la battaglia di algeri regia di Gillo Pontecorvo Italia, Algeria 1966
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la battaglia di algeri (1966)

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locandina del film LA BATTAGLIA DI ALGERI

Titolo Originale: LA BATTAGLIA DI ALGERI

RegiaGillo Pontecorvo

InterpretiJean Martin, Yacef Saadi, Tommaso Neri, Brahim Haggiag

Durata: h 2.01
NazionalitàItalia, Algeria 1966
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1966

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Trama del film La battaglia di algeri

Nell'ottobre 1957, mentre i paracadutisti del colonnello Mathieu rastrellano la Casbah, Ali La Pointe, uno dei capi della guerriglia algerina, rievoca il passato, l'organizzazione dell'FLN (Fronte di Liberazione Nazionale), gli attentati, gli scioperi, le delazioni. Ali La Pointe è ucciso, ma tre anni dopo, in dicembre, il popolo algerino scende in piazza, proclamando la propria volontà di indipendenza.

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Voto Visitatori:   9,03 / 10 (33 voti)9,03Grafico
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Voti e commenti su La battaglia di algeri, 33 opinioni inserite

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Mauro@Lanari  @  02/04/2020 00:05:40
   4½ / 10
Rotten Tomatoes: "'The Battle of Algiers' hasn't aged a bit since its release in 1966". Niente di più falso.

Mauro Lanari

1 risposta al commento
Ultima risposta 04/06/2022 13.14.40
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Invia una mail all'autore del commento carlo Trotalli  @  15/10/2011 00:51:29
   7 / 10
La battaglia di Algeri
un caso di apologetica cinematografica nella costruzione del mito del "terrorista eroe"

Il finale del film mi ha lasciato con 2 domande irrisolte: la prima riguarda i tema del film la seconda và oltre il film.
Premetto che non conosco la storia d'Algeria; il film pone in risalto in chiave quasi apologetica la lotta armata e terroristica per l'indipendenza dell'Algeria; in particolare si incentra sulla vita di un organizzazione terroristica che lotta per l'indipendenza del paese con attentati e agguati ai francesi occupanti... alla fine i vertici dell'organizzazione terroristica vengono individuati e stroncati dall'esercito francese...
il film chiosa sull'ottenimento dell'indipendenza dell'Algeria dicendo "dopo 2 anni di relativa calma... (dopo che è stata stroncata questa organizzazione terroristica) ecco la improvvisa la sollevazione generale del Paese " e la prima domanda irrisolta sorge spontanea, ed è la seguente: la sollevazione generale e l'ottenimento dell'indipendenza Algerina è stata possibile NONOSTANTE l'arresto dei vertici e la decapitazione di questa organizzazione terroristica o GRAZIE all'arresto e alla decapitazione dei vertici di questa organizzazione terroristica?

"I 2 anni di relativa calma" denotano una chiara e marcata diversità di strategia , di azione, di ambiente , rispetto alla strategia precedente di radicalizzazione nel terrore; mi chiedo se è stata proprio questa strategia diversa (e forse più efficace della precedente ) questo diverso clima reso possibile proprio dall'arresto della tattica terroristica a rendere possibile la sollevazione generale... ? Se le azioni terroristiche fossero continuate sarebbe stata possibile in egual misura una sollevazione del genere? Il film per la sua natura apologetica rimarca è dà per scontata (sia pur in forma implicita) la continuità fra l'azione terroristica e il successivo ottenimento dell'indipendenza, esaltando gli aspetti spettacolari e pirotecnici delle azioni terroristiche... in una visione della storia che definirei giacobino mazziniana; ma siamo proprio certi che le cose siano andate così? Il film non ci dice nulla su cosa sia avvenuto nel silenzio e nel quotidiano di quei "2 anni di relativa calma" dopo che la frangia più oltranzista e radicale dell'indipendentismo armato fu stroncata... è chiaro che in quei 2 anni una strategia sicuramente diversa da prima si è affermata... non è che proprio questi germogli diversi, che prima non potevano svilupparsi proprio per il monopolio terroristico e ideologico della lotta armata, abbiano potuto svilupparsi proprio grazie alla sconfitta del terrorismo, e questi germogli nuovi sono subito cresciuti appena anno trovato spazio sviluppando un azione di risveglio nazionale più efficace che ha portato all'indipendenza? Siamo così certi che il terrorismo sia stato il trampolino di lancio dell'indipendenza? O invece il freno ? L'indipendenza algerina è avvenuta GRAZIE al terrorismo, o NONOSTANTE il terrorismo? Fiorendo e sbocciano solo dopo la sconfitta del terrorismo?
Entrambe le 2 strategie avevano come obiettivo l'indipendenza nazionale , ma quale è stata la più efficace?

In America sia Martin Luter King che le pantere nere lottavano per l'emancipazione dei neri... ma siamo certi che le conquiste sociali di Martin Luter King sarebbero state le stesse si si fosse affermata invece la strategia delle Pantere Nere?

In Terra santa gli attentati Kamikaze palestinesi sono veramente una fonte di legittimità per il nascente stato Palestinese? o sono invece un monito alla comunità internazionale perché faccia di tutto per evitare la nascita di uno stato che si presenta prima ancora di nascere come uno stato terrorista... Il cui potere è Monopolizzato da elite terroriste?
Che i Kamikaze nelle loro intenzioni si sacrifichino e uccidano altre persone per ottenere (secondo loro) l'indipendenza della Palestina nessuno lo mette in dubbio... le mie perplessità sono sul fatto che con questo loro agire ottengano veramente quello che vogliono... o non invece il contrario.

Ma per tornare al tema del film, la seconda domanda che il film mi ha stimolato, e che va oltre il film è questa : negli anni scorsi e ancor oggi l'Algeria è un Paese, più che liberato, direi martirizzato dal terrorismo, dal fondamentalismo; … quale è la relazione fra le organizzazioni terroristiche attuali e quelle presentate nel film che sono state portatrici dell'indipendenza, attraverso quali relazioni e quale evoluzione i mali di oggi affondano radici nel passato ? e quanto, l'apologetica del terrorismo, che a giudicare dal film pare affondi le sue radici nella storia nazionale algerina, attraverso quel vulnus culturale, e anche cinematografico, che ammanta di eroismo la viltà di crimini orribili, contribuisce alla costruzione del mito del terrorista eroe?

Carlo Trotalli

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Ultima risposta 27/06/2013 01.57.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  16/04/2010 01:17:39
   8½ / 10
Un grandissimo film storico che racconta in grande maniera l'indipendenza da parte dell'Algeria nei confronti dei coloniali francesi.
Io davanti a dei film del genere rimango allibito, non tanto per il fatto che sia un gran film, ma se penso che un film del genere e stato girato da un regista italiano mi sconvolgo da solo! e mi domando sempre di più come sia possibile che il cinema italiano abbia avuto un crollo così basso dagli anni ottanta in poi (apparte qualche caso sporadico di grande cinema italiano che c'è stato ancora)
Un film molto forte, e soprattutto molto realista, che fa capire come un popolo possa insorgere per ottenere la propria libertà, che coinvolge non solo uomini, ma anche donne e bambini.
Questo film italiano lo posso tranquillamente mettere tra i venti migliori film di sempre, e tra i cinque migliori film italiani di sempre.
Un vero e proprio capolavoro firmato Pontecorvo, da vedere assolutamente.

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Ultima risposta 28/05/2010 17.56.00
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  17/07/2009 16:06:50
   9 / 10
Film Capitale di Gillo Pontecorvo, di un realismo da documentario unito alla scrittura cinematografica costruita di un dramma che ti sa veramente colpire e commuovere. Gillo non tralascia di mostrare la Casbah per quello che è sempre stata, fin dai tempi di Gabin con Dudivier: un enorme rifugio a nido d' ape popolato da prostitute, drogati, fatto di vicoli ciechi, il punto nevralgico ideale per colpire e nascondersi quasi automaticamente. La vicenda è quella di Algeri, sconosciuta a molti (io stesso ne ero all' oscuro), raccontata con un flashback di tre anni e una cadenza certosina, a volte di ore in ore. Che colpisce è soprattutto il non-schieramento del regista, che mostra solo le ragioni di entrambi i fronti, quello francese e quello del FLN. Sequenze come quelle delle esplosioni ti fermi a chiederti come siano state girate.

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Ultima risposta 16/01/2010 08.31.34
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  03/01/2009 02:05:58
   9½ / 10
Un gradino più su e Pontecorvo toccava la perfezione.
La scelta più azzeccata è quella di non schierarsi da nessuna parte, di essere assolutamente imparziale, ed è qui che invece cadono e sono caduti (quasi) sempre i film di guerra.
Stragi da una parte e dall'altra, abomini su entrambi i fronti, la battaglia è vista dal punto di vista dei guerriglieri della Casbah che lottano per l'indipendenza e da quello dei miliziani francesi i quali tentano di conservare onore e dignità ad una delle storiche potenze mondiali.
Le scene intense abbondano senza mai perdersi nello scontato e noioso pacifismo.
Denuncia della guerra si, ma più che altro esaltazione della libertà.
I volti parlano, specialmente quello di Ali La Pointe all'inizio e alla fine del film quando, dopo il lungo flashback sui suoi trascorsi rivoluzionari, lo si vede nel suo nascondiglio insieme alla famiglia, disposto a portare gli ideali con sè nella tomba.
Anche nella disposizione cronologica Gillo ci è andato cauto, senza esagerare, perchè "il troppo stroppia".
Solo gli ultimi minuti si potevano evitare, giusto per far sapere allo spettatore come andrà a finire (o meglio come inizierà) la storia dell'Algeria, ma per me la meravigliosa fine di Ali è la meravigliosa fine del film.

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Ultima risposta 17/07/2009 19.21.17
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  10/03/2007 20:50:13
   8½ / 10
Ottimo film di denuncia, girato con uno stile documentaristico privo di effettismi e di grandissimo realismo cinematografico... praticamente un film storicamente rilevante che ovviamente agli amici (?) francesi non è mai andato giu': la denuncia dei crimini di De Gaulle davanti allo sciovinismo della France non è ovviamente accolta con simpatia, mentre è coraggioso proprio il tentativo del film di nobilitare - attraverso una requisitoria ideologica che oggi sarebbe forse improponibile (v. Nassiriya) - la Rivoluzione come forma di repressione contro l'invasione dominante.
Un film che precede degnamente i moti del 68", con appena un filo di didascalismo verso il finale.
Scenari futuri a parte, un'opera che sembra uno spartiacque necessario per il cinema "politico" italiano, con immagini terrificanti (le sequenze delle torture nell'anno di Andrej Roublev di Tarkovskji) e altre che sembrano uscite da un affresco espressionista
Il vertice artistico di Pontecorvo, e per questo forse non all'altezza le (pochissime) opere successive del regista

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Ultima risposta 16/04/2007 13.50.15
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giumig  @  16/11/2006 19:45:07
   10 / 10
Gillo Pontecorvo ci ha regalato pochissimi film, ma tutti fanno parte della storia del cinema, e La battaglia di Algeri ne è la summa completa.
Volutamente girato in bianco e nero, con attori per la maggior parte non professionisti, il film è una pietra miliare del genere documentaristico/neorealista, poichè racconta in maniera obbiettiva e mai retorica la lotta armata del popolo algerino contro il dominio francese.
Pontecorvo cattura lo spettatore, lo fa entrare nelle carceri francesi, nelle stanze della tortura, nei bellissimi vicoli di algeri e nei nascondigli dei terroristi.
Una delle scene piu belle e toccanti è quella dell'attentato all'ippodromo, quando subito dopo tutti i francesi si scagliano su un bambino soltanto perche algerino, e lo stesso viene salvato dalla polizia francese che si affanna a gridare "Non fate cosi, lasciatelo stare...non siamo come loro!"

In questa frase, e in questi gesti, c'è tutta l'amarezza di una realta purtoppo ancora oggi attuale.

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Ultima risposta 11/04/2007 23.20.03
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quaker  @  17/05/2006 23:20:14
   10 / 10
Quando le ferite morali della guerra di Algeria erano ancora vive e sanguinanti, Pontecorvo gira un film sul terrorismo e sulla tortura - come sistematico metodo di indagine - assolutamente perfetto, nella sua spietata lucidità. Sembra avere un taglio quasi da documentario, ma ha una intensità drammatica difficilmente eguagliabile.
Non solo il regista non è più riuscito a fare un'opera che si avvicinasse a questo capolavoro assoluto, ma non vi sono neppure oggi (in un'epoca in cui le questioni terrorismo - repressione hanno assunto dimensione planetaria) film che si possano paragonare a La Barttaglia di Algeri.
I due punti di vista, dello Stato francese (con i suoi coloni, che nessuno rivoleva nella madrepatria, e che da generazioni viveavno in Algeria) e dei patrioti algerini (che diedero vita ad un fronte di liberazione, in cui si potevano vedere in germe le contraddizioni che avrebbero portato alle disastrose conseguenze degli anni successivi) sono rappresentati senza retorica, e con apparente neutralità. Come diceva Bogart in Casblanca: cerco di capire anche il punto di vista del cane, non solo quello della lepre.
Tenendo il film sui due piani della pura cronaca e della drammatizzazione degli eventi, con abile ricostruzione psicologica dei personaggi (le ragazze musulmane che si truccano da occidentali per passare inosservate e mettere le bombe nei bar) Pontecorvo ottiene l'effetto di a far risaltare ancora di più i valori di libertà, di umanità, di solidarietà che sente come propri, la follia del terorismo e della repressione poliziesca.
In conclusione, da vedere, e da consigliare caldamente come opera di grandissima atttualità: dovrebber essere proiettato in tutte le scuole di polizia. ovviamente non perché chi fa indagini si adegui ai metodi dei parà francesi, ma per far capire che cosa è "il nemico" e come operano i terroristi.

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Ultima risposta 29/10/2006 23.25.15
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dragonfly  @  20/10/2004 15:53:22
   10 / 10
Visto che fra 20 minuti ho un esame orale sul neorealismo, per scaramanzia voto un film di Pontecorvo, grande esponente del documentarismo. E che film!

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Ultima risposta 20/10/2004 19.11.13
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