la nostra vita regia di Daniele Luchetti Italia 2010
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la nostra vita (2010)

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locandina del film LA NOSTRA VITA

Titolo Originale: LA NOSTRA VITA

RegiaDaniele Luchetti

InterpretiElio Germano, Isabella Ragonese, Raoul Bova, Stefania Montorsi, Luca Zingaretti, Giorgio Colangeli, Alina Berzunțeanu, Marius Ignat, Awa Ly, Emiliano Campagnola, Damiano De Laurentis, Guglielmo Luca Giannetti, Beatrice Mantegazza, Federico Luchetti, Pietro Catarinozzi, Yuri Antonosante, Giovanni Turco

Durata: h 1.35
NazionalitàItalia 2010
Generecommedia
Al cinema nel Maggio 2010

•  Altri film di Daniele Luchetti

Trama del film La nostra vita

Claudio (Elio Germano) è un operaio edile di trent’anni che lavora in uno dei tanti cantieri della periferia romana. E’ sposato, ha due figli, ed è in attesa del terzo. Il rapporto con sua moglie Elena (Isabella Ragonese) è fatto di grande complicità, vitalità, sensualità. All’improvviso, però, questa esistenza felice viene sconvolta: Elena muore e Claudio non è preparato a vivere da solo. Rimuove il dolore e sposta il suo lutto nella direzione sbagliata: pensa solo a sfidare il destino, e a dare ai figli e a se stesso quello che non hanno avuto finora: il benessere, i soldi, i capricci, le vacanze, in una parola le “cose”. Per risarcire la sua famiglia, si caccia in un affare più grosso di lui e quando capisce che da solo non può farcela, si vede costretto a rivolgersi agli unici di cui si fida: la sorella troppo materna (Stefania Montorsi), il fratello timido e imbranato (Raoul Bova), il pusher vicino di casa (Luca Zingaretti).

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Voto Visitatori:   6,68 / 10 (68 voti)6,68Grafico
Migliore regiaMiglior attore protagonista (Elio Germano)Miglior sonoro
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore regia, Miglior attore protagonista (Elio Germano), Miglior sonoro
Miglior attore (Elio Germano)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attore (Elio Germano)
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Voti e commenti su La nostra vita, 68 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Riccà  @  04/03/2011 20:52:01
   7½ / 10
Germano for president

2 risposte al commento
Ultima risposta 11/03/2011 16.36.08
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Invia una mail all'autore del commento Living Dead  @  18/08/2010 19:01:28
   5½ / 10
Tipo film italiano di denuncia ma che dimostra di non avere gli attributi necessari per andare fino in fondo al problema.
Regia stancante che appesantisce inutilmente il film il cui unico punto di forza è il cast che offre delle ottime prove, per il resto è tutto già visto e poco interessante.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/08/2010 19.19.07
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  19/07/2010 11:34:02
   7½ / 10
Una premessa necessaria: il mio coinvolgimento emotivo in questo film è stato fortissimo, per diverse ragioni, quindi mi è difficile essere obiettiva. Quando Lucchetti - senza troppo paraculismo ma a orologeria - cerca la lacrima, in me l'ha trovata senza nemmeno troppa fatica.
Detto questo, La nostra vita si regge sull'interpretazione monumentale di Elio Germano, che non sembra nemmeno recitare e, secondo me, a tratti improvvisa perfino, andando oltre copioni e indicazioni registiche. La figura di un papà vedovo che si perde nella fanghiglia di appalti e subappalti, oltrepassando i confini della sua onestà di fondo per contentare i suoi bambini, è dura, reale: commuove e al contempo innervosisce.
Ottimi i comprimari, bello lo script.
Insomma, senza obiettività mi ha fatto piangere come una disperata... con obiettività è un bel film e il premio a Germano è meritatissimo.

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Ultima risposta 20/07/2010 20.05.42
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Rotkäppchen  @  19/06/2010 00:29:58
   8½ / 10
Semplicemente vergognosi i commenti che ho dovuto leggere. 4 - 4,5 - 5,5 - 6 ? Oh, ma stiamo scherzando? Luchetti senza retorica, senza mezzi termini, racconta com'è veramente questa schifosa italietta (ed è per questo che a *sapete chi* non è piaciuto). Scusate, al momento, oltre a cinepanettoni e il solito Tornatore che fa tutti film uguali, cosa c'è in Italia? Niente. Questa è la speranza della rinascita del cinema italiano.
Poi devo leggere anche della scelta sbagliata di usare il romanesco. Ma stiamo scherzando? Mi sa che non siete mai stati su un cantiere - romano, in particolare -, perché altrimenti rimareste a bocca aperta per come è ricreato perfettamente il clima di lavoro, dove il capo sgrida a tutti, dove ha tanti impicci da risolvere.
Vorrei dare 10, ma purtroppo ne servirebbero una 15ina di 10 per far alzare la media vergognosa che ha questa pellicola.

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Ultima risposta 19/06/2010 02.05.36
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branco  @  06/06/2010 21:21:10
   7½ / 10
In parole povere un BEL FILM ! !

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Ultima risposta 06/06/2010 21.23.21
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eravo  @  01/06/2010 09:09:38
   8 / 10
a volte penso che il cinema italiano non va avanti anche a causa di una critica troppo severa come tanta che ho letto su questo forum. Naturalmente chiunque può scrivere quello che vuole, ma alcuni commenti all'ultimo di Lucchetti mi sembrano un pò ingenerose e alla ostinata ricerca del famoso pelo nell'uovo. Secondo me "la nostra vita" racconta, in modo Apolitico, Apreconcetto, Apregiudiziale, l'Italia in cui viviamo: si lavora al nero con la convinzione che sia giusto, si cerca di far soldi con la convinzione che quella sia la felicità, ci si fa aiutare dalla 'famigghia' perchè così succede (a chi non è successo?), si ama con tutto il cuore i propri figli ma in modo sbagliato. In questo c'è la potenza del film, oltre alle ottime e non convenzionali interpretazioni: fotografare l'italia e Lucchetti lo ha fatto senza pietà. Poi quest'italia può piacere o meno (a me no!), ma la fotografia è stata scattata veramente bene!

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Ultima risposta 03/06/2010 09.06.07
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scottlumber  @  24/05/2010 12:22:00
   4 / 10
non è che una buona interpretazione renda un film altrettanto buono (io perlomeno non vado al cinema per vedere prove d'attore) e in questo film, a parte l'ottima recitazione di Germano, si fa fatica a trovare qualcosa di interessante. non è un caso che tutto lo svolgimento sia centrato sulla storia del protragonista, e che gli altri personaggi finiscano per restare al più delle macchiette.
ma non è questo il difetto principale che ho trovato in questo "La nostra vita". Il film soffre di tutta una serie di superficialità e contraddizioni che rendono un soggetto potenzialmente ad alto tasso drammatico - morte, prestiti a strozzo, degrado - un prodotto finale tutto sommato piatto.
Le debolezze sono nelle reticenze nel collegare i vari snodi del plot tra di loro, e in un semplicismo di fondo che sembra figlio della fretta di finire il film, ad ogni costo.
Si passa dalla storia d'amore di questi ragazzi, così freschi nonostante 2 figli e un terzo in arrivo, al cinismo di Germano che salta il lutto per approdare direttamente alla sete di accumulazione. c'è il rapporto con il ragazzo romeno che cresce senza spiegazioni (ok il senso di colpa, ma è sufficiente?) e che culmina in una paternale finale da parte di Andrei che lascia il tempo che trova. c'è poi una versione edulcorata dell'usuraio, che non perde l'aplombe neanche quando rischia la vita per la mancata riscossione del denaro prestato. dulcis in fundo c'è un problema che si complica lungo tutto l'arco del film - il subappalto e le difficoltà di Germano nel portarlo a termine - e che alla fine si risolve in 2 minuti, come se il protagonista si fosse giocato un jolly.
il tutto condito da una regia fatta di continue inquadrature ravvicinate e da poco altro.
bene Elio Germano, molto credibile nella sua parte (detto da un romano), per il resto un film che si può tranquillamente evitare.

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Ultima risposta 24/05/2010 21.07.22
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/05/2010 01:02:36
   4½ / 10
Sono generalmente bendisposto nei confronti del cinema italiano, ma non è possibile essere razionali quando le grandi pretese sfociano in un risultato che definire parodistico è poco. Ok, gente come Giorgio Diritti ce n'è poca, però finiamo spesso per plaudire codesti veicoli sociali dimenticando che la lezione di Francesco Rosi o Elio Petri è andata nel tempo progressivamente perduta. E allora è facile tirare in ballo il buonismo incoraggiante dell'ultimo Luchetti, capace di ravvisare i nervi scoperti della società italiana senza calcare la mano più del dovuto, a parte la recitazione di Elio Germano, fortemente provato dalle sue debolezze maschili (come se questa vitalità indicasse una nuova forza nella precarietà caratteriale degli italiani di oggi).
"La nostra vita", unico (?) film italiano in concorso a Cannes, mette ancora più in evidenza tutti i pregi e i difetti del nostro cinema, diventando a modo suo "rassicurante" proprio nella superficialità con cui tratta certi temi: come a dire "non possiamo pretendere di più".
Io, invece, pretendo di più e di meglio: la realtà è molto diversa da questo spaccato social-familiare dove, con la pretesa morale di un lutto da elaborare, abbondano i luoghi comuni sullo sfruttamento del lavoro e sugli extracomunitari. Non si può accettare una sequenza ridicola e ottusa come quella dei lavoratori in nero (o senza permesso di soggiorno, la stessa cosa nell'equazione qualunquista del pensiero comune) che scappano appena vedono un'auto della polizia guidata dal povero Raoul Bova, e si nascondono fino a quando il "dirigente" li avvisa che è tutto a posto.
Accidenti, se la realtà fosse ben più amara di questa, avrei riso davvero di gusto.
E "La nostra vita" racconta ogni minima meschinità di Claudio, personaggio che domina tutto il film fino allo sfinimento, ma in fondo è così garantista nei confronti di questo povero giovane vedovo che arranca come può, arrivando al suo culmine a tenere in braccio il figlio più piccolo per impietosire i dipendenti mentre confessa di non poterli pagare per un mese.
Ma poi, perchè spaventarci? In fondo tutto passa, attraverso la famiglia, tutto ha il sapore lieve di un'incoscienza che va premiata, perchè tale deve essere, e del resto è così che vegeta lo squallore morale del nostro paese di oggi.
Alcuni dicono che il film mantiene uno splendido equilibrio: naturale, visto che non rischia nulla, e Luchetti è incapace di approfondire anche un personaggio finalmente diverso come quello di Raoul Bova, per una volta più sopportabile del solìto.
Poteva scavare in quelle amarezze celate e sfruttare abilmente le sue debolezze, invece preferisce oscurarlo per lasciare spazio a un Germano forse acuto ma avvilente nelle sue contraddizioni.
Tra i comprimari, salverei il solo Zingaretti, nonostante la convenzionalità con cui costruisce il personaggio (e a dirci poi che un disabile non trova lavoro se non fa lo spacciatore, beh ce ne passa con tutto il rispetto per la demagogia a banda larga!).
Insomma, "La nostra vita" mi è parsa l'ennesima occasione perduta, così stucchevole nella sua esposizione lasciva dei sentimenti (cfr. persino "scandalosa" quando i bambini sperano di rivedere inconsciamente la loro madre) e dannatamente falso quando cerca di calarsi in una realtà scomoda senza colpo ferire, abile solo a rovesciarci addosso un malessere che passa grazie alle risorse del destino (o della furbizia).
Le lacrime di Germano sono sincere, ma questo nostro cinema non ha certo motivo di rallegrarsi

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Ultima risposta 19/06/2010 00.34.08
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