mary shelley - un amore immortale (2017)

Mi aspettavo, sinceramente, qualcosa di più. Tanto, troppo spazio al rapporto tra Percy e la protagonista, a tratti raccontato in maniera ripetitiva e stucchevole, fatto di "odi et amo", corna, creditori e poco altro. Quasi fastidiosa, invece, la parentesi Byroniana del film dove, forse, ad uscirne meglio, è un timido e spaesato Polidori. I costumi e le ambientazioni ottocentesche sono senza dubbio di pregio, così come l'intensità della protagonista, ma per il resto non ho trovato la profondità e le struggenti motivazioni che hanno costituito la genesi del grande romanzo di Mary Shelley. Ai titoli di coda, mi è sembrata un'occasione persa.

Poco convincente e stranamente convenzionale nella sua pur pregevole forma questo film su Mary Shelley. Per una figura che già nei suoi geni possedeva quel fuoco sacro che la madre rivendicava per la condizione della donna, proprio la regista al-Mansour, una donna appunto, getta al vento un'occasione come questa affidandosi alla solidità, ma anche alla piattezza di una storiella convenzionale su un soggetto che doveva essere trattato in maniera più anticonvenzinale. Della genesi del suo capolavoro letterario, Frankenstein, si ha una visione confusa e forse anche ingannevole perchè sembra essere stata concepita quasi esclusivamente dai continui ed estenuanti tira e molla tra lei ed il suo compagno Percy Shelley (leggasi questione di corna). Un film come questo, così mal strutturato nella sua impostazione e banale nello sviluppo, purtroppo non ha fatto assolutamente breccia per quanto mi riguarda.