marlowe il poliziotto privato (1975)

Un uomo , dopo sei anni di galera per rapina , incarica Marlowe di ritrovare la sua vecchia fidanzata .... Ennesima apparizione cinematografica del personaggio del detective privato Phil Marlowe , creato dalla penna di Raymond Chandler e diventato un' icona del genere hard boiled . " Addio mia amata " è probabilmente l' avventura più celebre di Marlowe ed il regista newyorkese Dick Richards ( uno dimenticato troppo in fretta da Hollywood ) riesce a metterla in scena con sapienza ed abilità . L' atmosfera torbida è quella dei classici noir degli Anni '30-'40 , in una Los Angeles vista quasi sempre nella sua versione peccaminosa notturna , sempre in giro tra locali malfamati , alberghetti di quarta categoria , sordidi bordelli , uomini con completi stazzonati ed immancabili cappelli , femmine fatali , poliziotti corrotti e malavitosi eleganti . Ma la vera carta vincente del film è naturalmente il cast , con protagonista un Robert Mitchum che , pur essendo molto più vecchio del " vero " Marlowe , sembra nato per interpretare il disincantato ma onesto investigatore privato . Al suo fianco , per troppo pochi minuti , troviamo il fascino glaciale di Charlotte Rampling , poi le facce da piedipiatti buono e da sbirro cattivo di John Ireland e Harry Dean Stanton , il perfetto ceffo ottuso di John O'Halloran , l' ottima sciattona di Sylvia Miles e l' azzimato baffetto di Anthony Zerbe . Si segnala poi una particina minore per un Sylvester Stallone agli esordi . Al resto ci pensa probabilmente il testo originale di Chandler , pieno di battute " sentenziose " che restano nella memoria . A valorizzare ulteriormente la bella ricostruzione ambientale ci pensano poi le ottime musiche di atmosfera create da David Shire . Tirando le somme , posso arrivare vicino a dargli 8 ....

Non era facile fare una buona trasposizione negli anni '70 di un difficile romanzo ambientato negli anni '30/'40, soprattutto perché già ottimamente trasposto con L'ombra del passato (chissà perché in Italia non è mai stato usato il bellissimo titolo originale, "Addio, mia amata"). E invece il buon mestierante Richards ci riesce benissimo, grazie ad una sceneggiatura solida e ad attori in palla (nonostante Mitchum fosse troppo vecchio per la parte).

Peccato sia finito un po' nel dimenticatoio: merita senz'altro una riscoperta.

Pur non avendo ahimè alcuna familiarità con i lavori di Chandler (ma rimedierò) posso tranquillamente promuovere questo lavoro del sottovalutato (ma non troppo) Richards per l'ottima trasposizione del contesto e delle caratteristiche tipiche dell'hard boiled; unita all'ottima prova di Mitchum, ne esce fuori un noir magari sul momento non proprio comprensibile per la quantità di nomi e dettagli che tramano il mistero, ma di sicuro intrigo e coinvolgimento.
Impossibile mancare Harry Dean Stanton in un ruolo minore ma soprattutto Joe Spinnell ed un giovane Sylvester Stallone, in tempi in cui i due erano ancora compagni di merende e solo il primo si era fatto un nome come caratterista.

Ottima pellicola, tratta dal racconto scritto da Chandler,il cui protagonista è uno dei più famosi detective privati del cinema. Stranamente sono il primo a commentare un film che ha avuto un buon successo negli anni '70 ed un ritorno al noir (neo-noir) che in quel periodo non andava male, dopo la grande affermazione di "Chinatown" di Polanski. "Farewell, My Lovely" (titolo originale) è molto godibile e la vicenda, intricata quanto basta (ma non imprevedibile), ha il suo meglio nei momenti notturni. Grande Robert Mitchum, in uno stato di grazia, dato che in quel periodo aveva girato anche "Gli amici di Eddie Coyle" e "Yakuza". Particolare il resto del cast, con lo scrittore Jim Thompson in un cameo, così come un giovane Sylvester Stallone, Joe Spinell e Harry Dean Stanton in piccoli ruoli.