la truffa del secolo (2018)

Questo "Carbone" (La truffa del secolo), l'ultimo thriller del poliziotto diventato specialista di noir poliziotteschi Olivier Marchal (36 Quai des Orfèvres, A Gang Story), è l'interessante storia vera del crimine più redditizio della storia francese moderna (lo scandalo Carbon Connection del 2008-2009, una truffa di miliardi di euro sottratti alla Francia e ad altri paesi dell'UE da una rete di truffatori) che si trasforma velocemente in un gangster movie piuttosto classico.
Non particolarmente originale (sembra una copia degli action movie d'oltreoceano, di Scorsese o DePalma) ha sicuramente le sue peculiarità (come scegliere Gerard Depardieu per interpretare uno spietato magnate degli affari ebreo).
Antoine lotta per mantenere a galla la sua azienda di autotrasporti tra debiti crescenti, mentre riceve poco aiuto sia da sua moglie (Carole Brana) che dal suocero, Aron Goldstein (Depardieu), i quali lo prendono entrambi per un perdente.
Alla ricerca di un modo per fare soldi velocemente in modo da poter salvare sia i suoi affari che la sua dignità, Antoine Roca escogita un piano per rubare i fondi delle tasse distribuiti dal governo francese in un fiorente mercato che coinvolge il commercio dei diritti di inquinamento da CO2.
Descrivere lo schema qui sarebbe troppo complicato, ma basti dire che lo squattrinato Antoine si ritroverà presto a rotolare nei soldi, ma anche in una serie di nuovi guai, perchè Antoine si è dovuto sporcare le mani con la malavita (incarnata dall'arabo Kamel Dafri).
Il film è godibile, Marchal ci sa fare, ma l'ho trovato in definitiva poco coinvolgente: i personaggi restano distanti, poco empatici, e la storia sforna poche emozioni. In definitva vale certamente una visione ma si dimentica velocemente.

Buon film , pulito, forse con un finale un po' spoilerato. Storia originale e diversa dalle tante. Vale una visione.

La storia è raccontata bene. Il protagonista è bravo. Purtroppo in certi giri, l'epilogo è scritto. Consiglio.

E anche questo mi è piaciuto, bel thriller

Meno efficace rispetto ai suoi buoni standard qualitativi quest'ultimo film di Marchal. Un polar leggermente sbiadito non tanto sul suo personaggio principale, imprenditore che prende la via del crimine più per rivalsa nei confronti del suocero che per vera vocazione, quanto sui caratteri di contorno meno incisivi rispetto alle sue precedenti opere. Il meccanismo narrativo poi non brilla di molta originalità nel descrivere la rapida scalata e l'altrettanto rapida discesa di quest'uomo nel meandri del mercato finanziario, in cui il successo e la caduta si susseguono velocemente. C'è comunque una certa solidità nello script che ne garantisce una visione piacevole, ma i lavori migliori di Marchal sono altri.

Veramente bello e con un grande Benoit Maginel