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Questo film è uno di quegli eventi che scuotono i pilastri più antichi e profondi della nostra cultura. Tutti, inevitabilmente, dobbiamo fare i conti con Cristo. È uno scontro imprescindibile. Il film, che come ogni forma d'arte vive non come ente a sé, ma nel dialogo intimo e personalissimo con il fruitore, sarà assorbito in modo diverso a seconda dell'esito dello scontro. Questo è ovvio. Quello che non è ovvio è che pochi ammetteranno sinceramente di essere stati quantomeno turbati da The Passion. E non parlo di turbamento orrifico, mi sembra chiaro. Si tratta più che altro di una percezione latente, sotterranea, sufficiente a far comprendere di essere di fronte ad un'opera 'aliena'. È in questo momento che subentrano tutti gli effetti psicologici correlati allo scontro. Chi ha l'illusione di aver sradicato la cristianità anche dall'inconscio cercherà di deviare il turbamento verso lidi più sicuri, lasciando che idee più convincenti e riposanti gli riempiano la mente. Ed è così che nascono le accuse di sadismo, antisemitismo, volgarità, sterilità e propaganda isterica. Chi al contrario è convinto di essere sorretto da una fede profonda, sublimerà tutte le violente emozioni che il film gli ha procurato e dimenticherà che si è trattato di una semplice espressione artistica. Ne è prova il fatto che ben pochi tra coloro che hanno amato il film si sono soffermati su dettagli prettamente cinematografici. Io cercherò di rimamere in quell'equilibrio che qui qualcuno detesta. Dunque, il film. Si percepisce chiara la sincerità del regista. È una regia appassionata, quasi convulsa, che a tratti manca di sobrietà, ma in cambio offre momenti drammatici di altissimo livello. Apprezzabile, inoltre, l'approfondimento psicologico di alcuni personaggi chiave, spesso mancante in film del genere. La recitazione è efficace, forzata in rari casi (Giuda e la Maddalena). Ottima la fotografia: in alcune scene si possono riconoscere i chiaroscuri del Caravaggio e le prospettive ardite del Mantegna. Il film scorre pressante, incede senza la minima caduta di ritmo, anche dove sarebbe forse stato necessario. Poco convincenti alcune trovate, che hanno l'aria di essere virtuosismi gratuiti di un regista che teme l'accusa di non sapersi rinnovare. Così come la colonna sonora, spesso inappropriata. Veniamo dunque al finale, la parte che mi ha lasciato più perplesso. Sembra quasi un epilogo alla Spiderman, privo di qualsiasi spessore filosofico o emotivo. Decisamente deludente. Ma quello che veramente manca a questo film, ... No! Un momento! -VA BENE, ORA SENTIAMO IL PARERE DI... - No! Socci! Mi lasci parlare! -VORREI SENTIRE QUALCOSA DI PIÙ PREGNANTE, LA RINGRAZIO COMUNQUE DELL'INTERVENTO. - È una vergogna, Socci, è una vergogna!