l'uomo in nero (1963)

Ho trovato bellissima e sinistramente lugubre la sequenza della festa in maschera, ed anche la primissima parte non mi era dispiaciuta, eppure proseguendo la visione ho trovato il racconto molto ingenuo, diretto sì da un cineasta sicuramente esperto ma recitato da un cast tutt'altro che eccezionale ( e infatti il protagonista - che è il più scarso di tutti - non è neanche un attore professionista, bensì un illusionista ). Insomma, mi aspettavo qualcosa di meglio dopo aver apprezzato Franju in lavori come "Piena luce sull'assassino" o nel più celebre "Occhi senza volto". Belle comunque le musiche di Maurice Jarre.

Non mi ha mai affascinato, al contrario di Occhi senza volto, questo lavoro di Franju che omaggia l'epoca del muto con tanto di didascalie durante il film. Il fascino si vede solo a tratti anche se di altissimo livello come tutta la sequenza della festa in maschera. E' nello sviluppo narrativo che il film mostra evidenti difetti di sceneggiatura, forzando in più di un caso gli sviluppi della storia. Poco carismatico lo stesso Judex, giustiziere per antonomasia ma alquanto "ingenuo" in qualche frangente, mentre funziona molto bene la Bergè, vera e propria dark lady, perfida e malvagia fino al midollo.

Tributo ad uno dei primi serial europei, 'Judex' di Feuillade, e come tale mantiene tutti gli elementi caratteristici del cinema muto, lo stacco ad iris, le didascalie, impresso inoltre il suo linguaggio surrealista, celebre la scena del ballo, con i costumi in maschera di matrice ornitologica, che alla mente riporta quella più illustre di Kubrick, ma anche narrativamente il banchiere che ritorna in vita un po all'improvviso, la storyline dei 2 ladri, si nota che è figlio di un romanzo ad appendice, gli eventi andrebbero dilatati e invece sono coincisi in un'oretta e mezza. Le musiche di Jarre, confermato a curarne la colonna sonora dopo l'esemplare lavoro in 'Occhi senza Volto', forniscono quell'incentivo per rendere avvincente l'epopea del giustiziere.

Film strano ma affascinante. Notevole il personaggio interpretato da Francine Bergè, una sorta di dark lady bellissima e dal grande fascino, senz'altro più interessante dello stesso protagonista...

Un po' strano questo film di Franju del 1963 da risultarmi difficile una classificazione in un genere specifico. Inizia come un ironico omaggio al noir d' ambientazione belle époque, per proseguire tra il mistery e una sorta di cinema fantastico e illusionista, come nella affascinante sequenza della festa mascherata che manda subito il pensiero ad "Eyes Wide Shut". Bella fotografia di un B/N da classico film francese. "L' Uomo in Nero" è un "omaggio nostalgico e raffinato a Judex(1916), uno dei più famosi serial muti di Luis Feuillade". Serial che non conosco.