i racconti di canterbury regia di Pier Paolo Pasolini Italia, Francia 1972
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i racconti di canterbury (1972)

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locandina del film I RACCONTI DI CANTERBURY

Titolo Originale: I RACCONTI DI CANTERBURY

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiHugh Griffith, Laura Betti, Ninetto Davoli, Franco Citti, Josephine Chaplin, Alan Webb, Pier Paolo Pasolini

Durata: h 1.52
NazionalitàItalia, Francia 1972
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1972

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film I racconti di canterbury

Un gruppo di pellegrini diretti a Canterbury, si racconta delle storie durante il viaggio: lo studente Nicola concupisce la moglie del legnaiolo Giovanni, sfruttandone la superstizione; due studenti si vendicano di Simkin, ladro di farina; una donna di Bath, insaziabile e vorace ninfomane uccide ben cinque mariti ereditandone gli averi...

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Voti e commenti su I racconti di canterbury, 25 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Oskarsson88  @  26/01/2021 10:15:14
   7 / 10
Pazzerello, irriverente, musicale, poetico, farsesco. Varie storielle leggere e spesso a tema sessuale, che intrattengono lo spettatore. Finale eretico. Un buon PPP.

Italo Disco  @  18/03/2020 17:58:50
   8 / 10
Non è più raffinato rispetto agli altri "decamerotici,, ma è fortemente più spinto almeno di quelli visti fino ad ora, ci sono donne nude e non mancano trivialità ma non ho mai visto cosi tanti "uccelli" di fuori in un film non pornografico. In un'atmosfera distesa si susseguono gli episodi, alcuni divertenti altri meno ma passabili ed uno in particolare drammatico per la cattiveria morale e per le azioni dei ragazzi. Simpatica l'idea di far parlare i personaggi con accento del nord Italia. Incassò parecchio arrivando 11° nella stagione 1972/73, peccato che la versione di 2 ore e passa presentata al Festival di Berlino sia sparita.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  03/01/2017 23:46:12
   7 / 10
I racconti di Canterbury rispecchiano il solco del Decameron boccacesco, tuttavia alcuni tratti sono più marcati in una cornice leggermente più cupa. La sacralità dei corpi, l'affannosa ricerca di soddisfare l'appetito sessuale riflette tonalità più perfide e triviali, in cui l'elemento fondamentale dell'avidità personale gioca un ruolo più importante ed in più di un segmento rispetto al Decameron, fino all'apologo anticlericale dell'ultimo episodio dove gli stessi frati vengono espulsi dal cul0 del demonio. C'è una netta separazione fra classi sociali in continua lotta fra loro, dove l'astuzia ha quasi sempre la meglio. Il secondo capitolo della trilogia della vita è pur sempre un film interessante, secondo me il più debole dei tre.

Colibry88  @  27/10/2016 00:41:07
   5 / 10
Pur confermando il mio elogio al coraggio di Pasolini, devo ammettere che questo "I Racconti di Canterbury" non mi ha entusiasmato troppo. Il clima, forse esageratamente scanzonato e da commedia, finisce per indebolire il tutto. Alcune delle novelle o racconti, sono tuttavia riuscite e anche accattivanti.

Filman  @  03/06/2016 15:28:01
   7 / 10
La non propriamente formale trilogia "della vita" firmata da Pasolini prosegue con un secondo atto suddiviso in episodi ed estrapolato da un'opera letteraria del quattordicesimo secolo dalla notevole fama ed importanza culturale, anch'esso prelevato per il suo peso popolare indotto dalla lingua volgare adoperata. I RACCONTI DI CANTERBURY possiede un numero di elementi ampio, dove questi soffrono un allineamento instabile e un inserimento difettoso, che assottiglia l'idea fondamentale e fonda tutto sull'unione di contesto reale ad una narrazione favolistica, in cui vengono apprezzati vizi e virtù umani anche quando sembra che vengano condannati, come vuole lo spirito di Pasolini, sempre pronto ad ammirare la semplicità degli uomini socialmente non altolocati e culturalmente non elevati.

Niko.g  @  24/11/2015 17:42:25
   2 / 10
La materia esposta è grosso modo quella del più celebre "Salò o le 120 giornate di Sodoma", pellicola che ha cavalcato l'onda facile dell'antifascismo e soddisfatto molti sprovveduti che ne hanno esaltato l'ipocrita metafora (ricordiamoci sempre che il potere non è condannabile in senso assoluto, perché necessario all'equilibrio di ogni democrazia e che Pasolini era un grande anarchico).
La differenza è che nei racconti di Canterbury il tono è leggero, essendo il regime narrativo quello della farsa. Tuttavia è un film frammentario sia nell'ispirazione che nel racconto, dominato da un ritmo fiacco e da un insostenibile dilettantismo attoriale (confuso dall'autore col più pregevole concetto di "naturalezza").
Sulle storielle non c'è molto da dire: ragazzi che si toccano il pisello duro tutto il giorno, trombate a destra, trombate a sinistra, trombate sotto e trombate anche sopra, ani scoperti, gente sboccata, gente sdentata, gente che piscia dal balcone, scòrregge e così via… il tocco sensibile di un fine poeta!

Ignobile porcheria.

10 risposte al commento
Ultima risposta 25/11/2015 22.38.12
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ZanoDenis  @  11/05/2015 10:56:25
   6½ / 10
Se nel precedente Decameron vi era il fascino dell'ambientazione napoletana e di una certa allegria e simpatia dei personaggi, qui viene a mancare, ne restano solo le tematiche, intrallazzi amorosi, storie comico/grottesche, in una rappresentazione della vita/sesualità da parte di Pasolini comunque positiva.
Manca un po di brillantezza che vi era nel capitolo precedente, vi é un calo abbastanza evidente, nonostante questo vi é qualche momento importante, e parecchie citazioni/omaggi ad altre opere che il regista ci regala.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  26/01/2012 19:18:05
   7 / 10
E' il primo film di Pasolini che mi delude un po'. Sembra quasi che quando Pasolini ha deciso per una volta di fare un film facile, comico, basato sul piacere puro di vedere e ridere, abbia in qualche maniera perso l'ispirazione. Insomma, i film facili non si addicono al talento di Pasolini.
Il film tutto sommato è bello, però manca qualcosa, manca la sensazione di materia viva, materiale o spirituale che sia, che lasci il segno nel profondo del sentimento umano dello spettatore. In "Racconti di Canterbury" sembra prevalere il gioco stilistico un po' superficiale e poi la vicinanza e il confronto con il riuscitissimo "Decameron" non giova alla pellicola.
La forza di quest'ultimo film stava tutta nella forte impronta popolare napoletana che univa, ravvivava e riempiva di significato attuale, immediatamente percepibile, tutte le storie. La stessa operazione purtroppo non riesce con "I racconti di Carterbury". Si percepisce più che altro distacco e estraneità umana rispetto alla materia narrata. La connotazione di storia fantastica, di falso e fittizio qui è molto forte. Quella ritratta è un'Inghilterra popolare immaginaria, quasi idealizzata, un po' come cercavano di fare i menestrelli del folk inglese dell'epoca (ampiamente usati nella colonna sonora).
A poco serve il doppiaggio volutamente "dialettale", con forti inflessioni bolognesi. Più che rendere le storie popolari e comprensibili, il doppiaggio dialettale quasi stona e dà un'idea di dilettantesco, non in sintonia con quanto visivamente mostrato.
Che il film fosse fondamentalmente un gioco stilistico, con scarse implicazioni ideologiche, ne era consapevole pure Pasolini e infatti ce lo mette quasi sempre in rilievo. Lo spirito delle storie è volutamente comico e quasi da commedia dell'arte. Frequenti le citazioni dei classici del cinema (una su tutte quella Ninetto Davoli - Charlie Chaplin). Insomma Pasolini ha voluto semplicemente dilettarsi e giocare per una volta a non essere "serio" (come mostrano le scene in cui è ritratto nelle vesti di se stesso - Chaucer).
E' un'operazione di disimpegno comico che però dà il suo meglio se è all'interno delle consolidate regole classiche. Qui le storie scollegate fra di loro, a volte lente e prolisse, che lasciano cadere spesso l'attenzione dello spettatore (appunto lo stile anti-narrativo di Pasolini), non aiutano a far apprezzare appieno il film.
Di positivo (e molto positivo) è la parte scenografica e visiva. Le immagini sono sublimi nei loro colori, nella loro resa scenica con i soliti passaggi da primi piani su facce profondamente umane e anticonvenzionali a splendide viste panoramiche su paesaggi mozzafiato o su scenette brulicanti di vita (che ricordano la pittura figurativa di Brughel e in qualche maniera di Hogarth).
Dulcis in fundo la meravigliosa scena finale della visione dell'Inferno, una delle più riuscite e impressionanti del cinema di Pasolini.

barbuti75  @  06/04/2011 22:28:33
   7½ / 10
Il secondo capitolo della trilogia della vita risente un po' troppo dell'aria della commedia di genere del periodo, ma non per questo va sottovalutato o sminuito.
Reduce dalle fatiche boccaccesche, Pasolini si concentra su una lettura tutta sua dei racconti di Chaucer riuscendo ad essere ficcante in alcuni eposodi e troppo descrittivo in altri.
La libertà di rappresentazione dei gesti e degli atti sessuali raggiunge in questa pellicola climax molto alti che arriveranno alla sublimazione in Salò, senza però in questo caso arrivare all'offesa della moralità secondo il mio punto di vista.
Pasolini vuole provocare e ,reduce dai moti sessantottini e dalle crisi della borghesia popolare, decide di sconvolgere in parte il significato di cinema e di cultura andando ad affondare i suoi colpi nel popolare e ne quotidiano rapprensentanto sullo schermo i sessi dei protagonisti senza pudore.
Fotografia del sempre bravo Delli Colli con luci naturali e paesaggi catturati dal grandangolo.
Dei nove racconti mi permetto di segnalare quello del legnaiolo, davvero divertente, e quello del frate con un Franco Citti nei panni del diavolo in stato di grazia!

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  19/02/2011 15:17:13
   6 / 10
Ritengo questo "I racconti di Canterbury" il migliore della trilogia sull'amore di Pasolini. Non più di 6 comunque...

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/02/2011 15.18.59
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  09/02/2011 14:21:09
   6½ / 10
Il secondo e, secondo me, il più debole della trilogia della vita, ma solo in minima parte perché anche questo si lascia vedere tranquillamente. Pasolini ha fatto una cosa geniale in questa trilogia; non solo ha reinterpretato in modo stravagante le opere, ma ha anche aggiunto la componente del sesso, visto in modo sia innocente sia animalesco e zozzo, e sono sicuro che pure Chaucer aveva in mente una cosa di questo tipo, ma figurarsi se a quell'epoca poteva osare una trattazione simile.
Non ho visto grandi doti registiche, ad eccezione dell'ottima scenografia (montaggio scolastico, doppiaggio scoordinato) ma compensa la sceneggiatura freschissima e l'anima satirica del Poeta… come non dimenticare i due minuti finali all'inferno dove c'è veramente da spanzarsi dal ridere…
Gli episodi sembrano sconnessi, ma ciò è dovuto dal taglio imposto. La durata effettiva era di 2 ore e 20. Simpatico Ninetto Davoli/Charlot.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  31/12/2010 18:44:02
   5 / 10
Mi tengo anche stavolta sulla mediocrita' commentando il terzo , per me , episodio di questa...trilogia sull'amore...
Una sequenza di episodi quasi pornografici che non mi dicono niente,messi li per caso,privi di significato!
Il valore tecnico di cui parlano tutti non assolve un'opera a mio avviso sopravvalutata...per me è solo un porno d'autore!

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  29/11/2010 19:25:42
   7 / 10
Secondo film della trilogia della vita(dopo Boccaccio, Geoffrey Chaucer è l'autore preso in considerazione stavolta)Ottima ambientazione Molto bravo come al solito Davoli nel suo episodio.

baskettaro00  @  23/11/2010 15:36:09
   7 / 10
Secondo capitolo della trilogia della vita diretta nella prima metà degli anni '70 del 1900 da PPP.
Più o meno siamo sullo stesso livello d'onda del capitolo precedente, le storie narrate hanno tutte uno giocoso sfondo sessuale e son tutte carine e guardabili.
Si rafforzano le dosi di nudo rispetto al decameron, inoltre è presente una buona fotografia, purtroppo non eccelse le recitazioni.
Un film consigliato agli amanti del regista.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/10/2009 00:11:15
   7½ / 10
Dopo "Il Decameron", il maestro Pasolini confeziona questo secondo capitolo della "Trilogia della vita". Purtroppo, questo secondo capitolo è un po inferiore al primo ma comunque di pregevole fattura.
Solito mix pasoliniano di attori professionisti e non.
Simpatico l'episodio con protagonista Ninetto Davoli nei panni di un medievale Charlot, simpatica citazione a Chaplin.
Il film forse perché tagliuzzato, non rende al massimo, non si capisce bene chi racconti le storie. Probabilmente dei problemi di dura hanno costretto a questa scelta.
Bello il finale in una sorta di inferno dantesco.
Vietato ai minori di 18 anni visti i numerosi nudi maschili con annesse scene di sesso.
Un buon film che merita di essere visto.

paride_86  @  21/12/2008 23:15:35
   8 / 10
Il secondo film della trilogia della vita, dopo "Il Decameron". Rispetto a quest'ultimo è meno gaio e spensierato, e soprattutto meno omogeneo, coi suoi momenti di farsa o di drammaticità. Di sicuro, però, le ambientazioni e la narrazione in generale sono molto più curate, e inoltre c'è molta ironia.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  12/08/2008 12:25:30
   9 / 10
Fondamentale.
In tutti i sensi.
Un apocalittico riassunto del cinema pasoliniano, di quello italiano e di una sorta di intellettuale rivisitazione della cultura italiana.
Il migliore della trilogia della vita.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  27/04/2008 23:13:06
   8½ / 10
Sinceramente non c'ho capito un'acca di questo film, o del messaggio di Pasolini, credo non ci fosse nulla da capire e forse la frase dell'ultima scena "..e qui finiscono i racconti di Canterbury, nati per il solo piacere di essere raccontati", è indicativa sulla missione goliardica dell'opera.
Una pellicola comunque fotografata meravigliosamente.

freddy1871  @  17/11/2007 01:16:05
   8 / 10
film bello..non bellissimo...però bisogna vederlo e apprezzare soprattutto il maestro che ci invita a delle riflessioni sulla vita......

ds1hm  @  17/07/2007 12:36:52
   7½ / 10
i racconti sono l'espressione credo più riuscita di Pasolini all'interno della voluta trilogia. ma nello stesso tempo faccio fatica ad apprezzare questo film come gli altri grandi film di Pasolini, perchè restio alle concezioni di trilogie o progetti del genere che non trovano a parer mio origine da una profonda necessità tematica oltre che privi di un percorso artistico sofferto e di conseguenza maturo e condivisibile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  03/11/2006 18:28:29
   9 / 10
Fantastico, il mio film preferito della trilogia della vita.
Pasolini mostra, come negli altri due capitoli, la sessualità come gioco entusiasmante e liberatorio.
Straordinaria (per me inaspettatamente) l'interpretazione di Franco Citti nei panni del Diavolo, strepitosa la scena finale dell'inferno e affettuoso l'omaggio a Chaplin.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/08/2006 14:33:23
   8 / 10
Liberissimo (non poteva essere altrimenti) addattamento di Chaucher (Pasolini nei panni del letterato inglese cfr. quasi cercasse una sfida alla sua impotenza artistica), è quasi un mosaico - volutamente schematico e irrisolto - dove stranamente prevale piu' la dimensione spettacolare che quella umana-teologica.
Ne esce un'opera che ha sicuramente influenzato centinaia di autori (penso che Greenaway ne sarà rimasto abbagliato), ricca di riferimenti alla pittura del Rinascimento e/o ai fiamminghi europei, dai contenuti forse piu' estetizzanti del solito.
Merita comunque di essere visto, se non altro per la Visione dell'Inferno (lo spirito di Dante aleggia qua e là ma è meglio non dirlo), sorta di mefitica rappresentazione di un'apologia della vita e soprattutto della morte
Cameo (irriconoscibile) per Orson Welles

4 risposte al commento
Ultima risposta 27/04/2008 23.20.58
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desi  @  13/11/2005 20:20:52
   3 / 10
La particolarità di Pasolini, questa volta è ben fuori luogo. Assurdità in sequenza e moralismi mai persuasivi.
La foga maniacale nelle scene di nudo maschile è esorbitante...
Il punto più basso del regista italiano.
Dimenticatoio

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/04/2008 23.27.13
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Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  14/09/2005 19:41:05
   8 / 10
7 1/2 in realtà.
Il secondo capitolo della "trilogia della vita" Pasoliniana, che viene prima de "Il fiore delle mille e una notte" ma dopo "Il Decameron". Il film ha lo scopo di esaltare la giocosità del sesso (tema che sarà completamente invertito in Salò), e lo fa con uno stile da commedia che ricalca quello del film predecessore, da cui è nato il filone "boccaccesco" : questo è un pregio, ma anche il difetto maggiore del film, che in questo modo non brilla di luce propria.
Non perfetto, quindi, ma comunque imperdibile.

tom sawyer  @  03/09/2005 05:35:07
   10 / 10
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