il vento e il leone regia di John Milius USA 1975
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il vento e il leone (1975)

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locandina del film IL VENTO E IL LEONE

Titolo Originale: THE WIND AND THE LION

RegiaJohn Milius

InterpretiGeoffrey Lewis, John Huston, Brian Keith, Candice Bergen, Sean Connery

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA 1975
Genereavventura
Al cinema nel Luglio 1975

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Trama del film Il vento e il leone

Siamo in Marocco, nel 1904. Lo sceicco delle tribù berbere del Riff rapisce la vedova americana Eden Pedecaris (Bergen) con i suoi due figlioletti. Come riscatto chiede oro, armi e libertà dal colonialismo franco-tedesco. Il presidente Theodore Roosevelt (Keith) manda i marines.

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Voto Visitatori:   7,09 / 10 (11 voti)7,09Grafico
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Voti e commenti su Il vento e il leone, 11 opinioni inserite

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Boromir  @  17/01/2024 23:54:38
   8 / 10
L'opera seconda di John Milius coincide pure con il suo film più post-moderno, probabilmente il migliore o quantomeno il più profondo sul piano intellettuale. Si tratta di un rimasticamento personale e neo-classico di immaginari altrui che vengono tradotti in avventurosa epopea d'altri tempi, la cui chiave di lettura è quella del romanticismo devoto ai grandi del passato: ci sono il gusto per la trasfigurazione del paesaggio esotico in personaggio, caratteristico di David Lean e John Ford; gli echi di epica machista e decostruita di Peckinpah; la caratterizzazione kurosawiana di antieroi solitari e indomabili. Milius si distacca dalla veridicità dei quadri storici che mette in scena, puntando molto di più sul sense-of-wonder e sull'estetizzazione di archetipi epici, ma riesce comunque a restituire le ambiguità politiche e morali (emblematica la scena in cui Teddy Roosevelt si allena al tiro al bersaglio con i ritratti degli alleati) di un mondo sull'orlo della Prima Guerra Mondiale.
Più di tutto, ciò che davvero è esaltante del film, è il racconto di una duplice collisione culturale: 1) il confronto tra il feroce e guascone Sean Connery e tanto nobile quanto caparbia Candice Bergen (rapporto di chimica strepitosa che mai scivola nella romance melensa o, peggio, nella sindrome di Stoccolma); 2) il duello a distanza, in odore di partita a scacchi anticipatore di Ridley Scott, con un Roosevelt che Brian Keith tratteggia come simbolo assoluto (e vagamente western) dell'imperialismo a stelle e strisce più sanguigno e aggressivo. L'esaltante aridità desertica fotografata da Billy Williams e le sonorità marziali di Jerry Goldsmith esprimono al meglio il senso d'avventura del tutto, supportando con robustezza una perfetta alternanza quasi spielberghiana di registro ironico, violenza e lirismo.

daniele64  @  07/11/2017 13:33:46
   7½ / 10
Questa bella pellicola avventurosa di John Milius ha una minuscola base storica ed uno sviluppo decisamente fantasioso . All'apparenza sembra un tronfio sfoggio di superomismo americano con esibizioni di muscoli sia verbali che militari , ma io vi ho voluto cogliere anche alcuni sottili riferimenti ironici se non addirittura satirici , che me lo hanno fatto apprezzare maggiormente . E comunque non si può non simpatizzare con il personaggio del Raisuli , cui la presenza scenica ed il ghigno beffardo del grande Connery donano un enorme alone di coraggio , romanticismo ed epicità . Gli fa da contraltare l' ottimo e sottovalutato Keith , che interpreta l'eccentrico e populista presidente Teddy Roosevelt , molto ammirato da Milius . Buona prova anche di Candice Bergen , che , dopo "Soldato blu " , ci propone un altro ritratto di donna bella e coraggiosa . Efficace anche il resto del cast , nel quale si fanno notare il vecchio John Huston , Geoffrey Lewis e Steve Kanaly . La violenza ovviamente c'è , ma è abbastanza ovattata e tenuta "invisibile " quanto più possibile , anche se ad un certo punto si nota un curioso schizzo di sangue sulla camera ... Splendidi scenari esotice ed riuscitissima la magniloquente colonna sonora di Jerry Goldsmith , che sottolinea sapientemente i vari momenti cruciali e le spettacolari scene di combattimento . Alcune battute dei due " protagonisti a distanza " sono veramente deliziose . Bel film d'avventura , come non se ne fano più ...

dagon  @  22/08/2014 22:59:35
   7 / 10
Praticamente contemporaneo a "l'uomo che volle farsi re", è un'altra incursione di Connery nel film d'avventura "vecchia maniera". Vederlo oggi, fa piacere, non foss'altro per una fotografia splendida e "vera", non alla "300" o livida verdognola come impazza da tempo immemorabile e per con un montaggio "normale" e non sincopato, di cui oggi pare non si possa fare a meno.
Debitore, specie nella sequanza finale dell'attacco di cavalleria, verso "le quattro piume" di Korda (le inquadrature dei cannoni) e verso "la gloriosa avventura" (con Cooper e Niven), mostra ancora l'amore di Milius verso figure di uomini che si fondano su coraggio ed onore.

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  20/01/2012 17:05:16
   7 / 10
Film che lascia perplessi, difficile da votare e ambiguo.
Premetto che mi ha lasciato una sensazione positiva, sia perché ha una buona recitazione, con un sempre bravo Connery, un carismatico Brian Keith e una incantevole Candice Bergen, sia perché si avvale di un ottimo lato tecnico, con una splendida fotografia, meravigliosi costumi e ambientazioni suggestive e ben ricercate. Epica è la colonna sonora di Goldmith e lineare e precisa è la regia di Milius, regia che tuttavia delude un pochettino perché sembra che il film sia un continuo e piuttosto prolisso esercizio di stile sinuoso e accurato, che non crea una buona caratterizzazione dei personaggi, rendendoli freddi e, sebbene convincenti, non del tutto efficaci sul piano figurativo. Stessa cosa, il doppiaggio non delude pienamente, ma Connery doppiato da Maestri è un po'... particolare, per non dire fuoriluogo?! Perchè non l'ha doppiato Locchi o al limite De Ambrosis???
In ogni caso, epilogo gradevole, per un film che merita d'esser visto almeno una volta. Non mi pronuncio sul lato storico-politico, perché non conosco bene l'argomento, anche se sembrerebbe un po' retorico il film.

topsecret  @  05/10/2011 19:20:28
   6 / 10
Uno spiccato spirito patriottico, su un fronte e sull'altro, si evidenzia forse con troppa retorica in questa pellicola di John Milius.
Grazie ad un Connery dalle mille sfaccettature interpretative, che convince senza sforzi nel ruolo di uno sceicco ribelle, il film risulta abbastanza coinvolgente avendo nelle ambientazioni uno dei suoi meriti più evidenti.
Il ritmo, a mio parere, non sempre garantisce quella fluidità necessaria per una visione dinamica, ma la storia, pur non coinvolgendomi particolarmente, si lascia seguire senza annoiare regalando alcune scene di buon impatto visivo.

LoSpaccone  @  07/03/2011 22:39:24
   7 / 10
Il commento precedente ha detto quasi tutto: è un film spettacolare, in linea con la passionalità naturalistica di Milius, che non cerca soluzioni difficili ma che fa perno sul modo in cui paesaggio e personaggi si amalgano tra loro. Un bell'affresco, con qualche stereotipo ma suggestivo.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  04/02/2011 22:26:11
   6½ / 10
Un tipico film della nuova Hollywood nata dalla restaurazione degli anni '70 (di cui Milius fu uno degli artefici), grandioso nella concezione, visivamente superbo, stereotipato nell'andamento scenico e nella resa dei personaggi, ideologicamente molto ambiguo.
L'intento restauratorio lo si nota dal fatto che si abbandona l'atteggiamento relativistico, fedele alle imperfezioni del reale e al suo aspetto antieroico e banale (tipico di Penn, Altman e Schlesinger). Si ritorna alle semplificazioni e alle idealizzazioni etiche e narrative dell'epoca classica. Del "nuovo" rimane solo la scioltezza e la libertà nella rappresentazione, la quale adesso non esclude più la violenza diretta, le scene crude ed emotivamente drammatiche.
In "Il vento e il leone", ad esempio, ci si concentra esclusivamente su 3-4 personaggi trattati in maniera "eroica", perfetta, fuori dal comune. Il resto fa da semplice comparsa, pronto ad adorare o ammirare di chi è più "grande"; nient'altro che povere pedine di un gioco più grosso di loro, a cui assistono inermi e di cui subiscono le conseguenze (si muore come le mosche, ma questo non causa nessun dramma, anzi si esalta apertamente la guerra e lo scontro mortale).
Spielberg, nei film dello stesso periodo, usa le stesse semplificazioni narrative ma almeno impiega come soggetti delle sue storie della gente che manteneva un aspetto normale e che ci teneva a vivere in un contesto normale. Spielberg ha un atteggiamento di tipo "democratico", mentre Milius opta più per una visione ideologicamente "repubblicana". In questo film tra l'altro passa l'idea di investitura di tipo religioso di cui gode il "dominus", il quale usa concetti metafisici (Allah, la missione etica dell'America) per poter giustificare il suo arbitrio e le sue prove di forza.
L'ambiguità è all'ordine del giorno. Non si capisce bene se l'esaltazione è genuina o ironica. Io sarei del parere che Milius voleva essere serio ed esaltare espressamente la figura del Presidente degli Stati Uniti. Ci si sofferma con primi piani sulla sua figura, si seguono i suoi discorsi altisonanti ("L'America è forte, per questo nessuno la ama"), viene accostato alla figura di un orso feroce e fa centro con l'arco e la pistola. In una scena però afferma con forza che gli Stati Uniti non fanno mai del male a donne e bambini e accanto a lui ci sono guarda caso due Indiani d'America. E' ironica questa scena? O invece si vuole affermare quello che si dice (gli Indiani ad esempio non fanno una piega). Le ironie nei confronti degli eroi non mancano di certo, ma sono solo ironie leggere, tanto per far passare i protagonisti/eroi come persone simpatiche e a portata di mano.
La retorica e l'esaltazione è quindi voluta, secondo me. Ad aumentare l'ambiguità c'è il fatto che la storia viene a volte fitrata attraverso gli occhi dei bambini e fatta apparire come una splendida e affascinante avventura romantica. In questa maniera si rende ancora più obliquo e penetrante il messaggio restauratore e reazionario, proprio perché travestito da "divertimento". Lo sguardo nostalgico del finale, rende poi queste virtù come qualcosa da "restaurare".
Tra l'altro in questo film l'etica integralista musulmana (rappresentata in maniera alquanto superficiale) non è nemmeno vista di cattivo occhio. Si capisce insomma il pressappochismo ideologico che si stava diffondendo come forma comune di conoscenza/divertimento e che avrebbe portato l'opinione pubblica americana a sottovalutare tante situazioni politiche future.
Certo, queste mie considerazioni contano molto per capire il film, ma non ne rappresentano però l'essenza. Questo è e vuole essere un affascinante documento visivo ed emotivo e da questo punto di vista ci riesce alla grande. Le ambientazioni sono meravigliose, la tecnica di ripresa perfetta e coinvolgente. E' una gioia per gli occhi. Peccato solo per i tanti momenti di stasi e per i frequenti intermezzi illustrativi. Si segue il film a volte con fatica e con qualche sbadiglio trattenuto. Insomma, solo gli occhi escono soddisfatti da queste lunghe 2 ore.

Manu90  @  02/08/2010 11:03:20
   5 / 10
Mah, a me questo film non ha detto nulla. Si, alcune scene non sono male, ma per quasi tutta la durata provilegia la noia. Sopravvalutato.

4 risposte al commento
Ultima risposta 21/08/2010 10.19.40
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Rand  @  30/05/2009 23:24:06
   7 / 10
Celebre film di Milhius, con grandi scene di azione e violenza, un pò ambiguo nel messaggio, ma ben fatto, con ottimi attori e una buona colonna sonora, regia solita di Miliush, ottimi costumi e ambientazione storica, fotografia eccellente, riprese buone.

The Monia 84  @  18/06/2008 23:37:36
   8½ / 10
Il vento soffia forte e spazza via tutto quello che incontra sul suo cammino, ma non sa mai dove sarà domani, il leone conosce il suo posto e combatte con onore una battaglia che non può vincere.
Un film grandioso, diretto da John Milius: uno dei film più avventurosi e meglio riusciti degli anni settanta. Riuscite prove degli attori, in particolare B. Keith, e colonna sonora meravigliosa. Per non parlare della fotografia...

Dick  @  05/07/2007 23:25:52
   8½ / 10
Film basato su un fatto realmente accaduto che mostra la sfida a distanza tra il fascinoso capo arabo e il presidente cow-boy (l' ho rubata a Mereghetti :)). La pellicola più che sull'azione si concentra sulle correnti di pensiero dei due.
Curioso il fatto che il film anticipa un pò quello che avverrà successivamente (e stà avvenendo tutt' ora) e purtroppo questa volta non ci sarà un principe brigante come quello interpretato da Connery, ma ben altra gente.

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