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Un buon thriller commerciale che mette addosso una buona dose di tensione grazie ad una storia ben congeniata che regala vari colpi di scena e si lascia seguire con discreto interesse fino alla fine. Vista la media alta su IMDB, sinceramente mi aspettavo qualcosa di più originale...alla fine non è altro che il solito film contemporaneo di livello leggermente più alto rispetto alla media che emerge più per demerito degli altri film che per merito proprio. Cmq si lascia guardare...cosa che nel panorama cinematrografico attuale è già degno di nota.
Alla sua seconda prova da regista Fede Alvarez non si smentisce, con una sceneggiatura solida e essenziale porta a casa il secondo successo della sua carriera,grazie alla produzione di Sam Raimi costruisce un Thriller movie notevole,con quattro personaggi,di cui tre intrappolati nella casa assieme al propietario.Sulla carta l'operazione poteva risultare rischiosa,come tenere viva tensione e interesse per 88 minuti dentro una tipica casa americana,nei sobborghi di Detroit? La ragazza Jane Leavy è il valore aggiunto,determinata,una bad non per scelta ma per necessità,gli altri due compari Zovatto e Minette sono le spalle,ma anche più deboli in realtà della gracile ragazzina. Poi c'è Stephen Lang,che si ritaglia il ruolo dell'avversario,ma certo un veterano cieco sembra innocquo,se non si muove nel suo mondo,il buio. Alternando frenetici movimenti di macchina,a brevi piani sequenza senza stacchi Alvares costruisce la tensione,in maniera credibile,e mai sopra le righe. Luci e location aumentano la tensione,fino ad un finale in realtà non così prevedibile
Finalmente un film decente da vedere al cinema e devo ammettere che non mi aspettavo questa qualità, anche se il regista Alvarez sta dimostrando di avere una buonissima tecnica o ottime idee. Non capisco per quale motivo Man in the Dark venga spacciato per horror quando è un classicissimo thriller home invasion ben girato e che riserba grandi sorprese, specie nella parte finale. Sono uscito soddisfatto dal cinema, nonostante qualche forzatura inverosimile di troppo ma, tutto sommato, va bene così. Fotografia scurissima per introdurci nel mondo oscuro del cieco e tanta tensione che vi farà trattenere il respiro.
Ha il pregio di fondarsi su un'idea di base molto buona, ma alla fine questo man in the dark si accontenta di essere un filmetto, non ci prova nemmeno ad aspirare all'eccellenza
Più thriller che horror forse, ma questo film di Fede Alvarez tiene davvero con il fiato sospeso fino agli istanti finali! 3 ragazzi che derubano abitazioni scelgono come obiettivo la casa di un veterano di guerra (rimasto cieco) che ha ricevuto una grossa somma come risarcimento per la morte della figlia in un incidente stradale. Non sanno tuttavia che per quanto sia lauto il malloppo sarà molto più difficile del previsto. Un bel film dalla.durata modesta ma che personalmente ha colpito per la curiosità di vedere come si volgeva al termine questa sciagurata rapina! Decisamente promosso
Il tipico film che si sceglie per una serata di intrattenimento in cui si vuole stare in ansia tutto il tempo. Tutti i dettagli sono curati proprio per mantenere la suspance e in questo senso è ben fatto.
Per il resto non si può definire un film pregnante e non credo mi lascerà molto, ma mi sono divertito al cinema.
Dopo il convincente (a mio parere) remake di "Evil Dead", il pupillo di Sam Raimi Fede Alvarez si cimenta in un thriller efficacissimo ad alta tensione. La suspense è costante per tutta la durata del film (per 90 minuti non è volata una mosca in sala) e la regia con lunghi piani sequenza tra i claustrofobici corridoi e cunicoli della casa è ottima. Un plauso poi per Stephen Lang che riesce a terrorizzare pur non parlando per 3/4 del film.
Non male. Partiamo dal fatto che girare un film con una trama ridotta a una frase (un gruppo di ladruncoli rubano a un cieco che poi si ribella), pochi personaggi (3 più l'antagonista) e in una location ridotta all'osso (solo una casa) non era affatto facile. Diciamo che in gran parte il regista è riuscito nell'intento ma in qualche segmento è caduto nell'inevitabile trappola della ripetitività e anche prolissità, ma poco c'era da fare, dati i motivi sopracitati. Il gioco fa leva sulla tensione, claustrofobia e jumpscares, e comunque saprà regalare qualche momento inatteso il tutto filtrato da una buona fotografia.
Il fatto che il vecchio dopo tante mazzate sia prima ancora in piedi e poi addirittura nelle ultime sequenze si scopre sia vivo è forse un po' assurdo.
Partire senza troppe aspettative su un film paga. Scivola via tranquillamente, non ci sono momenti morti. La trama non originalissima, ma la pellicola trasmette la giusta dose di tensione. Certamente non un capolavoro, ma suggerisco la visione.
Thriller magistrale ad alta tensione con sfumature horror. La tensione si avverte sia nella prima che nella seconda parte. Bene anche i dialoghi. Da vedere.
Fede Alvarez quando diresse la casa il remake , nom i era cosi dispiaciuto.Certo la regia non era alla raimi , il film non si poteva paragonare lontanamente da quello degli anni 80' , ma almeno era un prodotto decente se paragonato agli altri reboot/remake che sono usciti. Qui si tenta di sfondare il botteghino con un titolo semplice semplice , con una storia di base molto semplice . Detto cosi non sembrerebbe poi cosi male . Ma per chi è cresciuto a film su film , e sa analizzare ogni minima pellicola , prima di tutto , noterà come la parola horror vicino a Man in the dark non può proprio essere unita . Al massimo siamo dinanzi a un thriller .Secondo luogo è un titolo cosi easy , come lo fu 'la casa nera' di Wes Craven , a cui questo film prendep iu di uno spunto , dai vari 'personaggi' secondari , alle location . Sono diverse le somiglianze oltre che un pò la trama . Sceneggiatura che oltre a esser scopiazzata un poco da quella pellicola , prende un paio di buoni colpi di scena sparati cosi subito negli ultimi 20 minuti ,e delle decisioni iniziali che fanno sembrare i personaggi dei completi stupidi . alvarez sapeva che aveva tra le mani un prodotto tutt altro che semplice , e ha tentato con la regia claustrofobica , riuscendo a trasformare questa villona facendo sembrare le stanze piccoline , con una fotografia per buona parte oscura , che quasi non si vede nulla. A livello recitativo siamo su livelli scarsi,e S.Lang è quasi non pervenuto , visto che per buona parte della storia non parla mai ,se non in alcune occasioni .il che è sprecato viste le buone qualità dell attore . Ora che ho guardato bene , anche la copertina del film di Craven ha delle piccole somiglianze con questo film !
tra l altro il cieco sembra conoscere ogni spigolo(neanche l angolo) della casa , e avere un orecchio assoluto ,cosa del tutto buttata li per portare avanti un film che non avrebbe senso di esistere altrimenti.
Qualcuno prima o poi mi aprirà gli occhi sul senso delle traduzioni dei titoli in italiano. E quel qualcuno dovrà iniziare proprio da assurdità come questa. Davvero, non capisco, non ci arrivo. Perchè cambiare un titolo in inglese (che era perfettamente calzante poi) con un altro titolo, diverso, sempre in inglese?
Vabbè. Steso il velo sui soliti misteri dell'universo, il film è valso l'euro in più speso per la giornata di anteprima. Cancelliamo la parola horror, che c'entra poco, e diciamo subito che è un gran bel thriller, abbastanza originale, decisamente frenetico e incalzante, esteticamente valido e ben interpretato. Complimenti al regista per l'uso, ottimo e intelligente, della casa, in cui si svolgerà praticamente quasi la totalità dell'azione della pellicola: l'ha sfruttata e ripresa in ogni angolino e in ogni anfratto, ché più di così non si poteva. Notevoli pure i colpi di scena finali, come notevole èla fisicità di Stephen Lang, si è cucito addosso un gran bel personaggio, inquietante e malato.