel minimo di tensione e i buonissimi effetti sonori (sarebbe stato imperdonabile il contrario, comunque). Per il resto non è che ci sia molto da vedere, non c’è un vero sviluppo della storia. In ogni caso, da quel poco che ho visto, mi sembra che nella seconda serie dei Moh i doppiaggi siano molto migliori!

pinhead88  @  25/11/2008 00:16:42
   6 / 10
paura 0,guardabile ma niente di speciale

emagiul  @  05/11/2008 09:03:50
   8 / 10
mi è piaciuto molto, i film di questo regista emergente sono dei film che vanno capiti , lui usa le paure interiori e le fa emergere

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/05/2009 12.58.57
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Aztek  @  30/09/2008 20:06:42
   6½ / 10
Allora l'idea del regista non è male, anzi è molto originale, e il film anche se ha dei momenti lenti tutto sommato si lascia guardare....anche se come qualcuno ha scritto non è un vero horror, o meglio non è un normale horror imbottito di fantasmi e cose del genere, ma è un horror diciamo "psicologico" che trasmette una strana sensazione ascoltando tutti quei rumori.
Bello il finale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  11/09/2008 23:13:05
   6 / 10
episodio sufficiente
interessante l'idea di suoni come fonte di psicopatia

lupin 3  @  04/09/2008 16:38:36
   5½ / 10
Poteva essere migliore...
Guardabile ma niente di eclatante.

DeepRed81  @  22/07/2008 16:37:36
   6½ / 10
L'idea di base non è malvagia,ma non so,mi sono annoiato abbastanza e piu volte ho controllato il timer per vedere quanto mancava alla fine...Piu che un horror mi è sembrato un dramma/thriller ,con una storia abbastanza triste quanto vera,di come un evento tanto tremendo come la perdita di un figlio possa sconvolgere la mente umana.

phemt  @  06/05/2008 09:46:33
   8 / 10
Un uomo con una tragedia alle spalle, con un “dono” che in realtà è una maledizione e con un senso di colpa che lo sta divorando da dentro: In soldoni è la trama di questo episodio per la seconda serie di Master of Horror firmato Brad Anderson, indubbiamente uno dei registi emergenti più interessanti in assoluto che già aveva mostrato le sue doti nell’ottimo Session 9 e nel notevole L’Uomo senza Sonno…
Un figlio portato via in giovanissima età da una brutta malattia, la gente intorno che non ti capisce, un lavoro che non fa altro che peggiorare le cose e la capacità, grazie ad un super udito, di sentire tutti (e troppo) i rumori che ti circondano…
La sanità mentale che ti abbandona quando anche il più piccolo e normale rumore ti entra nel cervello come una lama, quando la pioggia ti costringe a fuggire, quando una mosca copre i discorsi o una lampada ed una goccia ti fanno saltare i nervi, quando addirittura il movimento degli occhi di una persona addormentata diventa insopportabile… Puoi annullare tutto questo ma solo per alcuni momenti e poi la situazione non potrà che peggiorare, ed allora c’è un’unica disperata possibile via di uscita, necessaria da percorrere per riabbracciare il silenzio una volta per tutte e per porre fino ad ogni dolore…
Buona la prova registica di Anderson malgrado a tratti cada un po’ troppo nello stile televisivo (ma d’altronde l’episodio è fatto appositamente per la tv), assolutamente eccezionale la prova di Bauer e mi viene da pensare cosa avrebbe potuto essere Schramm di Buttgereit con protagonista un attore del genere (visto che somiglia parecchio a Brendel)…
Profondo e affascinante, personalmente ho visto pochi mediometraggi al livello di questo Sounds Like… Se qualcuno aveva dei dubbi ora non dovrebbero averne più, Anderson è un regista che farà parlare molto di sé, e poco importa se fondamentalmente fino ad adesso ha sempre trattato lo stesso tema…

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Ultima risposta 06/04/2009 10.57.36
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  02/01/2007 15:16:41
   7½ / 10
i mostri di brad anderson non hanno zanne affilate e non mangiano le persone. sono quelli che si insinuano in profondità nell'animo e lo corrodono lentamente, fino a portare al delirio chi li ospita.
fantasmi che si chiamano senso di colpa, rancore, traumi indelebili.
bell'episodio, coadiuvato da una grande prova di chris bauer.

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