le ragioni dell'aragosta regia di Sabina Guzzanti Italia 2007
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le ragioni dell'aragosta (2007)

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locandina del film LE RAGIONI DELL'ARAGOSTA

Titolo Originale: LE RAGIONI DELL'ARAGOSTA

RegiaSabina Guzzanti

InterpretiSabina Guzzanti, Cinzia Leone, Pierfrancesco Loche, Stefano Masciarelli, Francesca Reggiani, Antonello Fassari

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 2007
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 2007

•  Altri film di Sabina Guzzanti

Trama del film Le ragioni dell'aragosta

Gli attori di Avanzi si ritrovano dopo 15 anni in un piccolo villaggio della Sardegna, Su Pallosu. Hanno deciso in modo piuttosto estemporaneo di mettere su uno spettacolo a sostegno della causa dei pescatori in gravi difficoltà per lo spopolamento del mare. Tra i pescatori c'è un certo Gianni Usai, ex operaio alla Fiat ed ex sindacalista, un uomo che ha vissuto da giusto, sempre povero, sempre dedito a proteggere il lavoro dei suoi compagni. La sua presenza è di grande ispirazione e genera l'entusiasmo sufficiente a partire, ma quello stesso entusiasmo scema rapidamente e lascia spazio a dubbi di ogni sorta. Gli attori hanno a disposizione un grandissimo anfiteatro a Cagliari che si riempie subito. La tensione sale alle stelle...

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Voto Visitatori:   5,28 / 10 (25 voti)5,28Grafico
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Voti e commenti su Le ragioni dell'aragosta, 25 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/03/2011 23:36:31
   6½ / 10
E' un film interessante che forse ha il torto di mettere in luce troppe tematiche, finendo per creare più confusione di fronte alle buone intenzioni di partenza. La capacità di mettersi in gioco, il ruolo del comico o dell'artista in generale diventato una sorta di referente politico, di fronte alla mancanza di una classe dirigente divenuta autoreferenziale. Lo sciopero alla Fiat del 1980 come fine di un'epoca.
Un film che ha momenti toccanti come il racconto della malattia di Cinzia Leone e comunque un'occasione per vedere parte della banda di Avanzi.

WildHorse  @  17/11/2010 06:09:50
   8 / 10
Il titolo di questo potrebbe essere Real Fiction, ma esiste già. Beh, è difficile commentarlo senza spoilerare. Per non ripetermi, mi associo al bel commento dell'utente addicted (pieno di spoiler) e aggiungo che il dialogo tra Cinzia Leone e Sabina Guzzanti è un momento molto commovente.
Per la prima volta una regista e attrice nel vero senso della parola, per la prima volta un film film di Sabina Guzzanti. Non condivido gli 1, ma capisco che film del genere sono facilmente criticabili negativamente. Forse perché non capiti!

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/11/2010 06.11.25
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Carlitos78'  @  20/07/2010 22:07:21
   9 / 10
Il mio voto sarebbe 7,metto 9 per alzare un po' la media.Come comica,non è che sia una delle migliori,ma i suoi film li seguo con piacere,specialmente l'ultimo,uscito da poco nelle sale.Carina l'idea di far credere di organizzare realmente uno spettacolo,personalmente ci avevo creduto

bebabi34  @  11/04/2010 15:40:44
   8 / 10
Meraviglioso e commovente. Grazie Sabina.

addicted  @  11/04/2008 23:26:04
   9 / 10
Il mio voto è molto alto. Vedo che il film non è piaciuto. Come si dice in gergo, il film "non è arrivato". In altre parole la Guzzanti voleva fare una cosa, ma, a leggere molti commenti, ho l'impressione che il pubblico non ha capito cosa esattamente volesse fare. Certamente non è colpa del pubblico. Se un artista realizza qualcosa e non si capisce cosa sia, forse ha sbagliato lui. Oppure questo "qualcosa" è semplicemente un esperimento mai visto prima, a cui il pubblico non è preparato. Per il quale non esiste una chiave di lettura. Forse "non è arrivato" perchè è qualcosa di nuovo.
Siccome il film mi è piaciuto molto, voglio fare uno sforzo per chiarire (anche a me stesso) perchè questa "cosa" mi è piaciuta.
Trattandosi di una cosa nuova, mi piacerebbe enumerare subito tutte le cose vecchie che questo film non è.
Non è un documentario, infatti non rappresenta una situazione reale (anche se il problema-pesca esiste realmente) e alla fine svela chiaramente che è tutta una finzione.
Non è un film satirico anti-berlusconiano, infatti le battute fioccano, ma restano ai margini. Il film non attrae per le battute sul centrodestra. E neanche sul centrosinistra. Le battute sono solo il lavoro dei protagonisti. Se avessero fatto i calzolai avremmo visto le scarpe. Fanno i comici, quindi vediamo le battute.
Non è un film autobiografico, infatti non racconta fatti reali e non si presenta sotto forma di confessione.
Non è un film impegnato, infatti non ha nessuna tesi e nessuna posizone da difendere.
Cosa ci mostra effettivamente? C'è un gruppo di comici che ha avuto successo molti anni fa con una trasmissione satirica di sinistra, i quali si incontrano per realizzare uno spettacolo a sostegno dei pescatori sardi in crisi. Ognuno di loro è diventato completamente diverso dall'ultima volta che hanno lavorato insieme. Uno ha smesso di recitare. Un altro ha avuto successo con le fiction e il cinema. Uno si è impantanato nella tv-spazzatura, un'altra ha avuto un grave incidente e non si riconosce più nella sua vita precedente... e così via.
L'entusiasmo iniziale lascia lentamente il posto alla disillusione, alla paura, al senso di inadeguatezza, alla sfiducia. La sera dello spettacolo diventa una specie di incubo per la protagonista, che annaspa, rimpiangendo di essersi cacciata in una iniziativa in cui non crede e in cui forse non ha mai creduto.
Alla fine, essendo in ballo, devono ballare ed entrano tutti in scena... e il film si chiude con una malinconica nota di speranza.
Il tutto girato come se fosse un documentario.
Detto questo, mi chiedo: perchè mi è piaciuto tanto.
Prima di tutto perchè gli attori forniscono tutti una prova recitativa strepitosa. Il livello dell'interpretazione è supersonico. Il fatto che rappresentino se stessi non deve trarre in inganno. Sembra un docmentario, ma non lo è. Quindi attenzione. Sembrano spontanei, naturali, veri... ma stanno recitando. E' tutto finto!!! La verità è che sono tutti straordinariamente bravi.
In secondo luogo mi ha colpito la sceneggiatura. Ha una profondità e una qualità che sinceramente non mi aspettavo. E' un lavoro di spessore, che non ha cadute di stile o passaggi a vuoto. Funziona tutto, dalla prima all'ultima parola.
E qui sono arrivato al punto: credo che "Le ragioni dell'aragosta" mi sia piaciuto soprattutto perchè è grande cinema che si maschera da reality. Usa lo stile della TV, ma in realtà è Cinema con la C maiuscola. Cinema che si nasconde dietro il velo della presa diretta sulla realtà.
Non è un documentario, non è un film satirico, non è autobiografia. E' solo il miglior film italiano del 2007.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  14/01/2008 00:47:06
   6 / 10
Simpatica e paicevole rimpatriata della banda di Avanzi; l'idea non è malvagia, il suo sviluppo un pò meno e la magia di Viva Zapatero non si ripete........godibile,appena sufficiente,chi vota con 1 è in malafede.......

giumig  @  23/11/2007 18:02:05
   8 / 10
Bello bello bello. Un documentario, o presunto tale, che ti tiene incollato allo schermo graze ad una magnifica Guzzanti e ad un gruppo di amici che si ritrova e che ci riesce ad inviare tanti piccoli messaggi. Bello il finale!

cappellaio  @  12/10/2007 08:56:49
   9 / 10
film da 6,5 ma gli do 9 per aumentare il voto e rispondere a chi da 1.... è un simpatico film documentario dal forte significato...

Invia una mail all'autore del commento squirt  @  21/09/2007 00:00:18
   10 / 10
non è viva zapatero ma nella sua semplicità è un piccolo capolavoro
Immensa la guzzanti. Da vedere assolutissimamente (a prescindere dalla fede politica..)

Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  19/09/2007 10:22:34
   6½ / 10
il messaggio è semplice e spiazzante nella sua semplicità. Avrei dato anche un dieci per gli intenti e per gli spunti comici, ma cinematograficamente è poco più di un documentario senza esserlo.
Interessante e dopotutto godibile per cui se vi piace la guzzanti e seguivate avanzi vale assolutamente il prezzo del biglietto (io rientro in questa categoria per cui per me vale la pena vederlo). Tutti gli altri rimarranno perplessi.

viagem  @  18/09/2007 22:36:28
   7½ / 10
Sono andato al cinema pensando di godermi semplicemente un bel revival della gang di Avanzi e invece ho trovato molto di più. Una storia molto intima, raccontata secondo una forma di cinema piuttosto originale, dove la realtà e la finzione si mescolano non permettendo di rintracciarne i confini. I personaggi di Avanzi che tanto ho amato vengono alla luce con le loro debolezze, le loro vicende personali. Lo sfogo di Cinzia Leone sulla sua malattia mi ha dato i brividi. Ma emerge anche una Sabina Guzzanti che non immaginavo, molto cara, attenta a ciascuno dei suoi compagni, che sa toccare i tasti giusti per rincuorare, ma che alla fine è pure lei in preda ad una crisi profonda, sentendo di dover recitare un ruolo nella società che non ha scelto e non le piace.
Tutta questa introspezione è intercalata da gag passate di Avanzi davvero esilaranti e da numerose situazioni comiche che sorgono spontanee tra i membri del gruppo (un Masciarelli dirompente) e che esprimono chiaramente la splendida alchimia di questi attori totalmente disorganizzati ma assolutamente geniali.
Il riferimento su Berlusconi verso fine film è secondo me di troppo, ma il finale è davvero da attendere per il messaggio sul mondo dei desideri, incredibilmente poetico. Già che ci siete attendete pure i titoli di coda sino in fondo: c'è la "benedizione" che vi aspetta!

don carlos  @  14/09/2007 18:44:56
   8½ / 10
Concordo con pompiere. E' senz'altro un film diverso dal solito ed è difficile dare un giudizio preciso, così come è difficile farsene un'idea precisa prima di andarlo a vedere. In effetti, spiegarlo a parole non è facile: il suo vero senso si rivela soltanto alla fine. Mentre lo si guarda ci si continua a chiedere "ma insomma che senso ha questo film?", però nel frattempo intrattiene con la sua imprevedibilità, incuriosisce, non annoia, e ti tiene alla poltrona fino alla fine. Per spiegare il senso a chi ancora non l'ha visto bisognerebbe rovinargli il finale, che rivela un messaggio non particolarmente ambizioso, ma sicuramente importante. Ci sono le aragoste, ma non è un film sulle aragoste. Ci sono gli attori del vecchio programma "Avanzi" che si ritrovano dopo quindici anni, ma non è un film sulla rimpatriata degli attori di "Avanzi". Di certo qui appare una dimensione molto più umana di Sabina Guzzanti, relativamente lontana da quell'aggressività con cui è solita affrontare la politica. Più umani sono anche gli altri, che devono fare i conti con le proprie debolezze e perplessità...
Fortemente consigliato a chi vuole qualcosa di non convenzionale, per una serata del tutto diversa.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

forzalube  @  13/09/2007 23:18:15
   8½ / 10
Visto ieri sera a Padova con intervento della regista a fine proiezione. Una pellicola originale, divertente e decisamente riuscita quasi al punto da far credere

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER . Un invito all'azione e a non arrendersi nei momenti di crisi. In un certo senso appartiene allo stesso genere di "Death of a president", ma questo è molto meglio.
Premio Brian alla mostra del cinema di Venezia.

Marenco  @  07/09/2007 19:49:03
   6½ / 10
Onestamente devo dire che mi aspettavo di peggio dato il clima da "film girato con gli amici per un pubblico di amici..." Anche perchè ogni volta che si ripropone Sabina Guzzanti (che deve aver abbandonato le velleità d'autore dopo il flop di "Bimba"), immagina di essere posseduta dallo spirito da moviemaker del suo cugino Michael Moore.
Il film è divertente, coraggioso, curioso; fa sembrare vero un autentico documentario di finzione dove tutto è invece studiato a tavolino da una collaudata sceneggiatura.
E comunque siamo alle solite: già immagino l'approvazione e le standing ovation ottenute dai compagnucci compiacenti alla prima veneziana.
Ma il cinema non è solo appartenza, spesso è anche apertura mentale. La Guzzanti purtroppo ricava un'appendice falsetta di "Viva zapatero!"
E il logo stilizzato dell'aragosta che alza il pugno chiuso appare inequivocabile. Oggi per poter fare cinema o cultura bisogna avere una sola fede ideologica. Immaginatevi quale.

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