la camera verde regia di Francois Truffaut Francia 1978
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la camera verde (1978)

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locandina del film LA CAMERA VERDE

Titolo Originale: LA CHAMBRE VERTE

RegiaFrancois Truffaut

InterpretiFrancois Truffaut, Nathalie Baye, Jean Dasté, Jean-Pierre Moulin, Antoine Vitez

Durata: h 1.34
NazionalitàFrancia 1978
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1978

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Trama del film La camera verde

Anni 30, provincia francese. Un giornalista rimasto vedovo non accetta la morte della moglie e restaura una vecchia cappella diroccata per onorare la memoria della donna e di tutti gli amici defunti. Neanche l'amore di una giovane riuscirà a distrarlo dalla sua ossessione.

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Voto Visitatori:   8,61 / 10 (18 voti)8,61Grafico
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Voti e commenti su La camera verde, 18 opinioni inserite

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Goldust  @  16/12/2020 15:39:09
   7 / 10
E' forse tra i lavori meno accessibili di Truffaut - qui impegnato nel doppio ruolo di regista e protagonista principale - ma allo stesso tempo è anche uno di quelli più ispirati e profondi. E' difficile, indubbiamente, accettare l'estrema presa di posizione di un protagonista così poco interessato a vivere e anzi morbosamente legato alla morte ed ai ricordi, intransigente non solo con chi lo circonda ma in primis con se stesso tanto da rinunciare all'amore di una brava giovane. Suggellato dal poetico finale il Truffaut-pensiero fa quindi centro; come attore però non siamo dalle parti dell'eccellenza ed anche la messa in scena - che va detto in film di questo genere ha comunque un peso specifico limitato - gioca un pò troppo con i toni lugubri.

DarkRareMirko  @  07/11/2018 21:52:29
   8½ / 10
A dir poco anomalo film di Truffaut, pure da lui interpretato, qui in vesti spiazzanti di necromane.

La maestria del grande artista di avverte, 90 minuti passan in fretta e l'opera, in sintesi, è un dramma ben diretto che ha a che fare con l'elaborazione del lutto (in maniera mooolto diversa però rispetto a un, per dire, La stanza del figlio di Moretti).

Ad ogni modo, credo, non si arrivi mai alla morbosità.

Temi molto delicati, qualche scelta discutibile, per un buon dramma con momenti ad un passo dall'horror (leggasi visite al cimitero).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/09/2018 14:26:39
   8 / 10
Bataille, Bergman, Artaud, Rilke?! Un po' di tutte queste cose per un Truffaut affascinante e complesso, visto che almeno i suoi ultimi tre capolavori sono intrisi di un'amaro romanticismo che solletica le attese degli spettatori. Un film che va non visto ma rivisto, la cui profondita' potrebbe celare uno dei suoi lavori piu' profondi e interiori

_Hollow_  @  27/01/2015 06:22:17
   9½ / 10
Non un minore di Truffaut, lo si capisce anche solo dalla fotografie della cappella. Regia come al solito stratosferica, nel suo stile inconfondibile. Per apprezzarlo del tutto bisognerebbe conoscere qualcosa del maestro, visto che è incentrato soprattutto su di lui e sulle tematiche a lui care. Tecnicamente e umanamente meriterebbe il massimo dei voti, se mi comporto diversamente è solo per differenziarlo dai suoi due lavori che preferisco, I 400 colpi ed Effetto Notte.

Crystal_89  @  25/01/2015 16:07:53
   7 / 10
Senza alcun dubbio si tratta di una piccola opera d'arte, che merita di essere vista almeno una volta. Il film è pregiato dal punto di vista tecnico (regia artistica ma non oscura o pesante, cast credibile, scenografia curata), ma soprattutto riflette e fa riflettere su vita e morte offrendo vari punti di vista senza la presunzione di imporne uno.
La durata è abbastanza giusta, anche se 10 minuti in meno non avrebbero nuociuto al senso del film. Il ritmo lento non è particolarmente pesante, ma qualche sbadiglio è comunque lecito dato il carattere monotematico del film.

Dick  @  01/11/2014 12:32:56
   8½ / 10
Film molto bello e riflessivo raccontato con toni sommessi che affronta in maniera non banale il rapporto tra la vita e la morte e affronta anche il problema dell' incuria nei cimiteri.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  11/08/2014 17:55:47
   8 / 10
La morte come oblio e il ricordo come una forma di sopravvivenza ad esso. La difficoltà a convivere coi vivi fa prediligere al protagonista dei rapporti coi morti. L'imprevedibilità umana è azzerata dalla morte, la stabilità è totale.
Film davvero molto bello e profondo. Bravo Truffaut.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  17/07/2011 12:30:05
   9 / 10
Sentimentalmente il voto sarebbe un 8,5 tuttavia devo riconoscere l'intrinseca e oggettiva grandezza di questo film, segno di una maturità artistica ormai a pieno titolo raggiunta, e la superba sapienza tecnica che vi si riscontra (per l'aspetto tecnico rimando all'ottima recensione inserita).
Un film sentito profondamente dal regista, che sceglie di confrontarsi tragicamente col dramma. Non si ritrova in questo gioiello la leggiadra levità che contraddistingue solitamente la poetica di Truffaut. Questo mi porta a preferire un altro dramma (Adele H.), ma a stupirmi nuovamente di questo grandissimo artista che sa confrontarsi con ogni aspetto del cinema, che sa dominare questa curiosa arte in ogni sua potenzialità.

cassano8555  @  05/12/2010 04:09:59
   9 / 10
truffaut è un grande e riesce a trattare con grande profondità del tema più difficile in assoluto: la morte! lo fa nelle vesti del protagonista affiancato da una splendida nathalie baye. film che fa riflettere..

beckmesser  @  09/07/2010 14:19:34
   9 / 10
Uno dei migliori film di Truffaut; la sua poetica ricorda molto da vicino i 'Requiem' di Rilke: molto decadente, molto nostalgico, molto triste. Un film carico di pioggia e malinconia; il cimitero ripreso dalla telecamera di Truffaut sembra uscito da una tela di Renoir e descritto dalla penna di Proust.

h.chinaski  @  21/05/2010 21:48:21
   7 / 10
si l'intenzione è filosodìficamente alta, si ad un certo punto si respira un tanfo necrofilo che sembra di stare davanti alla donna che visse due volte(ma guarda un pò) ma...il film non è riuscito proprio a catturarmi...sarà stato il doppiagio...
Cmq la sua visione ti arricchisce e dà altre conferme sul talento del maestro truffaut...non lo rivedrei neanche sotto minaccia di morte morte morte morte morte morte morte morte morte morte MORTE!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  06/01/2010 22:57:39
   7½ / 10
Truffaut dirige se stesso in un film molto cupo,sicuramente originale nel modo di parlare di un argomento molto caro a tutti...la morte!
Ho visto influenze Bergmaniane nel modo di rappresentare questo legame con l'aldila'!
Regia perfetta che dovrebbe essere studiata un fotogramma alla volta tanto è presente,fondamentale!
Non ritengo questo film un capolavoro perche in alcuni momenti è troppo lento e anche il finale mi lascia piu' di una domanda!
Sicuramente andrebbe rivisto per poterlo comprendere meglio...gia' il solo leggere l'ottima recensione qui presente mi ha aiutato a valorizzare la pellicola!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  09/12/2009 11:52:46
   8½ / 10
Truffaut, ancora una volta, rinnova ed arrichisce il cinema con la sua "La Camera verde", un film sulla memoria e sull'incapacità di elaborare il lutto. Il protagonista, interpretato dallo stesso regista, è un personaggio ossessionato dai "suoi morti", che rinuncia ai "suoi vivi" ed alla sua vita per crogiolarsi nelle tenebre dell'ineluttabilità.
Un film coinvolgente, originale, da vedere e rivedere.

dobel  @  26/08/2009 14:07:05
   9½ / 10
Un grandissimo Truffaut sia regista che interprete in questa meditazione sulla vita dei morti. I morti che non ci abbandonano ma fanno parte della nostra esistenza divenendo così spesso più vivi dei vivi. Il pensiero che sottende a quest'opera, a mio avviso, è meraviglioso; nella cappella che Julien Davenne si è costruito compaiono le immagini di tutti quei defunti nella cui compagnia il protagonista vive, e fra loro si scorgono Balzac, Cocteau, Proust... Grande! La loro voce ci accompagna come se fossero i nostri più intimi amici. I nostri morti non sono solo quelli che abbiamo conosciuto attraverso la carne e la materia, ma anche quelli che abbiamo conosciuto attraverso lo spirito. La compagnia di Beethoven ci può essere più cara di quella del nostro vicino. Un messaggio opposto a quello di Olmi in 'Centochiodi'? Se ne può parlare. Comunque, personalmente, mi sento molto vicino a Truffaut. L'arte e il pensiero non vengono perduti con il decesso fisico, ma rimangono (certo non indefinitamente) e alimentano accompagnandolo chi vuole vivere in quella vicinanza. Si può parlare di 'Communio Sanctorum'? Non ne sono sicuro. Il tempio di Truffaut è più di origine pagana che cristiana, ma il concetto che vuole proporre non si distanzia molto da quello che pretende che i cari estinti ci stiano vicino; solo che Truffaut si spinge in una direzione più ambigua: ciò che ci accompagna non è forse l'anima (immortale) di chi ci ha preceduto, bensì il ricordo che abbiamo di quella persona o del suo lascito. In questo senso possiamo avere frequentazioni a causa delle quali tutto il resto (la vita in carne ed ossa) perde d'interesse, come avviene al protagonista. Lui non vive una vita immaginaria. I suoi ricordi e il suo 'culto' fanno sì che tutto sia reale. Non ci troviamo di fronte ad un pazzo visionario, bensì ad un uomo che ha scelto la propria compagnia allargando il proprio orizzonte di scelta. Lui decide di vivere con persone che non può più vedere né toccare, ma non per questo (ed ecco il messaggio del film) meno reali. Un film interessantissimo e realizzato in modo magistrale.Il regista francese dirige questo capolavoro attraverso una fotografia che ci rimanda di colpo alla provincia francese degli anni '20 del novecento. Un film che ha il sapore di certe pagine Proustiane accompagnato da musiche nelle quali il colore decadente diviene tutt'uno con quello di un cimitero di campagna in una giornata di pioggia, con gli alberi dalle foglie verdissime e impregnate di gocce d'acqua.

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/08/2009 12.43.58
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Crimson  @  19/04/2006 16:29:36
   9 / 10
Un bellissimo film di Truffaut sul potere distruttivo della memoria e la relativa incapacità di elaborare il lutto, sulla scissione io/mondo e sull'ordine di idee sulla morte, o meglio, sui defunti.
Tutto ciò passa attraverso il protagonista, un uomo che in seguito alla guerra e alla morte della moglie si distacca progressivamente dalla vita e dai vivi per dedicarsi alla memoria costante e sempre più ossessionante dei cari scomparsi.
Come dice chiaramente la protagonista femminile ad un certo punto del film, Julien "è contro i vivi". Non è un personaggio positivo, anche se singolare e su cui comunque riflettere.
Probabilmente l'attaccamento alla vita stessa passa proprio tramite l'esatto opposto del suo ragionamento. Elaborare il lutto significa arrivare a concepire la sostituzione o comunque la compensazione della persona non necessariamente con un'altra persona (come fà l'amico della prima scena), ma anche con un altro modo di agire e di reinventarsi in rapporto al mondo esterno. E' la filosofia di vita degli esseri umani che continuano a vivere dopo un lutto, e la filosofia che anima l'esatto contrario del protagonista nel film: Cecilia.
Non si può distogliere il processo morboso di distaccamento dalla vita del protagonista. Perciò l'amore 'offerto' dalla ragazza non può mai essere condiviso da Julien.
Paradossalmente l'errore di Cecilia è di essere viva. Incredibile.

regista  @  30/01/2006 18:34:18
   10 / 10
Gruppo REDAZIONE maremare  @  30/01/2006 10:21:04
   10 / 10
Quando il film uscì un critico di Le Nouvel Observateur scrisse che l'opera sembrava un testamento cinematografico.
Truffaut aveva deciso di essere oggetto e soggetto di questa indagine sulla memoria e scelse di interpretare lui stesso il ruolo del protagonista: "Mi è sembrato che recitando io stesso nella parte di Julien Davenne, avrei ottenuto lo stesso effetto di quando, nello sbrigare la corrispondenza in ufficio, decido di scrivere certe lettere a mano [...] se scrivete a mano, la lettera non sarà perfetta, la scrittura risulterà un po' tremolante, ma sarete voi, sarà la vostra scrittura. La camera verde è una lettera scritta a mano".

benzo24  @  06/12/2005 12:45:52
   10 / 10
Un capolavoro, da vedere assolutamente.

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