La quindicenne Daisy Clover ottiene una scrittura cinematografica quasi per caso. Nel frattempo il cognato fa rinchiudere in manicomio la madre della ragazza, la quale, disorientata, malgrado il grande successo della prima pellicola, accetta la proposta di matrimonio di un attore. Sarà un'esperienza infelicissima, e altre ancora ne seguiranno prima che Daisy trovi la forza per ricostruirsi una nuova vita.
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Io l'ho trovato un pò datato - se lo si deve giudicare con gli occhi della nostra epoca - come film di protesta contro il sistema di showbiz americano ( mi si passi il termine ). Ma erano anche gli anni sessanta e di pellicole come questa, fatte di sogni infranti e desolanti realtà, ve n'era d'altronde pur bisogno. Bravissima la Wood.
Inutile dire che il regista ha fatto leva sul pubblico femminile, assumendo due degli uomini più affascinanti degli anni 60: il signor Christopher-sguardo che incanta-Plummer e il bonazzo Robert Redford...scherzi a parte, trovo il film ben strutturato, piacevole e senza troppe pretese, a mio parere sottovalutato dalla critica. Una fantastica interpretazione di Natalie Wood, perfetta nel dare voce e corpo alla quindicenne a cui non gliene va bene una e a tratti un pò isterica...
I tagli imposti dalla produzione hanno irrimediabilmente rovinato quello che sarebbe potuto essere un probabilissimo capolavoro scomodo. Sorta di rievocazione infernale di "E' nata una stella", uno dei più cupi ritratti dello star system americano che plasma la star, la usa con disumana prevaricazione e la distrugge come Mangiafuoco con le sue marionette. Critica e melodramma si fondono alla perfezione senza nessuna concessione buonista, nonostante una prima stesura prevedesse ben altri accenti nel personaggio del giovane attore omosessuale interpretato da Redford. Come spesso accade nel cinema di Mulligan, gli iniziali toni da fiaba dei miserabili lasciano presto spazio all'analisi sociale più spietata possibile. Da Plummer (luciferina incarnazione del Pigmalione senz'anima) a Ruth Gordon, gli attori sono tutti fenomenali, riduttivo definire grandiosa la prova di Natalie Wood, tra le più intense della sua (troppo breve) carriera: la scena della crisi in cabina audio non si dimentica facilmente. Odiato dal pubblico e distrutto dalla critica, con gli anni è giustamente diventato un cult movie da brivido che in molti hanno dimenticato. Il comparto musicale è splendido: colonna sonora di Andre Previn (con la canzone "You're gonna here from me") e coreografie volutamente naif di Herbert Ross.
Una curiosa ed interessante pellicola sulla nascita di una stella e del mondo dello spettacolo che non è tutto rose e fiori. All' epoca non piacque molto da come ho letto né alla produzione purtroppo lo tagliuzzò nè al pubblico.