mandingo regia di Richard Fleischer USA 1975
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mandingo (1975)

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locandina del film MANDINGO

Titolo Originale: MANDINGO

RegiaRichard Fleischer

InterpretiJames Mason, Susan George, Perry King, Ken Norton

Durata: h 2.07
NazionalitàUSA 1975
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 1975

•  Altri film di Richard Fleischer

Trama del film Mandingo

Dal romanzo (1957) di Kyle Onstott (e da un dramma di Norman Wexler, 1961): nel 1840 in una piantagione di cotone della Louisiana il proprietario Warren Maxwell obbliga il figlio Hammons a sposare la cugina Blanche. Appreso che la moglie non è vergine, Hammons si prende un'amante nera e allora Blanche si concede a un poderoso schiavo della tribù dei Mandingo. Nasce un bambino nero che il medico sopprime...

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Voto Visitatori:   6,07 / 10 (7 voti)6,07Grafico
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Voti e commenti su Mandingo, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Italo Disco  @  14/07/2021 00:17:22
   9 / 10
Truculento melodramma interraziale che all'epoca fece un botto di incassi (9° posto in Italia nella stagione 1975/76) e incetta di critiche. Cupo, malsano e spinto riesce a tenere un ottima presa spettacolare e a ricreare il periodo dello schiavismo in modo reale, senza farci mancare quasi nulla in termini di "sorprese". Susan George, come moglie vogliosa di "attenzioni", si rifà alla sua Amy di CANE DI PAGLIA.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  16/11/2016 17:04:32
   6 / 10
Filmetto semplice e anche un po' pesantuccio. Dà un'idea di cos'era lo schiavismo negli USA.

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/11/2016 20.47.03
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PaulTemplar  @  12/01/2012 19:07:08
   7 / 10
Nella tenuta di Maxwell l'attrazione principale è Ganymede, detto Mede un nero robustissimo di razza Mandingo.
L'uomo è costretto a lottare con altri neri per divertimento dei suoi proprietari e dei suoi ospiti.
L'uomo finisce però per catturare l'attenzione della trascurata Blanche, che il marito non ha mai toccato avendo scoperto che non era vergine al momento del matrimonio.
Blanche in pratica si prende Mede come amante, ma alla fine la relazione tra lei e lui verrà scoperta quando la donna darà alla luce un figlio di colore, con tragiche conseguenze per tutti.
In estrema sintesi è questo il plot di Mandingo, diretto nel 1975 da Richard Fleischer, che sfruttò il romanzo omonimo di Kyle Onstott scritto sul finire degli anni 50.
Un film di grandissimo successo, come del resto il romanzo; il tema della schiavitù della gente di colore in America era molto sentito, sopratutto negli anni settanta che furono gli anni della presa di coscienza da parte degli americani dei vistosi errori commessi in passato e che avevano provocato funeste conseguenze.
Dallo sterminio dei nativi americani, i pellerossa passando per l'arruolamento forzato della gente di colore, strappata alla patria nativa per lavorare nelle piantagioni del sud America, l'americano medio si interrogava sul suo passato ma anche sul suo presente.
Erano gli anni della sporca guerra, quella del Vietnam che finalmente stava per arrivare alla conclusione con l'inglorioso ammaina bandiera a Saigon e la conseguente fuga degli ultimi occupanti del Vietnam stesso.
Fleischer, autore di cassetta che in passato aveva diretto ottimi film come il bellico Tora! Tora! Tora! (1970) e 2022: i sopravvissuti (Soylent Green) (1973), utilizza una sceneggiatura che riduce il romanzo di Onstott fornitaglia da Jack Kirkland e Norman Wexler.
Proprio Kirkland aveva utilizzato il romanzo ottenendo una piece teatrale di successo, così quando il grande produttore Dino De Laurentis decise di finanziare il film si andò quasi sul sicuro sulla risposta dei botteghini.
Il gran successo del film dipese da diversi fattori, non ultimo il riuscito amalgama tra le varie componenti del romanzo originario, fatto da episodi brutali di sangue e violenza mescolato con furbizia al tema dlla sessualità interazziale che era molto sentito dagli americani.
Il film è abbastanza fedele all'originale, ma non suscitò, nonostante il successo ricevuto, il clamore che aveva suscitato il best sellers di Kyle Onstott.
Diversi i tempi e diverse le situazioni; il romanzo era uscito nel 1957, in un'epoca in cui i diritti sociali e civili della gente di colore erano pura utopia.
A scriverlo era stato l'ottantenne Onstott, che aveva promesso di raccontare la schiavitù partendo esattamente dal primo timido tentativo di mettere in scena una saga sul fenomeno, quel Via col vento diventato nel corso degli anni un'autentica leggenda.
Onstott scrisse tre libri incentrati sulla vita e la storia della gente di colore, sui padroni "bianchi" e sugli schiavi "neri"; il primo, Mandingo ebbe come seguito Drum tradotto cinematograficamente (anche se senza lo stesso successo del predecessore) in Drum, l'ultimo Mandingo mentre 'ultimo capitolo della saga, Il padrone di Falconhurst, non ha avuto mai una riduzione cinematografica.
Il film ha un andamento abbastanza lento ma che non annoia; quella che è a tutti gli effetti la saga della famiglia Maxwell coinvolge anche per la descrizione del mondo moralmente corrotto dei latinfondisti dell'America del sud, uniti ad una descrizione molto forte delle condizioni di vita della schiavitu di colore.
Decisamente disturbanti le sequenze del mercato degli schiavi e delle lotte tra Mede e i suoi avversari, messi l'uno contro l'altro ad esclusivo privilegio del divertimento dei bianchi; ugualmente disturbante la scena in cui Maxwell usa un piccolo di colore come poggiapiede o le scene nelle miserevoli case degli schiavi.
Il cast del film è di prim'ordine, con James Mason arrogante e indisponente (come personaggio ovviamente) nei panni del latifondista Warren Maxwell, un uomo spregevole fin nel midollo, con Perry King in evidenz anel ruolo del giovane Hammond, forse l'unico con un minimo di sentimenti contrastanti verso i neri dominato però dalla fortissima personalità del padre.
Molto brava al solito Susan George che interpreta Blanche, una donna sola che alla fine trova sfogo nei rapporti carnali con lo schiavo Mede con il quale avrà un figlio destinato ad una fine miserevole e bene anche l'esordiente Ken Norton, il pugile che ruppe la mascella al grande Cassius Clay.
Con Radici, Mandingo ha portato al centro dell'attenzione il problema storico della schiavitù di colore negli Stati Uniti; pur essendo un film troppo incline al sensazionalismo e con scene di sesso spesso gratuite, Mandingo è un buon prodotto capace di far riflettere e di appassionare nonostante il tema spinoso.
Vale sicuramente una visione attenta; il film è stato rieditato in digitale riacquistando i colori e la brillantezza naturale..

DarkRareMirko  @  20/08/2011 18:19:58
   6½ / 10
Vedibile, anche se ambivalente e compiaciuto; fa piacere ad ogni modo notare il grande James Mason (Lolita, I ragazzi venuti dal Brasile) e bravi anche tutti gli altri.

Dura tanto, ma nelle versioni tv scorre via che è un piacere, magari grazie anche a vari tagli.

Fleischer (discreto altalenante artista) ci sa più o meno fare anche riguardo ai drammi erotici.

Non ci starebbe malissimo magari un accostamento ai mondo movies, visto che anche il qui presente lungometraggo sfrutta anch'esso lo schiavismo a fini morbosi, ipocriti e sensazionalistici.

Comunque non credo si tratti di un'opera razzista.

Un seguito (comunque inferiore), svariati spin-off ed il film non è da confondere con quelli omonimi caratterizzati dalla presenza del superdotato pornodivo di colore.

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/08/2011 16.20.30
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  19/12/2009 01:29:22
   5 / 10
Wow Mandingo!
Diede il via al filone pseudoliberalschiavista con infinite varianti softporno.
Ovviamente questo prototipo è il migliore con quel tocco torbido dato anche dalla statuaria presenza di Ken Norton

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/12/2009 01:26:29
   5 / 10
Metti uno sportivo come Ken Norton, infarcisci il tutto come una variazione maschile di Emmanuelle Nera con tanto di stereotipi razziali (o razzisti? nemmeno così vago l'accenno all'esuberanza del sesso black) ed ecco un film che ha suscitato ai suoi tempi abbastanza clamore.
Se non è così pessimo, molto si deve all'interpretazione magistrale di James Mason, un vero "signore" del cinema e non un'atleta prestante

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  17/12/2009 20:21:28
   4 / 10
Turgido polpettone razzista pieno zeppo degli stereotipi più biechi sui neri schiavizzati dai bianchi 'padloni'. Il modo in cui viene trattata la storia d'amore poi è da infarto, in pieno stile romanzetto erotico da strapazzo. Dispiace vederci coinvolto un grande attore come Mason, qui ridotto a patetica macchietta di proprietario terriero irascibile. Un sacco di nudi ed una dose eccessiva di violenza furono però gli ingredienti del succesone ai box office, che consentì anche un seguito (se non erro "L'ultimo mandingo - Drum"). E dire che Fleischer tempo prima era stato l'autore di discreti film di genere...

1 risposta al commento
Ultima risposta 12/01/2012 22.04.59
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