la prima notte di quiete regia di Valerio Zurlini Italia 1972
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la prima notte di quiete (1972)

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locandina del film LA PRIMA NOTTE DI QUIETE

Titolo Originale: LA PRIMA NOTTE DI QUIETE

RegiaValerio Zurlini

InterpretiAlain Delon, Giancarlo Giannini, Sonia Petrova, Renato Salvatori, Salvo Randone, Alida Valli, Lea Massari

Durata: h 2.12
NazionalitàItalia 1972
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1972

•  Altri film di Valerio Zurlini

Trama del film La prima notte di quiete

Daniele è un giovane professore di lettere, che sta facendo una supplenza in un liceo di Rimini. Autore di un libro di poesia dedicato ad una ragazza morta all'età di sedici anni, ora convive con Monica, che forse è sua moglie o forse solo la sua amante. Daniele è indifferente alla contestazione che piano piano prende piede nella sua classe. Privo di un'autentica vocazione all'insegnamento e con un'accesa propensione per il gioco, il professore si innamora di Vanina, una sua allieva.

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Voto Visitatori:   8,24 / 10 (25 voti)8,24Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su La prima notte di quiete, 25 opinioni inserite

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Thorondir  @  05/07/2023 12:28:43
   7½ / 10
Vuoti amorosi, passati difficoltosi, intrecci impossibili. Questo di Zurlini è un film sull'amore che riempie i vuoti ma anche sulla tragedia che si cela dietro ogni rapporto. Ne emerge un punto di vista profondamente pessimista da parte di Zurlini (anche sceneggiatore). Daniele e Vaniva cercano l'uno nell'altra di voltare pagina rispetto ad un matrimonio ormai finito (lui) e ad un passato sessualmente spinto (lei). Sono situazioni che inevitabilmente dovranno affiorare fino ad esplodere. Il film riesce a incatenare i personaggi in questi complessi giochi amorosi e sentimentali, grazie ad un gioco di allusioni e sguardi (splendida la sequenza del ballo) e ad una sceneggiatura che lascia intendere senza che la regia debba poi mostrare. Almeno fino a quel pre-finale, una lunga scena che spiega ciò che il film aveva in precedenza (giustamente) lasciato intuire. In quel frangente la sceneggiatura prende una svolta decisamente innecessaria.

VincVega  @  30/08/2022 10:24:28
   8 / 10
Dramma coinvolgente, affascinante e malinconico, immerso in una Rimini quasi spettrale e ottimamente ritratta, grazie soprattutto alla regia ispirata di Zurlini. Un grande Alain Delon nei panni del trasandato protagonista sfodera una prova intensa, ma non sono da meno gli attori di supporto, tutti molto bravi, in particolare un giovane Giancarlo Giannini.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  22/04/2022 10:28:23
   8 / 10
In una Rimini invernale si svolge il dramma amoroso di un intenso Alain Delon con la giovane e bellissima Sonia Petrova. Zurlini mette molto bene in scena la noia della provincia, il disagio esistenziale e la malinconia che pervade tutti i soggetti in scena.

peppe87  @  06/10/2021 19:06:31
   7½ / 10
la storia mi sembra un po sempliciotta, grande cast ma non mi sembra un filmone, la bellezza della Petrova da restarci secchi

alucarda  @  11/01/2016 04:07:48
   9 / 10
In questo dramma dai toni scuri ogni elemento è funzionale E fondamentale: le ampie inquadrature come le pennellate jazz di tromba, le tinte bleu come la laconica sceneggiatura passando per le incredibili prove attoriali di Giannini e Delon. Zurlini costruisce con maestria personaggi ed atmosfere pressoché indimenticabili, e lo fa con una delicatezza che spiazza ed affascina.. di una profondità emotiva [ndr. e stilistica] più unica che rara. Rimini mai così cupa.

genki91  @  15/08/2015 17:06:46
   7½ / 10
Di difficile valutazione.
Prolisso, di una lentezza disarmante, che forse è anche la sua forza.
Alain Delon così di ghiaccio e così misterioso, che nasconde infatti punti oscuri dietro quella che sembra essere una maschera di normalità e di malinconia dell'uomo comune.
Una spanna sopra agli altri è sempre Giannini che risulta essere davvero uno dei migliori rappresentanti della categoria attoriale italiana.
Da vedere comunque, almeno una volta.

7219415  @  19/10/2012 12:04:32
   8½ / 10
Zanibo  @  22/09/2012 10:19:38
   8 / 10
Questo film ha un'atmosfera decadente, che prende poco a poco. Ci vuole un po' per farsi coinvolgere dalla storia e dai personaggi, ma alla fine l'atmosfera e tutto il resto lo rendono una piccola perla.

Oskarsson88  @  08/04/2012 14:56:32
   8½ / 10
tozzo melodramma con grandi attori, su tutti l'insegnante ma anche Giannini va alla grande con quella sua doppia personalità e quella sua gaiezza e profondità latente. bellissima la sonia petrova. due ore piene che passano abbastanza lentamente ma con le musiche e le atmosfere si va alla grande, e quel finale

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comunque film seriamente malinconico e nebuloso. bello!!!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/12/2011 20:32:29
   8½ / 10
Pochi film come La prima notte di quiete hanno saputo raccontare la sofferenza interiore di un uomo, incapace di togliersi le catene di un passato personale ingombrante e oscuro, del sentirsi continuamente a disagio e fuori posto di fronte ad un contesto che gli è estraneo, pieno di conflitti e superficialità di un mondo che sta cambiando in peggio. Un uomo fuori dal tempo, risucchiato dall'atmosfera spettrale di Rimini, a cui Zurlini dona molto di se stesso e a cui Delon dona una delle migliori intepretazioni della sua carriera.

Dan of the KOB  @  29/10/2010 21:56:44
   8 / 10
La prima notte di quiete... la morte, perchè finalmente si dorme senza sogni.
Dall'inizio alla fine si respira un'aria di disagio e di malessere insostenibile.
Girato 30 anni fa ma ancora attualissimo, un cast azzeccatissimo e in stato di grazia.
Bello il personaggio di Giannini.
Stupendo!

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  12/08/2010 01:29:33
   8 / 10
Dolente e disperata storia d'amore e morte in una Rimini spettrale.
Un grande film sulla disillusione, in cui i sentimenti umani sono lobotomizzati da una società animalesca e moralmente violenta, e in cui il groviglio di passioni non sembra trovare mai una via di uscita.
E' tra le cose migliori di Zurlini, ottimo nel dirigere la sua elegia mortuaria senza mai scadere nel patetico. Belle musiche, stupende interpretazioni di Delon (che pure non capì il film) e della Massari in un cast di tutto prestigio (che ne è stato della Petrova?), un film che va visto e che avrebbe meritato maggior attenzione.

JOKER1926  @  21/07/2010 16:50:47
   7½ / 10
Negli archivi cinematografici italiani dimenticati e irritantemente sormontati da rozze e prevedibili pellicole degli ultimi tempi veri affreschi d’arte, come “La prima notte di quiete”, non mantengono e non ottengono robusta acclamazione e sonorità in questa nuova epoca fatta da film italiani davvero sbalorditivi sul piano squisitamente negativo senza trama e senza morale... Ed ecco che i cinefili evocano il passato fatto da splendori e gloria, spesse volte però dimenticati…
Ed ecco alla regia un prodigioso Valerio Zurlini dirigere i fili di una storia incredibile, signori ecco a voi “La prima notte di quiete”.
Zurlini perfetto in primis sul piano tecnico con una fotografia bellissima e unica, segue poi un ottimo lavoro con la macchina da presa e come dimenticare le scene “scolpite” o meglio “pennellate” con la camera (specie verso il finale) con Daniele e Vanina abbracciati e ripresi in diverse e amorose posizioni.

Per questo film del 1972 scelta come località Rimini, bellissima città italiana per l’occasione velata in una cornice pressoché inedita e tenebrosa; a mandare in estasi il pubblico un Alain Delon che attraverso le sue battute, le smorfie e ad una quasi sprezzante eleganza e postura marchia e simboleggia il magnifico stampando “manuali” comportamentali chimerici.
Insomma quella di Delon e’ la perfezione dello stile, da solo già tratteggia mezzo film!
La pellicola e’ un affresco e un ritratto di una società misera ove a tutti i livelli alberga una malattia, quella del denaro e di una miserabile e paranoica voglia di strafare che si riscontra in determinati personaggi come il fidanzato di Vanina.
Oltre la materia nasce e si sprigiona una matta voglia di evasione, di spiritualità collimante in sontuosi strati di amore, passione, cultura e poesia connubio, punto di intreccio fra Vanina e Daniele Dominici.
L’amore per la letteratura, per la bellezza rendono, classificano Daniele come un esteta, un po’ come D’Annunzio, in cerca di splendore, fra (magari) contraddizioni e malinconie, dietro un maglione “opaco” e un cronico e pesante cappotto color cammello, una sigaretta sempre fra le labbra rendono il professore un poeta ossessionato e sterminato, da scoprire ed amare.

“La prima notte di quiete” presenta una prima parte davvero scoppiettante, la presentazione di Dominici e’ da guida pratica, i dialoghi di classe e l’introduzione nella feccia della società fra alcool e menate di carte in un alone fetido e di poca speranza troveremo un vile antagonista, l’amante di Vanina, ricoperto di soldi e con tanto di macchine e villa.
La vita “professionale” di Dominici dalla regia viene accantonata, in risalto quindi la vita “parallela”, “secondaria” di Daniele che come un topo entra in oscuri meandri ma senza mai vacillare in modo tremendo e nonostante tutto mantenendo la luce della ragione sempre accesa e pregando ed assimilandosi in una passione pura, l’amore emblema e sinonimo di Vanina, ragazza sfortunata e come una trottola innescata in un circuito chiuso che lascia solo le briciole.
In definitiva quella di Valerio Zurlini e’ un’analisi introspettiva geniale, come dimenticare Spider che a tratti e’ ambiguità e in altri e’ sontuosità intellettuale; senza poi tralasciare la mamma di Vanina donna negativamente incredibile, ottimo lavoro di Zurlini che architetta dialoghi e icone ineccepibili e psicologicamente profonde e mai ordinarie.

“La prima notte di quiete” procede attraverso una grande sceneggiatura tetra e poetica, Zurlini cerca sempre di far coincidere la passione e l’amore nella letteratura e nell’arte in genere (ed e’forse accademico e fin troppo inutile evidenziare le scene a tal proposito); dall’inizio alla fine lo spettatore e’ estasiato da sequenze magnifiche e di grande impatto mediatico, tutto attraverso un ritmo altissimo che dopo tutto intratterrà degnamente qualsiasi spettatore giungendo poi ad un finale stupefacente dalle sequenze del treno che nascondono un qualcosa di vago e chimerico fino alla parte terminale secca e drammatica che lascia l’amaro in bocca a tutti ma e’ questo il perfido e imprescindibile punto di forza del Cinema in generale.

La prima notte di quiete poeticamente e intellettualmente simboleggia la fine della vita e l’inizio della morte, il solco fra mente e buio, si annientano i sogni e si “vive” leggeri lontano da pensieri e concetti troppe volte sinonimo di oppressione e delusione… Dominici naviga come la barca a inizio film verso scenari forestieri ove non esiste luce ma inquietudine e inverno…

JOKER1926

fabrix  @  25/05/2010 18:37:53
   9½ / 10
bello, bello bello davvero. Una pietra miliare.

Drugo.91  @  07/04/2010 21:49:01
   8 / 10
uno dei migliori film di Zurlini,
ottime atmosfere
qualche scena in particolare non si fa dimenticare
unico neo da sottolineare è la musica..

DarkRareMirko  @  13/11/2009 00:14:55
   9 / 10
Altra magnifica prova registica di Zurlini, con un memorabile Alain Delon che interpreta un ruolo che, per mimica e vestiario, nonchè stile di recitazione, pare proprio essergli letteralmente cucito addosso (anche se, accidenti, di professori bravi ed onesti come lui, è proprio il caso di dirlo, in giro non se ne vedon tanti, e parlo per esperienza personale).

Gli fà da spalle un altrettanto ottimo Giancarlo Giannini.

Perfettamente resa la malinconia di fondo, con scontri su scontri, delusioni e tristezza, che porteranno all'inevitabile, violento e tragico finale.

Buona ma non memorabile, checchè altri dicano, la fotografia, a tratti un pò troppo "rustica", dozzinale, soprattutto riguardo ai colori.

Ciononostante un signor film.

dobel  @  14/09/2009 14:19:45
   7½ / 10
Un ottimo film, molto romantico e molto pessimista. Lo trovo comunque inferiore a 'Cronaca familiare', che partiva da ben altre premesse letterarie.
Alain Delon ha la figura giusta ma non la giusta profondità (forse Helmut Berger?); e il personaggio che credevamo essere il migliore per levatura intellettuale e forse anche morale, si rivela essere esattamente come gli altri se non peggio. Il Prof. Dominici usa la poesia e l'arte come appiglio e fuga da un'esistenza grama, ma è privo di valori umani profondi. Gli amici (primo su tutti Spider, interpretato da un grande Giannini, innamorato un po' del prof.) sono meno elevati culturalmente e di modi più ordinari e meno sofisticatamente misteriosi, ma anche più limpidi e alla fine meno disprezzabili.
Una colonna sonora molto azzeccata diretta dal M° Pregadio che ricorda da vicino (per l'utilizzo costante di una tromba lacerante e suonata benissimo da Ferguson) il lavoro geniale che fece Miles Davis per Louis Malle, regala alla pellicola un tocco di (forse troppo) compiaciuta decadenza: questo cappotto e sigaretta onnipresenti...
Un ottimo film ma non un capolavoro.

paride_86  @  23/01/2009 03:07:30
   8½ / 10
Film come "La prima notte di quiete" sono molto rari e preziosi. Hanno una bellezza malinconica e dura, senza che manchi, però, una vena di romanticismo che non scade mai nel sentimentalismo, ma resta sempre concreto e drammatico.
Il protagonista della storia è un giovane e indolente professore che arriva a Rimini, mai vista così fredda e iniqua come in questo film. In crisi con la moglie, si innamorerà di una sua giovane allieva.
Si tratta di un film sentimentale, ma girato come un noir nelle ambientazioni, nella costruzione delle scene e nelle interpretazioni. Propone, inoltre, un ritratto spietato dei figli di papà degli anni '70, ipocriti e vanesi ma anche bonari e solidali.

Crimson  @  01/02/2008 23:00:24
   8½ / 10
Un film straordinario, duro, grigio come l'atmosfera che si respira.
Privo di compromessi, sleale, con un cast strepitoso (anche se Delon non ha capito una mazza di quel che Zurlini volesse esprimere, ma non importa).
La prima notte di quiete è la morte, 'perchè così si dorme senza sogni'.
Ogni personaggio appare come portatore di una valenza simbolica. Efficace ad esempio il ritratto borghese del dandy (Adalberto Maria Merli), e determinante quello della moglie (un'intensa Lea Massari).
Ma chi era dopotutto questo professore malinconico e così enigmatico? un disilluso, un sognatore, ma anche una figura capace di sensibilità cosmica, incapace di realizzarsi in una realtà dominata da una squallida ricerca di sopraffazione e lucro.
Perfetto l'intreccio del misterioso passato dei due amanti, splendido il finale.
Non mi piace invece la colonna sonora.

Guy Picciotto  @  13/04/2007 21:34:42
   9 / 10
in bilico tra sofferta eleganza e vulnerata malinconia, lontano dall'autorialità gridata e clamorosa dei cineasti della modernità, è forse il capolavoro del regista, Zurlini è stato un cane sciolto, fautore di un cinema che non ha eredi e che non ricorda altri. Grande Delon.

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/04/2007 22.18.20
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Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  26/02/2007 18:40:07
   9½ / 10
Un grande film silenzioso e poco annunciato, disperato nella sua conclusione.Tutto riporta al fallimento di una vita che si attacca all'ultima speranza anche questa logora in un presente terribile.Tutto questo non è solo la storia ma è anche quello che il film riesce ad esprimere in immagine storia e parole
Un grandissimo autore e regista di cinema che ho amato all'infinito contro un'indifferenza insostenibile.All'ultimo non è neanche riucito a far andare in porto l'utimo progetto che poi hanno fatto malamente gli americani: Di la dal fiume tra gli alberi che senz'altro poteva e doveva essere una grande cosa, era anni che ci rimuginava
Alain Delon. Una interpretazione bellissima e sofferta, anche contro la sua volontà che forse non aveva capito in pieno il contesto del film, quindi una recitazione perfetta ma involontaria;infatti all'uscita in Francia del film, di cui era produttore, fece tagliare l'intera parte della Massari (emblema e simbolo del film stesso) ed il titolo del film in Il Maestro: si può fare di più?!!!!
Giancarlo Giannini.Parte del grillo parlante, ruolo svolto con tinte grigie come il personaggio intendeva e forse l'ultimo fatto in maniera diversa da come poi avrebbe continuato la sua carriera dopo Mimi' Metallurgico
Sonia Petrova. Bellissima e molto brava, si vede che viene dalla danza, peccato che poi ha fatto poche e brutte cose, inispiegalmnete coinvolta nel peggio della mediocrità del nostro cinema, escluso il ruolo in Ludwig di Visconti
Renato Salvatori. Sostitui' per volontà di Delon, suo amico, Philipe Leroy, ma comunque ha fatto il suo ruolo più che bene
Lea Massari. Grande personaggio negativo, che ha condotto in maniera ecelente, con le sue corde disperate e che hanno lasciato tracce indelebili e contro tutti i produttori italiani che non la amavano

Gruppo REDAZIONE maremare  @  24/02/2007 20:14:53
   8½ / 10
Un film dolente, che ho amato molto.
La migliore interpretazione di alain delon.

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  22/02/2007 16:50:42
   9 / 10
Crepuscolare e struggente ritratto di un eroe romantico. Zurlini racconta con maestria la deriva interiore del protagonista e la sua parabola autodistruttiva. Eccellente la dicotomia fra lo squallore quotidiano ed il potere salvifico della cultura classica.
Per un'analisi più approfondita:
Vedi recensione

ds1hm  @  05/09/2006 12:11:36
   9½ / 10
film bellissimo, forse il più bello di Zurlini.
ti senti addosso la tristezza del regista attraverso gli occhi degli attori, attraverso l'ambiguità dell'essere umano, attraverso la bellezza della ragazza alunna di una Rimini anch'essa silenziosa, con il porto canale che si immerge in quel cielo grigio e infinito.
La quiete di un uomo solo, con la sua mente irrefrenabile, con i suoi difetti mai sopiti, con l'insoddisfazione per il presente che comprime ed umilia ogni sentimento e sensibilità. Se non la morte quale altra quiete.

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