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Lato positivo: difficilmente si ha la possibilità di veder parlare Maradona e di vederlo in primo piano così tanto a lungo. A parte ciò, MARADONA è innanzitutto un'agiografia, colorata sì ma pur sempre appiattita dal messaggio politico che si cerca di pubblicizzare. Ovvero non ha assolutamente niente di interessante da dire al mondo ed è un peccato intervistare il più grande calciatore della storia, a detta di molti, senza fargli parlare di sport: gli aneddoti sono pochissimi, gli eventi calcistici considerati sono quelli conosciuti da tutti e in più sono accompagnati da delle grafichette cringe. Ma dal momento che il film ha un chiaro intento propagandistico è giusto rispondervi con la propaganda: Emir Kusturica è un imperialista anti-atlantista e questo lo rende affine alla visione politica semi-ignorante di Maradona, che confonde il populismo con il "voler bene" al popolo. Due personaggi divorati dalla propaganda russa in periodo di Guerra Fredda che parlano tra di loro non fanno un confronto, si danno ragione a vicenda.
Fondamentalmente buona parte del mio giudizio è influenzato da fattori emotivi più che dagli aspetti filmici, avendo sempre stimato e voluto bene a Diego, e devo ammettere da milanista che parliamo di un giocatore unico quanto fenomenale, un atto d'amore verso il gioco del calcio che mi sarebbe piaciuto vedere nella squadra per cui tifo, l'essenza dello spettacolo calcistico in quanto fantasia pura, capace di stupire gli spettatori perché non sapevi mai quello che poteva combinare da un momento all'altro, ma veniamo al film.
Kusturica realizza un docufilm su Maradona tra l'agiografico e l'informale, tratta Diego come una divinità, anche dichiarandolo esplicitamente, ma essendo una divinità del popolo vi ha un rapporto amichevole, anzi diverse sequenze mostrano un intenso legame affettivo tra il regista e il noto calciatore. L'opera si concentra tanto non soltanto sulla grande influenza sul campo quanto anche sulle posizioni politiche di Maradona e l'influenza che ha avuto con i suoi gesti storici e le sue dichiarazioni, dalle critiche alle istituzioni angloamericane, tra Bush, la Tatcher, Reagan, i reali d'Inghilterra e via dicendo fino alla gag del gol del secolo, ripetuto come un leitmotiv durante il film con Diego che ogni volta dribbla un politico diverso, diciamo che Kusturica qui ci ha messo il suo stile per le gesta di un personaggio che perché no, starebbe molto bene in diversi suoi film - lui dichiara che l'avrebbe visto bene nei film di Leone o Peckinpah -
L'altra tematica tirata in ballo, è quella della droga e della fragilità di un uomo così importante e trascinante quanto incapace di resistere al vizio della droga; "Che giocatore sarei stato senza cocaina? Sai che giocatore ci siamo persi!" afferma Maradona durante l'intervista. Il film è stato girato in un periodo in cui Diego si stava riabilitando dalla sua dipendenza, dopo i vari problemi di salute che ne ha comportato.
Il resto del film fa una veloce panoramica sugli aspetti più calcistici, senza mai approfondire più di tanto, narrando velocemente gli inizi al Boca, il legame col popolo argentino e poi con quello napoletano, fino alle squalifiche di fine carriera, mostrando molte delle sue prodezze in campo.
Poi parlando personalmente, mi sono venuti i brividi non tanto nel gol del secolo, che sicuramente ha un valore storico-politico maggiore di qualsiasi gol, ma in un gol in particolare, quello contro il Milan nell'87, con Diego che con uno stop a seguire salta una delle difese più forti di sempre, con gente come Baresi e Maldini con un tocco e insacca la palla in porta da posizione defilata, semplicemente commovente pensare alla genialità e alla tecnica di un giocatore che fa un gol del genere, ecco quello è il mio gol preferito di Diego.
Mi è piaciuto molto e mi ha fatto apprezzare di più una persona che già stimavo e con la quale, almeno politicamente, mi sento di condividere molto (parlo di Maradona, Kusturica non so come sia messo, anche se magari potrei pure immaginarlo).
Film piacevole, fatto bene, magari schierato ma, per l'amor di Dio, finchè ci si schiera con persone positive, ben venga.
Qualche aspetto grottesco (la religione su Maradona? Argh!!!), qualche elemento che non c'entra troppo (gli innesti tratti dai film dello stesso Kusturica mi son parsi forzati, quasi pubblicitari), ma tanto brio, scorrevolezza e freschezza.
Un documentario sul grande calciatore non poteva venire meglio, e meno male che ci si è messo il dotato Emir a farlo.
Un Maradona a tutto tondo, con i suoi eccessi e le sue magie in campo, ripreso dall'occhio benevolo della telecamera di Emir Kusturica che sembra troppo sottomesso e ammaliato dal carisma del pibe de oro che si lascia andare in dissertazioni personali su tanti argomenti, non solo calcio, che a volte appaiono enfatizzate e non condivisibili. Pochi i momenti davvero interessanti.
Sicuramente Maradona è uno di quei personaggi talmente noti e talmente carismatici di cui risulta difficile raccontarne bene l'uomo, i pensieri e la vita. Emir Kusturica ci riesce in parte e per questo il documentario risulta interessante e non noioso; peccato però che il regista rimanga fin troppo ammaliato dal personaggio che deve ritrarre.
Diego Armando Maradona è uno di quei geni che vanno oltre il calcio. L'incontro del pibe de oro con un altro geniaccio di nome Emir Kusturica da vita a questo documentario molto interessante,girato a cavallo del grande cambiamento (l'ennesimo e forse il più decisivo) nella vita del campione argentino. Ci sono infatti riferimenti al suo ricovero in ospedale quando per poco non ci lasciò le penne,e dopo l'uscita dalla clinica finalmente la resurrezione. E in poco meno di un'ora e mezza è Maradona a parlare con grande espressività della sua vita,del suo talento mai del tutto sfruttato (!!!),della cocaina,di politica con lo stile che lo ha sempre contraddistinto,ovvero esagerato. Nella vita come col pallone tra i piedi. Kusturica snocciola aneddoti e pensieri sul suo amico argentino,inframmezza il documentario con simpatici momenti animati o dedicati al culto della chiesa maradoniana (non è uno scherzo,esiste davvero). Alcune delle musiche del figlio Stribor sono anche in Zavet,a proposito.
Forse per capire il calciatore questo film non è la cosa giusta da vedere. Ma per andare a fondo dell'uomo Maradona e dei suoi tormenti è l'ideale,e ovviamente vale più di mille film di fiction sull'argomento.
Me lo sono rivisto x la....non so quale volta...ieri sera.....e...bhe, è semplicemente fantastiko....un dokumentario kosì diverso dagli altri....da "Amando a Maradona", da quello fatto x la puntatona di "Sfide", etc.....eh sì....xkè invece del Diego kalciatore vengono puntati i riflettori sul Diego uomo....sul suo pensiero, sulla sua filosofia di vita, sui suoi errori...... e alle sue prodezze "pallonare" viene lasciata solo qualke immagine....partendo dai due storici goal all'England nel Mundial 1986..... non posso fare a meno di dargli il massimo: so ke x ki non è napoletano e ki non ama il kalcio Maradona è stato solo un personaggio diskutibile, ma.....x ki è napoletano, tifa Napoli e- soprattutto- ama il kalcio.....bhe, Diego è......ankora oggi un kulto ASSOLUTO.....kredo ke neanke quelli della "Iglesia Maradoniana" arrivino ad amare Diego kome lo si a ama qui a Napoli, anke xkè kon lui abbiamo vinto davvero tutto....due Scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana.....e anke quando non abbiamo vinto siamo stati sempre lì lì a kontendere la vittoria ....ma vabbè...sono punti di vista..... ma a parte Diego....adoro Kusturica, sekondo me uno degli autentici geni del cinema kontemporaneo.... kome fare a non dargli 10, dunque ???? ah, tornando al Napoli....bhe, sto ankora godendo x il 3-o umiliante inflitto alla Juve: certo.....Hamisk, Lavezzi e Cavani non sono Maradona, ma.....sembrano ritornati quei tempi di giubilo e di vittorie....kissà.....meglio non sbilanciarsi.....ke porta "seccia" (cioè skalogna).....
Ottimo ibrido tra documentario e affresco, Kusturica dipinge i diversi volti del campione lasciando a Maradona stesso il compito di lasciarci sbirciare nel suo mondo, nelle sue emozioni, nelle sue bugie, nelle sue battaglie. Carnevalesca ed ingenua, volutamente ingenua talvolta, quest'opera cattura sia gli amanti del calcio che quelli del grande regista. Come Emir stesso dice, Andy Warhol l'avrebbe immortalato nelle sue serigrafie: Kusturica ci ha provato e credo riuscito.
In questo caso l'assenza di distacco del regista dalla propria materia inibisce l'espressività, la prossimità con un personaggio tanto contraddittorio, anarchico e istintuale (nel bene e nel male) conduce soltanto a una iterazione delle intuizioni di base, che alla lunga stancano. E' evidente che Kusturica è affascinato dalle cento vite del personaggio, dalla sua autoassunta (e un po' fastidiosamente esibita) volontà a non lasciarsi inscatolare o etichettare. Tuttavia questa fascinazione procura l'effetto contrario, e risulta stucchevole come il "gol del secolo" riproposto una dozzina di volte, immancabilmente seguìto da siparietti in cui compaiono i potenti del mondo, simpatici, ma dello stesso livello espressivo di un video amatoriale destinato a youtube.
bel documentario sul calciatore più forte di tutti i tempi..traspare bene il culto di maradona che c'è in argentina (guardare il matrimonio presso la chiesa maradoniana per credere)..poi i tempi di napoli, della droga, dell'amicizia con fidel, un uomo che è stato ed è unico nei suoi eccessi sia positivi che negativi
Mi aspettavo qualcosa in più, l'ho trovato abbastanza superficiale e mi ha annoiato abbastanza. Poi forse davvero da super fan ed anche amico di Diego, Emir sembrerebbe non troppo distaccato nel raccontare pregi e difetti del grande campione. Solo per appassionati comunque.
Maradona è un soggetto non facile da raccontare, personaggio dalle molte sfaccettature più istintivo che razionale. Kusturica prova a raccontarlo ed in alcuni aspetti l'intento riesce, ma fondamentalmente quello che manca è una adeguata dose di distacco. Rimane troppo affascinato dal personaggio e dal mondo cui proviene e lo fa vedere.