All'inizio del ventesimo secolo in Irlanda, due fratelli, Danien e Teddy insieme ad un loro amico Dan, spinti dal loro patriottismo, si arruolano nell'esercito per combattere per l'indipendenza del loro paese.
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Nobile esempio di cinema marxista che coniuga l'impegno politicizzato all'anima del racconto popolare dai toni tragici. Ken Loach realizza un'opera secca e dura, diretta con vigore e senso per l'epos familiare, minuzioso nella costruzione storica e supportato da un Cillian Murphy pugnace e irruento al punto giusto. D'esemplare raffinatezza e lirismo la sceneggiatura di Paul Laverty, corposa per numero di avvenimenti e attenta alla caratterizzazione dei personaggi, capace di pennellare alle vicende un respiro d'altri tempi che suscita interesse per ben due ore di proiezione; la fotografia di Barry Ackroyd, fredda e puntuale, ci mostra le cose come se le stessimo guardando con gli occhi dei protagonisti.
Concordo con i commenti precedenti, confezione, regia, interpreti sono di qualità, ma mancano un po' le emozioni. Non mi ha molto coinvolto, e nell'ultima parte molto verbosa, politica e non chiarissima mi ha anche un po' annoiato.
Ci sono comunque dei momenti interessanti, e nel complesso non è affatto male, però l'ho trovato un po' troppo freddo.
Certamente molto interessante e istruttivo, eccellente dal punto di vista storico, peraltro ben confezionato per direzione e interpreti. Resta un pò troppo "politico" e pesante.
Tosto, stressante, ingarbugliato, faticoso. Il film è girato molto bene, tutti bravi attori e regia, ma a volte si fatica davvero un po' a seguire il tutto. Comunque bravo Loach.
Un bello spaccato storico sulla rivoluzione irlandese post-WWI e sullo scisma dell'IRA post-trattato che scatenerá la famigerata guerra civile. Il punto di forza del film sta nel modo in cui Loach racconta la storia dei due fratelli O'Donovan e della loro "flying column", unita nella battaglia di guerriglia contro le angherie e i crimini di guerra dei Black and Tans ma in veritá gia' da subito contaminata dal germe fratricida (l'esecuzione delle spie, l' "ammutinamento" dei compagni contrari al trattato) che esplode nella sua manifestazione piu' virulenta nel bel finale. Il mio primissimo approccio con Loach (regista incensato e prolifico ma che non ho mai avuto occasione di approfondire) e' soddisfacente nonostante qualche perplessita' rimanga - alcune scene sono ripetitive e i risvolti storiografici sono a tratti difficili da seguire se non si conoscono bene i fatti a cui si fa riferimento. Molto bella la messinscena, la fotografia e le scenografie naturali della contea di Cork (sud-ovest dell'isola), forse l'impatto emotivo poteva essere migliore se si fosse aumentato il focus sui personaggi (il rapporto fra i due fratelli in primis e fra Damien e Sinead in secondo luogo) invece pare predominare la preoccupazione storica/biografica piu' che il lirismo. Non so dire se meritata la Palma d'Oro a Cannes ma certamente un film ben realizzato
dramma girato in puro stile Loach, molto secco ,diretto anche se forse un filo troppo impersonale e freddo ,comunque fatto benissimo sia per costumi che per fotografia , buone le recitazioni . Un pezzo di storia importante , la nascita dell'irlanda come stato a sè , narrato molto bene con stile essenziale e crudo .
Nel Vento che accarezza l'erba Loach riprende la struttura portante di Terra e libertà (la guerra civile spagnola) e la ripropone nel contesto irlandese. Un nemico (gli inglesi) da combattere, la messa in mostra dei meccanismi di violenza specialmente nelle rappresaglie contro i civili simili sia all'inizio del film da parte degli inglesi, sia da parte del neonato esercito irlandese post-trattato. Inoltre è presente quella forte componenete ideologica che se in Terra e libertà era più concentrata, in questo caso è molto più diluita anche per vedere l'evoluzione dei singoli personaggi. E come in Terra e libertà avrà come conseguenza la guerra fraticida, anche nel senso letterale del termine. Quindi se Loach utilizza una struttura già sperimentata, anche vero che pone la giusta misura senza cadere nell'enfasi. E' un buon film senza dubbio, però ne preferisco altri del cineasta inglese e certamente un gradino sotto almeno rispetto appunto a Terra e libertà.
Consigliatomi da un'amica che sta in irlanda. La storia di due fratelli prima uniti nella lotta al nemico inglese, poi in lotta tra loro e'un metodo molto valido per descrivere la guerra civile tra irlandesi. Alcune scene sono dure, violente e toccanti ma mai fuori contesto. Pecca di ritmo basso e la parte centrale in alcuni punti un po'fiacca, ma va bene lo stesso. Se si e'irlandesi e'obbligatoria la visione, per gli altri un buon film drammatico per passare 2 ore e imparare qualcosa della storia dell'IRA
Vero, nudo e crudo, ma troppo lineare nella sceneggiatura, così da risultarmi lungo, nonostante la durata equivalga a sole due ore. Le interpretazioni sufficienti non aiutano.
Grazie a laeffe, alla serie film festival, riesco a recuperar e vedermi sto gran capolavoro di film sul genere storico. La storia di come è nata l'Irlanda davvero da pelle d'oca, emozionante, cruenta e violenta..
"se vuoi la libertà la si deve ottenerla" semplice chiaro coinciso
Gli attori son senza infammia e senza lode, eppure si prendono con sè sto gran film e lo rendono magnificamente superbo da vivere e da seguire..
Complimenti al regista per aver sfornato un gran film sul genere storico.
Film molto reale, duro e drammatico (come le scene delle unghie strappate con le tenaglie, brrr, scena comunque non compiaciuta) che regge per tutta la durata.
Loch torna sui suoi temi (lotta, disoccupazione, indipendenza), curando molto più del solito l'aspetto tecnico/visivo (sembra di essere davvero lì, in quei luoghi e a quei tempi) e la pellicola ne guadagna; l'imperialismo inglese ne esce senza dubbio attaccato e devastato.
Bravissimo Murphy, attore bravo in più ruoli, script solido, regia ispirata e l'unica pecca da me riscontrata è una certa ripetitività di situazioni e scene (più varietà avrebbe giovato), che comunque non inficiano più di tanto la qualità.
Sulla scia di Terra e libertà, un'opera più che buona; un film vero, epico e personale, ben fatto e musicato.
Ken Loach mette in scena la storia dell'IRA vista attraverso la storia di due fratelli. Storia che rispecchia la storia di un popolo, dalla lotta all'imperialismo britannico fino al delirio fratricida. Un film impegnato e molto bello, che mostra una parte di storia recente sempre ben bilanciando azione e introspezione psicologica.
costruito come mille altri film sul tema, quel che manca a mio parere è proprio l'originalità, dato che rimane molto lineare e anche piuttosto scontato per tutta la sua durata, oltre che essere troppo lento prima e poco approfondito poi. peccato, perchè si era riusciti a tenersi lontani dal patetico, dal retorico e dal melodrammatico, ma purtroppo ciò non basta a dargli uno spessore di storia che lasci il segno veramente. tutto il resto più o meno funziona, ma riguarda tutta la parte di clichè di genere che dunque appiattiscono il film, pur mantenendolo su uno standard comunque sufficiente, più da compitino che da altro. Loach ha fatto di meglio, senza dubbio.
Regista impegnato per antonomasia, Ken Loach questa volta va alle radici dell'odio Irlanda-Inghilterra e della nascita dell'IRA. Ne esce fuori un film mai schierato, mai tronfio, estremamente lucido e obiettivo nell'analizzare colpe e ragioni da una parte e dall'altra, oltre che di una violenza sconcertante spesso e volentieri. Difficilissimo fare di meglio pensando a quanto dura sia realizzare un film del genere senza cadere nel tranello dello schieramento di parte, ma Loach ci riesce e sinceramente non riesco a trovargli difetti neanche volendo, sia nelle recitazioni ottime che nella regia semplice e spartana, nonché verbosa senza mai infastidire. Palma d'oro meritata.
Bel film che racconta la storia dell'Irlanda del 1920. Io personalmente l'ho trovato un po' lento e pesante (ammetto però che forse il mio giudizio è falsato dal fatto che l'ho visto in lingua originale e l'accento irlandese è un po' ostico) ottimi gli interpreti, la trama è avvincente ma alla fine mi è rimasta addosso una tristezza senza fine.
Per me è impossibile commentare questo film straordinario, prescindendo dalle perfette parole della scheda del dizionario "Morandini", davvero mirabile per sintesi e capacità di contenere tutto ciò per cui questo film rappresenta una pietra miliare:
"Scritto da Paul Laverty, da 10 anni collaboratore di K. Loach, il racconto affronta la spaccatura tra riformisti e rivoluzionari che si condensa nel conflitto letale tra i fratelli Damien e Teddy O'Donovan. Evidenti sono le qualità che gli valsero la Palma d'oro a Cannes. Come in ogni opera valida sul passato, ha palesi agganci col presente. Coniuga l'energia del cinema d'azione con l'approfondimento psicologico dei personaggi. Restituisce l'aria del tempo e riassume con efficacia l'intricato retroterra socio-politico. Sposa l'emozione con la lucidità, il pessimismo con la volontà di lotta. Infine ha una qualità rara, una dimensione drammatica: nella seconda parte diventa una tragedia moderna in cui la storia sostituisce il fato. Tra i due fratelli chi è Abele e chi Caino? Entrambi sono l'uno e l'altro. Loach e Laverty lasciano libero lo spettatore di scegliere e di schierarsi, se ci riesce."
Didascaliso e moralista, poco pratico e irreale, ma almeno rende l'idea/contesto storico dell'Irlanda e l'origine dell'Irlanda del Nord (quest'ultimo concetto va completato con il libro/i di storia o almeno dalle fonti di Wikipedia). Bella fotografia.
l'ho visto tanti anni fa e mi sono dimenticato di votarlo (sfortunatamente), una bella storia, bravi gli attori e sopratutto ottime le ambientazioni...consigliato davvero
Film dalla traballante trama, che cerca di affrontare il contesto storico irlandese di quegli anni, utilizzando la contrapposizione ideologica dei due fratelli che ne dominano la scena. Sulla prima parte devo proprio ammettere che stavo quasi per addormentarmi, decisamente pesante, forse per il valore troppo didattico che voleva assumere. Dopo la pace sembra però riprendersi e vira sul frangente psicologico dei due fratelli, stimolando di più la visione. Anche il finale mi ha lasciato un po' perplesso, come se mancasse ancora qualcosa, ma magari è stata solo una mia impressione. Bella invece la fotografia. Non voglio bocciarlo completamente, merita una visione ma niente di più.
Abbastanza noioso e poco incisivo. Uno dei peggiori di Ken Loach. Sicuramente rappresenta uno spaccato di storia ma non mi ha convinto minimamente se non per la fotografia.
Film sull'indipendenza irlandese, girato con una splendida fotografia. La storia è appassionante, ma girata un po' frettolosamente; la morale non è nuova: si passa sempre sui propri fratelli per costruire qualcosa.
buon film sull'indipendenza dell' Irlanda ottima scenografia e ottimo cast!! la parte finale e' stata troppo frettolosa... poteva essere svolta in maniera diversa!! su questo filone meglio Michael Collins!
Mettere insieme la realtà storica dell'Irlanda dei primi del '900 con la relazione controversa di due fratelli forse non è stata la scelta migliore per Loach. Sì perchè proprio la seconda tematica a mio avviso distoglie l'attenzione dalla prima, molto importante e degna del miglior approfondimento possibile; la sovrapposizione della tragedia dello scontro fratricida a quella già di per sè eclatante della lotta per la libertà politica irlandese non colpisce, non commuove anzi appesantisce e sfuorvia l'interesse per un film come questo, che a mio parere avrebbe acquisito maggiore intensità se la descrizione narrativa di quel contesto storico fosse stata più dettagliata. Non è un film fatto male, sia chiaro, ma personalmente non lo ritengo un capolavoro.
Film che affronta con obbiettività e crudezza la storia d’Irlanda. Forse è quest’obbiettività troppo amplificata che non regala allo spettatore un particolare coinvolgimento, anche se un finale in crescendo di emozioni rivaluta qualche piccolo momento un pò statico. Girato però in modo ineccepibile e quindi da vedere per chi ama le trame a sfondo storico.
Un film molto bello, duro e molto crudo! La violenza a mio avviso non è presente, è solamente sostituita dalla realtà e dalla ferocia dei fatti storici! Da vedere riposati!!
film da vedere, ha battuto le mie aspettative. La trama scorre veloce... bel film con una buona interpretazione (anche se non ci sono attori famosi) con risvolti e scenari storici.
alcune sequenze valgono tutto il film.. (e pensare che l'ho visto senza sapere nemmeno la trama!!)... Ken Loach tratta sempre temi leggerini... un po' di tempi morti rendono il film lento, ma tutto sommato la storia mi ha preso dall'inizio alla fine!!!!!!!!!!!!!!!
Un film che non mi ha convinta totalmente perchè manca di quell'approfondimento psicologico dei personaggi principali che rendeva emozionante "Terra e libertà". E' sicuramente un film ben girato, che si avvale di una splendida fotografia e di un bravo Cillian Murphy; per il resto l'ho trovato troppo didascalico e poco coinvolgente.
mi trovo daccordo con il commento dato da "chaplin" e penso che la storia è resa credibile e interessante proprio da quello che dice il suo commento! il film scorre in qualche momento piuttosto lentamente,poi arriva l'emozionante finale! bello ma da un vincitore a Cannes mi aspettavo qualcosa di piu...
I went to the Garden of Love, and I saw what I never had seen: a Chapel was built in the midst, where I used to play on the green. And the gates of this Chapel were shut, and "Thou shalt not" writ over the door; so I turned to the Garden of Love that so many sweet flowers bore; and I saw it was filled with graves, and tomb-stones where flowers should be; and Priests in black gowns were walking their rounds, and binding with briars my joys and desires.
Il Giardino dell'Amore
Sono andato al Giardino dell'Amore, e ho visto quello che non avevo visto mai: una Cappella era costruita nel mezzo, dove io giocavo sul prato. E le porte di questa Cappella erano chiuse, e "Tu non devi" scritto sulla porta; così mi volsi verso il Giardino dell'Amore che tanti dolci fiori portava; e vidi che era pieno di tombe, e pietre tombali dove dovevano essere i fiori; e Preti in nere vesti andavano attorno, e circondavano con rovi le mie gioie e i miei piaceri.
Uno stile asciutto, scarno soffonde questo film su una delle pagine più dolenti della storia europea. La violenza da ambo le parti viene quasi vista con distacco dal regista, cercando di illustrare le ragioni di ambedue le parti. E' tramite il particolare che comprendiamo meglio il generale.
Ottimo film, ken loach come sempre è bravissimo e gli attori non se la cavano affatto male. La trsposizione storica non è il massimo (certo non si può pretendere l'impossibile in 2 ore di film) e forse nel cercare di colpire lo spettatore e per cercare di fargli comprendere la situazione storica assolutamente drammatica si va troppo sul sentimentale; questo sencondo me è un errore perchè chi guarda di solito sa e quindi capisce. Lo trovo un po' demagogico ma molte parti sono fantastiche, le musiche sono bellissime (soprattutto in originale) e inoltre l'irlanda offre paesaggi assolutamente perfetti per la realizzazione di un film. io lo ho visto in lingua originale e lo consiglio vivamente perchè il doppiaggio è come al solito pessimo, ma per vederlo armatevi di sottotitoli o andate in irlanda 3 mesi se no ci capirete ben poco... ( e a me i sottotitoli non piacciono perchè distolgono troppa attenzione, quindi auguri a chi lo vuole guardare in lingua originale).
michael collins era + storico, questo + emotivo, senza dubbio..loach punta sui sentimenti e ci ariva benissimo. la cosa ke + m'è piaciuta in sto film è ke si passa dall'immedesimazione negli irlandesi ad uno stato in cui non si sa + cosa credere e a ki poter dar ragione..
Servendosi dell'ottima fotografia di Ackroyd, Loach ricostruisce efficacemente l'ambientazione Irlandese anni 20 tra la fine dell'egemonia britannica e la guerra civile irlandese. Con una narrazione che predilige il flusso dinamico degli eventi a rallentamenti e pause introspettive, la regia ci conduce gomito a gomito nell'inferno di Damien e Teddy dapprima anima e corpo di uno stesso pensiero sovversivo e poi avversari per una diversa tolleranza ai compromessi politici. La prima parte (la migliore) cruda e asciutta è l'ennesima ma sincera denuncia ai soprusi e alla cecità della guerra, mentre nella seconda metà la pellicola diviene una riflessione sull'opportunità dell'intransigenza ad un ideale e sul valore della "mezza" libertà. Non un capolavoro ma molto interessante.
Premiato con la palma d’oro all’ultimo festival di Cannes il nuovo film del “militante” Ken Loach non mi ha convinto totalmente. E' sicuramente un buon lavoro che pero’ mostra alcuni punti deboli a causa di una sceneggiatura eccessivamente didascalica che scaturisce in una struttura narrativa molto semplice,che finisce con il tratteggiare non perfettamente i personaggi,anche i dialoghi appaiono a tratti posticci e poco funzionali allo svolgersi della storia. I percorsi interiori dei fratelli Damien e Tad sono infatti poco approfonditi,soprattutto nel finale le loro scelte appaiono piuttosto affrettate,la pellicola riesce comunque ad emozionare ed encomiabile è l’obiettivo del regista che ci parla di un importante pezzo di storia britannica accusando in maniera evidente la politica colonialista della propria madre patria. Loach fortunatamente non scade nella banalita' cercando di non rappresentare buoni e cattivi in maniera netta e scontata,inoltre ha il merito di sfruttare pienamente le mirabili locations irlandesi che fanno da cornice alla stupidita’ umana ed all’orrore della guerra. La violenza mostrata non è mai gratuita,a Loach non interessa shockare lo spettatore con questo mezzo,ma gli interessa analizzare i motivi che spingono un uomo ad assumere determinati atteggiamenti che scaturiscono nella totale ciecita’ e devozione nel raggiungimento del proprio ideale. In definitiva un film interessante ma non memorabile,a mio modesto parere Loach ha fatto di meglio in passato.
Dopo Micheal Collins, un altro bellissimo film sulla resistenza irlandese. A differenza del suo antecedente, però, questo film è molto meno commerciale: è pensato non per intrattenere, ma per far riflettere.
il tema non è molto originale e tratta argomentazioni gia ampiamente affrontate in film precedenti a questo. E' un film politico-drammatico,a volta ci si perde troppo nei dialoghi fra i vari personaggi e risulta talvolta noioso. Le scene di guerra non sono fatte benissimo anche perchè forse non era in questo che il regista voleva incentrare il suo lavoro. Pero' è un film che senza dubbio ti rimane impresso,e questa caratteristica a me basta e avanza per postare un voto molto alto.hail.
Un film bellissimo, appassionante crudele e realistico. Grandissimi i partigiani irlandesi che combattono contro l'esercito imperialista inglese.. Due civiltà a confronto da cui emerge un gran senso di patria, un intramontabile desiderio di libertà e democrazia
da marximo.net: Per il suo film che è in queste settimane nelle sale italiane, “Il vento che accarezza l’erba”, Ken Loach ha scelto di occuparsi della lotta per l’indipendenza dell’Irlanda, negli anni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale. Ed anche stavolta, come in Terra e Libertà, il regista inglese riesce con rara maestria a raccontarci un altro momento importante delle lotte degli oppressi nel secolo scorso.
La trama è emozionante, drammatica ed avvincente: poche volte la Palma d’Oro al festival di Cannes è stata così pienamente meritata. Nelle due ore di durata della pellicola, attraverso le vicende di due fratelli membri dell’Esercito repubblicano irlandese, Loach invita a riflettere su numerose tematiche. Evidenzia i crimini dell’imperialismo inglese, che sotto le vesti di una rispettabile democrazia opprimeva in maniera brutale da secoli le masse irlandesi. Sottolinea il ruolo della lotta di massa, degli scioperi attuati dalla classe operaia decisivi in tutta la lotta di liberazione nazionale. Ma soprattutto c’è un tema che attraversa tutto il film, un dibattito che ha contraddistinto le lotte di liberazione nazionale e più in generale del movimento operaio negli ultimi 150 anni: quello tra riforme e rivoluzione.
Lo fa attraverso le scelte opposte dei due fratelli O Sullivan, uno che lega l’indipendenza nazionale dell’Irlanda alla necessità di una rivoluzione sociale, l'altro, più “realista” che pensa che si debba procedere per gradi: "prima lottiamo per cacciare gli inglesi, poi metteremo le cose a posto”.
I due filoni di pensiero erano ben presenti in Irlanda, ed il grande merito di Ken Loach è quello di far riscoprire al grande pubblico le tradizioni rivoluzionarie di leaders come James Connolly. Una sua frase citata da uno dei protagonisti del film riassume le convinzioni dei marxisti irlandesi: “Se domani si riuscisse a cacciare l’Esercito inglese e sostituire all’Union Jack la bandiera verde sopra al castello di Dublino senza però incominciare ad organizzare una repubblica socialista, tutti i nostri sforzi sarebbero vani. L’Inghilterra continuerebbe a dominarci. Lo farebbe attraverso i suoi capitalisti, i suoi latifondisti, i suoi banchieri.”
E quando le masse provano ad organizzare un contropotere, ad esempio attraverso tribunali che ristabiliscono una maggiore giustizia sociale, subito i moderati intervengono a tutela degli usurai e dei capitalisti irlandesi, che attraverso i loro finanziamenti ai repubblicani ne influenzavano la politica ed erano fermamente contrari a misure che mettessero in discussione i propri privilegi. Questo scontro tra un nuovo ed un vecchio ordine sociale è una caratteristica di ogni rivoluzione e Loach lo illustra in maniera piuttosto efficace.
Le speranze di chi ha messo a rischio la propria vita verranno tradite dall’accordo di pace del 1921, da cui nasceva lo stato libero d’Irlanda ma che sanciva allo stesso tempo la separazione delle sei contee del nord a maggioranza protestante. Nulla di nuovo: la politica del “divide et impera” portata avanti tante volte e con successo da Londra ed assecondata dalla borghesia irlandese. Una parte cruciale del film affronta proprio la divisione fra i militanti repubblicani, risaltando come i “nuovi padroni” si affrettavano a ricostruire gli strumenti di oppressioni tipici dello stato borghese, come l’esercito e la polizia: i metodi erano gli stessi, cambiava solo il colore della divisa.
Nelle scene finali siamo testimoni di tutta la rabbia e la disperazione dei militanti rivoluzionari, ora osteggiati da tutti, anche dalla Chiesa cattolica che non perse tempo a scomunicarli, ma anche tutto l’orgoglio e la fierezza di chi è cosciente di sacrificare la propria vita per una causa giusta, per la liberazione degli oppressi.
“Il vento che accarezza l’erba” merita di essere visto da tutti i giovani e i lavoratori cha abbiano a cuore la lotta per un mondo migliore. Ringraziamo Ken Loach, che ancora una volta ha saputo rendere popolare ed accessibile un pezzo di “nostra” storia occultata volutamente dai libri di testo e dai grandi mass-media.
Bel film ricco di contenuti e di Storia quella con la S maiuscola. Racoontato attraverso questi due fratelli in una storia all'inizio cruda che fa pensare come gli stessi inglesi ora esportatori di libertà prima fossero oppressori di tale diritto. Film toccante e di significato.
Il vento che accarezza l'erba é un film fluido,semplice,dalla narrazione lineare. Loach é sicuramente un gran drammaturgo,in questo film riesce perfettamente a mantenere alta l'attenzione ,senza scadere in falsi sentimentalismi. Rispetto agli altri film di genere la violenza appare molto meno eclatante,la notiamo farci capolino solo in alcune situazioni;le esplosioni spettacolari e i quintali di cadaveri lasciano spazio ad un film più impegnato politicamente. Le splendide immagini del vento che per l'appunto accarezza l'erba non sembrano fine a se stesse,ma inserite per farci comprendere meglio l'attaccamento degli irlandesi alla loro terra. E come in una tragedia greca,gli uomini non decidono:subiscono e commettono atti contro natura... Per il resto ,nulla di particolare:un film che non tenta di dare un giudizio,ma di offrire nuovi spunti di riflessione.
Bel film ,sicuramente con delle immagini stupende ma non eccezionale come invece è stato definito dalla critica. Strappalacrime ed emozionante però si ha un po'' l''impressione del già visto. Semprrà strano ma a me ha ricordato un pochino il noto romanzo di Orwell (si scrive così?)"La fattoria degli animali" e adesso spiegherò il motivo nello spoiler:
Mi ricorda il romanzo suddetto per il fatto che all'' inizio si esaminano gl'' inglesi come gentaglia e si evidenziano gli orrorri da loro compiuti e si tende a "tifare" per gli irlandesi perchè si ribellino. Dopo la firma del trattato si scatena una sorte di guerra civile tra quelli che vogliono appunto il trattato e quelli che pretendono acora maggiore libertà e i primi diventano crudeli nei confronti degl''altri come gli inglesi in precedenza. La somiglianza con la fattoria degli animali sta nel fatto che dopo che gli animali si ribellano agli umani e governao la fattoria , i maiali assumono il comando e trattano gli altri animali come prima tutti quanti venivano trattati dagl''umani.
Consiglio questa pellicola ma in sala armatevi di fazzolettini.
Un film stupendo, Palma d'Oro a Cannes strameritata. Mostra il conflitto tra irlandesi ed inglesi con una crudezza ed una coerenza davvero rarissime nel cinema di oggi. Ed il finale, sebbene ambientato a Dublino, anticipa con amarezza quella guerra civile che in Irlanda del Nord si protrae fino ad oggi.
Un'altra pagina del conflitto tra inglesi e irlandesi (e poi tra gli stessi fratelli d'Irlanda) raccontata con mano realistica e cruda dal regista, ripresosi fortunatamente dopo l'insipido "Un bacio appassionato". Non si può certo dire che l'argomento sia nuovo: la guerra fratricida è certamente un tema che appassiona in particolare registi impegnati come Loach, ma è ottimo lo spunto di concentrare un conflitto nazionale in una lotta personale, tra veri fratelli, uno dei quali cerca in ogni modo di tenersi fuori e ne rimarrà invece vittima mentre l'altro inizialmente idealista fino al midollo si piegherà al compromesso, indossando la divisa che - di un altro colore - aveva sempre disprezzato. Il film è molto bello e ben realizzato, ma onestamente mi ha lasciata abbastanza indifferente, forse perchè non è un genere che ami particolarmente. In ogni caso, da vedere.
Film sulla violenza che il conflitto inestirpabile dell'uomo sull'uomo rilascia anche quando la soluzione sembra razionalmente vicina. Ogni interesse produce nel gioco relazionale per raggiungerlo odio e risentimenti. Le cose si complicano sempre anche quando ciò che si riteneva ovviamente giusto e banale si lascia raggiungere. Politica e ideali si confondono tragicamente nell'evoluzione incognita del sociale che segue gli eventi. Grande film iperrealista, filosofico, politico, esistenziale. Attori bravissimi: quasi tutti non famosi. Attori troppo famosi avrebbero rilasciato l'eco-disturbo di altre interpretazioni smorzando l'effetto di iperrealismo tanto caro a Loach. Meritato oro a Cannes anche perché Loach rimane coerente con il suo principio di non cercare alcuna forma di spettacolo da botteghino facile. Le emozioni del film scaturiscono dal suo geniale verismo-filosofico...
Un film girato bene, d'altronde non ci si poteva aspettare altrimenti da Loach, che ripercorre in maniera molto realista la storia di due fratelli protagonisti della guerra di indipendenza irlandese: la scelta di scegliere attori semisconosciuti (eccezione per il protagonista) mi è piaciuta, cosi come mi sono piaciuti i paesaggi e la fotografia. Un po carente invece la storia, che seppur sorretta da una buona sceneggiatura, a tratti risulta molto molto lenta e pesante, e soprattutto alquanto didascalica. Il risultato è cmq buono, ma sicuramente non è quello che ci si poteva aspettare dal regista inglese, che è stato pur bravo a mantenere un certo distacco da qeugli ideali politici che in certi film possono venire a galla.
Ken Loach è un regista coraggioso, si sa, e dopo tanti film di denuncia non poteva mancare quella ad uno dei momenti storici più importanti del novecento: la guerra combattuta tra inglesi e irlandesi che ormai va avanti da decenni. Loach parla di un sopruso inutile compiuto dalla sua stessa patria, e lo fa con il suo stile impietoso, in poche parole se c'è da criticare non è certo lui a tirarsi indietro. Gli inglesi sono rappresentati quasi come dei nazisti e il discorso non può che ricondurci a quello che sta succedendo in Iraq oggi, quando un paese è occupato si sente il diritto di difendersi. la presa di parte è ovviamente quella dei combattenti dell'ira, anche quando la loro guerra si trasforma in guerra civile. Ma Loach sa evitare le cadute di stile ed evita sia la retorica sia il buonismo, sono solo pochi, infatti, i personaggi che riescono a rimanere fedeli a se stessi e alla loro causa, e nel finale non si riesce più a distinguere tra gli irlandesi occupati che hanno giurato alla Corona e inglesi occupanti. Come viene detto in una battuta del film: "sarà solo l'accento a cambiare".
Purtroppo l'idealismo del film delude sotto tutti i punti di vista allo stesso modo in cui convince nella sua indiscussa onestà nel raccontare gli eventi e le vicissitudini storiche dell'Irlanda degli anni 20". Per quanto mi riguarda, direi che il verdetto di Cannes è rassicurante, ma non costituisce certo una prova di coraggio. Come non lo è questo film, il suo tono ecumenico e reducista, il bisogno di catalizzare l'attenzione sul fatto che per l'indipendenza del proprio paese si possa (debba) anche uccidere, e che le fazioni opposte possono interagire diabolicamente per mettere la cittadinanza l'una contro l'altra, e che si puo' perdere l'idealismo per cercare "una pace che non c'è" e che chiamiamo compromesso: grazie tante Loach, già visto v. Italia 45, Sarajevo, Iraq....
E' un film lodevole (ci mancherebbe che un film di Loach non lo fosse) ma francamente poco profondo: non si respira la tensione morale che in certi casi sarebbe necessaria (neanche nella sequenza piu' bella e dolorosa, la fuciliazione del giovanissimo Chris reo di aver "tradito"), non c'è un minimo di revisionismo storico, da una parte gli eserciti brutali inglesi, dall'altra il latte-alle-ginocchia di una Resistenza che sconcerta per la sua affettazione e demagogia (improponibili certi dialoghi tipo "quando c'era da passare ai fatti avevo sempre una scusa") .
Oltretutto esecrabile il doppiaggio italiano: guardatelo in lingua originale, vi prego, vi farete del bene (forse)
Insomma, credo proprio che "il vento che accarezza l'erba" sia un temino ben fatto e niente piu', di cui probabilmente mi scordero' presto l'esistenza.
Da parte mia non nascondo una certa irritazione per l'incapacità di raccontare la storia senza metterci dentro D.io, Patria e Famiglia (remember?), ma soprattutto senza tentare di scavare la fossa sporcandosi le scarpe nel fango (come suggeriscono nel film), eppure qualcosa di buono c'è davvero, e appartiene al contesto della storia.
E' quando il popolo è unito nella lotta anche attraverso i propri codici culturali (lo sport, le canzoni, le danze, la lingua gaelica) è quando, nel finale, tutto questo codice di appartenenza non sembra bastare piu'.
E' la complicità della borghesia (in Irlanda come in tutte le occupazioni europee) - v. Sir John - anvisa alla lotta per merito dei propri interessi personali ed economici
Sono anche i primi 20 minuti, l'assalto degli inglesi nei villaggi, il ragazzo che si rifiuta di parlare "una lingua non sua" e di obbedire agli ordini, con conseguenze fatali per il suo gesto.
E' fors'anche quel popolo irlandese che assiste con speranza e, successivamente, delusione a un documentario sulla presunta liberazione dal dominio inglese e il ritiro delle truppe d'occupazione
Infine, la fotografia nitida e il tono meno enfatico dei fasti di "terra e libertà", quasi dimesso nella sua abilità di narrare
Ma un minimo di ripensamento etico, culturale, filosofico, sarebbe stato di gran lunga auspicabile, e un bel gesto vincitore di Cannes non basta davvero
Ho molto apprezzato il film soprattutto perchè Ken Loach è neutrale, cosa molto difficile essendo anche lui irlandese, fa vedere sia il bene che il male, gli eventuali torti e ragioni di tutt'è due le fazioni: l'I.R.A. e l'eseciro britannico, ed anche l'inutilità di tutte le guerre (perdonatemi la retorica !) che come questa finisce purtroppo in una "guerra fraticida"; il sacrificio di Damien è molto eloquente lui che non voleva entrare in questa "faida" ha pagato il prezzo più alto...ottime le ambientazioni nella contea di Cork d'altronde qualunque zona sarebbe stata perfetta l'irlanda è una terra meravigliosa e selvaggia (vi consiglio di vistarla tutta). La frase che dice il protagonista riassume tutta l'amarezza e la metafora del film "speriamo che l'Irlanda meriti questo sacrifico" !?
“La rivoluzione non è un pranzo di gala”: con questa frase di Mao si apre “Giù la testa” di Sergio Leone e può benissimo aprire anche questo film. Viene rappresentato come l’utilizzo del sopruso e della violenza generi un circolo vizioso da cui è impossibile sottrarsi, qualcosa che avvelena gli animi più nobili, che distorce qualsiasi rapporto umano. Il film racconta una storia inventata in un contesto storico reale (l’Irlanda del 1919-23). I fatti storici non vengono forzati e quindi si può considerare come fosse una storia vera. La prima parte del film è molto drammatica e riguarda la lotta nazionalistica per l’indipendenza. La Gran Bretagna fece l’errore, a quel tempo, di appoggiarsi a bande di mercenari. Nel film vengono rappresentati come animali spietati e violenti senza tentare di approfondire il perché dei loro atti. Solo per pochi secondi uno di loro spiega che sono reduci della Prima Guerra Mondiale abituati a vederne e a farne di tutti i colori. La brutalità delle trincee portata nella società civile ha un effetto deflagrante. Anche le persone più miti e raziocinanti non vedono altra soluzione che l’uso degli stessi metodi dei loro aggressori. Questa scelta non viene mitizzata, anzi si mettono in evidenza le conseguenze negative: l’orrore di se stessi, l’abbrutimento, la spietatezza, l’ubbidienza cieca a ordini e iniziative imposte dall’alto. Ci sono scene veramente drammatiche e rappresentative. Purtroppo il film ha un grosso calo di tensione all’inizio del secondo tempo. La firma del trattato di pace con la Gran Bretagna rivela tutte le divisioni che già serpeggiavano negli irlandesi. Ci sono diatribe fra chi si accontenta e vuole mantenere la struttura sociale così com’è e chi vuole proseguire la lotta e instaurare una società con meno disparità sociali. Stanca un po’ seguire le discussioni anche se sono interessanti, ma discutere non serve visto che ormai l’ultima parola viene considerata quella del fucile. E qui piange il cuore vedere lo scatenarsi della guerra civile! Ecco che il cerchio si chiude: la violenza ha trasformato vittime in nuovi aguzzini e li spinge ad usare i metodi che hanno subito, con l’aggravante della distruzione di legami sociali consolidati, addirittura quelli familiari. Ken Loach dà più attenzione e onore nel film al protagonista che rappresenta le idee più radicali, ma alla fine quello che resta è solo la consapevolezza che nessuno esce vincitore. Usare la violenza ha dei costi altissimi. Si sa come si comincia ma non si sa come si finisce.
Un bel film che racconta un pezzo della storia che solitamente non viene raccontato e che personalmente non conoscevo così chiaramente. Bella ambientazione e ottima storia con un finale che non mi sarei aspettato (speravo a dire la verità che il regista mostrasse la conclusione vera e propria della rivoluzione, ma evidentemente questo non era il suo scopo)
bellissimo, Ken Loach raramente sbaglia un film. E' molto impegnativo ma è fatto benissimo; io l'ho visto 3 mesi fa in Francia in lingua originale, e si può apprezzare l'ottima intepretazione dei due ragazzi. Bella pure la trama, abbastanza articolata ma non troppo, su uno sfondo di un irlanda lacerata, che culmina nella contradizzione assurda di una guerra fratricida.