Protagonista della storia è Ernesto Picciafuoco, quarantenne, separato, pittore di talento, per sopravvivenza illustratore di libri per bambini. Alla notizia del processo di beatificazione di sua madre, tornano i Fantasmi del passato: la famiglia cattolica, la famiglia borghese, la famiglia tradizionalista...
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il duello interrotto dopo pochi secondi e la storia con la finta prof di religione mi son sembrati un po' buttati lì, tra il grottesco ed il surreale
I dialoghi in alcuni passaggi sono profondi e lasciano riflettere, emerge potente la facciata perbenista e profondamente ipocrita, falsa ed opportunista di certi ambienti religiosi.
Risente molto della presa diretta (i dialoghi sono un po' confusi in qualche passaggio[ SPOILER]ad esempio nella scena della mensa e nella sala dei professori
si segue però con piacere fino alla fine. Al di là di questo, mi è piaciuta molto l'interpretazione di Castellitto: calibrata e verosimile, senza gli odiosi scatti isterici che a volte mette nei suoi personaggi.
ho trovato di un impatto emotivo fortissimo l'abbraccio col fratello subito dopo il famoso bestemmione. Bestemmione che all'epoca fece scalpore ma che praticamente non colpisce più di tanto (forse perchè uno se lo aspetta). Mi colpì molto di più, ad esempio, la preghiera blasfema di Isabelle Huppert in "un affare di donne".