la fornarina (1943)

Gradevole film in costume tratto da un romanzo di Tullio Gramantieri e diretto da Guazzoni ( qui alla sua ultima regia),uno che ha lavorato nel cinema fin dalle sue origini.
È una pellicola che può contare su un budget più sostanzioso rispetto ad altre che vedevano la luce nel solito periodo,su un cast di un certo calibro e su una regia senza sbavature o cali di ritmo.
Presenta anche un paio di scene di nudo ( nulla di che intendiamoci) assai audaci per l'epoca.
Come gran parte delle pellicole uscite negli anni 43-44 ebbe una distribuzione irregolare e disastrosa, peccato, perché pur non essendo un capolavoro è un lavoro che non annoia ed è tutto sommato interessante.

Film in costume, diretto da Guazzoni che romanza su un preciso periodo della vita di Raffaello Sanzio, le sue opere e, soprattutto, il suo amore per la sua musa, una giovane popolana di delicata bellezza.
La storia scorre via abbastanza bene, dove non mancano i momenti i drammatici, i patimenti e gli intrighi dettati dalla gelosia e dove il cast appare ben presentato, abile e dotato di una certa verve interpretativa. Le scene di nudo: la Baarova a seno scoperto e la Uhlig ripresa di spalle, sono eventi rarissimi soprattutto per il periodo in cui è girato il film, ma sono anche segnali che le cose stavano cambiando nel cinema italiano e LA FORNARINA, a mio avviso, rappresenta sotto questo profilo un esempio concreto.
Un film realizzato bene, anche se non un capolavoro epico, capace di non annoiare e rendersi discretamente interessante per chi guarda, meritando un voto positivo.