indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto regia di Elio Petri Italia 1970
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indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970)

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locandina del film INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO

Titolo Originale: INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO

RegiaElio Petri

InterpretiGian Maria Volontè, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Sergio Tramonti, Arturo Dominici, Aldo Rendine

Durata: h 1.52
NazionalitàItalia 1970
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1970

•  Altri film di Elio Petri

Trama del film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Nel giorno della sua promozione, l'efficientissimo capo della Squadra Omicidi, uccide la sua amante Augusta Terzi, con la quale ha un rapporto sadico. L'ispettore, dietro una facciata solida ed irreprensibile, nasconde in realtà una personalità profondamente disturbata, e lascia evidenti prove a proprio carico proprio per provare quanto sia insospettabile nel suo ambiente. I colleghi della omicidi non considerano neppure le prove evidenti...

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Voto Visitatori:   8,90 / 10 (218 voti)8,90Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
Miglior filmMigliore attore protagonista (Gian Maria Volontè)
VINCITORE DI 2 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior film, Migliore attore protagonista (Gian Maria Volontè)
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Voti e commenti su Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, 218 opinioni inserite

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pak7  @  08/09/2022 11:43:00
   9 / 10
Una spanna sopra al successivo "La classe operaia va in paradiso", è probabilmente il canto del cigno di Petri, che, analizzando la carriera, non ha mai sbagliato un film.
Volontè strepitoso in una pellicola che riesce a far riflettere molto su come al potere o in posizioni previlegiate si riesca, o si possa riuscire, a farla franca pur davanti a prove o a confessioni evidenti.

markos  @  22/07/2022 13:27:22
   8 / 10
Mi pento di non aver visto questo gioiello prima. Che grande interpretazione di Gian Maria Volontè.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  02/04/2021 19:54:39
   9 / 10
Film che ha fatto la storia su cui c'è indubbiamente poco da dire. La regia di Petri qui è ispiratissima ed eccellente, forse anche più che negli altri suoi lavori. Performance ottima da parte degli attori, su tutti Volonté (considerato da molti il miglior attore italiano, e in questo film se ne può comprendere facilmente il perché). I riferimenti alla contemporaneità, molto poco velati, sono decisamente efficaci e funzionali. Insomma, "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" funziona sotto tutti i punti di vista ed è piuttosto difficile trovarci un difetto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  03/01/2021 16:52:24
   7 / 10
Sceneggiatura a dir poco originale per un film che si ricorda.

weareblind  @  19/07/2020 00:41:17
   8 / 10
Del tutto evidente lo scopo del film, raggiunto. Però troppo, troppo cerebrale, troppo forzato, troppo sopra le righe. Le tre sottolineature in grassetto lo peggiorano, avrebbe meritato un tratto più leggero e una trama più sequenziale e sostenibile. Prova attoriale stratosferica, Volonté impressionante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  22/10/2018 19:09:36
   8 / 10
Grandissimo film di Petri . Ma è una pellicola molto difficile , introspettiva e non certo adatta a tutti . merita una visione cauta e ragionata . io stesso ho fatto fatica a capire alcuni passaggi ,soprattutto nel finale , e bisogna meditarli con accuratezza .
Ovviamente Grandissimo Volontè , qui forse nella sua prova migliore

topsecret  @  25/08/2018 14:31:39
   8 / 10
Davvero un ottimo film che analizza con freddezza l'autocompiacimento del potere, i suoi effetti e i suoi lati oscuri.
Ottima l'interpretazione di Volontà, bravo anche il resto del cast, regia di Petri molto equilibrata e sceneggiatura ben scritta che spazia dal poliziesco al grottesco sempre in maniera lineare e precisa.
Un giusto oscar per un film italiano degno di considerazione.

Plinius  @  12/01/2018 11:34:53
   9 / 10
Forse l'opera migliore di Petri, un dramma grottesco che denuncia uno spaccato della società civile legato al potere sempre attuale. Volontè da oscar, la Bolkan sensualissima.

fratellodiringo  @  12/03/2017 11:11:37
   10 / 10
Film che ha tutto trama interpreti musiche

Entra nei miei film preferiti
Consiglio di guardarlo soprattutto per capire cosa vuol dire fare l ' attore

InvictuSteele  @  09/03/2017 20:02:41
   9 / 10
Questo era il cinema italiano di un tempo! Quando esistevano sceneggiature incredibili e attori portentosi che, partendo da un semplice soggetto, riuscivano a sviluppare una storia davvero potente. Un noir capolavoro che offre persino uno spaccato della nostra società all'alba degli anni 70. Tutto è magnifico, e poi c'è quel finale beffardo che ti lascia di sasso.

Spotify  @  23/12/2016 01:52:28
   7½ / 10
Film manifesto di Petri sul potere e sulla giustizia. Un'opera potente, intensa, che ancora oggi sa essere decisamente attuale, riuscendo a trasmettere con efficacia il proprio messaggio. La pellicola è uscita in un periodo dove il nostro paese era vittima di una forte fibrillazione sociale, tra guerriglie urbane condotte da gruppi di sinistra e di destra, e poliziotti che spesso agivano fuori dagli schemi convenzionali, proprio come il protagonista di questa vicenda. Tra i vari, un forte merito che riconosco a Petri, è quello di essere riuscito ad amalgamare così bene sia la parte della trama che inerisce al giallo, sia quella avente come nocciolo centrale le varie rivolte collettive a carattere politico che imperversavano durante quegli anni. Perché ci tengo a sottolineare questo? Perché quando lessi di cosa parlava il film, pensai che il regista si sarebbe concentrato esclusivamente sull'aspetto riguardante la vicenda personale del personaggio principale, senza fare un minimo di riferimento ad altri temi, come appunto quello dei giovani anarchici di estrema destra o sinistra che agivano in nome dei loro ideali.
La storia è ambientata a Roma e parla di un poliziotto prossimo a diventare capo della sezione politica della questura. Quest'uomo intrattiene una relazione al limite del sadomasochismo con Augusta Terzi. Un giorno il poliziotto uccide la donna ma, invece di occultare le prove, le rende evidenti agli occhi dei suoi stessi colleghi, al fine di provare la sua insospettabilità in base al ruolo che riveste.
Senza dubbio siamo di fronte ad una delle sceneggiature più originali e particolari che il cinema, almeno quello italiano, abbia mai visto. Praticamente è uno screenplay al contrario, dove l'assassino non solo già si conosce ma cerca anche di fornire quanti più indizi alle autorità. Grandissimi Elio Petri e Ugo Pirro, non tanto per ideato una cosa del genere, quanto per essere riusciti a scriverla in una modo naturale, ferreo e soprattutto credibile. Anche tutto il resto della sceneggiatura merita, c'è un impianto narrativo articolatissimo che si sviluppa tra situazioni al presente e flashback, senza mai diventare contorto, anzi, nonostante l'intrecciarsi di eventi passati e presenti, la narrazione resta sempre molto fluida. Poi abbiamo dei colpi di genio assoluti come la sequenza dell'acquisto delle cravatte, o la scena onirica finale. Trovate davvero brillanti ed ingegnose. Altro punto elaborato, è l'approfondimento descrittivo e psicologico delle varie circostanze che vedono protagonisti il poliziotto e Augusta Terzi. Petri e Pirro sono stati eccellenti nel trattare la vicenda riguardante questi due personaggi in maniera viscerale, concedendole il giusto spazio che meritava. Difatti, se la storia fosse stata incentrata solo sul post-omicidio, senza alcun riferimento al passato, avrebbe perso rapidamente interesse. Invece così facendo, si accresce la tensione per le sorti del "cittadino al di sopra di ogni sospetto". In mezzo a due temi centrali, la coppia di sceneggiatori è stata brava a conservare un po' di margine per immettere all'interno della trama, i problemi sociali e politici dell'italia degli anni 60/70, tematica che ripeto, in una storia così deve essere incastrata bene, con logicità, e così è stato. I colpi di scena sono intelligenti e sempre innovativi, a volte particolari e non facilmente comprensibili, sempre perché, conoscendo l'assassino, si può restare a volte spiazzati dalle scelte degli sceneggiatori. Il vero punto di forza del copione, però, sono i dialoghi, assolutamente meravigliosi, carichi di ironia e di condanna verso il potere e la politica. Non sono mai noiosi, ma sempre inediti, spesso eccentrici e sopra le righe.
Registicamente, Petri firma un lungometraggio che va contro diverse istituzioni dello stato, in particolare la polizia. Si può dire che il director gira un poliziesco fuori dagli schemi, dove è proprio il capo della polizia ad essere proposto in un'ottica criminale. Questi, da persona rispettabile qual è, si può permettere di fare tutto quello che vuole, abusando della propria facoltà, arrivando, quindi, anche a fare gesti sconsiderati. Una certa critica viene fatta anche nei confronti dei questori, che spesso e volentieri insabbiavano vicende che potevano nuocere al loro nome e a quello dell'intero corpo di polizia. Un altro elemento che viene messo in luce, è come le autorità avessero non poche difficoltà a tenere a bada i sovversivi e gli anarchici, tanto che questi ultimi, come si può chiaramente vedere in una scena, compivano continuamente attentanti alle sedi dei commissariati. Insomma, Petri, insomma, ci va giù pesante, accusando esplicitamente attraverso il prodotto cinematografico, e in modo poco convenzionale per quei tempi, le forze dell'ordine.
La riflessione più importante che però il regista fa, è senza dubbio quella sul potere. Questo "strumento", spesso, ci permette di agire come fa più comodo a noi, e più potere si ha, più azioni, anche non propriamente ragionevoli, si possono fare. Insomma, quando si ha il diritto, il comando, si è liberi di fare qualsiasi cosa. Adesso, prendiamo il caso del "dottore" che uccide l'amante, in questo caso il potere viene usato per scopi come l'omicidio, ed ecco che allora può rivelarsi un'arma a doppio taglio, perché se l'assassinio viene compiuto da un individuo come un poliziotto, abbiamo uno scontro tra il codice di giustizia che egli segue e il principio di onnipotenza dal quale è accecato, tanto da portare il soggetto a sperare di essere catturato. Viene quindi tradito dalla sua stessa egemonia. Quello che dunque ci vuole dire il director, è che usare la supremazia, la potestà, in tutto e per tutto, può essere un atto che ci si può ritorcere contro, a volte senza nemmeno rendersene conto.
Il tema è trattato sullo schermo in maniera impeccabile ed è strettamente collegato con la direzione e la caratterizzazione di Gian Maria Volontè. Petri crea un parallelismo tra il protagonista e il messaggio stesso che viene fornito allo spettatore. Si potrebbe dire che il director è riuscito a trasformare il proprio pensiero in una persona in carne e ossa. E per questo gli va fatto un enorme plauso, perché Volontè è diretto in una maniera straordinaria. Il personaggio interpretato dall'attore milanese, è ambiguo, psicologicamente contorto. Durante lo svolgersi della pellicola, questa figura, subisce una metamorfosi, in quanto passa dall'uomo presuntuoso che utilizza impropriamente il proprio potere, a quello in balia del desiderio di essere punito per il crimine che ha commesso, passando per il geloso e l'infantile. In questo cambiamento radicale, è racchiuso l'intero pensiero del regista, che ci mostra come man mano come il protagonista perda il controllo della propria autorità, anche a causa delle fragilità messe a nudo dalla propria partner. Nonostante poi, il protagonista sia così enigmatico, il regista riesce a dargli una credibilità solidissima, costruendo la sua psiche pezzo dopo pezzo, fino a dargli una forma che rispecchi completamente le sue meditazioni. Da sottolineare anche, come Petri non rinunci a rendere il poliziotto costantemente ironico, donandogli quel tocco di stravaganza che serve.
Il ritmo è buono, sostenuto da una narrazione che, pur non essendo incalzante, ha basi compatte e illustra perfettamente la parabola discendente del personaggio principale. A dar man forte poi, ci sono anche le varie scene che vedono in primo piano i gruppi ribelli in azione. Dialoghi sempre sopra le righe e donati di un aspetto grottesco a mio avviso geniale. Sono uno dei principali motivi per cui la pellicola si segue con interesse.
Tra le scelte tecniche del director, mi son piaciuti moltissimo i tanti primi piani su Volontè, come ad esempio quelli durante la conversazione tra lui e l'attore che recita l'idraulico. O ancora, c'è la tutta la sequenza onirica dell'epilogo che è girata magistralmente, con gran padronanza degli interni. In questa scena ho visto anche della velata ironia, penso proprio per il disordine mentale in cui si trova "il dottore". Ennesimo punto descritto in maniera eccelsa, è il rapporto malato tra Augusta Terzi e il poliziotto. Una relazione sadica, folle. Un vincolo che fa trasudare le debolezze del protagonista, il quale rivela il suo infantilismo e la sua immaturità, sotto ogni punto di vista. Petri ci mostra proprio come il poliziotto, persona che dovrebbe essere rispettata per principio, che rappresenta qualcuno, venga deriso, insultato, tradito dalla sua amante, la quale lo denigra per le sue scarse capacità sessuali. Ed è proprio qui che l'individuo mostra la sua impotenza e la sua puerilità di fronte alle accuse pesanti della donna e dunque di conseguenza, per vendicarsi, usa un un potere, quello di essere insospettabile, che non può contestargli nessuno. Il finale forse, è fin troppo aperto e lascia un po' spiazzati, ma è congegnale per il periodo in cui è stato prodotto il film.
Recitazione mostruosa di Volontè, l'interprete milanese dà vita ad una delle figure più sopra le righe che il cinema italiano abbia mai visto. La caratterizzazione del "dottore" è incredibile, luciferina, meschina. Un ruolo come quello del personaggio principale, non è affatto facile da interpretare, in quanto l'attore deve essere prima di tutto credibile e il compianto Gian Maria ci riesce in maniera impeccabile. Ad ogni scena riempie lo schermo, ruba sempre l'attenzione, non ha mai un calo di tensione ma si impegna quasi in maniera maniacale a mantenere quell'eccentricità che è tra gli attributi primari del suo ruolo. L'esplicazione dei dialoghi è spaziale, pronunciati sempre con una gran dose di ironia, è un piacere sentir parlare quest'interprete. Volontè non si capisce mai quando è serio e quando è sarcastico, difatti tiene sempre a mischiare queste due proprietà rendendo unica la sua performance. Espressioni magnetiche, a volte con una singola, descrive una sequenza intera, fantastico. Un altro plauso per la sua prova, va fatto alla brasiliana Florinda Bolkan, nei panni di Augusta Terzi.
La colonna sonora è ormai passata alla storia, l'ennesimo motivetto che ha fatto la gloria del nostro Ennio Morricone. Un tipo di musica azzeccata, oserei dire grottesca, in linea ideale col film.
Tra le note stonate, c'è una fotografia che magari non è proprio il massimo, troppo bianca, non ci sono quasi mai giochi di luce o quant'altro. Tuttavia, non si tratta di un danno gravissimo.

Conclusione: pellicola introspettiva, psicologica, un'analisi sull'autorità, sul diritto di fare e non fare dell'uomo. Petri mischia tutto, politica, filosofia, sociologia, antropologia in un unico grande calderone, per poi tirar fuori un'opera che racchiude tutte queste cose senza essere dispersiva. "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", andrebbe fatto vedere nelle scuole in quanto è da considerarsi una profonda riflessione sulla mente dell'uomo. La trama non è easy, ma la pellicola è ottima.

fabio57  @  28/09/2016 11:30:39
   8½ / 10
Grande prova di Petri. Film di denuncia, che procede in chiave farsesca e con toni grotteschi. Interpretazione eccellente di un grande attore, ahimè un po' dimenticato, che regalò al cinema grandissime recitazioni.

Goldust  @  18/03/2016 11:31:36
   7 / 10
La sfida estrema di un assassino alla giustizia è per Petri il punto di partenza per parlare con toni inediti e fino a quel momento inauditi delle aberrazioni del potere, dei modi di pensare e di agire di una polizia sempre più politicizzata e per tratteggiare la complessità morale di un uomo di Stato che abusa del potere di cui dispone come godimento quotidiano. Per quanto il film sia nel complesso convincente e gli apporti di Volontè e Morricone inestimabili la seconda parte tende a dilatare troppo i fatti ed i toni perennemente urlati del protagonista alla lunga stancano.

Matteoxr6  @  11/03/2016 23:29:17
   7½ / 10
Pellicola estremamente politica, girata in un periodo storico ricco di avvicendamenti in tal senso. Il taglio è originale e la tematica destinata a rimanere imperitura per via dell'atavica domanda: "Chi custodisce il custode?". Ho apprezzato molto la scena surreale in cui

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Thorondir  @  04/12/2015 18:27:35
   9 / 10
Un Volontè da museo del cinema per un film devastante sulla condizione sociale dell'Italia a cavallo tra anni '60 e '70. Un'opera che fa riflettere sul senso della giustizia, sulla forza del potere che travalica qualsiasi concetto di giustizia sociale. Una pellicola che è denuncia sociale ma anche trionfo espressivo, con Petri che tallona i personaggi con la macchina da presa quasi facendoci entrare nei loro volti e soprattutto nella loro testa. Una delle massime espressioni del cinema italiano di quel periodo.

mainoz  @  10/10/2015 19:29:13
   8 / 10
L idea di fare un film sostanzialmente al contrario, in cui Il protagonista fa di tutto per apparire colpevole di un omicidio che ha commesso e' molto originale. Gian Maria Volonte' fa paura..divora lo schermo in un'interpretazione teatrale e volutamente sopra le righe. Probabilmente il miglior attore Italiano dell'epoca. Il film e' sorretto da una colonna sonora forse ripetitiva ma che attribuisce ritmo e rende il film particolarmente scorrevole...ha forse una sceneggiatura scarna, ma non incide sul giudizio finale, ampliamente positivo. Il finale aperto lascia comunque sodisfatti..

david briar  @  19/09/2015 18:16:52
   8 / 10
Perla del cinema italiano apprezzatissima anche all'estero,ha il merito di aver sentito ben poco il passare degli anni,è sempre attuale e continua a creare delle discussioni.Inoltre,è piuttosto scorrevole e fruibile da tutto il grande pubblico,pregio non indifferente.

Petri ha una regia molto funzionale,ma anche decisamente espressiva,basti pensare agli interrogatori,al modo in cui la macchina da presa in alcune scene accusa i personaggi.Volontè è molto bravo e istrionico,in un cast generalmente soddisfacente,capace di dare ambiguità e credibilità ai personaggi con piccole espressioni.
Spesso volutamente grottesco ed esagerato nel rimarcare i concetti esposti,è una riflessione sul potere che difende se stesso,e viene legittimato dalla sua insospettabilità.

Di una sola cosa mi rammarico:le scene di sesso,visto anche il potenziale di Florinda Bolkan,potevano essere decisamente più eccitanti ed enfatizzate,e rappresentare anch'esse la voglia di potere,di dominio,e in seguito le sue debolezze.Sarebbe stato un film ancora più conturbante e disturbante, il guizzo in più che l'avrebbe reso un capolavoro assoluto,ancor più di quello che è.

Così,almeno per me,è un quasi capolavoro,che mi ha colpito e mi ha fatto riflettere,mi fermo a questo voto perché avrei voluto qualcosa di più a livello emotivo.Un film diretto,semplice e chiarissimo,che convince ancora a più 40 anni dall'uscita..

ferzbox  @  01/07/2015 18:03:53
   9 / 10
".....Qualunque impressione faccia su di noi,egli è un servo della legge,quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano..."

Questa è la frase di Kafka che si scaraventa sullo spettatore con grande forza e impatto prima dei titoli di coda,racchiudendo in un attimo l'anima dell'intera pellicola diretta da Elio Petri.....

....oppure c'è una frase all'interno del film che quasi fa sorridere piuttosto che piangere.....

".....ci vogliono prove per dimostrare la propria colpevolezza ,caro dottore,non solo parole,FATTI!!!....."

Insomma,uno spaccato sulla situazione politica,amministrativa,giurisdizionale ed etica dell'Italia del 1970,forse paradossalmente anche migliore di quella attuale,perfetta nel dimostrare quanto possa essere volubile il concetto di "rispetto della legge".....vista come una forma di potere plasmata dall'alto,finta e plasticosa,ipocrita e comoda,dove il capo della squadra omicidi(interpretato da un Gian Maria Volontè a dir poco straordinario) deve faticare sette camice per dimostrare .....la sua COLPEVOLEZZA......
Un gioiellino italiano da conservare con cura,estremamente riflessivo che si dimostra essere l'anticamera del deterioramente costituzionale di un paese che oggi vediamo chiaramente come sia contaminato......

.....i buoni e i cattivi sono chi si decide che siano........non c'è alcuna tutela,non c'è mai stata.....esiste solo la legge del più forte.....e c'è chi ne è tremendamente consapevole.....purtroppo....

Film meraviglioso e immortale dalla stupenda regia e fotografia......questo è un altro esempio di grande cinema italiano....

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  14/02/2015 02:10:29
   8 / 10
Il migliore di Petri. Grande interpretazione di Volontè. Fa riflettere. Da vedere assolutamente.

impanicato  @  06/02/2015 00:39:58
   9 / 10
Elio Petri é stato uno dei registi italiani che si sono spinti di piú verso una certa tipologia di cinema, definito "sociale", termine che mi sembra riduttivo. Ritengo che le sue pellicole siano state sempre scomode e invise a coloro che comandavano e criticavano, creandosi nemici sia a destra che a sinistra, proprio per non farsi mancare nulla.
"Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" é l'esempio di questo tipo di cinema di denuncia. Prima pellicola in ordine cronologico della cosiddetta "Trilogia della nevrosi", si assicura anche l'Oscar al miglior film straniero.
Magnifico thriller che rappresenta come il potere istituzionalizzato e costituito possa arrivare a compiere certe azione restando impunito, avvantaggiato dal fatto di essere sempre dalla parte vincente. Come da titolo, é impensabile indagare su alcuni elementi, sarebbe impossibile. Fa riflettere molto sul fatto che chissá quanti delitti sono stati perpetrati da certi soggetti e sono rimasti impuniti a causa della posizione di chi li commetteva.
Al termine della visione leggo che il film é del 1970, ma non ci credo. Sono trascorsi ben 45 anni, ma non si sentono per niente. Film di un'attualitá disarmante che, se distribuito ai giorni nostri nei cinema, potrebbe sembrare contemporaneo.
Ritengo che sia l'interpretazione migliore nella lunga carriera di Gian Maria Volonté che si supera creandosi un personaggio irascibile, forte, ma allo stesso tempo infantile, tanto da far smascherare dalla sua amante questo suo lato bambinesco. Questo personaggio non avrá un nome durante il film, se non quello di "dottore", proprio perché potrebbe essere uno chiunque di questi dottori potenti a commettere delitti. Epico il discorso davanti la sua squadra.
Il regista, a mio avviso tra i piú sottovalutati della sua generazione, realizza un film che é un capolavoro. Aiutato anche dall'ottimo montaggio e dalla colonna sonora di un certo Ennio Morricone. Il primo arrivato, insomma.
Il finale ambiguo e quella frase di Kafka prima dei titoli di coda conferiscono solennitá a questa pellicola che entra di diritto tra i migliori film italiani e non solo di sempre.

The BluBus  @  07/12/2014 00:00:48
   9 / 10
Uno dei migliori film italiani di sempre e un Volontè mostruoso che avrebbe vinto l'oscar a mani basse

DogDayAfternoon  @  20/11/2014 20:38:09
   7 / 10
Film storico di Petri, celebre per la sua storia, il suo protagonista, ma forse soprattutto per l'intramontabile motivetto di Ennio Morricone. La trama è ben architettata, tutti i tasselli al loro posto e si segue con interesse: personalmente però non l'ho trovata molto realistica, il Serpico di turno c'è sempre e ovunque, in ogni ambito. Volontè eccezionale come al solito, anche se non la considererei tra le sue migliori interpretazioni.

Dick  @  24/08/2014 14:42:52
   8 / 10
In questo film forse conta più il modo in cui viene raccontata la storia che questa in se. Comunque i temi affrontati sono importanti e coinvolgenti in un ritratto duro e secco di un personaggio quasi "prigioniero" della sua carica e del potere e della società del periodo.

GianniArshavin  @  10/08/2014 11:04:48
   8½ / 10
Uno dei migliori esempi di cinema italiano fatto bene è sicuramente questo "Indagine su un cittadino.." , film diretto da Elio Petri e vincitore dell'Oscar come miglior film straniero nel 1970.
Opera complessa e più profonda di quanto l'incipit possa far pensare, non è un semplice giallo al contrario ma bensì un'opera dai mille risvolti e dalle tante sfaccettature , che usa l'omicidio iniziale come pretesto per parlare di quest'uomo e della sua personalità instabile , del contesto sociopolitico in cui si muove questo "insospettabile"e del potere che sembra averne schiacciato le facoltà intellettive.
La trama si snoda attraverso un fiume di eventi , spesso in contraddizione , che non sono però mai sopra le righe o fuori luogo , soprattutto tenendo in considerazione il contesto storico in cui è ambientata la vicenda.
Il personaggio principale del capo della polizia è scritto in modo incredibile , un uomo che vive un suo particolare dissidio interiore e che conduce una doppia vita quasi scindendo la sua personalità in due entità differenti , il reazionario e carismatico leader in pubblico e il bambino capriccioso del privato. Gianmaria Volontè da vita ad una prestazione titanica , giganteggia su tutti e riesce a tratteggiare perfettamente un protagonista dai mille volti e dai molteplici e repentini cambi d'umore.
La politica e la realtà italiana hanno grande spazio all'interno della pellicola , cosi come il potere , elemento centrale della storia e forza motrice di tutti gli eventi a cui assistiamo.
Da lodare anche il lavoro tecnico , da una bella regia che regala al film ritmo ad una colonna sonora di Morricone ormai nella storia.
Ambiguo il finale e tante le riflessioni per un film capolavoro.

Nic90  @  26/07/2014 11:51:17
   7 / 10
Buon film,non banale,recitato bene...bravissimo Volantè.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  08/04/2014 14:37:17
   8½ / 10
Avvolte si ha la sensazione che quegli aforismi appiccicati all'inizio o alla fine sembrano vacui tentativi di nobilitare un'opera, la frase di Kafka posta ad anticamera dei titoli di coda invece sembra il soggetto da cui è tratto il film, allargato, racchiude e sintetizza tutto il film.
Petri ricorre all'uso dei flashback, ne 'L'assassino' sua opera prima, mostrava una certa sfrontatezza, espediente che incideva nella scorrevolezza, a 9 anni di distanza l'uso non è ancora parsimonioso ma è un salto nel passato dovuto per scavare all'interno della relazione, ricostruirne il movente, e palesarne la fragilità dell'uomo scoperchiata anche alla fine davanti ai suoi colleghi.
Il punto centrale non è la relazione carnale, la trasgressione, le pulsioni accese dalla ricostruzione delle scene del crimine in salotto, è il potere, tema centrale anche ne 'Il divo' di Sorrentino, i 2 protagonisti sono effettivamente molto simili (interpretati in maniera impeccabile, Servillo con una maschera di trucco, rappresenta proprio la calma data dall'ineluttabilità di chi lo indossa, l'altro, il dirigente di polizia di Volonté più istrionico, talmente vanitoso da remare contro se stesso), incapaci di perdere, l'intento di Pirro infatti è palesarne l'immunità alle sfere dell'autorità, un saggio sulla contraddizione logica che vede impuniti chi lo porta.
Se la prima parte può apparire un po monotona, verbosa, e nella 2° che fa il salto di qualità, da sempre corteggiatore delle atmosfere kafkiane, prendere lo stesso 'L'assassino' del '61, trova il suo picco nell'interrogazione dei 2 ragazzi, che fanno breccia diretta alla sua moralità. Geniale riprendere il feticcio Randone, nella parte dell'idraulico de 'I Giorni Contati', film che sino ad allora costituiva il miglior Petri.
L'ambiente anche qui sensibile alle innovazioni pop, nell'appartamento della ragazza, la musica vibrante di Morricone, sempre in grado di integrarsi con la vicenda.

TheShadow91  @  26/03/2014 21:44:55
   8 / 10
Protagonista eccellente che ramifica la sua trama in 2 situazioni: da un lato la sua personalità che riguardano il suo omicidio,il suo rapporto con l'amante e il suo lavoro; dall'altra c'è una situazione molto più di attualità che riguarda la sua lotta e il suo odio verso la classe rivoluzionaria,più personale che professionale (in effetti non capisco che c'entri la omicidi con scioperi ed occupazioni).Il succo del film sta comunque nel mostrare la personalità del protagonista,per rendere sempre più l'idea di quanto la sua azione folle sia coerente al suo essere; tra le scene migliori che approfondiscono il personaggio troviamo in particolare quelle che mostravano il brusco rapporto con l'amante,oppure il monologo splendidamente recitato nel primo giorno della promozione. D'altro canto a volte troviamo momenti decisamente prolissi e pedanti,come alcune indagini e qualche discorso un pò incocludente riguardano sia queste che la lotta alla classe operaia. L'intensità infatti la si raggiunge negli ottimi minuti finali

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER,per poi darci una scena finale che lascia un pò di domande

Signor Wolf  @  27/01/2014 00:30:21
   9½ / 10
un film che risulta inquietante ancora oggi, figuriamoci che impatto deve aver avuto 40 anni fa

kastaldi  @  15/12/2013 01:01:17
   10 / 10
L'interpretazione di Volontè è praticamente perfetta, magistrale, unica. Il rabbioso discorso che fa in occasione del suo insediamento all'ufficio politico è superato solo dall'indimenticabile lezione al giornalista in Sbatti il mostro in prima pagina, quando gli insegna come si costruisce un titolo di giornale. Una fortissima critica al potere e al delirio di onnipotenza che da questo deriva. Questo è uno di quei film che invecchiano bene e sono sempre attuali, pur rispettando il differente periodo storico.

gemellino86  @  13/09/2013 13:15:53
   9½ / 10
Una pietra miliare del cinema italiano. Un Volontè eccezionale e una regia che sfiora la perfezione. Un film contro la legge in Italia. Da non perdere.

Jack_Burton  @  10/09/2013 12:48:24
   10 / 10
CAPOLAVORO ASSOLUTO !!!
Niente altro da dire..

Nutless  @  19/07/2013 16:59:02
   9½ / 10
"... un criminale a dirigere la repressione è perfetto..."

Un gigantesco Volonté, sempre in primo piano, perso all'interno degli ingranaggi del potere, che lo inghiottono e non lo lasciano più fuggire. L'amarezza di essere diventato qualcosa che sfugge al potere costituito perché lo incarna e l'impossibilità a diventare un redentore del sistema perché è controproducente anche per chi si batte contro quello stesso sistema (cfr. l'interrogatorio/confessione con Pace / Tramonti).
Il film si chiude con una citazione di Kafka, ma il più grande omaggio è nella scena onirica in cui Volonté firma la confessione della propria innocenza, in un perfetto ribaltamento del finale de "Il processo": Josef K. viene condannato senza sapere il perché, e, di conseguenza, senza sapere se sia veramente colpevole o innocente, Volonté viene assolto pur volendo essere colpevole.

massapucci  @  04/06/2013 15:22:39
   9 / 10
Niegghia92  @  23/05/2013 18:50:26
   7 / 10
Nonostante sia stato un film d'impatto per l'epoca e un'ottima critica sociale di quel periodo della storia italiana,nonostante la grandissima interpretazione di Volontè che smonta la "credibilità" delle istituzioni alla lunga il "grottesco" comincia a diventare pesante,tanto che alcune scene ti lasciano comunque basito perché proprio sembra più frutto dell'esagerazione che della critica in sè. Ottimo finale,specchio di una realtà attuale,su tutte le grandi istituzioni,non solo la polizia.

CinemaD'Arte  @  08/05/2013 19:37:49
   10 / 10
Assoluto capolavoro del cinema politico-sociale, una delle ultime perle che il cinema italiano, quello vero, ha saputo regalare. Una critica ferocissima sulla corruzione, sull'abuso di potere e sui suoi meccanismi; una pellicola che accresce la sua già di per sé grandissima forza alla luce del periodo storico (post '68) in cui fu concepita (il film fu fatto vedere privatamente e in anteprima ai tre registi Monicelli, Zavattini e Scola che, a visione ultimata e seppur entusiasti dell'opera commentarono, riferendosi agli autori Elio Petri e Ugo Pirro, con "andate in galera"), rimanendo comunque a distanza di anni estremamente attuale. Strabiliante e magnetico Gian Maria Volonté che, con una prova attoriale mastodontica, dà vita ad un personaggio da "cult" (non sapremo mai il suo nome perché non si vuole rappresentare lui come individuo, ma come simbolo di qualsiasi persona di potere) tormentato dalle proprie insicurezze e dalla propria fragilità, in netto contrasto con la carica che ricopre e con l'immagine che dà esternamente di sé. Impossibile infine non sottolineare la prova di Florinda Bolkan, che interpreta l'amante assassinata, e le splendide musiche firmate dal maestro Ennio Morricone.

Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  09/04/2013 08:49:05
   10 / 10
Quando ti tuffi nel passato vivi delle esperienze uniche.
É il caso di questa perla vivente di Elio Petri,con un titolo che é chiaro,limpido,sintetico,mostruosamente attuale.
É uno dei primi film italiani che buttano fango sul sistema giudiziario,riprendendo con mano decisa e ferma uno spaccato dell'Italia repubblicana che si stava formando un corpo di polizia efficiente ma non esente da difetti.

Il primo della trilogia sulla"nevrosi",Indagine su un Cittadino Al Di Sopra Di Ogni Sospetto é un film in cui un'animale si mette in testa di primeggiare nel suo branco,ruggisce,si impone su un regno che conosce bene,e diventa un poliziotto insospettabile che viene promosso e posto a capo dell'ufficio politico.

Lui però non si accontenta,e invece di godersi la sua carriera in ascesa,decide anche di trasformarsi in assassino,per mettere alla prova la sua posizione,la sua potenza,la sua grandezza.Un uomo così brillante,che tiene per le redini un'intera sezione della omicidi,può essere accusato di omicidio?

Elio Petri,mago dei primissimi piani,plasma un Gian Maria Volontè rendendolo un titano,padrone di ogni sequenza.I suoi sguardi impassibili,le sue azioni imprevedibili,i suoi ragionamenti perversi inquietano lo spettatore per tutta la durata di film.
Un tocco di comicità patetica,di battute talmente forti da pugno nello stomaco che non puoi fare altro che riderci sopra,completano la cerchia di caratteristiche che rendono questa pellicola un capolavoro.

Un finale ambiguo,denso di colpi di scena,un climax insuperabile e al cardiopalma,e il tema di Ennio Morricone martellante,insidioso e spiazzante,sono invece il fiocco dorato che accentua il termine Capolavoro che questo film si merita.

Visto al cinema in Digitale 4k,il restauro accurato mi ha fatto brillare gli occhi e mi ha appagato a dovere.É stata una bellissima esperienza.

Recensione dal vostro tnx di fiducia.

vieste84  @  10/02/2013 18:59:37
   9½ / 10
Capolavoro sociale di Elio Petri forse al suo miglior film con protagonista Gian Maria Volontè in un interpretazione faraonica, sublime, perfetta la cui bravura mi ha lasciato veramente senza parole. Non un poliziesco, andate retro vari plagiati del cinema americano, qui ogni frase, ogni scelta del protagonista (anche se a volte un po grottesche) ha sempre un suo perchè un suo significato ed una sua logica.... Meritatissimo il premio oscar al miglior film straniero, e se avesse potuto concorrere a tutte le categorie avrebbe vinto indubbiamente pure l'oscar al miglior film, miglior sceneggiatura e soprattutto al migliore attore protagonista perchè qui volontè recita da dio mostrando al meglio tutti gli intrecci psicologici del suo personaggio.

E' già stato detto tutto da utenti più preparati di me, vi auguro buona visione

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  02/01/2013 11:20:16
   9½ / 10
Capolavoro irrinunciabile del cinema anni 70. Gian Maria Volonté non è mai stato così bravo, credibile, intenso. La regia di Petri è da scuola di cinema, il finale un vero colpo di genio.

Le musiche di Morricone sono splendide. Piace e coinvolge anche dopo molte visioni: STRACONSIGLIATO!

prof.donhoffman  @  28/11/2012 12:15:08
   8½ / 10
Durissimo film di critica sociale, piacevolmente strutturato come un giallo al contrario. Ancora oggi difficile da imitare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  11/08/2012 23:58:15
   9 / 10
Che dire? Che andrebbe studiato nelle cineteche di tutto il mondo, al di là del suo (mai superfluo però) sensazionalismo. Importante, attualissimo a dispetto di un clima perfettamente coerente a quegli anni, corrosivo roba da far impallidire modelli più o meno dichiarati (kafka o beccaria?), e non si tratta di esagerazioni a riguardo. Credo che un'unica visione di questo film sia troppo poco davanti alla sua importanza storica e culturale. In un contesto di genere (melò erotico, poliziottesco) si inserisce una denuncia sociale, autoriale, da lasciare senza fiato. Non avevo mai visto un cinema d'impegno civile suggestionato dai clichè topici del cinema di genere, non a questi livelli. Diciamolo, film come Diaz § co. fanno una ben magra figura davanti a un soggetto del genere. Bravissimi e bellissimi Volontè e la Bolkan, figure ammalianti di certe imposizioni sociali che fanno della pericolosa morale l'arma per combattere ciascuno la loro inquietudine

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Ultima risposta 12/08/2012 00.22.54
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Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  13/06/2012 18:20:47
   9 / 10
Un impeccabile thriller-psicologico di Elio Petri, a forti tinte noir, che con l'avanzare della narrazione si apre ancor di più su scenari sempre maggiormente ampi ed indistinguibili. Innanzitutto va ossequiata la denuncia sociale forte e rigorosa del film, senza dubbio ben riuscita nella rappresentazione socio-politica e nel modo in cui essa viene messa alla luce nel film; poi, vanno segnalate la ottima (ma oramai azzarderei dire, la 'solita') performance di un MAGISTRALE Gian Maria Volontè, l'Attore per eccellenza del nostro cinema, nonché di quello contemporaneo, semplicemente fenomenale. Regia di Petri ottima: il cineasta italiano mi aveva deluso precedentemente con "A Ciascuno il Suo", ma qui mi ha a dir poco (ma piacevolmente) sorpreso. Ci sono giochi di inquadrature sublimi, specie nella scena iniziale, che benissimo si specchiano nella intrigante (e da gelare il sangue) colonna sonora di Ennio Morricone. Nota di merito anche al montaggio, a dir poco eccelso; e notevoli le sequenze oniriche di Volontè, molto accurate per essere il film del 1970. Bravi anche Arturo Dominici (che voce!) e Florinda Bolkan, e strepitoso il cameo di Salvo Randone (?) nelle vesti dello 'stagnaro', alias l'idraulico (doppiato dal grande Corrado Gaipa).
Indubbiamente, un must del cinema italiano.

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Ultima risposta 13/06/2012 18.23.49
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la_gradisca  @  20/05/2012 11:14:22
   10 / 10
Capolavoro.
Gian Maria Volontè è straordinario, riesce da solo (cosa non facile) a reggere tutto il film.
Sembra un film attuale perchè a parte le scenografie tipiche degli anni settanta, non è lento e scorre.
Colonna sonora di Morricone straordinaria.
Da vedere assolutamente.

viagem  @  13/02/2012 18:20:17
   9 / 10
Film sul potere che regge tranquillamente il passare degli anni. Un Volontè cattivissimo impersona il potere che incute timore, che può ovunque e comunque. Come oggi ma in modalità diverse. Impressionante la descrizione dello stato di polizia in cui si viveva negli anni '70: tutti sotto controllo quasi come nelle Vite degli altri, retate della polizia su chiunque non si uniformasse nei comportamenti: è passata la paura ma è rimasto lo stra-potere. Capolavoro.

Alex21  @  03/01/2012 20:27:26
   10 / 10
Ma questo film ha più di 40 anni o poco più che qualche mese?
Di incredibile attualità, non soffre il peso degli anni e scorre, pur senza non scalfire, fin troppo bene e senza forzature.
Innamorato della Bolkan.
Di quelli che guarderei più di una volta.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

James_Ford89  @  14/12/2011 04:56:14
   9 / 10
Ah, che fascino quando c'era il cinema vero in Italia.
"Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto" è un cult politico-sociale.
Petri gira una pellicola contro il sistema, contro questa pseudo-legge "inventata" dall'uomo, questa sorta d'immunità delle autorità.
Volontè è mostruoso, la trama è scorrevole, a parte qualche momento di "sbandata" dalla vera storia che invece, si concentra più sulla democrazia intesa dal regista, tipo le bombe in questura che porteranno all'incontro con l'inquilino della casa di Augusta. (secondo me si poteva trovare un altro modo, ma è un chiaro segnale terroristico/politico di Petri).
Non metto 10 perchè purtroppo il peso degli anni se lo porta (e diciamocelo, Volontè ha superato se stesso è vero, ma sentirlo sbraitare e con quell'aria spocchiosa per quasi due ora fa salire una certa rabbia isterica), anche se il tema contenuto è veramente di un'attualità disarmante.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  28/11/2011 22:20:07
   10 / 10
Grandissimo capolavoro di Petri. Coadiuvato da Volonté e Morricone.
Un film dal valore immenso, profondo e in grado di rappresentare un'epoca.
Un grande film, emozionante e splendido.
Capolavoro totale.

WildHorse  @  12/10/2011 04:08:29
   10 / 10
Io non so che dire. Amo Gian Maria Volontè, è il mio attore preferito. Lo conoscevo da tanto ma l'ho scoperto da poco e me ne sono innamorato. Ha una mimica facciale unica. Il suo sguardo trasmette emozioni. La sua recitazione commuove. E' bravissimo, talmente bravo che è facile immedesimarsi nel personaggio che sta interpretando.
Consiglio la visione di questo film a tutti. E' quello che, a mio avviso, meglio lo rappresenta. "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" è Gian Maria Volontè, questa è la sua insostituibile parte.

BuDuS  @  28/08/2011 15:34:32
   7½ / 10
Ottima trasposizione della realtà che, ahimè, sopravvive tutt'oggi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  23/08/2011 12:06:16
   6 / 10
A costo di rischiare il linciaggio, anche qui mi tocca andar giù con la mano pesante, visto che la prima cosa che mi ha ingannato è stata l'esagerata acclamazione mostrata da gran parte degli utenti del sito.
Dopo una magnifica sequenza iniziale in cui l'ottimo, storico score di Morricone accompagna delle immagini sconvolgenti e degne del miglior thriller, il film si trasforma improvvisamente in una noiosa commedia/farsa intrisa di politica che elimina ogni minimo cenno di tensione o coinvolgimento con sviluppi da circo e dialoghi esageratamente sopra le righe.
L'interpretazione di Volontè è fenomenale (anche se sarebbe stato ottimo un maggior approfondimento della sua instabilità mentale), e il messaggio che viene trasmesso colpisce comunque nel segno (la legge non è mai uguale per tutti); ma resta il fatto che se il film fosse rimasto sulla stessa linea presa all'inizio, il risultato sarebbe stato di gran lunga migliore.
E invece, a conti fatti, la sensazione che rimane è di un'autentica beffa ai danni dello spettatore.
Una commedia che poteva essere un grande thriller o dramma.

sergiolandia  @  09/08/2011 14:54:18
   10 / 10
Terribilmente attuale, purtroppo. La legge NON è uguale per tutti.
Questo di Elio Petri, a mio modesto avviso, è tra i 5 film italiani più belli di tutti i tempi.
Trama eccezionale, G.M.Volontè suberbo ed un Morricone in grande spolvero: sono questi gli ingredienti che lo rendono da 10 in pagella.
Vivamente consigliato!

7219415  @  22/07/2011 18:05:16
   9 / 10
Che film signori!!! e che Gian Maria Volontè...CAPOLAVORO

PignaSystem  @  18/07/2011 14:12:02
   10 / 10
Elio Petri è stato un cineasta forse apprezzato meno di quanto meritasse,qui ottimamente supportato dallo sceneggiatore Ugo Pirro:il suo omino di latta che ha fatto della disciplina e del rispetto del Potere il proprio dogma.Mosso da un istinto irrefrenabile uccide la propria amante,e per tutto il racconto è diviso tra il naturale sottrarsi alla "ghigliottina" della Giustizia,forte anche della propria posizione, e la tentazione di confessare la propria colpa.Gian Maria Volonte' è strepitoso,in una delle interpretazioni piu'belle della sua carriera,un ruolo esposto ad istrionismi che il grande attore milanese sa tenere a bada,pur caratterizzando molto il personaggio:e la regia non perde un colpo nella tensione di una parabola truccata da racconto giallo che pone interrogativi pesanti,ed è rivestita di una sana vena critica riguardo certi usi e abusi,purtroppo sempre contemporanei.Da antologia il motivo portante della colonna sonora di Ennio Morricone.

guidox  @  26/06/2011 21:58:05
   9½ / 10
grandissimo film di Petri con un Gian Maria Volontè semplicemente fantastico.
un po' Delitto e castigo, ma rielaborato nella sua originalità, tanto da abbracciare un sacco di generi diversi, con in primo piano la denuncia in base all'esercizio del potere e al ruolo delle istituzioni nella nostra società.
finale geniale, che resta aperto ma di cui viene data una versione "da sogno" prima che il film stesso giunga alla conclusione.
imperdibile.

Lory_noir  @  04/06/2011 17:39:26
   7 / 10
Apprezzo la denuncia che fa questo film ma non lo rivedrei.

ste 10  @  04/04/2011 21:16:13
   9 / 10
Gioiello di denuncia sociale

Oskarsson88  @  18/03/2011 19:33:25
   7½ / 10
Gian Maria Volontè in forma straordinaria, in questa storia particolare, molto politica, di un omicida a prima vista insospettabile... e una volta che è sospettabile, forse è meglio far finta di niente. Film forte e caratteristico, di denuncia verso i poteri alti... il tutto contorniato da una splendida Florinda Bolkan!

vehuel  @  20/02/2011 17:08:39
   10 / 10
Assolutamente magnifico, una perla del cinema italiano con un Volontè superlativo.
Capolavoro!!!!

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  08/01/2011 17:53:16
   7½ / 10
Gran bel film di denuncia che ti tiene incollato alla sedia con un eccellente Gian Maria Volontè!

hideakianno  @  27/12/2010 22:09:19
   8½ / 10
capolavoro di petri,con un gian maria volonte eccezionale (ed è poco)....
senza parlare della prova superlativa dell'attore milanese,che da solo regge tutto il film,è da ammirare per il coraggio di parlare di certi argomenti(facendo satira sulle forze dell'ordine)in un periodo caldo come quello degli anni 70...apologo riuscitissimo sul potere,e soprattutto sulla meschinita e le debolezze di chi spesso ne è schiavo ,invece di esercitarlo in nome della comunità
Forse la carica polemica è eccessiva,ma si puo comprendere inquadrando il film con il periodo storico...da citare le sempre splendide musiche di morricone....
evidente ,nella scena finale, anche il richiamo a kafka

Invia una mail all'autore del commento sam is here  @  30/11/2010 19:11:17
   10 / 10
Bè che dire di questo autentico Capolavoro marchiato Petri e Volontè?? Sicuramente un film degno del cinema italiano, che dovrebbe riproporre queste pietre miliari, anziché i deludenti cinepanettoni moderni. Un film strabiliante che denuncia in modo satirico la giustizia degli anni 70 ma anche di adesso. Eppure, con il grandissimo attore Volontè, tutto questo viene descritto e rappresentato nei minimi dettagli; infatti chi meglio di un capo della Sezione Omicidi può mettere mano ad una lametta e uccidere così la propria amante?? Lui!!
Con questa denuncia, Volontè ricopre un perfetto killer che lascia dietro di se innumerevoli prove ed indizi, rappresentando così un elemento insospettabile nella scena del delitto, affermando come il suo ambiente sia perfettamente pulito da ogni macchia di sospetto e dubbio. Eppure, nonostante l'evidenza del suo comportamento e la sua decisione di facilitare le indagini, ( riproponendo la sua immagine di killer anche davanti agli stessi poliziotti e Commissari), nel tentativo di farsi processare, tutto queste sue evidenti prove vengono subito scartate dai colleghi della omicidi, che, per primi, lo escludono da un possibile reato, perchè rappresenta la legge e per questo non può macchiarsi di nessun atto grave. Ed è proprio così che Volontè ci trasmette come, a volte, proprio chi ha in mano il potere e la legge, finisce per giustificare e coprire i reati e le magagne da lui compiute, senza il minimo sospetto....
Consigliatissimo !!!!!!!!!!!!!!!!

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  30/11/2010 18:36:23
   10 / 10
Bel film,bella musica,grande Volontè.Uno dei migliori film di Petri

rob.k  @  08/08/2010 16:00:05
   6 / 10
Apprezzabile il contenuto, ma i personaggi (protagonista davanti a tutti) sono troppo caricature e rendono il film abbastanza surreale. Il film sarebbe stato molto meglio se fosse stato drammatico e basta, senza sconfinare nelle scenette teatrali... Era necessario che Volontè urlasse per tutto il film? Forse anche questo faceva parte della caricatura del meridionale dall'accento marcato che urla sempre...

Lucio$  @  04/08/2010 00:18:14
   9 / 10
Uno dei migliori thriller politici e sociali mai visti. Sorprendente la storia e Volonté.

Invia una mail all'autore del commento franx  @  04/07/2010 13:57:11
   9 / 10
C'era un tempo in cui il cinema italiano produceva film di questo genere.
Film di denuncia TOTALE in cui nessuno si salva, documentari che vivisezionavano la società.
Oggi no.
Perchè?

caio78  @  10/06/2010 13:15:22
   9½ / 10
A volte ,tra le pieghe del tempo,riaffiorano capolavori dimenticati che,una volta tornati alla luce,ci ricordano perchè amiamo il cinema.
è il caso di questa pietra miliare della settima arte,di spanventosa attualità confezionata con la stoffa sartoriale degli anni 70; che ci indica quale strumento prepotente e assoluto sia, il potere in senso lato

Reservor dog  @  11/05/2010 09:35:08
   10 / 10
Film girato 40 anni fa che per l'attualità delle sue tematiche potrebbe esser tranquillamente attribuito ai giorni nostri e che, con ogni probabilità, a meno di sconvolgimenti epocali, lo sarà persino per innumerevoli anni a venire.
Il potere costituito visto come perversa volontà d'amministrarlo e di far sì che esso sopravviva a tutto e tutti, ,continuando ad esser perpetrato senza preoccuparsi dell'unica cosa che davvero dovrebbe contare, ovvero la giustizia.
Inquadrato nel contesto storico di quegl'anni, in cui le differenze tra rivoluzionari e reazionari erano infinite ed incolmabili, lascia l'amara consapevolezza di un potere che invece di tutelare il cittadino lo intimorisce, lo minaccia, lo mette in soggezione, usandolo di volta in volta a sua piacimento, inducendolo alla confessione, piuttosto che al silenzio, trattandolo alla stregua d'una marionetta.
Ma questa è anche la storia di una gestione malata della giustizia, dell'impossibilità che si può avere persino a sottrarsi alla propria innocenza se questa è d'ostacolo per un bene più grande. Una storia in cui non conta la verità oggettiva, ma quella di comodo.
Funzionario irreprensibile, che gode dell'ammirazione di colleghi e superiori, che intimorisce e incute soggezione in ogni suo interlocutore (tranne uno) , il protagonista, nonostante la posizione di prestigio che ricopre, soffre di una personalità labile e disturbata, che alimentata dalle perversioni sessuali condivise con l'amante, sarà la scintilla d'innesco che lo spingerà in un delirio d'onnipotenza a cavallo tra la certezza di non poter esser riconosciuto come il colpevole e il profondo desiderio di esserlo.
Pellicola che per lucidità d'analisi non ha pari. Volontè inarrivabile.

Tautotes  @  10/05/2010 23:06:26
   10 / 10
Primo 10 che do ad un film, e ne ho visti abbastanza. Ma questo è un capolavoro assoluto. La nevrosi del potere, la disumanità nei modi, nei metodi, nell'accesso. "Repressione è civilta!", con citazione finale di Kafka quanto mai appropriata. Geniale, capolavoro, un grande Volontè, una splendida Florinda Bolkan.

goodwolf  @  07/05/2010 12:26:31
   8 / 10
Film geniale ed impegnato, con musiche eccellenti di Morricone, e delle straordinarie interpretazioni. C'è persino spazio per l'onirismo, imprescindibile per alcuni.
L'unica cosa che non mi è piaciuta è l'accento palermitano, che ho trovato forzatissimo ed estremamente fastidioso per la maggior parte del film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  10/04/2010 18:16:30
   8 / 10
Non pensavo di dover dare un otto a questo film, e invece mi tocca darlo, anche se il voto più giusto sarebbe il sette e mezzo, ma il finale e semplicemente da antologia del cinema, con la frase finale di Kafka che fa capire molte cose, e ovviamente tratta un tema che dovrebbe essere oggetto di discussione anche nei giorni nostri.
Un piccolo capolavoro senza ombra di dubbio, un film psicologico e di denuncia verso il potere fortissimo, con un Gian Maria Volontè notevole nella sua prova, mi ha convinto moltissimo.
Insomma, un piccolo capolavoro italiano che lancia denuncie verso il potere e l'uso improprio di esso in maniera molto convincente, probabilmente film italiani così lucidi nei confronti di chi usa e abusa del potere non esistono!
Da vedere, uno dei migliori film italiani.

spockino  @  03/04/2010 21:17:02
   10 / 10
uno dei piu' grandi film di tutti i tempi, con un Volonte' che dimostra di essere il piu' grande attore italiano ....imperdibile, un vero capolavoro.

uzzyubis  @  21/03/2010 10:33:03
   10 / 10
Uno dei migliori film italiani. Una vicenda ben delineata e ben orchestrata una colonna sonora sontuosa..e un Volontè che da solo vale mezzo film!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  28/02/2010 21:30:35
   9½ / 10
Meraviglioso trattato sul Potere,a vederlo oggi non si direbbe un film di ben quarant'anni.

Petri firma un'opera complessa,un'analisi lucida e magnifica sul Potere. La trama è magnifica,la psicologia dei protagonisti è raccontata in maniera realistica specie per il protagonista.
La regia,molto "americana",probabilmente è stata anche uno dei motivi del successo all'estero meritatissimo di questa pellicola.
Musiche fantastiche e ambigue di Morricone,manco a dirlo.
Quanto al film in sè,si può considerare senza dubbio come uno dei capolavori del cinema italiano per tanti motivi.
Nessuna retorica,nessuna ipocrisia,tanta lucidità in questa Indagine che si fa via via sempe più profonda e scandaglia l'animo umano e soprattutto politico come pochi altri film hanno saputo fare e come nessun altro film ha fatto prima.
Proprio la maniera in cui vengono messi in mezzo argomeni delicati riguardanti la politica fa pensare a come sia stata una fortuna che questo film non sia stato ritirato dalle sale. Incredibile il finale,splendido e spiazzante e la frase Kafkiana finale l'hanno già citata in tanti. Il sunto di tutto il film stà lì.

Comunque,a conti fatti,chi veramente mi ha fatto appassionare alla pellicola è Volontè. Intepretazione colossale e perfetta,alla fine volevo battergli le mani. Credo,senza timore di sbagliarmi,che questa sia la prova recitativa più bella ed importante del cinema italiano,e magari anche internazionale.
Una recitazione eccessiva e movimentata per un film freddissimo e spietato.

Non è vero che il potere logora chi non ce l'ha,il Potere logora.

BlackNight90  @  21/02/2010 19:26:47
   10 / 10
Non saprei che altro aggiungere alla recensione di Lot o al perfetto commento di Crimson, di cui condivido fino all'ultima virgola.
'Indagine' è un capolavoro ancora attuale purtroppo, dalla tesi esposta in modo chiarissimo (bisognerebbe essere un po' tonti per non capirla) e solo all'apparenza risolta in modo ambiguo in uno splendido finale onirico.
La citazione da Kafka riassume alla perfezione il significato principale del film.
Volontè mostruoso, Morricone sempre in forma.

3 risposte al commento
Ultima risposta 22/02/2010 07.53.53
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Crimson  @  31/01/2010 21:51:52
   10 / 10
Un film psicologico e sociologico di grandissima attualità. Psicologico perchè ancor prima del cittadino, a cui fa riferimento il titolo, c'è un uomo devastato dall'essere stato smascherato in tutto il suo infantilismo dalla sua amante. L'impotenza sessuale è il movente dell'omicidio con cui il film si apre e la scintilla che aziona il meccanismo che lo sorregge.
Il protagonista è un alto funzionario della Questura di Roma, uccide per riaffermare la propria "potenza" sessuale-ruolizzante-repressiva che coincide col ruolo che occupa. Dissemina di indizi il luogo del delitto per mettere alla prova il sistema di cui fa parte, con l'arroganza di chi ritiene di essere al di sopra di ogni sospetto in virtù della propria posizione intoccabile. Effettivamente ciò scatena un puerile, cieco iter giudiziario che ogni volta che rasenta la sua persona soffre un "naturale" tirarsi indietro. L'audacia del servo del Potere, che non mette in discussione ciò che esercita richiama ad una legittimità sconcertante, dipinta con sagacia: il taglio è in bilico tra il grottesco e il drammatico, o forse è tristemente reale dall'apparire demenziale?
Il ritratto psichico aberrante del protagonista ad un certo punto comincia ad andare in tilt, egli agisce in modo contraddittorio: distrugge una cravatta che ne avrebbe determinato la propria colpevolezza, cerca dapprima di indirizzare le indagini sul marito della donna per poi scagionarlo, e successivamente sull'amante giovane e rivoluzionario. Certo, potrebbe apparire una forzatura quella dell'anarchico che guardacaso oltre ad avere il controllo sessuale della donna è anche l'artefice di un atto intimidatorio alla Questura. Tale ridondanza è l'espediente di cui Petri e Pirro si servono per giungere ad uno dei momenti topici del film: messo sotto torchio, il ragazzo istigato dal dottore a denunciarlo si rifiuta di farlo perchè al suo ideale non farebbe comodo: ecco che quanto di più grossolano ci si presenta in tutta la sua realtà, ovvero due uomini in fin dei conti uguali, seppur su fronti diametralmente opposti, non solo sostenitori ma anche identificati con il proprio ruolo.
Per il Dottore la mancata denuncia è un imprevisto che mina il piano perverso che aveva architettato, così decide di autodenunciarsi firmando una confessione. E' il preludio ad un finale onirico straordinario.
Se il successivo 'La classe operaia va in paradiso' sembra oggi ancorarsi e focalizzarsi sul preciso momento storico in cui è stato girato, 'indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto' per quanto anch'esso figlo del medesimo contesto socio-politico movimentato e sofferto (il post-'68) esprime una freschezza, un'attualità tanto profonda quanto inquietante. A quaranta anni di distanza il Potere è immutato nei suoi perversi meccanismi di autolegittimazione e nel contrastare ferocemente tutto ciò che possa metterlo in discussione attraverso i soliti sistemi: repressione, violenza, abuso, prevaricazione. Anche chi lo esercita spesso continua a soffrire/autoalimentarsi di un delirio di onnipotenza che lo spinge a travalicare morale e a identificarsi con il libero arbitrio, nelle forme più aberranti di perversione di una concettualizzazione senza alcun limite apparente.
La figura di Volontè per alcuni assomiglia a quella di Luigi Calabresi, di cui fu avversario esplicito l'anno seguente. Effettivamente anche alcuni eventi, come gli atti intimidatori, assomigliano ad episodi reali avvenuti nel corso del biennio precedente. Ci sono inoltre, nei metodi adottati dai celerini, analogie con quanto accaduto in particolar modo nel corso dei disordini seguenti alla strage di Piazza Fontana.
Al di là di questi echi politici inevitabili sia per il delicato momento socio-politico italiano che per il tipo di cinema che Petri portava alla ribalta, per la prima volta nel nostro paese (al pari di Francesco Rosi), il film è un capolavoro assoluto, oltre che per i contenuti, anche per l'aspetto formale. Le musiche di Morricone, la regia puntuale e minuziosa, e le interpretazioni a partire da quella di Gian Maria Volontè, superba.
Ma il dettaglio che spesso rischia di passare in secondo piano, nella miriade di analisi dettagliate e profonde del valore del film nello scardinare le assi del Potere, è a mio avviso l'insieme di artifici utilizzati per concorrere a definire il quadro di SPERSONALIZZAZIONE del protagonista: egli non è mai nominato se non "dottore" o "assassino"; opera a Roma ma ha un accento siciliano, mentre il suo team generalmente parla con un'inflessione campana (decontestualizzazione del sistema, pur nella sua sede centrale). L'unico ad avere un'accento romano è il giornalista di cronaca nera, che riconosce la voce del Dottore sebbene questi tenti di camuffare il proprio accento al telefono. Infine, ogni azione, ogni connotazione del protagonista non ha particolari sfumature che ne denotino una personalità (a partire dal comunissimo appartamento), ma al contrario l'incarnazione di ciò che esercita.

3 risposte al commento
Ultima risposta 20/05/2017 14.59.57
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rapture  @  25/01/2010 00:51:07
   9 / 10
Il film che nel '70 pestò i piedi a tutti, da ammirare il coraggio di Elio Petri nello scrivere un film del genere. Non solo la sceneggiatura è il suo punto di forza, straordinarie sono anche le interpretazioni, le musiche e la regia.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/01/2010 16:40:25
   8½ / 10
Ottimo film, una delle perle del cinema italiano.
Ottima la storia dalle tinte kafkiane, Vi è proprio una citazione a "Il processo" nel finale.
Eccellente Gian Maria Volontè, poco da dire su di lui, perfetto.
Dopo 40 anni è ancora un film godibilissimo, consigliato.

5 risposte al commento
Ultima risposta 17/01/2010 21.11.16
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Invia una mail all'autore del commento EnglishRain  @  12/01/2010 00:58:27
   7½ / 10
Visto oggi nel 2010 perde sicuramente parecchio..Il tema di base, che ben rappresentava il pensiero-denuncia di una certa parte ideologica-politica, oggi suona piuttosto stucchevole e anche un pò banale. Resta cmq un discreto film ben interpretato e abbastanza avvincente, nonché per certi versi originale.

Tony yogurteria  @  04/01/2010 14:07:09
   8½ / 10
bellissmo film che in un certo senso denuncia il potere più che altro politico e istituzionale. buonissima sceneggiatura, a tratti anche leggermente sarcastica, fotografia altrettanto ben fatta. sicuramente da vedere, davvero molto ben fatto.

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mr orange  @  03/01/2010 19:30:26
   9 / 10
trovato per caso ieri sera in televisione mi ha colpito fin da subito per la particolare caratterizzazione resa al personaggio e la tematica di fondo molto critica verso la società.

RedPill  @  03/01/2010 18:51:53
   8½ / 10
Esiste la legge, poi esiste chi è tenuto a farla rispettare.Ma cosa succede se il primo ad infrangerla è proprio colui che dovrebbe assolvere tale compito, ponendosi al di sopra e prendendosi addirittura gioco della stessa istituzione di cui è a capo, perché resosi conto della sua posizione di assoluta insospettabilità?Petri pone questo interrogativo proprio a ridosso di un periodo già di per sé abbastanza "caldo" per il Paese (fine anni 60) e sfrutta quel particolare momento per arricchire le basi della sua storia, nella quale, un presuntuoso ma combattuto Volontè capo della sezione omicidi, colto da delirio d'onnipotenza, una volta messo fine (nel più estremo dei modi) al morboso rapporto di coppia in cui era coinvolto, si farà inoltre beffe del sistema.Nei confronti del "Dottore" (intercalare con cui viene unicamente riconosciuto), è messa in risalto una situazione di completa reverenzialità, della quale, lui stesso sarà il primo ad esserne infastidito e disgustato.Nonostante ci si trovi di fronte all'innegabile evidenza dei fatti, il protagonista, investito dei poteri legati alla sua persona e a testimonianza del suo stato d'intoccabilità, si divertirà persino ad attirare i sospetti su di sé, reindirizzandoli poi a suo piacimento in un secondo momento.Il regista sfrutta questo caso nello specifico, ma punta il dito più in generale contro l'autoritarismo di tutti quegli organi istituzionali, strutturati su consolidate basi di favoritismo gerarchico, che abusano del Potere ad essi conferito; ciò, è bene rappresentato dall'ottima sceneggiatura e da un insieme di personaggi caratterizzati e studiati per non esser mai fini a se stessi, a partire dal monumentale Gian Maria Volontè.Curati, sono senza dubbio anche il montaggio e alla colonna sonora (di un certo Ennio Morricone), – bella, ma forse un pò troppo ripetitiva nel tema – che rendono ancora più grande il valore di quest'opera senza tempo.

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