In un villaggio ucraino all'inizio del secolo un lattaio ebreo si trova coinvolto nelle prime persecuzioni del regime contro la sua razza. Per sfuggire ai pogrom decide di emigrare negli Stati Uniti e il suo viaggio si trasforma in una vera e propria odissea.
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FIDDLER ON THE ROOF è uno di quei casi di iper-tradizionalismo cinematografico americano capace non solo di sopravvivere ma proprio di imporsi sul proprio panorama anche qualora nasca fuori dal suo tempo di appartenenza, perché trattasi di un musical, in costume e pompato fino a diventare un semi-kolossal. Difficile dire se questo film sia vecchio di 20 o 30 anni rispetto alla sua uscita ma capiamo che non è una novità per il regista Norman Jewison quella di raccogliere il gusto del pubblico più vecchio, accademico e conservatore nonostante le mode stiano traslando verso altre direzioni. Mette un misto di tenerezza e imbarazzo nel sentire questi personaggi affrontare sentimenti di vita comune in un contesto rurale e "di clan" in maniera così finta, talmente macchiettistica da sembrare quasi una commedia piuttosto che un film storico. Non c'è epicità e non c'è potenza e si capisce perché questo tipo cinema sia scomparso di lì a poco.
Se avessi saputo che era una specie di musical, di certo non l'avrei guardato; sin da piccolo infatti non ho mai potuto sopportare gli intramezzi musicali nei film, nemmeno in quelli di animazione.
Saltando quindi di brutto le scene cantate, per il resto "Il violinista sul tetto" è effettivamente un bel film, la storia e i personaggi sono a suo modo originali e caratteristici, e poi la fotografia di alcune scene è veramente meravigliosa (in particolar modo le immagini del violinista che suona con il tramonto sullo sfondo).
Però un film va giudicato nella sua interezza, pertanto tutte le canzonette (detto tra noi parecchio bruttine) che ogni venti minuti saltano irrimediabilmente fuori abbassano drasticamente il mio giudizio. Molto bravi comunque gli attori.
Non capisco perché questa splendida pellicola abbia solo 2 voti, uno dei quali è il mio. La storia narrata è sublime, parla di questo piccolo paesino di nome Anatevka. Dove lo svolgimento dei fatti ruota tutto su una famiglia in particolare, ovvero quella composta dal lattaio Tevye sua moglie Golde e le loro cinque figlie. L'inizio mi ha da subito incuriosito, sia per la trama che per le musiche. Le migliori a parer mio sono "Matchmaker" cantata della tre figlie più grandi, "Sunrise, sunset" quella cantata al matrimonio di Tzeitel e Motel, ma la migliore in assoluto è " If i Where a rich man" cantata da Tevye nella stalla improvvisando anche un simpatico balletto. Nel corso della pellicola non mancano di certo le trovate divertenti, come ad esempio i continui siparietti in cui si ferma tutto, dove Tevye riflette e pensa a cosa è meglio fare per il bene della sua famiglia. Simpatici anche i continui battibecchi tra Tevye e la moglie. Nel corso della pellicola si innamoreranno tutte e tre le sue figlie maggiori, una delle quali sarà rinnegata dal padre per aver sposato un cattolico ortodosso di nome Fyedka. Le tre ore quasi non si percepiscono, grazie anche all'umorismo ebraico che riesce a rendere la pellicola leggera e scorrevole per tutta la sua lunga durata. Forse se dovessi trovare un lato negato al film credo che sarebbe la fine, non è brutta, ma non mi ha impressionato più di tanto. Purtroppo la famiglia si separerà: Tevye, Golde e le figlie minori andranno a New York dallo zio Abramo, Fyedka e Cheva andranno in Austria, Tzeitel e Motel raggiungeranno Tevye appena potranno, mentre la seconda figlia Hodel è in siberia per via dell'amore della sua vita, Parchik che è stato arresto ingiustamente, Hodel ha quindi deciso di raggiungerlo li e di sposarlo appena c'è ne sarà l'occasione. Il finale è amaro, visto che tutti dovranno fare i bagagli è andarsene dal loro amato paesino per sfuggire alle ingiustizie razziali. Si intuisce che il viaggio sarà duro e faticoso, nessuno di loro sa che cosa l'aspetta nel prossimo futuro. Volevo solo dire che mi sono avvicinato alla visione di questa pellicola perché ho sentito che ne parlavano molto bene nel telefilm "The Big Ban Theory" e "Chuck", due serie tv che mi piacciono da matti. Norman Jewison con questo simpatico/ riflessivo musical ha creato un film indimenticabile, che riesce a divertire, rattristare, riflettere e emozionare lo spettatore dall'inizio fino alla fine. CAPOLAVORO!!!!!
Un capolavoro del genere umorismo ebraico. Narra la storia di Tevye (quello che sta sul tetto della casa in un triangolo scaleno) e che ha come proiezione minore Topol che deve accasare le sue figlie: un problema per tutti. A confutazione di quanti vorrebbero il cinema israeliano come di recente nascita e di quanti vorrebbero assente la comicità dal quel mondo in realtà combattuto poichè nulla è peggio di una guerra ingaggiata tra ebrei fra loro. Il film è bellissimo in tutto e bellissima anche la colonna sonora. In particolare, mi pare di ricordare If J were a rich wooman.