lacci (2020)

Il peggior Luchetti visto finora, al pari con ARRIVA LA BUFERA.
Si tenta di sterzare dalla banalità della storia presentata ma si finisce direttamente nel patetico, producendo personaggi dalla caratterizzazione a scoppio ritardato, impalpabili nelle loro sedute di auto psicanalisi, fuori contesto anche a livello visivo (la Mezzogiorno dovrebbe essere la sorella maggiore di un Adriano Giannini che invece sembra suo padre), dialoghi insignificanti che vogliono apparire profondi e invece finiscono con l'essere la prima causa dello sfaldamento inguinale che mi ha assalito dopo nemmeno mezz'ora, per finire con un ritmo narrativo fiacco e poco propenso a vivacizzare le dinamiche raccontate.
Insomma, a parere mio, una dramedy pallosa, priva di dinamismo e poco curata nei dettagli.

Luchetti gira un autopsia di una famiglia che sembra morta da tempo ma che tenta in tutti i modi di tirare avanti malgrado il marito in questione (il vero "cattivo" del film) continua ad avere questi lacci che lo legano non tanto alle scarpe dei figli quanto alla sua amante del passato.
Storia sicuramente non originale dove quel poco che si fa per essere "diversa" dal solito non so quanto possa giovare.
Il cambio degli attori ad esempio, sembra piuttosto un altro film che altro.
Finale carino ma non basta.

Parte bene, bella l'ambientazione a Napoli, Lo Cascio e Rohrwacher rendono poi in modo piuttosto verosimile i loro personaggi. Un po' meno Silvio Orlando (sempre bravissimo) e Laura Morante (che, ormai da anni, sembra recitare sempre lo stesso ruolo... ha un po' stufato)

SPOILER
Ancora meno riuscita

SPOILER
Irriconoscibile la Mezzogiorno, nemmeno si capiscono le caratteristiche che dovrebbe avere il suo personaggio.
Comunicazione generazionale: zero.

SPOILER
Insomma, non è tanto male ma da un certo punto in poi, quando uno magari si aspetta un intreccio più interessante, qualche particolare in più, diventa un pasticcio... e finisce il film :P

Bel film per me rovinato da un finale che stona , non perchè non probabile ma perchè non in linea con la normalità e il rigore che pervale per tutto il film .
La storia seppur non originale è buona ,uno spaccato di una società italianache come spesso accade nasconde del marcio sotto il tappeto .
Ben calibrati i flashback e ottime le interpretazioni di tutti , Locascio-Rorwacher prima, Orlando-Morante dopo.

Definito "Macerie da un matrimonio" (borghese, ovvio), conoscendo Starnone mi sarei aspettat'un crescendo di centralità sugl'esiti traumatici nei due figli. Invece no: d'adulti hann'uno screen time irrisorio e "la parte finale dove, interpretati da Adriano Giannini e Giovanna Mezzogiorno, si vendicano a modo loro, lascia[...] precipitare il film verso un tentativo grottesco fuori le corde del regista" (Simone Emiliani).

Mauro Lanari

Ben recitato

...Cosa c'è di più sbagliato, in una vita coniugale, di rimanere legati ad oltranza e di non riuscire a tagliare quel cordone ombelicale che ci tiene condannati ad una esistenza grama e logora.
Questa opera di Luchetti lo spiega senza sconti e ancor di più lo spiegano quei figli che senza colpe finiscono per condurre una esistenza dolorosa e traumatica ed è bravissima la Mezzogiorno ad evidenziarli, soprattutto quando dice:
Per il resto brava la Rohrwacher, un po meno Lo Cascio che è lontano da "La meglio gioventù".
Molto bravo anche Orlando, che pur esibendosi in tempi più brevi rispetto a Lo Cascio esprime benissimo il logorio della sua esistenza mostrandosi costantemente apatico e stanco di fronte a tutto, finanche quando:
L'unica sua preoccupazione è:

SPOILER

SPOILER

SPOILER

Lucchetti rimette in scena un cliché che domina forse la stragrande maggioranza delle famiglie moderne, quelle in cui si tiene insieme la famiglia per i figli, ma poi ognuno continua a vivere una vita parallela, mentre i lacci della coscienza sociale (più che di quella individuale) impediscono di inseguire i propri desideri e di riconoscere che la parabola dell'amore ha incontrato il suo punto zero. Soprattutto si evidenziano gli effetti che la fine di quell'amore, frustrato e ormai logoro, hanno sui figli e sulle loro vite, che finiscono per riproporre schemi deleteri per se stessi e per gli altri. E così si attraversa la vita attaccati alle foto relitto di una felicità mancata, devastati dagli interrogativi che danno voce a silenti ma rumorosi rimpianti ("e se avessi fatto una scelta diversa?").
Il voto è all'ovvietà di certi temi, che hanno bisogno di tanto acume per essere trattati senza la noia della retorica

film interessante e divertente, bravi gli attori

Credo andasse narrata meglio questa storia, interessante, ma che sembra alla fine lasciare un senso di incompletezza. Ottimi gli interpreti.

Secondo me sul film di Luchetti si è storto troppo il naso in maniera eccessiva. E' vero che è una storia già vista e rivista e raccontata in molte salse, tuttavia qualche buona variante riesce a proporla, mettendo qualche sprazzo di cattiveria, in considerazione del fatto che si parla di una coppia che si è detestata per un arco di tempo lungo 40 anni, avvelenando le proprie esistenze e quelle dei figli. Una moglie e madre dalle regole precise ed un marito e padre evanescente in entrmbi i ruoli ed incapace a sottostare a tali regole. Un film che ha dato modo ad una prova corale degli attori, con una leggera predilezione alla disillusione completa della Morante e Orlando. Non male il finale con una quasi irriconoscibile Mezzogiorno, insieme a Giannini.