Dall'atto unico omonimo (1958) di Tennessee Williams: un giovane neurochirurgo ha qualche sospetto sull'ostinazione con cui una ricca vedova gli chiede di fare la lobotomia su una sua nipote malata di mente e scopre un orribile retroscena.
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Il melodramma hollywoodiano al suo massimo. La nipote di una miliardaria vive in manicomio e la zia vorrebbe che fosse sottoposta a lobotomia per cancellare ricordi pericolosi. La ragazza è stata infatti l'unica testimone della morte misteriosa del cugino, figlio devoto e legato all'eccentrica madre da pulsioni scopertamente edipiche. Ma il giovane neurochirurgo incaricato dell'operazione si oppone e scopre l'agghiacciante verità. Capolavoro assoluto con un cast strabiliante (Montgomery Clift, Liz Taylor e una Katherine Hepburn in stato di grazia) in cui la follia, i legami morbosi, le angosce dei personaggi rimangono scolpiti con straordinaria forza espressiva nello spettatore grazie alla regia magistrale e ai dialoghi indimenticabili. Da vedere rivedere.