Un'insegnante di pianoforte al Conservatorio di Vienna, Eirka Kohut, sopravvive al rapporto di odio-amore con l'anziana madre grazie alla doppia vita che conduce. Di giorno è una donna fredda e irreprensibile, di notte frequenta cinema porno e peep-show. Quando Walter, un suo allievo ventenne, si innamora di lei Erika pensa di poter dare finalmente sfogo alla sua passione repressa, ma la nevrosi non perdona.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
"Funny Games" era agghiacciante ma reale, "La Pianista" è un film che possiede anch'esso il primo requisito, però pecca dal punto di vista del secondo. Se è evidente che i tre personaggi principali (madre di lei e i due amanti) sono poco o nulla approfonditi aldilà del rapporto morboso con la propria figlia per quanto attiene la prima e i discutibili gusti sessuali per quel che riguarda gli altri due (ed è inutile dire che in una storia del genere, toccante gli angoli più profondi di disagio dell'animo umano, i tre l'avrebbero sicuramente meritata un'analisi psicologica più profonda, volentieri affondante nella radici del problema), per quel che riguarda le scene più importanti del film (quelle cruciali), poco convincenti sono i dialoghi e le dinamiche di sentimenti e di azioni che si vengono ad innescare:
Senza nulla togliere alla bravura attoriale, illogica è l'interpretazione di lui, che un giorno pare si diverta e l'altro no e nel particolare, ho trovato assurdo il suo repentino cambiamento d'umore sfociante nella violenza, evento si badi non di certo assumente un ruolo di dettaglio, vista l'importanza che avrà nel finale; se è vero che lo si potrebbe facilmente spiegare tirando in ballo la parola pazzia e volendo accettare il fatto che la realtà dopotutto non sia così diversa, è altrettanto vero che la sceneggiatura deve avere un senso logico, meglio ancora un suo motivo; il finale, poi, tirando le somme appare più forzato che mai e per di più diretto con una semplicità tale che anche qualora vi sia un senso, non gli rende certo giustizia.
Chiarificando ulteriormente, quella del film è una storia la quale, tangibile o no nella realtà che sia (su questo ognuno penso abbia la propria opinione), indubbiamente Haneke con il suo mestiere ha posto in maniera molto, ma molto libera. Onestamente riconosco le capacità del regista, spero che il motivo di questo suo modus operandi non sia da ricercare in presunzioni intelletualoidi o simili ma la sensazione che ho avuto a fine pellicola, è stata quella purtroppo di aver assistito a una storia fine a sé stessa e costruita appositamente a tavolino per scandalizzare; non che ci sia nulla di male anche in questo, se poi il risultato è dei migliori ma personalmente, io avrei gradito qualche spiegazione in più.
Film di una crudezza e di una violenza psicologica piuttosto elevate. Glaciale nella messa in scena. Anche noiosetto in certi punti.
Non mi ha convinto fino in fondo.
Tra l'altro devo dire che la Huppert è (credo anche per esigenze di plot) di un'antipatia da manuale.
Fastidioso, seppur ben confezionato. Non è il mio genere di cinema.
P.S. ma qui si potrebbe aprire una parentesi grande come una casa: inesplicabile come possa essere etichettato 'FILM PER TUTTI' dall'integerrima e puritana (è ironico ovviamente) distribuzione italiana!...
Film veramente insulso..non si capisce come abbia fatto a prendere 3 premi al 54esimo festival di cannes..secondo me la giuria era composta da una dozzina di cerebrolesi con grossi e serissimi problemi!!! :-)
Non mi ha convinto, non c'è che dire. Gli attori sono bravi, ma la storia non arriva da nessuna parte. Si vede solo della gran miseria (spirituale) da tutte le parti e il finale secondo me è forzatissimo. Magari qualche anno fa poteva scandalizzare (ma non credo fosse l'intento).
A me Heneke non va proprio giù. Ho apprezzato quasi l'intero film, l'intera storia e le incredibili interpretazioni dei protagonisti, ma il finale... è assolutamente banale e ridicolo. La fotografia di questo film, tra l'altro, è ridicola. Io di cinema ne ho assaggiato e studiato tanto, ma questo regista è uno dei più sconclusionati, irritanti e flebili che abbia mai visto.
p.s. Funny Games è forse una delle più grandi AUTOboiate girate da un regista, inutilmente provocatorio e incredibilmente poco artistico e privo di qualsivoglia significato degno.