Nel 2000 il sottomarino russo K-141 Kursk va incontro a un disastro senza precedenti che la negligenza del governo non è in grado di gestire. Mentre i marinai lottano per la loro sopravvivenza, i familiari sono costretti a fronteggiare disperatamente gli ostacoli politici e burocratici, tentando l'impossibile per salvare i propri cari.
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Non mi è sembrato tanto male, certo, nulla di chè, per me i film che riportano fatti reali, più o meno romanzati o adattati, generalmente vanno visti. Qui la storia, nella sua semplice drammaticitià (la gravità dell'incidente pare fosse tale che anche i sopravvissuti moririno nel giro di una manciata di ore), viene affrontata da diversi punti di vista: il contesto storico, le realtà sociali e i vissuti familiari delle vittime. La regia, in molti passaggi, è piatta e poco incisiva, quasi da telefilm, ma credo sia stata anche una scelta: di fronte alla potenza ed alla drammaticità dell'episodio, non c'era bisogno ed avrebbe avuto poco senso calcare la mano.