In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Purtroppo siamo molto lontani dall'originalità sorprendente di "Memento" o dalla brillantezza di "The Prestige": stavolta Nolan ha puntato tutto su una trama incoerente (la linea temporale è contemporaneamente retta e circolare) e su dialoghi verbosi che mescolano fisica della relatività e riflessioni da soap opera con un qualunquismo spiazzante. La lunga durata non aiuta e, ai fini della trama, alcune parti risultano davvero inutili (per esempio quella con Matt Damon). Probabilmente a causa delle mie alte aspettative questo film mi ha deluso molto e, spiace dirlo, anche annoiato.