In Texas, un detective della sezione omicidi unisce le sue forze a un poliziotto arrivato da New York per indagare su un omicidio avvenuto nella sua contea e che sembra connesso a una serie di crimini irrisolti avvenuti tutti in Texas.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
"Le paludi della morte" porta la firma di Mann, la cosa curiosa e buffa consiste nel fatto che l'autore di tale film non è il famoso Michael bensì la figlia di questo ultimo. Cominciamo bene… Non sono, ovviamente, i preconcetti verso una regia femminile a far scoppiare, nella critica, un banchetto di polemiche efferate e tangibili. "Le paludi della morte" di intrigante forse ha il titolo, non altro. Onestamente parlando qui i punti di non ritorno sono alquanto numerosi, quello più evidente abbraccia storia e sceneggiatura; ma anche lo stesso lavoro tecnico della regia va a perdere credito. Insomma non funziona nulla. La trama si incunea in tessuti frivoli ove, strada facendo, viene meno la logica e si perde il filo del tutto. A servire l'assist mortale all'apparato di Mann è senza altro una sceneggiatura incredibilmente negativa che compone personalità di sbirri sanguinari, antipatici e mentalmente piatti. Volano più pugni che parole. Svanisce l'effetto suspense. La corteccia esterna (quella correlata alla fotografia e all'ambientazione) è legata esclusivamente ad una pesantezza visiva con pochi eguali; il tutto si snocciola in scenari forzatamente bui e troppo costruiti; manca il "romanticismo" estetico (chiedete ad Argento!). "Le paludi della morte" funge da ghiacciolo, la freddezza permane per tutto il tempo, la noia e la confusione gli altri enti che ammazzano questa ridicola presa per i fondelli.