la contessa di hong kong regia di Charles Chaplin USA 1967
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la contessa di hong kong (1967)

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locandina del film LA CONTESSA DI HONG KONG

Titolo Originale: A COUNTESS FROM HONG KONG

RegiaCharles Chaplin

InterpretiMarlon Brando, Sophia Loren, Margaret Rutherford, Tippi Hedren

Durata: h 1.55
NazionalitàUSA 1967
Generesentimentale
Al cinema nel Novembre 1967

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Trama del film La contessa di hong kong

Odgen (Brando) è un diplomatico americano in procinto di essere nominato Ministro degli Esteri. E ciò di cui non ha proprio bisogno Odgen è uno scandalo. La cosa invece di cui ha bisogno Natasha (Loren), contessa russa in esilio, è di scappare da Hong Kong e rifugiarsi in America: se Odgen non l'aiuta a fuggire sarà lei a procurare uno scandalo dal quale lui non riuscirà più a sollevarsi.

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Voti e commenti su La contessa di hong kong, 15 opinioni inserite

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topsecret  @  02/08/2021 14:09:41
   6½ / 10
Antesignano di commedie come PRETTY WOMAN, LA CONTESSA DI HONG KONG è scritto e diretto da Chaplin senza grande malizia ma con tanta ironia, regalando una visione a tratti molto simpatica.
E' anche l'ultimo film diretto da Chaplin e, purtroppo, non uno dei suoi più riusciti, dato l'insuccesso che ebbe all'epoca. Visto oggi però, il film ha una sua valenza visiva e realizzativa di tutto rispetto: film a colori, cast indisciplinato (erano continui i ritardi e la scarsa preparazione di Brando) ma efficace nel risaltarne i vari aspetti, dal comico al romantico e una sceneggiatura leggera e divertente quanto basta, anche con qualche ingenuità evidente e un ritmo narrativo a volte non propriamente fluido.
Un film minore di Chaplin ma, a mio avviso, apprezzabile senza sforzi e meritevole della visione.

DarkRareMirko  @  04/06/2017 00:26:15
   7 / 10
Magari non il miglior Chaplin, ma comunque un film godibilissimo e divertente.

Ottima e bella la Loren, bene Brando e Chaplin, qui pure autore delle musiche, fa anche due brevi camei.

Teatrale, statico, bonario, dolce, fine, rappresenta una buona ultima opera di un grande artista.

Imho un film sottovalutato.

Filman  @  06/04/2016 00:36:23
   5½ / 10
Un cambio di prospettiva maggiormente ottimista non giustifica le carenze dell'ultima fatica di Charlie Chaplin, in quanto A COUNTESS FROM HONG KONG si presenta come un prodotto semplice e comune, un film di genere per il grande pubblico che ha poco da offrire anche rispetto a ciò che è, visivamente ed emotivamente, oltre che concettualmente, dal momento che il regista firma un compromesso sulla sua antecedente filosofia, ritrattando e proclamando l'amore aperto a tutti e chiudendo così un biglietto d'addio tutto meno che memorabile, da qualsiasi angolazione lo si guardi, tuttavia tranquillamente perdonabile a colui che ha cambiato la storia del cinema.

BlueBlaster  @  23/06/2015 11:51:29
   6 / 10
Una regia illustre e due protagonisti di massimo livello per questo film sentimentale abbastanza piatto e scontato...porta maluccio gli anni e risulta alquanto ripetitivo in certi frangenti.
Tutto è molto teatrale per via della "commedia degli equivoci" che si viene a creare e per le location minimali e questo non è un male ma può leggermente annoiare.
Nella seconda parte non mancano le risate grazie alla figura del maggiordomo anche se nel finale si pecca di melenso.
Non particolarmente in forma i due divi, in particolare non ho gradito la recitazione della Loren.
Guardabile ma nulla di indimenticabile.

Goldust  @  17/06/2015 15:19:02
   6 / 10
L'ultimo lavoro di Chaplin è una commedia dalle caratteristiche teatrali un pò frivola e ripetitiva, lontanissima parente dei suoi successi passati. Il problema sta tutto nel manico: la sceneggiatura non brilla per originalità di trovate, così come è mal assortita la coppia dei protagonisti, con il musone Brando un pò fuori luogo e la Loren non all'altezza di un ruolo così brillante; strappano invece qualche sorriso le gag con il simpatico maggiordomo come protagonista e il cameo di Margaret Rutherford, che veste i panni di una vecchia rimbambita un pò eccentrica.
Nel complesso è un film modesto che si lascia guardare e che si dimentica in fretta e neanche i venti minuti finali di una radiosa Tippi Hedren ne modificano lo status.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  21/02/2013 15:51:24
   6 / 10
E' una commedia sofisticata che soffre il difetto di essere datata già ai tempi della sua uscita. Dopotutto la sceneggiatura mi sembra fosse già vecchia di trent'anni e il risultato è vedibile sul grande schermo per certi particolari. La Loren e Brando non sono al loro meglio probabilmente perchè il film era progettato su altri attori. Brando per esempio è fin troppo trattenuto per rappresentare in defintiva l'uomo tutto di un pezzo che gradualmente si scioglie, la Loren invece dovrebbe essere il personaggio più chapliniano del film, ma sembra piuttosto fuori dal ruolo. I momenti migliori in fondo sono quelli dove è più presente la pantomima tipica del muto, come la sequenza del mal di mare e meno brillante nella parte dialogata. Ultimo film del grande Chaplin che chiude con la sua prima pellicola a colori.

76eric  @  27/12/2012 23:22:02
   8½ / 10
Il principale problema legato alle tante immeritate critiche rivolte al film è il peso del nome del Cinema....., oops volevo dire del regista...., qui al suo ultimo film. Cambiando il nome ed il cognome del director infatti, a mio parere, i giudizi sarebbero stati assai più positivi.

I tempi del bello e maledetto di "Fronte del porto" sono sempre più lontani per Brando...., ed il vederlo in un ruolo brillante, anche se ricoperti precedentemente in altre pellicole, è testimonianza di una grande versatilità.

Forse, per fare un piccolo, anzi minuscolo rimprovero, altri attori di pari calibro avrebbero reso maggiormente, proprio perchè più rodati e...., con facce più consone al tipo di pellicola in questione. Penso ad esempio ad un Rock Hudson, ad un Cary Grant, o ancora ad un James Stewart.
Bellissima, come sempre, la Sofia nazionale.
Cast super-stellare per un film che mette di buon umore e che non rinuncia al tanto sospirato lieto fine. Simpaticissimo ad esempio il siparietto che vede coinvolta la Rutherford, nota per essere stata il volto di Miss Marple.
Il ritmo con cui accadono gli eventi te lo fan seguire che è una meraviglia.

Anche in questo caso..., la bellezza del Cinema di tanto, tanto tempo fà......., che gli appassionati hanno la possibilità di/devono riscoprire.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  26/10/2009 17:02:06
   7½ / 10
Bellino. Non è, a mio avviso, un vero e proprio passo falso ma, se paragonato a tutti i capolavori precedenti di Chaplin sfigura.
In sostanza la storia è carina e ben rappresentata. La Loren non ci sta e Brando è assolutamente fuori parte.
La vena comica di un tempo è sparita e rimane solo un sottile romanticismo.
Troppe volte si ripete la gag del campanello che crea scompiglio, indice di mancanza di idee.
E' l'ultimo film di quello che è stato il più grande uomo del cinema. Avrebbe potuto chiudere in bellezza, pazienza. Chiude comunque con onore.
Grazie Charlie!!!

LoSpaccone  @  03/06/2009 20:54:53
   6 / 10
Commedia romantica senza infamia e senza lode ma piacevole, girata con garbo e anche se con una coppia di attori male assortita (e per film come questi non è un difetto da poco) che se la cavano benino nei momenti più comici, male in quelli più sentimentali non riuscendo mai ad essere credibili insieme: Brando aveva incominciato ormai la sua fase di appesantimento fisico, la Loren invece non era proprio portata per ruoli come questi.

Neu!  @  21/02/2009 12:50:08
   6 / 10
l'ultimo Chaplin... che dire? tra i suoi lungometraggi è decisamente il meno riuscito (ed è comprensibile!!!! dopo la quantità di capolavori che ha fatto!!!). il precedente un Re a New York è su un altro pianeta

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/09/2008 19:33:38
   6 / 10
"Lavorare è vivere e io voglio vivere". Questa è la frase con la quale Charles Chaplin spiegava la sua volontà di continuare a fare film, nonostante avesse ampiamente sorpassato i 70 anni di età. Si comportava un po' come alcuni ex grandi campioni sportivi, soprattutto di boxe, che non ce la fanno a stare fuori dai campi di gara e magari tentano dei patetici ritorni all'agonismo. Ciò che lo faceva un cineasta ormai sorpassato non era l'età, ma l'atteggiamento di totale rifiuto nei confronti della nuova società nata dal grande sviluppo industriale degli anni Sessanta, dominata dalla cultura giovanile beat e swing. Infatti in quegli anni dichiarò a proposito di Londra: "non riesco a capire cosa stia succedendo in quella città; penso che si siano tutti ubriacati con la moda swinging… Non credo ci sia niente di peggio delle mode… Mi chiedo se questa non sia un'epoca di declino per l'arte".
Questa estraneità in sé non era negativa. Infatti in Un re a New York era riuscito ad anticipare tutte le degenerazioni culturali e politiche a cui questo tipo di società sarebbe andato incontro. Quando invece ha voluto contrapporre a questo "declino" qualcosa che affermasse il suo ideale di società, ha rivelato appieno il distacco dalla realtà e il suo appartenere ad un'epoca ormai morta. Nella produzione cinematografica degli anni Sessanta era ormai un artista sorpassato.

Non avendo più il punto di riferimento dei quartieri poveri e popolari della sua infanzia, si chiuse sempre più nell'ambiente dell'alta società. Il mondo dei poveri e quello dei ricchi hanno convissuto dentro di sé e nella sua opera artistica fino agli anni Cinquanta, poi è rimasto solo il mondo dei ricchi. Lo si vede anche nella sua autobiografia, uscita nel 1964, dove quasi non cita Totheroh, Eric Campbell, Albert Austin, mentre si dilunga in descrizioni di Randolph Hearst, G.H. Wells, Einstein e tanti altri personaggi famosi che ha incontrato.

Non meraviglia quindi che A Countess from Hong Kong (La contessa di Hong Kong) sia una specie di fiaba sentimentale comica, ambientata nel mondo dell'alta società. Come in alcune commedie di Shakespeare, sembra quasi si voglia suggerire che chi appartiene a un certo strato sociale elevato, anche se cade in disgrazia, mantiene comunque la sua dignità e nobiltà. Lo dimostra la protagonista Natascha (una mediocre Sofia Loren), che nonostante si abbassi a prostituirsi, rimane nel fisico e nel carattere una donna di rango. Il film stesso, a parte una breve inquadratura iniziale dei quartieri popolari di Hong Kong, si svolge totalmente in ambienti di lusso. Non c'è nessun approfondimento di questo stile di vita, mostrato nella sua normale banalità in mezzo ai formalismi del personale di servizio. Solo qua e là qualche piccolo tocco di ironia prende in giro qualcuno particolarmente fatuo o vuoto. L'unica piccola critica che si fa a questo mondo è quella di essere forse troppo rigido nel suo perbenismo o di voler sacrificare i sentimenti ai doveri. Non poteva certo mancare in un film di Chaplin la vittoria del cuore su tutte le altre considerazioni. Qui però appare forse fin troppo scontata e un po' irreale; manca la profondità e la verità dei grandi film.

Per realizzare questo film Chaplin non badò a spese. Utilizzò per la prima volta il colore e lo schermo grande. Per la sceneggiatura riadattò un vecchio script degli anni Trenta che aveva pensato per Paulette Goddard e Gary Cooper. Stavolta ingaggiò come attori delle star del calibro di Marlon Brando e Sophia Loren. La scelta di utilizzare attori già esperti e di fama è un'altra delle ragioni del fallimento del film. Il suo stile di regia prevedeva che l'attore imitasse alla lettera l'interpretazione che Chaplin gli mostrava. Questo può andar bene con dei dilettanti, invece in La contessa di Hong Kong si vede benissimo che i protagonisti soffrono nel recitare forzando le loro abitudini. I personaggi di contorno, poi, si rivelano delle semplici figure piatte, utili solo allo svolgimento della storia. Chaplin, un po' come usava Hitchcock, fa una semplice apparizione nelle vesti di un anziano steward di bordo.
La prima avvenne il 2 gennaio 1967 a Londra. La stroncatura della critica inglese fu unanime. Chaplin la prese veramente male e accusò i critici di non capire nulla; un altro segno della distanza che lo separava dal reale.

La storia parla di un famoso e ricco diplomatico americano (Ogden, interpretato da Marlon Brando) deluso dalla nomina ad ambasciatore in Arabia Saudita (aspirava alla poltrona di ministro degli esteri), che si consola con alcune prostitute ex nobildonne russe ad Hong Kong. Una di queste, Natascha, si nasconde nella sua cabina del transatlantico, decisa a sbarcare negli Stati Uniti. Fra i due si instaura il classico rapporto odio-amore, tipico delle commedie leggere dell'epoca. Più si becchettano e più si affezionano. La condizione di clandestina di Natascha offre il destro a diverse situazioni comiche piuttosto surreali, come quando diventa moglie del maggiordomo di Ogden, Hudson, e poi del suo collaboratore Harvey (Sidney Chaplin). Alle Hawaii riesce comunque a fuggire. Ogden è indeciso se continuare la sua carriera, stando al fianco di una moglie che non ama più o se sacrificare il successo per l'amore della bella Natascha. Ovviamento quest'ultima decisione ha il sopravvento e si finisce con la vittoria del sentimento sul dovere.

Il film alterna lunghe scene piuttosto lente con momenti di parossismo. Manca fantasia nell'uso del comico. Infatti si ripetono troppe volte le scene in cui il campanello suona e provoca lo scompiglio nella cabina. Ad un certo punto si prova quasi fastidio. Altre gag sono piuttosto banali come far vestire la Loren con vestiti sformati, oppure far passeggiare Brando in camicia da notte o fargli fare un discorso serio mentre lo spumante tracima e una donna viene trovata in bagno. Pure la strausata scena del mar di mare non colpisce più nel segno, non viene bene con questa gente che si dà un tono. Lo stesso rutto che emette Brando, dopo aver bevuto l'alka seltzer, sembra più qualcosa di cattivo gusto che qualcosa di comico.

La scena più simpatica del film è forse la prima notte di nozze (non consumata) fra Hudson e Natascha. Hudson è bravissimo nel dissimulare con mille stranezze il vulcano dei sensi che gli ribolle dentro. Le scene di amore sono piuttosto insipide e melense e stavolta Chaplin ha rinunciato all'uso dell'ironia che serviva a smorzare i toni.

Il finale lascia la storia un po' irrisolta: Ogden e Natascha si ritrovano per stare insieme e ballano insieme agli altri clienti di un albergo di lusso delle Hawaii. Ogden rinuncia alla carriera ma rimane però ben integrato nel suo ambiente lussuoso. Natascha invece ritorna nel mondo che le compete. Nonostante la rottura sentimentale delle norme, i convenevoli vengono appena scalfiti e il mondo delle forme rimane in pratica intatto. Alla fine quindi rimane ben poco della forza anticonformista e polemica dei capolavori del passato.

Veramente si tratta dell'unico passo falso di una carriera strabiliante. Dal Monello a Un re a New York in pratica ha girato solo capolavori. Ci sono tanti cortometraggi che sono delle vere e proprie perle filmate. Il rapporto fra quantità e qualità è a dir poco eccezionale. Non esiste cineasta che sia stato più completo di lui. Se ci fosse un campionato di pentathlon nel cinema (regia, recitazione, sceneggiatura, musica, scenografia) sbaraglierebbe tutti. Secondo la mia opinione personale, Chaplin è stato il più grande cineasta della prima metà del Novecento (Kubrick della seconda metà).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  05/03/2007 18:27:39
   6 / 10
non posso dare un'insufficienza a chaplin ma questo film lo meriterebbe!
perche ha deciso dopo anni di girare un altro film?e poi perche una commedia senza nemmeno uno sprazzo di humor?
un vero peccato...film che non riconosco ad uno dei miei registi preferiti!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/02/2007 15:04:49
   6 / 10
"La Contessa" di Chaplin vanta la sciagurata fama di essere il suo film peggiore.
In realtà, è una piacevole commedia romantica, ma niente di che.
Qualsiasi altro autore di commedie avrebbe potuto fare un film del genere, ma essendo Charlie Chaplin non si puo' perdonare uno smacco simile.
Sophia Loren, con un pigiama goffo e di due misure piu' grandi, cerca di imitare Charlot, ma risulta piuttosto parodistica e fuori-parte. Lo stesso Brando non è all'altezza delle migliori occasioni.
A questo punto il film potrebbe essere stroncato con un 4 in pagella dal sottoscritto, ma se mi dimentico che il regista è Chaplin, posso dire che il film è anche molto piacevole, per quanto imbarazzante se si pensa che ci ha messo 10 anni l'autore prima di tornare al cinema

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  06/08/2006 14:14:47
   7½ / 10
Mi ha divertita un sacco.
Marlon Brando in una parte divertente. Vedere le sue facce, la vestaglia svolazzante, le situazioni esilaranti che si vengono a creare mi hanno davvero strappato più di un sorriso.
Anche perché Brando non mi sembrava proprio adatto alla parte. Ce la mette tutta e, malgrado qualche goffaggine, se la cava egregiamente e questo mi ha proprio fatta schiattare, in certi momenti.
E poi la regia è di Charles Chaplin, come si fa a non apprezzarlo?
Godibilissimo.

Ch.Chaplin  @  06/02/2006 23:05:54
   8½ / 10
mi riesce difficilissimo dare un voto a questo film...commedia assolutamente brillante ma superata x il periodo in cui fu girata..allora,x prima cosa è molto atipico x il solo fatto ke chaplin stesso nn sia il protagonista (l'aveva fatto solo una volta nel 1923 ne "la donna di Parigi", ma quelli erano altri tempi), x seconda cosa marlon brando è quasi inguardabile...
chaplin entrò in conflitto con brando duarante la realizzazione del film xkè brando voleva recitare col metodo stanislavsky ke lo aveva reso celebre, mentre chaplin comandò ogni piccolo dettaglio delle sue movenze e ciò fece scattare l'ira d marlon...
diciamo ke nn si sono capiti..charlie era tpp vekkio x capire il povero padrino e marlon era trpp "moderno" x capire il metodo semi-infallibile d charlie...
la colpa è d nessuno e d entrambi..ma se c'è una cosa ke ne salta fuori da tt qst è ke anke il miglior attore della storia del cinema sonoro (brando) fece cilecca qnd si dovette misurare col + grande genio dei registi...
adoro marlon brando, ma questa nn era una parte da affidargli...
splendida sophia loren..eccezionale nell'interpretazione...
molto bravo sidney e implcabile, gelida tippi hedren, stranamente buona la sua interpretazione (sarà ke la si è vista poco?)..
le musike si riconoscono moltissimo..sn le sue..sn un misto tra quelle del circo e del monello...
ma il momento + comico e delizioso lo si ha grazie a charlie: quando tutti vomitano x il mal di mare arriva il vekkio capo-steward (charlie stesso), la sua mimica facciale dimostra km sia rimasto il miglio mimo della storia..impareggiabile..ineguagliabile..nel suo ultimo film..grazie d tutto...

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