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Dal titolo beffardo, "La morte ha sorriso all'assassino" prende vita il film di D'Amato. La prima precisazione intorno al film arriva per quanto concerne la sceneggiatura che almanacca la realizzazione del film agli inizi del ‘900 andando così a creare delle suggestive e particolari atmosfere. "La morte ha sorriso all'assassino" offre una trama sicuramente un po' sgangherata, si capisce insomma che un medico ha scoperto come portare in vita dei morti, ulteriori sviluppi evidentemente non sono ammessi. Infatti la sceneggiatura è davvero di serie b, troppi praticamente i passaggi non specificati a dovere, il film sembra prefissarsi un solo, esclusivo pensiero, ovvero quello di colpire a livello visivo, perché a livello di proiezioni narrative e di logica il grosso viene a mancare.
D'Amato comunque con il suo prodotto del 1973 riesce dopotutto, se non a brillare, a cavarsela. Si può dire che l'inizio della pellicola è un po' sottotono ma strada facendo qualcosina cambia e la pellicola inizia a mostrare anche un po' di tensione, questione della tensione da fotografare ovviamente in blocchi di massima relatività. Regia in definitiva anche molto prolissa in alcune scene, ovvero varie le sequenze che si inoltrano a lungo in un perfetto esercizio di stile che ha come fattore, scopo finale quello di allungare la pellicola sul piano temporale, della proiezione. "La morte ha sorriso all'assassino" mostra qualche pregio tipo alcune scene, carina quella del gatto ad esempio, senza dimenticare altre come quella della "corsa" nel cimitero accompagnata anche da una buona musica. Continuando a calcare la non infinita striscia dei pregi c'è, da aggiungere, quelli che riguardano le location tetre, buie e spoglie, il lavoro musicale, molte volte, ma non sempre, efficace; e come detto prima le ambientazioni. Fra i difetti in primo piano la staticità di questo film che risulta, varie volte, esser fin troppo teatrale e troppo "bloccato" nella residenza, eccetto le incursioni, pure azzeccate talaltro, come quella del cimitero. Un altro problema noto è la sceneggiatura, ma in sostanza si può sopravvivere, nel film invece l'unica parola d'ordine è la… morte!