l'amore bugiardo - gone girl regia di David Fincher USA 2014
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l'amore bugiardo - gone girl (2014)

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locandina del film L'AMORE BUGIARDO - GONE GIRL

Titolo Originale: GONE GIRL

RegiaDavid Fincher

InterpretiBen Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Kim Dickens, Emily Ratajkowski, Tyler Perry, Patrick Fugit, Carrie Coon, David Clennon

Durata: h 2.29
NazionalitàUSA 2014
Generedrammatico
Tratto dal libro "L'amore bugiardo" di Gillian Flynn
Al cinema nel Dicembre 2014

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Trama del film L'amore bugiardo - gone girl

Da poco trasferitisi in una piccola cittadina del Missouri da New York, Nick Dunne (Ben Affleck) e la moglie Amy (Rosamunde Pike) stanno attraversando un periodo difficile, con un matrimonio in crisi per via della difficoltà della donna ad abituarsi alla nuova esistenza. Il giorno del quinto anniversario di nozze, Amy scompare e il primo ad essere sospettato della sua scomparsa è Nick ma la realtà è ben diversa da come appare a prima vista.

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Voti e commenti su L'amore bugiardo - gone girl, 203 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  18/01/2015 22:43:54
   7½ / 10
"Amore bugiardo" è un tentativo (sostanzialmente riuscito) di far rivivere lo spirito che animava i film di Hitchcock in un contesto stilistico di tipo postmoderno.
Appartiene a Hitchcock ad esempio la dialettica apparenza-verità, l'avvertimento di non arrivare subito a facili conclusioni, a dare per scontata la colpevolezza di una persona, anche quando tutti gli indizi sembrano arrivare a questa conclusione. Era una caratteristica basilare dei film di Hitchcock, che Fincher ha buon gioco ad aggiornare al mondo di oggi, in cui i mezzi di comunicazione di massa condannano ancor prima di avere le prove della colpevolezza. La pressione del giudizio sociale, già tanto forte negli anni 40-50, è adesso ancora più forte ed invadente di allora, e forse il film di Fincher è fin troppo "buono" e di mano leggera nel disegnare l'enorme pressione della medialità sulla vita di chi si trova sfortunatamente ad essere sotto i suoi riflettori.
Di stampo hitchcockiano è anche la caratteristica di disegnare caratteri contorti, spesso labili psichicamente (vedi Marnie), di dare importanza allo sviluppo psicologico delle persone (l'ambiente sociale, i rapporti con i genitori, ecc.).
In comune con i film di Hitchcock c'è anche la caratteristica di svelare durante il film la soluzione del "delitto" posto all'inizio e di spostare quindi l'attenzione dello spettatore sul perché dei fatti, più che sul come.
Ci si allontana invece da Hitchcock per il fatto che in "Amore bugiardo" non ci sono valori o istituzioni certe su cui fare affidamento. L'istituzione della "famiglia" (una certezza basilare per Hitchcock) qui non ci fa bella figura e mostra tutta la sua fragilità e crisi profonda (l'unico legale saldo e sincero è forse quello fra il protagonista e la sua sorella gemella). Manca poi la certezza di una soluzione, di un "appagamento" o sistemazione; domina invece l'incertezza assoluta, addirittura dei propri stessi sentimenti. Nel nostro mondo postmoderno dobbiamo fare i conti con la mancanza di qualsiasi certezza di natura esistenziale. Siamo quello che conviene essere, quello che gli altri si aspettano, quello che le apparenze dicono; l'essenza, il nostro vero essere viene percepito sì - il protagonista non ci vorrebbe rinunciare - ma la vita sociale non ce lo permette e nemmeno il rapporto con le persone che ci stanno più vicino ci agevola in questo.
Purtroppo lo stile narrativo di Fincher non è quello sintetico, coeso, compatto e lineare di Hitchcock; domina invece lo stile postmoderno fatto di avvenimenti banali, esposti a ritmo frenetico in un contesto temporale incerto, legati da nessi logici che "sfidano" lo spettatore a partecipare ad una specie di quiz-gioco enigmistico tipo puzzle, in cui tra l'altro si può pure mettere in dubbio l'effettiva verità di ciò che viene mostrato.

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Io l'ho trovato un po' prolisso e a volte macchinoso. Comunque rimane impresso e fa riflettere. Non posso far altro che consigliarne senz'altro la visione.
Pessima la recitazione di Ben Affleck; sempre la solita espressione trasognata dall'inizio alla fine che banalizza molto il suo personaggio. Peccato.

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