Jenny fa la psichiatra. Aspetta che il marito e i figli si assentino per tornare nella casa dei nonni, in cerca forse di sé stessa. Quello che invece trova č un mondo angoscioso, dove i fantasmi dell'esistenza arrivano per tormentarla. Jenny si confida con un collega ma neanche questo sembra darle sollievo. Finché, un sogno orribile...
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Film bellissimo, ma dopo la visione sono rimasto con qualche rimpianto perchè forse sarebbe potuto essere migliore. Dal momento che ho visto la versione cinematografica "ridotta", mi piace pensare che le parti che in questa versione appaiono a mio avviso troppo superficiali o leggermente scollegate siano analizzate più in profondità in quella completa. Ci sono scene davvero indimenticabili, come alcune (non tutte) delle sequenze oniriche (l'incubo del proprio funerale è bellissimo, anche se quello de "il posto delle fragole" è insuperabile). La forza del film è la protagonista Jenny, che da psichiatra passa dall'altro lato della barricata. La sua depressione è presentata in modo talmente profondo che talvolta sinceramente assume dei tratti che sconfinano (disturbo della personalità? può essere. Borderline? non credo anche se in certe circostanze m'è parso addirittura possibile). La Ullmann, in stato di grazia, probabilmente nella sua interpretazione migliore (perlomeno è quella che preferisco)! Assurda la scena in cui passa dal riso isterico al pianto disperato. Tra i ruoli di contorno, avrei preferito che il personaggio del marito fosse più coinvolto nella vicenda (anche se è una scelta quella di farlo apparire una sola volta, in modo fugace, per evidenziare la sua completa trasparenza). Grande come al solito Gunnar Bjornstrand, nel ruolo del nonnetto rimbambito. Come il marito, anche la figlia non capisce la madre, e quindi è un personaggio negativo. Il finale, per come è presentato, non m'è piaciuto molto per questo motivo:
il film è talmente complesso che mi è parso assurdo come lei possa riflettere, sulla base di una semplice scena d'affetto tra i nonni, come la cosa migliore sia abbandonare tutto e concentrarsi sul lavoro. Così l'ho interpretato io, perchè non è una conclusione definitiva, questo è certo. Siamo davvero sicuri che Jenny non riprovi il suicidio in futuro?