l'angelo azzurro regia di Josef von Sternberg Germania 1930
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l'angelo azzurro (1930)

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locandina del film L'ANGELO AZZURRO

Titolo Originale: DER BLAUE ENGEL

RegiaJosef von Sternberg

InterpretiMarlene Dietrich, Emil Jannings, Kurt Gerron, Hans Albers

Durata: h 1.47
NazionalitàGermania 1930
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1930

•  Altri film di Josef von Sternberg

Trama del film L'angelo azzurro

Un anziano professore si innamora della cantante Lola che lavora al cabaret "L'Angelo azzurro". Riesce a sposarla per seguirla nelle tournée, affrontando vergogna e umiliazioni. Di ritorno due anni dopo all'"Angelo azzurro", dapprima si rifiuta di dare spettacolo davanti agli ex allievi, e poi si fa buttare nella strada per una scenata di gelosia. Andrà a morire nella sua vecchia scuola.

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Voto Visitatori:   8,76 / 10 (31 voti)8,76Grafico
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Voti e commenti su L'angelo azzurro, 31 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  13/07/2020 19:19:33
   6 / 10
Era da parecchio che volevo vederlo e quando ci sono riuscito la delusione provata è stata forte.
Un film molto lento, per buona parte della sua durata, tanto che i primi 25 minuti sono stati estenuanti, mitigati in parte dall'entrata in scena della Dietrich. Discorso diverso per la parte finale, molto più corposa e intensa dal punto di vista delle emozioni trasmesse (e provate), capace di mostrare forza e cinismo di grande impatto, grazie anche (e soprattutto) alla prova super di Emil Jannings.
Mi aspettavo però molto di più...forse perchè invecchiato male.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  21/06/2019 11:34:03
   8 / 10
Il primo film sonoro Tedesco non poteva che far "sentire" la splendida e ammaliante voce della Dietrich che comincia quel connubio artistico con Josef von Sternberg che la portera' sulle vette di Hollywood. Questo è probabilmente il loro film piu' famoso.
Una donna di facili costumi che inizia una relazione forse di convenienza con un anziano professore che lascia tutto pur di seguire le sue voglie sessuali.
La triste fine, cosi umiliante, sembra scritta in questa storia circolare che si chiude dove comincia ma con risvolti opposti.
Un bellissimo film ottimo in ogni sua componente.

steven23  @  12/04/2014 21:00:10
   10 / 10
Presenti SPOILER

Film semplicemente pazzesco!
"L'angelo azzurro", un nome del tutto innocuo per un locale cittadino di varietà ma, allo stesso tempo, l'inizio di una parabola discentente per uno stimato professore di un ginnasio; parabola che lo porterà non solo ad abbandonare un onorevole carriera nella stessa scuola, ma a privarsi di tutto, compresa la sua dignità d'uomo e la vita.
Tutto ha inizio quando il professor Rath scopre in possesso dei suoi studenti una cartolina raffigurante la provocante Lola Lola, cantante in un locale chiamato appunto "L'angelo azzurro". Mosso dall'intenzione di riportare i suoi alunni sulla retta via l'uomo vi si reca e incontra proprio Lola. I modi della ragazza uniti a un fascino indiscutibile fanno perdere la testa al povero professore, il quale assisterà compiaciuto a un suo spettacolo per poi passare la notte con lei.
Dopo quel giorno nulla sarà più come prima. La vita dell'uomo intraprende una spirale che lo porterà sempre più in basso: ridicolizzato dai suoi alunni e richiamato dal preside, Rath non troverà pace nemmeno dopo aver sposato Lola e rinunciato alla sua cattedra. Anzi, è proprio il matrimonio a calare la pietra tombale sulle residue speranze di vederlo rialzarsi. In breve il suo denaro si esaurisce e si vede costretto non solo a seguire la moglie nelle sue tournée, ma anche a unirsi agli spettacoli della compagnia nel ruolo di clown.
La ribellione arriverà solamente quando giungeranno nuovamente nella sua città natale, ma sarà troppo tardi.

Al di là della storia, decisamente ambiziosa per l'epoca, il film vanta una regia assolutamente eccezionale; Von Sternberg gioca magistralmente con luci e ombre, regala pochi ma essenziali movimenti di macchina ma, soprattutto, almeno un paio di scene davvero difficili da dimenticare. Tralasciando ovviamente l'intera parte finale; a memoria non ricordo di aver visto un altro film con un finale più tragico e cupo di questo. E' veramente una mazzata e colpisce in una maniera tale che nemmeno i migliori horror riescono a fare. Terribile.
Ottima anche la fotografia, così come ho trovato decisamente pertinenti le musiche.
Lascio per ultimi i personaggi e i rispettivi attori che li interpretano. Non dimenticando la cattiveria dell'organizzatore della compagnia (e dire che inizialmente pareva un'altra persona) viene naturale soffermarsi sui due protagonisti. Si parla giustamente della Dietrich e del film che l'ha lanciata nell'Olimpo del cinema, e in effetti lei è divina: incredibile quanto poco si percepisca la volgarità e la cattiveria che albergano nel suo personaggio, ma soprattutto l'indifferenza, la quale, in certi frangenti, è persino peggiore delle prime due. E in tutto questo riesce persino a sfoggiare qualche breve istante di dolcezza... a dir la verità quasi nulla, ma un pizzico c'è, specie nella prima parte della sua storia con Rath. In tutto questo mi ha ricordato molto Bette Davis in "Schiavo d'amore".
Emil Jannings, però, riesce a fare ancora meglio. La sua interpretazione è assolutamente clamorosa... è di una bravura imbarazzante. Come si può rimanere indifferenti mentre lo si vede mandare in pezzi la sua vita? Come si può non provare una forte compassione? La sua mancanza di reazione anche nei momenti più cupi è quasi irritante. E tutto ciò significa una sola cosa, che l'attore in questione ha fatto qualcosa di veramente importante.
E sul finale, dal momento in cui pronuncia quel celebre "Chicchiricchì" in avanti è disumano, e non solo per la sua reazione nei confronti di Lola. Non c'è più nessuna traccia di Rath in lui, c'è solo un involucro vuoto alla ricerca di un'identità e di un passato oramai sepolti sotto vergogna e umiliazione. Li cercherà invano tornando alla vecchia scuola e sedendosi su quella che, un tempo, era stata la sua cattedra.
Morirà aggrappato ad essa, in quasi totale solitudine, con la camera a staccare lentamente mentre in sottofondo udiamo dei rintocchi di campane.
Poi solo il buio!

vieste84  @  20/10/2013 19:51:33
   10 / 10
Capolavoro assoluto.
Non si può dimenticare la parabola ingenua e forse masochista del professore interpretato da un magistrale Jannings, sicuramente in una delle migliori prestazioni mai apparse sullo schermo. Il film diede però molta più notorietà a Marlene Dietrich che sbarcò a hollywood forte del suo grande fascino, ancora devo vedere gli altri suoi film, ma non credo che abbia mai più ammaliato lo spettatore come ha fatto con questo splendico capolavoro di Von Stemberg.
Oltre alle due interpretazioni il film si ricorda pure per lo spietato organizzatore della compagnia e pure per uno dei finali più belli, più spietati, più crudi e più indovinati della storia del cinema.
Da notare come pure la colonna sonora sia di notevole spessore arrivando a far emozionare e accapponare la pelle proprio nella suddetta scena finale, difficile dimenticarsi quegli archi e quelle campane con la telecamera che indietreggia in un bianco e nero dando un tono di drammaticità assoluta.
Sicuramente tra i massimi picchi del cinema tedesco, film indimenticabile, la Dietrich è divina, Jannings suscita compassione, quando un film alla fine ti da il bisogno di uno schiaffo per riprenderti, quando ai titoli di coda stai male per ciò che hai visto, quando hai la pelle d'oca sulle braccia, quando vedi che un film vola come un bicchier d'acqua e vorresti che non finisse più, quando nei giorni successivi lo pensi e ripensi e ti viene voglia di rivederlo all infinito, allora si che metto 10.....

Fifì  @  12/03/2012 11:59:00
   10 / 10
Capolavoro di Sternberg che è in assoluto un maestro e in questo film ne da grande dimostrazione. In questo film molto coraggioso per il tempo, con un uso della luce a dir poco spettacolare che differenzia la prima parte del film, più felice, dalla seconda parte dove l'immagine viene chiaramente distorta. Pochissimi sono i movimenti di macchina, tranne due, ma molto frequenti sono gli specchi per dare una visione a 360 gradi degli attori e dei personaggi. Una fantastica Marlene Dietrich nel suo primo film con Sternberg ma a mio parere ancor più lodevole Emil Jannings in un interpretazione perfetta.

Goldust  @  09/01/2012 11:30:42
   8 / 10
Audace per i tempi, è ancora oggi un film terribilmente affascinante per la tragica parabola ( auto-lesionistica?) che coinvolge il protagonista. Lo si ricorda soprattutto perchè ha contirbuito a lanciare la Dietrich nel mito, ma l'interpretazione di Jannings non è da meno. Da vedere, almeno una volta.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  06/12/2011 16:22:38
   7½ / 10
Secondo me non andiamo molto oltre il sette e mezzo... certo, un buon film, importante per tante cose, ma non me la sento di considerarlo una pietra miliare della storia del Cinema... sicuramente un film importante, e per Sternberg, e per la Dietrich. Buono più o meno sotto tutti gli aspetti, regia, recitazione, sceneggiatura... non annoia e scorre abbastanza...
Sicuramente preferisco Griffith...

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  20/11/2011 16:58:52
   7 / 10
Notevole pensare che questo film è del 1930, per il tema che affronta. Assolutamente bravissimo il protagonista, nella sua trasformazione, da professore bacchettone a schiavo di una donna perduta. Non mi convince però proprio la Dietrich, in una parte tutto fuorché sensuale (mi ricorda Mae West, in quegli atteggiamenti da portuale che, evidentemente, negli anni '30 facevano tanto "sexy"?)

dave89  @  11/08/2010 14:49:12
   8½ / 10
film bello...ma a mio avviso non il migliore della dietrich.

degrisy  @  27/07/2010 20:36:28
   9½ / 10
Storia bellissima, disperata e tragica.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  11/05/2010 22:07:02
   9 / 10
Un film del genere in quegli anni fu un vero pretesto per polemizzarne i contenuti che all'epoca erano considerati molto caldi. Un professore distinto che s'innamora di una "donnaccia" da bar non era proprio il massimo nel '30. Una pellicola che è un vero capolavoro di cinematografia tedesca da non perdere per niente al mondo. Tutto fila diritto senza sbavature. Marlene Dietrich mastodontica.

3 risposte al commento
Ultima risposta 12/05/2010 23.33.24
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  28/04/2010 20:37:59
   9 / 10
Melodramma tragico e metaforico, forse il punto di non ritorno dell'espressionismo tedesco.
Stile registico magistrale e intreccio narrativo si legano in un connubio che ha l'aspetto del grande capolavoro, un viaggio nei meandri della perdizione che azzera l'identità fino ad un finale indimenticabile e assolutamente da brividi. Marlene e Jannings offrono due interpretazioni che vanno oltre l'umano.
Spintissimo per l'epoca, sia per atteggiamenti (lei è davvero volgare) che per allusioni (tra mutande bianche e uccellini che ritornano a cinguettare).
Un film straordinario, da non perdere per nessuna ragione al mondo.

RedPill  @  03/04/2010 20:33:50
   7 / 10
Manifesto senza tempo.Degradante e umiliante involuzione psicofisica per una figura pubblica considerata in quell'epoca un vero e proprio esempio d'integrità, portavoce di valori soprattutto morali oltre che culturali.Von Sternberg affonda nella perdizione l'attempato protagonista, il quale, accecato dall'ingannevole Sentimento, risulterà totalmente incapace di razionalizzare e opporsi al lento declino, che inesorabile travolgerà la sua persona, riducendola al pari di una marionetta.In pochi e brevi passaggi il regista si dimostra abile nel trasmettere la personalità dell'insegnate, autoritario e intransigente, ma anche romantico e un pò ingenuo.Il percorso tracciato, è inoltre enfatizzato da un padronanza assoluta nell'utilizzo della m.d.p., che accompagna e in alcuni casi sostituisce ed esprime meglio delle parole stesse, l'impietosa metamorfosi sociale vissuta dal povero insegnante.A "muovere i fili", un'ottima Marlene Dietrich in un ruolo che la consacrerà definitivamente tra le grandi, e che, con la sua Lola Lola, personaggio insensibile e passionale a seconda delle circostanze, mostrerà al pubblico il volto fino ad allora poco conosciuto di una donna "nuova", una donna non più vittima di svilenti preconcetti comuni, ma libero e pericoloso carnefice.
Der Blaue Engel, docet!

MidnightMikko  @  17/03/2010 14:09:36
   9 / 10
Angelo Azzurro, il locale dove Lola Lola si esibisce,la residenza del peccato e della fuorviazione,dove un professore conoscerà l'inizio della sua fine e gli studenti troveranno l'agnello sacrificale su cui espiare le proprie colpe.
Von Sternberg dirige ottimamente un film veramente eccellente, corredato da un cast di attori formidabili (Jannings da applausi, Dietrich cattivissima, ottima nel ruolo di Femme fatale, eccellente il resto del cast) e da una fotografia da urlo.
Tragicamente splendido.

Gabo Viola  @  05/03/2010 00:02:02
   9 / 10
Tratto dall'omino romanzo edito nel 1905 di Heinrich Mann (fratello del premio nobel Thomas), questo film narra della decadenza morale e psicologics di un anziano professore di ginnasio, il quale incarna lo stato dittatoriale e le conseguenti privazioni di liberalismo. E bla bla bla bla bla bla bla. 9, meno graffiante a artaudiano di pellicole come Greed o Diario di una donna perduta, ma pur sempre capolavoro

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  22/08/2009 13:18:32
   9 / 10
E’ tutto riassunto nell’isterico “chicchirichì” del finale - con l’uomo, docente rispettabile, reso ridicolo e disprezzabile, implicato in quel mondo di frivolezza che è quello dello spettacolo, degradato al ruolo di pagliaccio, umiliato pubblicamente davanti alla sua città - il fascino obliquo di questa sconvolgente pellicola di Von Sternberg.
Espressionismo senza compromessi, nell’uso enfatico delle ombre, nel grottesco delle maschere, nell’inclinazione delle inquadrature e nel barocchismo che troverà il suo apice in opere successive (“L’imperatrice Caterina” soprattutto) e che anticiperà di qualche anno quello di Welles.
Mai la storia d’un uomo rovinato e divenuto succube dell’amore d’una donna - la Dietrich, nuova icona della diva di Hollywood - sarà più rappresentata con tale tragicità. Dopo “Aurora” di Murnau (dove la donna adescatrice era meno reale e più metaforica) e “Lulù” di Pabst, “L’angelo azzurro” chiude una prima ideale trilogia sulla figura della femme fatale, simbolo dell’emancipazione delle donne (che probabilmente ai maschietti cominciava già a fare paura) e delle nuove tentazioni “demoniache” delle grandi metropoli occidentali.


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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  21/08/2009 11:28:49
   8 / 10
Bellissimo, un grande film sulla prima femme fatale della storia del Cinema, quella che attrae, quella indissolubile, quella che si spoglia così senza pudor… ma è anche la storia di un professore, un uomo colto, un uomo non legato alla vita balorda, che però si lascia soppraffare dalla bellezza di una donna… si convince che la sua prossima vita da marito sarà felice, ma qual è il destino di un uomo erudito che decide di seguire il suo amore? Perderà la sua amata cattedra e sarà ridotto a fare il pagliaccio.
Un film che mette molto umore nella prima parte ma nella seconda ti ammazza.
Bellissima la scena quando il professore viene licenziato, con la carrellata che si allontana sempre più da lui e dalla sua cattedra, a dimostrare il suo imminente abbandono della sua vita, la sua vera vita.
Un gran film, forse con l’unico difetto di avere una messinscena un po’ teatrale, ma un gran film.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  07/04/2009 00:29:22
   9 / 10
Film scabroso per il periodo, ha il pregio di lanciare la divina Marlene, completamente a suo agio nel (s)vestire i panni di una sgualdrina, che seduce e porta alla rovina un anziano e velleitario professore.
Cult

pinhead88  @  07/04/2009 00:23:43
   9 / 10
magnifico film di Von Sternberg,dalle scenografie dai tocchi espressionisti alla storia.Jannings ricorda molto il personaggio de "L'ultima risata",anche se qui poco più enfatico.questo fu il primo debutto per la Dietrich

Lunamagica  @  18/03/2009 19:36:18
   10 / 10
Eccezionale capolavoro, commovente e splendida storia.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  29/08/2008 14:32:44
   9 / 10
E' un film eccezionale in tutti i sensi, dalla forma ai contenuti, che ha ad oggetto una storia (tratta dal romanzo di Heinrich Mann "Il professor Unrath") esemplare sia per come si svolge ed è narrata sia per la sua sostanza. In esso si mette in scena la debolezza dell'uomo travolto dalla veemenza, spesso crudele, dell'amore che può colpire chiunque. Così anche il soggetto colto e allo stesso tempo irregimentato nelle regole della società borghese si troverà integralmente "denudato" dai propri sentimenti e sopraffatto dal fascino fatale della donna desiderata. L'amore per l’altera e ammaliante Lola (interpretata da Marlene Dietrich, che con questo ruolo si consacra come grande attrice, ma soprattutto come prima "femme fatale" della storia del cinema) determinerà il lento annientamento interiore del professor Rath, dal cui incontro con la donna intraprenderà un inarrestabile declino. Nella toccante descrizione di questa parabola discendente, lo sguardo del regista si sofferma sul cinismo degli uomini, inclini allo sfruttamento del prossimo, nonchè sulla ipocrisia del perbenismo borghese (quello stesso preside che aveva cacciato dalla scuola il professore, tacciandolo amoralità, si ritroverà ad assistere allo spettacolo di Lola nel deplorato locale "L'Angelo Blu"). Il film si conclude con un finale struggente in cui la morte dell'uomo, umiliato e deriso, sembra quasi rappresentare la morte dei buoni sentimenti.
"L'angelo azzurro" costituisce un altro altissimo esempio di espressionismo tedesco, accompagnandosi in esso la ricercatezza della forma (sia sotto il profilo scenico che sotto quello recitativo) all’accentuazione dell’aspetto dell’emotività.
Grandissimi i due interpreti: fascinosa, sorniona ed esuberante la Dietrich, intensissimo Jammings con la sua straordinaria mimica.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  24/07/2008 14:43:40
   10 / 10
Ma questo è puro espressionismo, che magnifica sorpresa. E' una pellicola sconvolgente, credo molto più per noi uomini rispetto ad un pubblico femminile. La trasformazione in pagliaccio, passivo ed incapace di reagire per amore e sottomissione ad una donna, è tra le figure più agghiaccianti della storia del cinema, in termini di parabola drammatica. Debutto di Marlene Dietrich, che iniziò anche un rapporto sentimentale con il regista, straordinario uso della luce e scenograficamente strepitoso (tetti curvi, mura oblique, case sbilenche).

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  13/06/2008 02:50:29
   8 / 10
elegante. la parabola discendente di un uomo che per amore butta all'aria la sua reputazione, la carriera di una donna semplice che ha bisogno di essere amata e venerata e mai rinuncerebbe al suo lavoro. 1930. grande pellicola tedesca e inizio dell'ascesa della dietrich fra le stelle del cinema.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  23/12/2007 12:12:00
   7 / 10
Film molto innovativo per gli anni Trenta, un film che ha fatto storia ed ha reso Marlene Dietriech quel personaggio a cui sempre la associamo.
Straordinaria la figura del retto professore che perduto negli abissi amorosi si trasforma in un grottesco personaggio.
Rivisto oggi credo che abbia perso un po' di fascino, ma rimane comunque un cult.

satko  @  06/01/2007 09:46:23
   10 / 10
Malinconico e struggente...lo vidi per la prima volta da piccolo e ancora adesso provo le stesse emozioni di allora,Jennings e la Dietrich fantastici,una pietra miliare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  29/12/2006 11:20:29
   9 / 10
Capolavoro di Stemberg del '30. Ricco di suspense, pathos, drammaticità. Interpretazioni da capogiro. Svetta per sintesi scenica, fotografia e scorrevolezza narrativa.
Film cult.

The Monia 84  @  29/12/2006 10:37:57
   9½ / 10
Piangi pagliaccio, ridi sciantosa.
Secondo me la scena in cui il povero professore ha un esaurimento nervoso davanti alla Dietrich è degna di stare accanto a sequenze di film più terrificanti come l'Esorcista, Alien o Misery.
Uno dei primi veri grandi classici del cinema, in particolare, è una punta di diamante del primo cinema tedesco sonoro. Rafforza il mito della donna fatale, avvicinando Lola-Lola alla Lulu di Wedekind, offre memorabili canzoni e un'intepretazione strepitosa del povero Jannings.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/12/2006 21:54:06
   8 / 10
L'aberrazione sociale della seduzione sessuale da parte di un vecchio sembra rievocare una dimensione "privata" della senescenza, ma non molto diversa da quella di "L'ultima risata", capolavoro del cinema muto.
La Dietrich si condanna con questo film a un clichè in cui resta intrappolata per anni (quello della sgualdrina), infatti le sue migliori interpretazioni di sempre restano quelle opere della maturità dove ha dimostrato di essere (soprattutto) una grandissima attrice.
Ovviamente il carisma del suo personaggio, unita alla splendida interpretazione di Jennings (memorabile quando viene beffeggiato dagli alunni), è il segreto della longevità e del fascino di questo film.
Bisognerebbe chiedersi se il sommo vate Von Sternberg fosse un misogino o quant'altro, vista la galleria interminabile di donne "traviate" che ha raccontato nel corso della sua carriera...
Al di là di tutto, il film ha una forza incredibile, un pathos che ammalia e seduce proprio come la Dietrich, o le eroine "peccaminose" dei melodrammi

Ch.Chaplin  @  21/07/2006 15:03:17
   10 / 10
magnifico!..in assoluto uno dei migliori film di sempre..ha contenuti piuttosto erotici x l'epoca, ma sono tutavia abbastanza impliciti..marlene dietrich è divina davvero, carica di sensualità ed erotismo al massimo..von sternberg cura la regìa di uno dei primi film sonori..alcune inquadrature (cm l'inizio x esempio) sono chiare derivazioni dal cinema muto, ma altre scene sono molto molto innovative..grande grande..da vedere anke se nn amate questo genere di film, secondo me è ancora piuttosto attuale..la disavventura del professore è plausibile anke ai giorni nostri..

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bodego  @  27/12/2005 19:37:36
   8½ / 10
Un cult , non c' è che dire, ti verrebbe voglia di strozzare lola-lola. Von sternberg è paerfetto alla regia insieme alla strepitosa Dietrich.
Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  21/09/2005 11:24:09
   10 / 10
Capolavoro assoluto del cinema tedesco, avantissimo e molto erotico, per essere un film del 1930. "L'angelo azzurro" è diventato con gli anni un vero e proprio cult, o meglio un film leggendario, per via del sodalizio tra il regista Joseph Von Sternberg e l'attrice tedesca per eccellenza, ovvero la mitica Marlene.
Von Sternberg, dopo il trasferimento a Hollywood, dopo vari film con la Dietrich, e dopo la successiva rottura personale e artistica del loro sodalizio, non saprà adattarsi al sistema hollywoodiano, e avrà molti contrasti con le produzioni, nonostante continuasse a sfornare film meravigliosi, come "I misteri di Shangai" (precursore addirittura di "Casablanca") e "L'isola della donna contesa".
Questo cmq rimane sicuramente il suo lavoro più famoso e quello che più ha segnato la sua carriera.
Tra l'altro nel cast, oltre a una Dietrich da capogiro c'è un sublime Emil Jannings.


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