la prima neve regia di Andrea Segre Italia 2013
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la prima neve (2013)

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locandina del film LA PRIMA NEVE

Titolo Originale: LA PRIMA NEVE

RegiaAndrea Segre

InterpretiMatteo Marchel, Jean-Christophe Folly, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Peter Mitterrutzner

Durata: h 1.44
NazionalitàItalia 2013
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2013

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Trama del film La prima neve

Michele è un undicenne rimasto da poco orfano di padre, che vive tra le montagne dell'Alto Adige e ha un rapporto difficile con la madre. Dani è un ragazzo africano del Togo che è ospitato in un centro di accoglienza dopo un traumatico viaggio per mare, ha una figlia piccola e fatica ad essere padre. Incontrandosi, le loro esistenze diventeranno complementari, cercando l'uno di colmare il vuoto nella vita dell'altro e permettendo ad entrambi di superare il dolore per la comune esperienza di una tragica perdita.

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Voto Visitatori:   6,67 / 10 (6 voti)6,67Grafico
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Voti e commenti su La prima neve, 6 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  08/08/2017 22:01:31
   7½ / 10
Le vicende di un bambino orfano di padre e quelle di un immigrato che vive la condizione di padre vedovo si incrociano sul magnifico sfondo di un paesino alpino. Dopo il buonissimo "Io sono Li", Andrea Segre sforna un altro bel film, in cui tutto ruota attorno ai piccoli grandi drammi personali che non fanno notizia, che non riempiono le cronache, drammi che nascono in piccole realtà particolari che la modernità ha fatto quasi sparire.
In definitiva, un film che merita senz'altro una visione. Andrea Segre è un autore da tenere d'occhio.

pak7  @  22/03/2015 02:30:23
   6 / 10
Pellicola che si colloca a metà tra una denuncia sociale sull'immigrazione/integrazione e un racconto di formazione. E' proprio questo il suo limite: Segre, che a quanto leggo ha fatto meglio nel precedente Io sono Li, non riesce ad appassionare per una storia con qualche piccola perla (la scena del sogno su tutte, ma anche la splendida fotografia) e alcune grandi lacune.

leonida94  @  29/01/2015 21:33:25
   6½ / 10
Conservo un piacevole ricordo di questo film.
I paesaggi sono stupendi e ti catapultano direttamente nell'immacolata natura dell'Alto Adige. Inoltre non ho trovato il film né particolarmente noioso, né particolarmente melenso, e questa è un'altra nota positiva non da poco.
Piuttosto mi preoccupa il fatto che noi italiani stiamo diventando monotoni e monotematici. Capaci di produrre annualmente film tecnicamente fantastici ma destinati ad essere visti da una nicchia molto ristretta. Ottimi drammini, per carità, ma sempre e solo quelli. Questo film ovviamente non fa eccezione. Risulta poco audace, privo di mordente e neanche troppo originale. Ma tant'è!

"La legna che ti raccogli è la migliore perché ti riscalda tre volte: quando la tagli, quando la trasporti e quando la bruci".

wight  @  03/11/2013 14:52:40
   8½ / 10
Forse sono influenzato dal fatto di essere un uomo del nordest abituato a vedere sullo schermo tante superficialità e troppo macchiettismo sulla gente di questa zona ma il film mi ha convinto sopratutto proprio per i personaggi trentini, ragazzini e adulti, credibili come erano credibili i pescatori chioggiotti di Io sono Li.
I paesaggi sono meravigliosi e la scena onirica è un piccolo capolavoro.
Il film per il resto prosegue sul filone tracciato dal precedente, con in più il parallelismo tra il rapporto madre vedova figlio e quello padre vedovo figlia. Una dualità tra culture diverse ma sentimenti universali.
Va apprezzata l'ambientazione in una piccola comunità, un microcosmo, di solito lontano dai riflettori.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  11/10/2013 22:24:27
   6 / 10
Andrea Segre è sicuramente in gamba nel girare gli esterni, i paesaggi sono bellissimi e sono forse i veri protagonisti.
La Natura condiziona la vita degli abitanti, ed è lo spazio di gioco dei ragazzini. Ed è sempre la Natura che decide se essere Madre o Morte.
Purtroppo da una parte questo film è lunghetto e inconcludente, soprattutto le scene con i ragazzini lo sono, inconcludenti. Ci sono anche battute nei dialoghi, ma non sono granché divertenti e non collaborano alla scorrevolezza del film.
Bisogna comunque dare atto che l'ambientazione, la musica dei Piccola Bottega Baltazar e la stupenda scena del sogno fanno di questo film meritevole di un'occhiata.
Il problema è che non colpisce nel segno, come dice Kowa.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/09/2013 22:17:51
   5½ / 10
Sono ovviamente ben girati gli esterni, funziona il personaggio di Anita Caprioli (ma come vedova, piu' che come madre), insomma il film ha una sua dignita' nella rappresentazione di due mondi che si trovano fuori posto, quello africano e quello, provinciale di una certa Italia. Ma la storiella edificante del ragazzino e lo straniero sempre piu' paterno fa venire il latte alle ginocchia. Insomma Segre non ha ripetuto l'exploit del film precedente. Magari doveva solo chiamarsi "L'ultima neve di primavera" e avremmo capito

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