maria antonietta regia di Sofia Coppola USA 2006
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maria antonietta (2006)

 Trailer Trailer MARIA ANTONIETTA

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locandina del film MARIA ANTONIETTA

Titolo Originale: MARIE ANTOINETTE

RegiaSofia Coppola

InterpretiKirsten Dunst, Jason Schwartzman, Rip Torn, Judy Davis, Asia Argento, Marianne Faithfull, Aurore Clément

Durata: h 2.03
NazionalitàUSA 2006
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2006

•  Altri film di Sofia Coppola

•  Link al sito di MARIA ANTONIETTA

Trama del film Maria antonietta

Maria Antonietta, la figlia della regina d'Austria viene promessa in sposa appena quattordicenne a Luigi XVI, il futuro re di Francia. Nonostante la sua riluttanza, la giovane si trasferisce a Versailles, ma non riuscirà mai ad entrare in sintonia col popolo francese che in primis, non le perdona il fatto di essere straniera, così allo scoppio della Rivoluzione, quando Maria Antonietta si schiera dalla parte dell'aristocrazia, una volta catturata, sarà condannata dal tribunale rivoluzionario alla ghigliottina.

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Voto Visitatori:   6,57 / 10 (128 voti)6,57Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
Migliori costumi (Milena Canonero)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Migliori costumi (Milena Canonero)
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Voti e commenti su Maria antonietta, 128 opinioni inserite

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Clint Eastwood  @  10/07/2011 22:43:59
   6½ / 10
E' un'ottima analisi della quella società appariscente, ignorante e bigotta che risiedeva a Versailles, quasi una satira in immagini. Oltre a questo c'è veramente poco da fare e Coppola con il suo stile ricercato sembra avermi convinto solamente con LOST IN TRANSLATION.

Preferirei THE DUCHESS uscito due anni dopo con la Knigtley che sommariamente parla e copre gli stessi temi ma risulta più movimentato e piacevole nella visione.

1 risposta al commento
Ultima risposta 10/07/2011 22.45.59
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JohnRambo  @  21/08/2009 15:04:15
   5 / 10
Ho provato a seguire questo film fino alla fine, per la presenza di Kirsten Dunst, ma poi mi sono arreso. E dire che a me i film "in costume" non dispiacciono.
Lento e noioso fino all'inverosimile, con una pessima scelta di musiche in colonna sonora: la Francia di Maria Antonietta aveva fior di compositori. Non c'è nemmeno il tentativo di mostrare uno spaccato di una vita in cui, mancando molti degli svaghi moderni, aveva nella musica un punto di forza.
Il mio 5 è dovuto al fatto che, non avendo visto tutto il film, potrei essermi perso la parte migliore (sono arrivato, credo, grosso modo a metà).
Kirsten Dunst purtroppo riscopre i suoi limiti di attrice, incapace di reggere da sola un film comunque di portata modesta.

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Ultima risposta 03/09/2010 09.25.12
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Invia una mail all'autore del commento erik@  @  06/08/2009 21:47:43
   8 / 10
,a quanto è bello sto film??? cioè a tratti è strano ma è sublime!!! veramente originale...
belli gli ambienti e i costumi, bellissime le musiche, bella cm viene presentata la storia, in kiave moderna intendo... belol bello bello...
da nn perdere!!!

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Ultima risposta 15/08/2009 05.47.08
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topsecret  @  21/07/2009 11:37:38
   5½ / 10
Costumi splendidi ma storia poco ritmata e alquanto monotona che scivola via tra un mare di scarpe, un fiume di dolci e tanto cazzeggio di corte.
Abbastanza statica la Dunst, poco più di una comparsa la Argento.
Film che non invoglia ad una seconda visione.

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Ultima risposta 22/07/2009 17.57.34
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serrano  @  19/03/2008 18:41:49
   4 / 10
avrei dato 7 se avesse avuto un'ambientazione attuale!
anche se non aveveva pretese storiche, non si può redicolarizzare così eventi così importanti del passato!
Gli americani sono soliti stravolgere la storia, anche se poi nel complesso vengono fuori bei film, tipo Troy e 300...xò c.a.z.z.o...almeno lì le musiche sono appropriate!
Bellissimi i costumi e la location....molto brava, bellissima e sensuale lei...ma...la sufficienza non se lo merita proprio questo film!!!

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Ultima risposta 06/10/2008 09.21.04
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+ReikO+  @  24/01/2008 16:28:19
   7½ / 10
Non riesco a capire perchè tutti dicono che non centra niente con la vera storia di Maria Antonietta...boh.
Secondo me, andando a leggere su Wikipedia, la storia è molto simile...quasi uguale.
E poi i costumi e le scene sono veramente belle...apparte una, quando si prova le scarpe e dietro ai suoi piedi si vedono appena un paio di Converse...che giustamente in quel periodo non esistevano -_-"
In questo storico racconto Sofia ha quasi ridicolizzato i comportamenti che avevano i nobili nel '700...rendendo il film divertente.


Comunque secondo me in generale è un bel film.

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Ultima risposta 24/01/2008 16.49.34
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Ecio  @  11/08/2007 15:35:41
   7 / 10
Bel film.
Coraggiosa la scelta della regista di mescolare musiche del periodo con pezzi musicali attuali, secondo me però non sempre azzeccati.

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Ultima risposta 07/02/2008 19.34.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  23/05/2007 21:38:13
   7 / 10
Più che uno storico/drammatico si tratta di un brillante ritratto di Maria Antonietta nella vita di corte, in cui come già visto ne “Il Giardino delle Vergini Suicide” Sofia Coppola decide di interpretare il film in modo femminista e molto visionario, attualizzando pure il suo modo di pensare con musiche pop e atteggiamenti degli attori quasi attuali. La regia è molto attenta (non perfetta) a metterci nei panni della dolcissima Dunst, infatti il film gioca su dialoghi minimali ma coerenti ed efficaci, sui silenzi e nei disagi della regina. La figura portante è la donna, l’uomo è solo secondario, a volte inutile e perfino più imbarazzato del gentil sesso (e in questo caso non si parla solo di Luigi XVI). Probabilmente la Coppola avrà pensato: “Sono stufa di vedere al cinema uomini fighi e playboy. Ora, da donna, voglio dimostrare che anche le femmine sono carismatiche e vogliose d’amore!”
;-)
La fotografia è pulita e i costumi sono discreti.
Il risultato è un buon film di intrattenimento, non scade mai nell’eccesso e la visione è piacevole. Persino il finale è ottimo.

Da notare frasi come
”Quello è un rutto bello e buono!”
”E’ nato un maschietto sano e robusto!”
”Che mangino le brioches!”
”Buon lavoro!”
che nel contesto dell’alta società risultano sarcastiche, eppure veritiere!

Notate anche questo: durante le nozze di Maria Antonietta e Luigi appaiono delle enormi iniziali appesi per l’occasione. Sono M e L. Evidentemente “Maria & Luigi”… ma ai tempi remoti non c’erano le discriminazione uomo e donna? Non doveva essere L e M cioè prima Luigi e poi Maria? Che sia un altro segno nascosto del femminismo della Coppola? Ma in realtà ce ne sono di cose da scoprire!

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Ultima risposta 27/08/2007 14.43.03
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  13/04/2007 10:46:53
   6½ / 10
Un passo indietro per Sophia Coppola, regista di sicuro talento, che pero’ dopo i notevoli consensi ottenuti con “Il giardino delle vergini suicide” e con “Lost in translation” scivola un pochino su questo nuovo lavoro.
L’idea di conferire un’aria moderna agli avvenimenti narrati e di lasciare da parte il rigore storico è azzeccata,la regista infatti contrappone gli insopportabili e sciocchi riti di corte al carattere sbarazzino e allergico all’etichetta di una regina-adolescente,sottolineato da una bizzarra (ed ottima) colonna sonora che spazia dai Cure agli Strokes, da Aphex Twin a Siouxsie & the Banshee,ecc…
I bisogni insoddisfatti, non solo fisici, di una giovane donna non compresa dal marito e dai suoi cortigiani,perennemente oggetto di pettegolezzi ,trovano sfogo in uno shopping compulsivo,in feste lunghe un' intera notte ed inaffiate da numerose bottiglie di champagne ed in interminabili partite a dadi,”vizi”che diveranno parte integrante della vita di Maria Antonietta anche in eta’ adulta.
I suoi sprechi uniti a quelli di un un re incapace di rivestire il ruolo che gli compete,consigliato malamente nell’impiegare fondi per la guerra nelle colonie americane, segnera’ la fine di un mondo sfarzoso ed opulento, dove ozio e divertimento erano all'ordine del giorno.
L’elegante messa in scena è veramente impressionante,l’utilizzo di colori pastello uniti alla notevole location della reggia di Versailles rendono visivamente ricco il film,quasi strabordante,i costumi della sempre brava Milena Canonero(giustamente premiata con L’Oscar)sono eccellenti,ma a non funzionare perfettamente è la trama,troppo spesso ripetitiva e monocorde,in alcuni passaggi anche piuttosto gratuita ed inutile,appesantita da uno sviluppo lento con pochi sussulti che a lungo andare non giova certamente alla pellicola che spesso finisce con l’annoiare.
Una nota di merito infine a Kirsten Dunst,nuovamente musa della Coppola dopo “il Giardino delle vergini suicide”,l’attrice americana è perfetta nell'interpretazione, aiutata anche dai ruoli marginali a cui è costretto il resto del cast, con l'unica eccezione di Jason Schwartzman, incredibilmente a suo agio nei panni dell'incapace sovrano.

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Ultima risposta 13/04/2007 14.22.16
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siren  @  10/01/2007 17:45:36
   7½ / 10
Non credo che “Maria Antonietta” abbia la velleità di proporsi come film storico.
A parte che la certezza storica come valore assoluto è pura utopia. Lo storico non può prescindere dal suo filtro personale nel ricostruire gli eventi del passato, per quanto si sforzi di avvicinarsi all’obbiettività. Questione di punti di vista. Così come il teologo non può ritenersi depositario infallibile della Verità, essendo la teologia una scienza umana….
Quindi, gettare il discorso sul campo della veridicità storica sarebbe controproducente e riduttivo.
Ciò premesso, questo film lo si può apprezzare pienamente alla luce dei precedenti “Lost In Translation” (ottimi Murray&Johansson) e” Il giardino delle vergini suicide”, dove la Dunst aveva già dimostrato la sua bravura, che conferma in questa pellicola. Sono d’accordo sul discorso della trilogia e del filo conduttore che lega le “ragazze interrotte” di cui ci racconta la Coppola.

Maria Antonietta è una fashion-victim, insicura, ingenua, si lascia sedurre dal frivolo , sopperisce la mancanza d’affetto con banchetti pantagruelici.. non c’è molta distanza tra lei ed una ragazza d’oggi in fondo…
La Coppola non si sofferma solo sul suo status di regina, bensì offre un tuttotondo del personaggio, ponendo in rilievo la sua indole, lo stupore suscitato in lei dall’assurdità del mondo che la circonda (una Versailles che sembra più una parodia dello star-system), il suo essere impreparata e smarrita davanti al cambiamento , la scoperta dell’eros, i tempi morti (che ai più sono parsi noiosi), l’esperienza del distacco dagli affetti familiari e da una madre ingombrante quale era Maria Teresa D’Austria. La responsabilità di dare alla Francia un erede, è per lei motivo di frustrazione..(sempre per non disattendere le aspettative di una “madre-guru” da cui sembra non aver ancora reciso il cordone ombelicale…)
Al sicuro, tra i cancelli della sua reggia dorata, non immagina nemmeno che esista un mondo sull’orlo del collasso, un mondo che non tarderà a sfondare quegli esili cancelli… Un po’ come noi, che viviamo le nostre vite soft, appollaiati su un divano, aggrappati alla nostra routine, tra realtà virtuale & televisione-balia …lontano lontano, guerra, esecuzioni, fame…


Ricercatezza nelle scenografie, nei costumi (splendidi gli abiti e le scarpe di Manolo Blahnik!!) e nella colonna sonora; da apprezzare la scelta coraggiosa di alternare minuetti all’arpicordo in perfetto stile Luigi XVI, alle melodie plumbee dei Cure, dei New Order.. La Coppola non ha mai lasciato al caso la scelta dei brani da inserire nei suoi film, indimenticabile il sodalizio con gli Air e le note di “Playground Love”…
Sofia ha un grande talento. I suoi film hanno colori, atmosfere, emozioni. Sono una canzone dei Sigur Ròs, sono malinconia per qualcosa di sfuggente, indefinibile e affascinante.
Chapeau.

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Ultima risposta 20/07/2008 21.57.46
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benzo24  @  05/01/2007 18:48:34
   1 / 10
film brutti ne esistono troppi, ma questo oltre che brutto è anche una cocente delusione, perchè è la conferma che sofia coppola è senza talento, due ore di film per non dire niente, storicamente stramplato e assolutamente falso, interpretato e girato in modo ridicolo...si vede che è il prodotto di una donna.

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Ultima risposta 24/01/2008 16.39.14
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Invia una mail all'autore del commento Daniela Puledra  @  04/01/2007 04:09:43
   10 / 10
a me è piaciuto moltissimo , ovvio che ai francesi non è piaciuto : come al solito cè sempre il riscontro con la storia che non torna... ma chi se ne frega è un film non potrà mai raccontare cio che accaduto realmente.
eccezionale e originale l idea di mettere musiche molto attuali ( la stessa regista ha detto che ha scelto brani a lei cari) e mi sembra dovere riportare il commento di una utente del forum che piu descrive meglio il film"...una giovane ragazza sperduta in un mondo troppo grande, che non riesce a comprendere,e che non le comprende.
Sicuramente il film non risponde ai codici tradizionali del film in costume:al ritmo di una musica pop e di minuetti,la regista disegna un ritratto luccicante, e impressionista(ma soprattutto molto umano) di una giovanissima che aspira a vivere libera,lontana dalle convenzioni-costrizioni(che lei stessa giudica ridicole) della corte.
La visione non risulta mai noiosa,e costumi e ambientazioni sono a dir poco splendidi.
Poco importa il contesto politico,che sembra essere solo un pretesto per raccontarci un passaggio della vita fra la giovinezza e la maturità."
scritto da norah brava :D

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Ultima risposta 05/01/2007 03.31.35
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juliette  @  16/12/2006 14:45:52
   6½ / 10
Carina questa Maria Antonietta in versione moderna. Il film è a tratti simpatico, ironico, divertente, a tratti dolcissimo.
E' un quadro di questa bella regina e della solitudine che la circonda, e tutti i mezzi che cerca e trova per sfuggire al vuoto della sua condizione.
E' la ricerca di una donna che scopre la tenerezza, la sofferenza, la passione, l'amicizia.
Un film che secondo me piace molto alle donne ma poco agli uomini.
Kirstem Dunst è molto molto brava a recitare

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Ultima risposta 05/01/2007 10.29.13
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norah  @  14/12/2006 11:30:30
   7 / 10
"Lost in Versailles"
Marie Antoinette sembra un po'una versione settecentesca di Lost in translation(quella parrucca rosa...),ma stavolta alla bella protagonista toccherà indossare panni ben più ingombranti .
A dire il vero,i tre lavori della Coppola(Il Giardino delle Vergini Suicide,Lost in translation e Marie Antoinette) sembrano formare una sorta di trilogia:tutti e tre raccontano la solitudine di una giovane ragazza sperduta in un mondo troppo grande, che non riesce a comprendere,e che non le comprende.
Sicuramente il film non risponde ai codici tradizionali del film in costume:al ritmo di una musica pop e di minuetti,la regista disegna un ritratto luccicante, e impressionista(ma soprattutto molto umano) di una giovanissima che aspira a vivere libera,lontana dalle convenzioni-costrizioni(che lei stessa giudica ridicole) della corte.
La visione non risulta mai noiosa,e costumi e ambientazioni sono a dir poco splendidi.
Poco importa il contesto politico,che sembra essere solo un pretesto per raccontarci un passaggio della vita fra la giovinezza e la maturità.
Peccato,verrebbe da dire.

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Ultima risposta 17/12/2006 13.17.03
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  08/12/2006 17:54:54
   7 / 10
Versione dark-rock della vita di Maria Antonietta, con forti richiami ladyoscarosi nella rappresentazione dei personaggi. La Coppola sgrava la storia della parte tragica e si dedica a dipingere il ritratto di un'Antonietta adolescente scavezzacollo, intenta a vivere appieno la sua giovinezza. Ma veramente drammatico, sempre giocato su toni leggeri, con una colonna sonora straordinariamente integrata nonostante i 300 anni che la separano dalla vicenda, il film è privo di momenti di noia come di momenti di grande cinema. La Coppola offre una visione moderna del personaggio, aiutandosi anche con l'inserimento di 1000 elementi glamour e una regia molto ritmata e un pò spotteggiante. Un film divertente, ben confezionato, con una chiave di lettura intima piuttosto che "storica", dove si intuisce la visione del personaggio di Antonietta da parte della regista; uno sguardo clemente verso una regina troppo giovane, fatta simbolo di una rovina non dipesa da lei.

Tutti da ammirare i costumi della Canonero. Meravigliosi.

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Ultima risposta 11/12/2006 21.26.39
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/12/2006 22:51:00
   8 / 10
"E se il film non fosse altro che la trasposizione delle storie del punk in chiave paramnestica?" (cfr. Giona A. Nazzaro su "Rumore" di Dicembre)

La prima cosa stupefacente di questo film è che non esiste un vero INIZIO nè una vera FINE: tutto è implosivo della capacità della Coppola di raccontare una nuova Lost in translation dall'Austria alla Francia di Re Luigi VI.
La verità defluisce nell'intermittente corrispondenza della madre (un'irriconoscibile Marianne Faithfull), e delle conseguenze umorali sulla figlia a poco a poco che smonta tutta la sconcertante beatitudine nel crogiolarsi davanti all'altare dell'amore prima che della sovranità.
Lei abbraccia tutti, è insospettabilmente (per un'austriaca?) solare, quasi si dispera perchè le tolgono (temporaneamente) il cane, è riconoscente e nondimeno seducente.
Sembra un monolite che appartiene a una razza estinta, o si trova di fronte a una responsabilità che non sa comprendere, via di mezzo tra Lady D. e il bambino sperduto e stranito delle prime immagini dell'"ultimo imperatore" di Bertolucci.

Non esiste pero' egemonia di sessi, come non esiste LA STORIA, esiste UNA STORIA e Sofia Coppola la inventa con un gusto dissacrante che celebra il martirio - l'aplomb definitivo - dell'ortodossia "pura".

Nella mise in scene della storia secondo Sofia, convivono giovalmente arie Mozartiane e echi protopunk, dialoghi sfacciati di contemporanea way of life e ingessati riti di corte (il rituale della vestizione per esempio), barocchismi e caricature trattate registicamente come fossero la rappresentazione piu' naturale e consueta del mondo.

Si sa dalla storia quella (forse) vera, che Louis era un ometto, ma qui ne fa una parodia, sdoganandolo solo verso la fine.

Si conoscono i costumi discinti di madame Dubarry (al cinema in un vecchio film con Martine Carol, fra l'altro) ma è sconcertante vederla ridotta alla coatta e volgare caricatura di un'Asia Argento che sembra divertirsi un sacco a fare la Courtney Love della Francia pre-rivoluzione francese, pero' noi spettatori molto molto meno.

E c'è comunque molto altro, perchè è facile definire il film come la celebrazione di un Mito mancato pensando a lady d. (stessa idiosincrasia alle regole di palazzo, e stessa stilosità) o magari alla fama e al declino improvviso di una qualsiasi rockstar.

Se il modello dichiarato era Ken Russell, è giusto saperlo in tempo, onde evitare delusioni, e invece il film è sì irritante ma splendido, sarei tentato di dire "seminale" se non fosse che non aiuta certo a disconoscere la credibilità del personaggio e soprattutto enfatizza proprio con la sua empatica simpatia la sua "storica" ambiguità.

Per la Coppola il "gioco" è valso uno sforzo produttivo enorme, e anni di riprese, per cui l'incantesimo è incentivato proprio dall'azzardo di costruire cinema sposando dissacrazione pura alla lucida (e altrettanto coraggiosa) metaforizzazione dell'evento: se lo prendiamo sul serio, non si puo' provare altro che commozione davanti alle lacrime di Marie, alla perdita della madre, alla dolorosa veglia dal Re prima della scomparsa, a quegli occhi che osservano la fedeltà al marito (o ai princìpi del suo Regno?) e non sfuggono spaventati dall'eventualità di una rinuncia, o - peggio ancora - di una drammatica fine.
E ci sembra di ritornare ai tabloix con cui Rohmer raffigurava la storia, concessione classicista e anticlassista al tempo stesso alla storia tradizionalmente intesa, nello splendido "la nobildonna e il Duca".

Altrimenti si conceda pure alla Coppola la licenza di sposare Luhmann a Ken Russell, e magari al compianto Derek Jarman.

In realtà la Coppola conosce benissimo le traiettorie per incuriosire o anche affascinare il pubblico, tra quei dialoghi un po' smaccati (già ti immagini la reazione dello spettatore tradito dell'incoerenza della modernità nel cogliere in quella storia una sorta di involontaria modernità anche linguistica). nelle recite e nei balli in maschera dove l'inconguenza della voce di Siouxie canta di ristoranti cinesi come fossimo davanti a uno strano dark (rave) party... o nell'astuzia con cui gioca le sue carte nei colori pastello di Versailles o nelle tavole blandamente arricchite di ogni primizia gastronomica a rappresentare (ancora una volta con inconsueta ambiguità) l'abbienza e il rito consumistico della nobiltà francese...

E' comprensibile, in fondo, che il film susciti reazioni contrastanti. e lo stesso si è verificato a Cannes: del resto è illecito riabilitare la storia al servizio di se stessi, soprattutto nei confronti dei suscettibili francesi

All'apparenza il film dice una serie infinita di cose sulla figura di Marie Antoinette, che è una figura-pretesto (metafora sarebbe eccessivo) della Coppola per raccontare
A) L'accettazione gioiosa di una nuova vita anche a dispetto delle amarezze
B) La rottura dagli schemi prefissi e l'amore per la natura spesso repressa dalle convenzioni del bon-ton (cfr. come queen elizabeth del film recente di Frears davanti al destino crudele riservato a un'animale)
C) La spettacolarizzazione di una Popstar d'altri tempi come emblema di funzione, fruizione e sfruttamento sociale
D) L'antitesi delle convenzioni che prende parte allegramente alla vita di corte senza preoccuparsi di superare il dissenso sociale che ella stessa vorrebbe rappresentare
E) La scelta di una deludente storia sentimentale come sacrificio emblematico (conformista o volontario?) imposto per il bene del popolo (l'attesa prole frutto di coercizione esterna)

Questa Regina che rifiuta il monolitismo e ama la natura e la libertà impone acute riflessioni, se non altro perchè è l'alibi possibilista della Coppola a incentivarle.

La stessa che viene improvvisamente attaccata dal popolo per i suoi sperperi e appare alla finestra neanche fosse Evita Peron evita di smascherarsi e continua a infondere gratitudine per la sua volontà di resistenza.

A un primo tempo quasi cronologico e invadente, forse un po' troppo rigido anche nel suo evidente anticonformismo, la Coppola lascia pervadere una sorta di riscatto introspettivo, teso a parteggiare e riablitare il personaggio.

Gli esterni sono incredibili, le sequenze di caccia infondono, come del resto tutto il film, una solarità che stride con i drammatici eventi che riguardano la storia o anche con la grottesca rievocazione post.moderna della stessa

Resta da esprimere il dubbio per il quale ho citato la critica di Nazzaro espressa pochi giorni fa: c'è un'atemporalità che conquista, perchè non sembra avere alcuna identità: nè la trasparenza del ruolo sociale, nè tantomeno l'anarchia interiore di questa donna vera, realmente esistita o anche solo immaginata (com'è in questo film)

Non è questione di musiche (Cure Joy Division A. Twin Gang of four), del logo à la Sex Pistols improntato nel titolo, ma di affinità e divergenze con quello che siamo e che che vorremmo essere (cfr. Lola Montes, ancora Martine Carol)

In questo senso è un film "punk", con la volontà di abbattere mondi sommersi e ortodossie didattiche

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Ultima risposta 11/12/2006 15.53.56
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  01/12/2006 21:47:32
   7½ / 10
proprio un bel film, atipico e originalissimo

complimenti alla dunst che mi ha ammaliato con la sua bellezza glaciale e quel modo di fare poco principesco

secondo me è un film da vedere ma soprattutto da sentire. una delle colonne sonore migliori degli ultimi anni con canzoni new wave che a pensarci non centrano nulla con un film storico, ma che invece rendono questo film ancora più kitch

strabiliante sofia coppola (una conferma) alcune scene, come ad esempio quella in cui maria antonietta gioca col la figlia nel prato mi hanno colpito

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Ultima risposta 04/12/2006 00.51.35
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very  @  01/12/2006 18:37:54
   3 / 10
premetto che come alcune installazioni luminose sono vietate agli epilettici perchè inducono crisi questo film dovrebbe essere vietato ai diabetici.
il rischio di rimanere strocato sulla poltrona da una dose eccessiva di zuccheri c'è eccome! per non parlare delle crinoline e dei colori pastello, del tocco d'artista (le all star e tutte le altre minchiate di cui coppola ha infarcito il film-bignè); troppo anche per una dodicenne che disegna fiocchi e merletti sui quaderni di scuola, figuariamoci per chiunque altro.
meno male che arriva la rivoluzione francese e dopo due ore chiude un film inutile che forse avrebbe potuto funzionare come videoclip delle spice girls (di una volta).

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Ultima risposta 09/12/2006 15.45.59
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Invia una mail all'autore del commento logical  @  26/11/2006 02:44:22
   3 / 10
Se si può perdonare la mediocrità radical chic di Lost in translation, è del tutto impossibile non trovare insopportabile queste due ore di idiozia pura; recitazione a livello di saggio scolastico, dove il francese è parlato, a tratti, solo da bambini e servi; storia inesistente e talmente semplificata da diventare autistica: Maria Antonietta non scopa, si annoia a corte, mangia i dolci, ride con le contessine, corre alle feste e poi finalmente muore ammazzata, perché si sa, così è andata. Ma vogliamo scherzare? A tratti le riprese di Versailles fanno ricordare quanto era bello Resnais e il suo Marienbad, ma quello era un film. Qui si rimpiange Lady Oscar o le pubblicità del Mulino Bianco o dell'igiene intima. E alle orecchie non va meglio: il mix di classica e Gang of Four + Yo La Tengo è devastante e completamente immotivato oltre ad essere irritante. L'effetto è quello di avere una cretina in macchina che continua a cambiare stazione mentre ti racconta a nastro di quanto si annoia in collegio e di quanto le piace questo e quello. Consigliato alle sarte e ai pasticceri.

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Ultima risposta 07/02/2007 00.30.01
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  25/11/2006 16:39:48
   7 / 10
"Sophia bella Sophia
Sophia dell'altrui brame
mmmmmh... Quant'è bell'in progress 'sto caz.zo di reame!"

Maria Antonietta: Ritratto di una sciampista antelitteram.
Sofia Coppola dice di aver voluto ritrarre una teen ager (un po' altolocata, per la verità) del '700, con tutte le sue frivolezze e i desideri, come lo sarebbe una pari età ai giorni nostri. Certo, non a tutti capita di esser figli di Maria Teresa d'Asburgo e sposa di Luigi 16, vivere nelle loro agiatezze e privilegi, ma tant'è.
I toni sono volutamente leggeri e comunque mai eccessivamente drammatici. Dopo aver destrutturato il tragico sentimentalismo compostamente aristocratico di Sissi, la Coppola ci restituisce il ritratto di una regina “austriaca” che non cerca il principe azzurro, ma un ragazzo più semplicemente interessante col quale spassarsela, una regnante più attenta ai problemi di cuore e di corte, che di doveri regali e politica, come il suo ruolo imporrebbe. Probabilmente non andò proprio così nella realtà, ma a Sofia poco importa. Dissemina qua e là battutine alla Dawson's Creek ("E' il classico tipo francese...", come se nel '700 austriaco ci fosse un immaginario adolescenziale sui francesi...), o alla sexandcity's Diavolo-veste-Prada ("No, Madame, qua siamo a Versailles", pronunciato come se a parlare fosse la direttrice di Vogue...). Ma l'accessorio nelle teenager upper class francesi del '700 è d'obbligo, come a Manhattan o a Beverly Hills oggi, e allora ci sta la frenetica successione di scarpe trés chic. E l'acconciatura da Leonard (necessariamente omosex), come fosse un elegantissimo coiffeur della Fifth Avenue.
Immersa nello sfarzo, sommersa da dolci e prelibatezze d'ogni genere, assediata dagli invadenti e bizzarri rituali regali e da un nugolo di cortigiane, dame di varia aristocrazia, servitrici, Marie En Toilette si annoia e rischia di perdere le gioie della sua adolescenza. E allora la reginetta austriaca si ritaglia i suoi spazi, piuttosto sontuosi, crea giardini rigogliosi, preferisce le uova fresche e il latte appena munto alle raffinate colazioni a palazzo, scopre - con gusto tutto romantico - la natura con i fiori le galline e le pecore, c'introduce nelle sue private dépandances (il Petit Trianon con annessa "fattoria", già meta di puntate televisive del nostro Alberto Angela nazionale) e, soprattutto, nelle sue favolose feste danzanti e giocherecce. Così - Sofia sei straordinaria! - ci ritroviamo in un ballo in maschera a danzare con Siouxie & The Banshees, all'incoronazione con la solenne Plainsong dei Cure, ai tavoli da gioco e ai bagordi dal finale adultero con i Joy Division. Che dire? Un'ottima colonna sonora, per il più originale dei biopic, con degna chiusura ancora con i Cure.
In realtà, a parte la frivolezza di fondo, c'è uno sguardo femminile piuttosto marcato sulla vicenda umana di Maria Antonietta. La Coppola sottolinea – senza peraltro mai appesantire il dramma – come la giovane donna sia vista come l’unica imputata della mancata procreazione di un “delfino” a seguito del matrimonio con Luigi futuro XVI. M.A. è un po' un simbolo della condizione femminile a corte nel ‘700 (e non solo): totale subordinazione del proprio ruolo a quello maschile e alle esigenze della corona (ancor prima che “statali” in senso stretto). Un ruolo che contribuisce a perpetuare prima di tutti la stessa madre, Maria Teresa d’Asburgo, ferma nel reggere le sorti della sua corona, degli interessi austriaci e i fili della diplomazia internazionale, a cui affida più o meno come strumento, in avallo all’atavica percezione della propria condizione, una delle sue figlie. Una sorte da cui Maria Antonietta vorrebbe amorevolmente preservare la propria figlia (la futura duchessa d’Angouleme):” Tu non sei quello che volevano, ma sei mia lo stesso”.
Inoltre, la regista sembra voler assolvere storicamente Maria Antonietta dall’accusa di aver sperperato (lei solamente…) denaro pubblico nel perseguimento del lusso quando la Francia era praticamente in bancarotta e il popolo alla fame. Coppola mette in parallelo con le dispendiose abitudini di MA la mediocrità del re Luigi XVI, incapace di governare, di avere un’idea sua di gestione delle finanze e delle scelte diplomatiche del proprio paese, spinto sempre più giù nella crisi.
Agli occhi dei francesi impoveriti da carestie ed esazioni sempre più pesanti, la vita sfarzosa dell’austriaca, la straniera che non hanno mai sentito come propria regina, appare come un oltraggio troppo forte. Ma adesso Maria Antonietta non si sottrae alla sorte, nemmeno quando potrebbe farlo scappando via. E’ un netto cambio di registro nell’impostazione psicologica e narrativa della figura di Maria Antonietta, dopo avercela fatta conoscere nella sua spensierata e maliziosa, sensuale e un po’ peccaminosa frivolezza di adolescente, ora (improvvisamente?) conscia del proprio ruolo e delle proprie responsabilità di regnante, diventa – ormai esautarata – regina di Francia, severa, composta e adulta.

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Ultima risposta 05/12/2006 16.40.57
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  24/11/2006 18:11:35
   7 / 10
Il film parte bene (buona musica rock e ottime immagini), ma poi sconfina un po' in un kistch, a mio dire, non di grandissimo gusto.
Mi aspettavo un po' di più da un cognome di cotanta importanza.
Un film non male complessivamente.

In ogni modo alla fine del fim acquisisci una nozione storica di notevole rilievo: comprendi la ragione che ha spinto tanti francesi a incazzarsi e ghigliottinare i reali francesi...

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Ultima risposta 04/01/2007 11.16.18
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Ciccio  @  23/11/2006 22:31:02
   5 / 10
film perfetto per adolescenti con manie di suicidio. La descrizione di Maria Antonietta è superficiale, patinata (alla playboy) e ********sca. Il film non ha senso e non aggiunge e toglie nulla a quello che ci poteva interessare della regina decapitata. Il film valeva qualcosa se ci avessero fatto vedere una tetta o almeno un po' di pelo. NIENTE. Se questo film fosse stato firmato da qualsiasi altro regista senza un PADRE così importante altro che CANNES neanche le CANNE vedeva. BASTARDI!

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Ultima risposta 26/11/2006 02.56.27
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CappellaioMatto  @  19/11/2006 20:33:29
   4 / 10
Un film su Maria Antonietta... bene... qualcuno sa dirmi che caz.. c'entra la giraffa? Per intenderci, quell'asta fallica che registra i suoni e i dialoghi, peraltro quasi inesistenti, che durante tutto l'arco di questo insulso e vuoto contenitore di immagini si è inserita nel cast, con tutta una gamma di fantastiche colorazioni.
Regia baroccheggiante... Bastava fare un video musicale... 3 min... e quell'orribile, perniciosa scelta di musiche avrebbe trovato un suo degno contesto, magari insieme a quelle scarpe da ginnastica Allstars che si vedono in un'inquadratura (una firma?).
Attrice inespressiva, al limite del vegetale... durante il film nel gioco del "se fosse" è lei stessa a porsi la domanda: - Sono una pianta?
Decisamente si.
Agli appassionati del genere: risparmiatevi 7 euro e rivedetevi Lady Oscar.
Buon non compleanno a tutti.

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Ultima risposta 26/03/2008 12.41.00
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Invia una mail all'autore del commento kikka-*  @  18/11/2006 18:07:56
   4½ / 10
veramente inutile l'inizio poteva passare ma poi è diventato un vero schifo!!
cast bassino e inutile film

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Ultima risposta 19/11/2006 13.06.13
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