la bellezza del somaro regia di Sergio Castellitto Italia 2010
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la bellezza del somaro (2010)

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locandina del film LA BELLEZZA DEL SOMARO

Titolo Originale: LA BELLEZZA DEL SOMARO

RegiaSergio Castellitto

InterpretiSergio Castellitto, Laura Morante, Marco Giallini, Gianfelice Imparato, Emanuela Grimalda

Durata: h 1.47
NazionalitàItalia 2010
Generecommedia
Al cinema nel Dicembre 2010

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Trama del film La bellezza del somaro

Rosa, determinata invece a diventare adulta. Durante uno spensierato weekend con gli amici nella casa di campagna in Toscana, Marcello e Marina, sollevati dal fatto che la storia di Rosa con un suo coetaneo, Luca, sia finita, si preparano a conoscere il nuovo amore della figlia, ma non sanno ancora cosa (e chi) li aspetta...

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Voto Visitatori:   6,31 / 10 (56 voti)6,31Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
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Voti e commenti su La bellezza del somaro, 56 opinioni inserite

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Commenti negativiStai visualizzando solo i commenti negativi

andreajunkie  @  05/09/2017 10:44:33
   5 / 10
Qualche risatina la strappa, film un po' "così", tipico sulle nevrosi italiche che tanto vanno di moda ormai nel nostro cinema.
Ma io mi sono veramente rotto i ******** di vedere Laura Morante fare ad ogni sacrosanto film la parte della schizzata esaurita, cioè veramente B A S T A .
Voti in meno per ste scene di isteria, che non se ne può più.

Larry Filmaiolo  @  02/02/2016 17:18:44
   3 / 10
parte con un paio di spunti simpatici (la famiglia di sfigati intellettualoidi degenerati, i new trolls al karaoke). si affossa quasi subito in un delirio solipsistico e masturbatorio della scrittrice (moglie di castellitto guardacaso) dove giallini è sprecato e Jannacci ridicolizzato. pure seghe post freudiane da un salotto di sinistra in profonda contraddizione con la sua vera anima *****tta-è questo che il film vorrebbe solo denunciare, ma denuncia se stesso, è un suicidio. il tutto senza alcun effetto comico. meglio lasciare ad altri psicanalisi, sociologia e SOPRATTUTTO cinema.
al posto di castellitto avrebbe potuto dirigerlo Tara, il beagle di mezza età del mio vicino.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  07/12/2014 13:20:51
   3 / 10
Ho trovato questo film grottesco ai limiti dell'inguardabile, oltre che noioso e senza capo né coda. Anche gli attori offrono una prova molto negativa (non si salva nemmeno Castellitto, l'unico sufficiente è Gollini).

werther  @  03/03/2014 12:42:29
   5 / 10
L'accoppiata Castellitto-Mazzantini stavolta non l'ho apprezzata. E' un film che sottolinea la difficoltà che si incontrano nei rapporti, sia di coppia che tra genitori e figli. L'intento è quello di far risultare il tutto leggero e incisivo allo stesso tempo, peccato il tentativo sia fallito. Risulta pesantino alla lunga.

il ciakkatore  @  09/04/2013 20:51:43
   4½ / 10
Commedia inverosimile e grottesca,troppo surrealista e idealista,non basta urlare dialoghi per rimanere impresso.Mi aspettavo un po' più di senso da questo film,qualche risata e invece si guarda senza che ci si faccia prendere

Jumpy  @  29/10/2011 10:54:24
   5½ / 10
Vorrebbe essere una commedia (anche degli equivoci) intelligente ma mi ha lasciato quasi indifferente.
Personaggi e situazioni esageratamente e volutamente caricaturali e patetici, una banalità dietro l'altra e, a completare l'opera, gli insopportabili scatti isterici dei personaggi di Castellitto e Morante (che stavolta non mi è sembrata particolarmente brava).
Giusto per svagarsi un po' ma tranquillamente evitabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  20/05/2011 13:54:13
   5 / 10
L'idea di girare una commedia grottesca tirando in ballo caratteri "indecenti" e crisi generazionali lontane dallo stereotipo modello Muccino era buona, peccato per la confezione molto compiaciuta.
Comincia come un divertissement brillante, ma in realtà è solo un film artificioso e caotico. Urlato e pasticciato. Una pellicola che accumula banalità a go-go affrontando temi diversi senza approfondirne neanche mezzo. Mezzo punto in meno per il finale: in assoluto la cosa peggiore della pellicola.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  06/05/2011 12:48:03
   5½ / 10
Scritto dalla moglie e diretto da Castellitto questo film dagli splendidi colori della Toscana e dall'ottima fotografia è un prodotto di ottima fattura con bravi attori, intensi e soprattutto in linea perfetta con i loro personaggi, peccato che il tutto rimanga solo e sempre in superficie.
Non vengono scandagliati in profondità i temi portanti ovvero quello della vecchiaia (il personaggio di Jannacci è il clichè dell'anziano comprensivo, calmo, e saggio), i cinquant'enni si comportano come ragazzini e i ragazzini cercano l'affetto di genitori sordi o incapaci di fronte alle loro esigenze.
Peccato perchè le basi per fare un ottimo film c'erano tutte.

Invia una mail all'autore del commento devilkiss73  @  19/01/2011 00:47:50
   4 / 10
Non ho parole...delusione totale...tanta rabbia in questo film e cosa ci sarebbe da riflettere? boh, che il mondo va a rotoli...bella scoperta!!!

Tanto noi italiani siamo solo un popolo di pecore che sta a guardare senza mai ribellarci a nulla!

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  08/01/2011 08:58:31
   5 / 10
Il ritmo per tutto il film è abbastanza serrato ma troppo caotico, urlato e confuso e alla lunga questo tipo di andamento stanca e non poco. Bellissima la fotografia e davvero ottimo tutto il cast. Non mi ha convinto del tutto....

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/01/2011 23:59:05
   5½ / 10
"C'è qualcuno a cui piace far cinema sul serio" dice (posso citarti?) un amico di queste parti. Concordo pienamente: dovessi prendere appunti a proposito, "La bellezza del somaro" è prima di tutto un omaggio al cinema, che passa attraverso Bertolucci e Nanny Loy, le frustrazioni borghesi di Antonioni e i baratti faustiani sulla morte di Bergmaniana memoria, ma anche il cinema insolito e dissacrante di Wes Anderson, sicuramente l'influenza più evidente del film di Castellitto. Una sorta di compassata versione "nostrana" dei Tenenbraun di qualche annetto fa.
C'è anche da dire che - a tratti - il film rappresenta in modo superlativo la crisi generazione dei cinquantenni e lo scontro con le nuove generazioni, peccato solo che tutto questo discorso venga a tratti sfumato.
Perchè progressivamente il film - con la sua andatura sbilenca - smarrisce per strada le sue intenzioni e non sempre il nonsense è l'arma migliore per assolvere una metafora realista sulla vita "sospesa", con tanti saluti a Jung, Freud, Nabokov e via leggendo.
Questi intellettuali borghesi che assistono inermi alla loro disfatta morale e culturale erano già insopportabili quarant'anni fa, figuriamoci oggi... senza contare il personaggio di Armando, recidivo ultrasettantenne, che Castellitto § consorte proiettano nell'olimpo dei Guru. Sembra quasi la parodia dell'Harvey Keytel di "Holy smoke" della Champion. Possibile? Possibile che quando potresti dire qualcosa di sensato e utile sulla vecchiaia l'unica via di soluzione sia sempre la stessa? E cioè adottare l'anacronistico clichè dell'anziano dotto e saggio che - come una Divinità paterna (ehm) - osserva tutto quel mondo attorno a sè con la dignità di un'eremo ispirato e misurato.
E alla fine mi domando che tipo di film ho visto e se davvero pochi, grandi pregi non siano alla fine il pretesto per abilitare una sceneggiatura che mostra cadute nella grossolanità (la frase illuminante "la patta dei pantaloni è come l'inconscio, non sai mai cosa ci trovi dentro", le torte in faccia) e nell'effetto risibile di toni grotteschi che talvolta si elevano solo per "il rumore che fanno".
A volte ho avuto come l'impressione che le mie aspettative fossero esagerate e che alla fine l'intenzione sia solo di alzare il tono anche quando non è necessario, e non c'è alcuna ragione di capire il perchè. Perchè non c'è ragione.
Del resto, è un film nato "vecchio", con quel reducismo che prova a essere ancora una lezione di vita, e invece è praticamente il dessert dei sopravvissuti, prima di consumare il loro ultimo pasto.
Positive tuttavia le prove dei comprimari, la Blank è ancora affascinante, la Ponce ci mette una buona dose di autoironia.
Se poi dovessi scegliere con chi parteggiare, in questo disincanto di generazioni perdute, credo proprio che nel gioco della torre non ne salverei proprio nessuno

Inn10  @  03/01/2011 03:19:51
   4 / 10
Sopravvalutatissimo....mamma mia che brutto film!!! Si salva il somaro e lo sfondo. Castellitto ma va va

3 risposte al commento
Ultima risposta 07/02/2014 23.29.04
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charles  @  02/01/2011 17:40:57
   5 / 10
Temi accattivanti per un film dalla regia e, soprattutto, dalla sceneggiatura carenti, mancano proprio le basi. Bravo Castellitto quando recita (anche se mi piace più al teatro), ma non basta per salvare il film.

Invia una mail all'autore del commento EnglishRain  @  29/12/2010 10:31:42
   5 / 10
Una regia che cerca di essere alternativa e "psichedelica" ma che causa solo un continua confusione fastidiosa..Poche battute e poche gag divertenti..Trama di base interessante ma poco credibile ed esagerata..Un film che lascia ben poco..Si salvano gli attori..tutti piuttosto bravi..ma se mancano le fondamenta...

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Ultima risposta 03/01/2011 03.15.18
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haika82  @  29/12/2010 10:29:30
   4½ / 10
Contrariamente alle mie aspettative, non ho amato molto questo film. L'ho trovato a tratti sconclusionato ed eccessivamente sopra le righe. Lo spunto narrativo della tematica trattata poteva essere buono e suggerire una profonda riflessione ma, a mio avviso, trattato nel modo sbagliato o perlomeno poco coinvolgente e comunicativo. I dialoghi, botta e risposta più urlati che recitati, sembrano più esplosione di follia fine a se stessa che espressione di qualsiasi altro sentimento significativo. Sicuramente questa modalità espressiva è stata scelta consapevolmente dal regista allo scopo di trasmettere un senso di sofferenza, frustrazione e inadeguatezza. Ma devo dire che, da spettatrice, non ho colto nulla di tutto questo. Nel complesso il film, a parte poche scene concitate e grottescamente melodrammatiche, risulta anche piuttosto lento.

gringo80pt  @  27/12/2010 13:30:36
   4½ / 10
Sono stato letteralmente fregato dalla media (7.05) al momento della presa in considerazione di questo film..

I primi 5-10 minuti apparivano piuttosto buoni in cui spiccava l'interpretazione di Sergio Castellitto; la parte successiva del film la definirei da suicidio e da sonnolenza estrema (pur essendo uno che pur di giustificare 7 euro onorerebbe anche TROPPO BELLI)!Se la fotografia è davvero notevole in molte scene (avrei dato 3,0 altrimenti), tuttavia si trattano molte tematiche dei giorni nostri con altrettanta frettolosità, accentutata dai cambiamenti di scena, alquanto vertiginosi/repentini, e da dialoghi a volte forzatamente aggressivi (con poco stile cinematografico). Interpretazione e ruolo di Iannacci da incubo: il suo lento parlare e la sua figura hanno espresso un mix di lentezza e d'inconsistenza, a cui subentra un'impronta patetica.

Il voto è 4,5, ma sarebbe da 1 visto che non lascia niente e visto che almeno in Natale in Sud Africa qualche risata si fa!

CONFIDO IN CLINT EASTWOOD NEI PROSSIMI GIORNI!

7edo7  @  27/12/2010 11:16:54
   5½ / 10
Concordo con quanto scritto da Cinema is Dead, fatto salvo il disincanto generalizzato con punta pessimistica finale.

Cinema is Dead  @  22/12/2010 23:36:11
   5 / 10
La pretesa di raccontare le crisi dei cinquantenni, l'apatia degli adolescenti, le liti genitori-figli e i timori della vecchiaia che avanza sono di per sè intenti di certo apprezzabili, ma in questo film tutto è estremamente confuso e approssimativo, e nessuna tematica è sviluppata costruttivamente.
La scelta di un racconto venato di surrealismo che apre spesso al grottesco come metafora del caos delle relazioni interpersonali si riduce ad un'accozzaglia di scene spesso inutili e fastidiose che sovente sfociano nel puro trash fine a sè stesso. Identico discorso vale per la scenggiatura, composta perlopiù di turpiloqui che cessano di essere spassosi dopo appena 10 minuti di proiezione e gag bollitissime, a volte gratuitamente ammiccanti. La galleria dei personaggi è poi ampiamente stereotipata, e le interpretazioni sono puramente macchiettistiche. Alcuni poi risultano essere particolarmente patetici e fastidiosi, vedi i due pazienti della moglie psicologa o l'amante brasiliana. Il ruolo di Iannacci-saggio uomo di mondo che mette quasi ordine in un pollaio starnazzante è una minima apprezzabile, anche se facili moralismi e intellettualismi di maniera ne offuscano la genuinità. Le note più positive arrivano paradossalmente dalla recitazione, in particolare da un Castellitto e da uno Iannacci stesso abbastanza ispirati. Il vero problema è che il film cerca di nascondere l'assoluta mancanza di spessore tematico e approfondimento sociale tramite scenette e dialoghi grottescamente stucchevoli e spesso davvero brutti, inutili e fuori contesto. A fine proiezione si ha la sensazione di aver compreso poco dell'istrionismo del film, che non resta dentro per più di 30 secondi e si rivela l'ennesimo leggerissimo prodotto di un cinema nazionale ormai pateticamente avulso nei suoi clichè e che pare incapace di produrre opere che attraverso i toni della commedia riescano a scavare un minimo sotto la superficie delle solite sequele di abusati sketch televisivi. Filmaccio.

29 risposte al commento
Ultima risposta 28/12/2010 15.07.13
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