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Epocale primo sequel della Hammer, film senza punti deboli, perfetto sotto tutti i punti di vista, a mio parere addirittura meglio de "La maschera...." Fisher/Hammer si consacrerà tra i binomi più riusciti della storia del cinema horror/gotico......
Uno dei pochi casi nei quali il sequel si rivela all'altezza del film originale,"La vendetta di Frankenstein" ricomincia esattamente da dove finiva "La maschera di Frankenstein",alla regia troviamo sempre Terence Fisher e nei panni dello scienziato troviamo ancora una volta Peter Cushing. Ad essere ancora una volta protagonista della vicenda è il barone Frankenstein e la sua ossessione per i suoi esperimenti,è lui il vero mostro della vicenda,un mad doctor assolutamente inquietante che dimostra di non aver mutato i propri obbiettivi nonostante i macabri trascorsi. Interessante anche la caratterizzazione della creatura viene maggiormente umanizzata,non è solo un mostro assetato di sangue come nel primo capitolo,risulta più fedele al mostro del romanzo. Curata anche in questo caso la regia,la fotografia e le scenografie,assolutamente convincenti le interpretazioni degli attori. Qualche forzatura quà e là e qualche personaggio caratterizzato in modo troppo superficiale c'è, però a conti fatti questi piccoli difetti non influenzano più di tanto l'alta qualità della pellicola.... da non perdere.
Riuscito seguito di "La maschera di Frankenstein" che riprende le vicende del barone proprio da dove si erano tragicamente interrotte nel primo film. Anche in questo caso buona la regia di Fisher e la sceneggiatura di Sangster mantiene un buon livello. Interessante la scena ove Frankenstein (qui sotto il cognome fittizio di Stein) mostra al suo giovane accolito l'esperimento che comprende tre parti anatomiche separate occhi/cervello/avambraccio rianimate che vanno ad interagire se stimolate. Ancora mattatore Cushing,in ottima forma e coinvolgente nelle sue folli e interessanti ricerche; ormai il suo barone è maestro in fughe e padrone di sotterfugi per ingannare la morte.
Rispetto al precedente "La maschera di Frankenstein" Fisher sfrutta ancora di più la figura di Peter Cushing nei panni del dottor Frankenstein mettendola al centro della storia, oscurando quella che di diritto è stata sempre, nei libri quanto nei numerosi film, la protagonista assoluta: La Creatura, al punto da prendere il nome del suo creatore. In questo secondo film della serie Hammer, Boris Karloff si allontana ancora di più, al punto che forse viene da pensare che Fisher srutti il nome del famoso mostro creato dalla mente di Mary Shelley per fare un buon horror ma che con Frankenstein non ha nulla a che vedere, anche perchè un Victor cosi' cinico, opportunista e insensibile non si era mai visto, dal momento che la storia originale si basa sul pentimento e sulla redenzione del creatore del mostro. Certo, anche qui l'ossessione del dottor Victor di creare o ridare vita, tramite trapianto di cervello, a pezzi di cadavere presi qua e la, nonostante tutto trasmette una certa tensione. Anche la fotografia è ottima e l'introduzione del colore crea una bella atmosfera. Grande Peter Cushing nei suoi continui cambi di umore e d'identità. Tutto sommato un buon film horror, leggermente superiore al precedente.
Si tratta del secondo episodio della serie dei Frankenstein, prodotto dalla casa di produzione inglese Hammer, che può contare sul suo regista migliore (Terence Fisher), e su uno dei suoi 2 attori per eccellenza (ovvero Peter Cushing). La regia solida e una bella sceneggiatura permettono a questo seguito di essere migliore del prototipo. Ma come come con Christopher Lee in "Dracula", qui a farla da padrone è un indimenticabile Peter Cushing che nei panni di Victor Frankenstein è sempre perfetto.