Earl Partridge, in punto di morte, desidera dopo anni rivedere il figlio che ha seguito le orme del padre nell'ambiente della televisione, attorno a questa situazione si intrecciano le vicende di altri personaggi.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Alla ricerca di un film che mi possa rapire e portare con lui per tutta la sua durata ma sono, sfortunatamente, incappato in Magnolia. E dire che l'inizio mi aveva quasi stregato, ma poi l'intreccio Si comincia a formare e speri che porterà a un culmine inaspettato che ti stupisca... E invece no. Mi sono annoiato per lunghi tratti e non è una visione che consiglierei
Jim Kurring (un ottimo John C. Reilly), è un poliziotto divorziato che vede nel lavoro un'occasione di riscatto. L'incontro con Claudia gli farà riscoprire il sapore della vita. Peccato che il film non ruoti attorno a questa vicenda (l'unica credibile rispetto alle altre e guarda caso quella che chiude ottimamente il film). Questa volontà di unire con un pretestuoso intreccio le varie storie, impedisce un corretto sviluppo delle stesse, in certi casi spingendo gli attori a recitare sopra le righe. Vedi Julianne Moore: è la moglie di un malato terminale e lei ha il senso di colpa per averlo ingannato, tradito e sposato solamente per soldi. Piange, sgrana gli occhi e contorce la bocca, ma come può il suo rimorso arrivare allo spettatore se lo sviluppo del suo personaggio è pressoché nullo? Stesso dicasi per Tom Cruise: venti minuti dedicati alle sue performance da imbonitore. Bella prova, ma assolutamente caricaturale e del tutto avulsa dal resto della trama. Non parliamo poi di William H. Macy, ex concorrente di un quiz televisivo che si ritrova senza lavoro e si mette l'apparecchio ai denti per conquistare il barista di un pub (?). Ha tanto amore da dare, ma non sa dove metterlo (??) … Ma che modo è? Direi un film dalle molte suggestioni e dalle poche emozioni, pretenzioso, tra l'inconcludente e il deprimente, che vorrebbe rifarsi al già sopravvalutato "America oggi" di Altman. Un incomprensibile fiore in locandina. Un'enigmatica pioggia di rane. Per cortesia basta.
C'è poco da dire, non l'ho apprezzato minimamente, non mi è entrato dentro e nel vederlo mi sono annoiato da morire.. Non ho trovato interessante neanche per un secondo quello che questo film voleva dire e sono voluto arrivare forzatamente alla fine per scoprire consa contenesse in realtà... Delusione completa! Tre ore di questi contenuti li ho ritenuti eccessivamente eccessivi, alla fine non ne potevo più... Per quanto mi riguarda è un film con qualche motivo di attenzione, ma che a lungo andare non ha molto da dire...
Non mi ha soddisfatto. Ho avuto difficoltà a seguire le troppe storie anche per la lunghezza del film. La pioggia di rane è stata, a mio parere, un deus ex machina un è pò troppo azzardato.
Questo ritengo che sia uno di quei film che meritano l'appellatvo di "film non per tutti"!..Molto particolare...lo testimonia anche l'eterogeneità dei voti....
L'inizio a parer mio è strepitoso!..alcune scene sono in effetti difficili da dimenticare e Cruise è effettivamente in gran forma..non mi è piaciuta invece la Moore, ma non sono un suo grande fan...
Ma nel complesso per me è "così così"...l'ho trovato un pò troppo confusionario ed eccessivamente lungo....esegerato direi, un pò in tutti i sensi!
Sono partito con tutti i buoni presupposti, e speravo davvero di vedere un signor film, ma invece... Mi è sembrato tutto fine a se stesso. Troppo lungo, è troppo difficile da seguire nella sua durata ( tanto che, a circa 2 ore ho sospeso la visione ); pare essere una lunga puntata di qualche soap opera, con la sola differenza che invece di durare 30, 40 minuti, ne dura 180. Sinceramente mi ha lasciato ben poco, salvo il buon inizio, il resto non mi ha proprio convinto e quindi sono costretto, per coerenza personale, a dare un voto assai negativo. La sua lunqhezza non gioca proprio a suo vantaggio, perchè invece di far cogliere tutti i particolari di cui il regista a meticolosamente curato, avviene l'esatto opposto, lo spettatore al quanto annoiato, non è più interessato a seguire la storia, ma sta aspettando solo l'arrivo dei titoli di coda, per porre fine a tale supplizio. È vero, ci sono delle buone interpretazioni, persino quella ciofeca di Tom Cruise, non mi è dispiaciuta, temo però che sia l'unico aspetto positivo di questa pellicola. Diciamoci le cose come stanno: il regista si è fatto prendere decisamente la mano, e ha voluto perciò strafare, ha voluto conferire a Magnolia, quella nota di racconto melodrammatico, e moralistico, cercando di puntare il dito contro a una società americana malata, ma poi tutto ciò, gli si è ritorto contro; ha voluto insistere fino all'esaperazione i temi trattati, tanto da portare all'irritazione e non alla riflessione. Ecco un'altra pellicola che cerca di tacciarsi per un capolavoro. Verso la parte finale, sembra esserci un leggero miglioramento, ma ora mai, è tardi, e c'è ben poco da salvare, quel che è fatto, è fatto, e alla fine quella bella maschera, si disintegra, e Magnolia si rivela per ciò che veramente è: un mattone colossale. Mi sento in dovere, di avvertirvi, e il mio consiglio è: non vi fate abbagliare dall'alta media di questa pellicola, ho letto ben poca oggettività nei precedenti commenti, non è un capolavoro!
Un piagnisteo di tre ore insopportabile. Una parata di situazioni familiari ultra-patetiche, che Paul Thomas Anderson vorrebbe propinarci in una veste accattivante attraverso l’(ab)uso della narrazione a intreccio (molto in voga negli ultimi anni), ma che ad un occhio attento si disvelano in tutta la loro banalità. Peggio dell’Inarritu di “21 Grammi” e dell’Arriaga di “The Burning Plain” (peraltro sceneggiatore del regista messicano): “Magnolia” si configura come un’esaltazione dei ruoli familiari nel contesto di canovacci deprimenti e melodrammatici, aggravati dall’incombenza di un Caso che –“incredibile dictu”- si trasmuta in una Divina Provvidenza manzoniana, con tanto di citazione biblica annessa. Il momento più basso però è quello della canzonetta corale, nel quale il “patetismo” di cui è permeata tutta la pellicola raggiunge la sua acmè: sorta di apoteosi della s****, dove la lagna del singolo si amplifica nella sintonia e nella sinergia con tutti i personaggi della messinscena. Da salvare soltanto la regia e il montaggio, che perlomeno rendono scorrevole la visione.
l'unico film che mi ha fatto uscire dalla sala alla fine del primo tempo..ed è stata una liberazione, di una noia mortale, sono passati anni e ancora me lo ricordo!
Mi dispiace dare questo voto ad un regista che apprezzo, ma qui ha davvero esagerato in modo a mio avviso sbagliato.A stento sono arrivato alla fine del film.
liberamente ispirato alla rubrica "I casi umani" una volta in voga a Mai Dire Gol..
una galleria interminabile di s****ti/disperati/jellati/depressi/repressi... che non fanno nulla di interessante.. per quasi 3 ore..
prolisso.. noioso.. inconcludente..
voleva essere un affresco della realtà contemporanea?? beh.. ambizioni mostruose.. fuori dalla portata di chi lo ha pensato.. diretto..
non dò uno perchè: 1. è comunque supportato da un cast all star che almeno riesce a difendersi.. Crusie su tutti.. 2. l'incipit introduttivo sul ruolo fondamentale del caso nella vita è molto riuscito..
cast supponente per una patetica galleria di casi disumani. nemmeno Cruise si salva, in questa landa di odiosi disperati. sboccato e noioso , anche se nell'ultima parte migliora leggermente
Un inizio scoppiettante, originale. L'introduzione cattura lo spettatore in modo eccezionale. Il resto è inebriante. La storia dei personaggi non persuade mai, non esiste un finale degno. Della pioggia di rane non parlo...forse l'emergente Anderson ha voluto introdurre un pò di David Lynch nel suo lavoro. Ma chi glielo dice che con lynch ha in comune solo il lavoro? Fallimento.
Secondo noi il film era una noia mostruosa, troppe cose e poco sentite. Ma non è colpa degli attori, tra i quali primeggia Tom Cruise con una grandissima interpretazione. Comunque da evitare (come ha cercato di dirci il gestore del videonoleggio, ma non gli abbiamo dato ascolto).
Ma come fa questo film ad avere la stessa media di Insomnia? Vi rendete conto. Basta la presenza di quell'incapace di Tom Cruise per farlo scendere ad al massimo 7.